L’alternativa che poni è molto secca: o garanzia totale subito o ritorno alle monete nazionali subito.
E’ possibile che siamo giunti al momento delle decisioni finali, ma non ne sarei così sicuro. Innanzitutto perché i “fondamentali” dell’Europa non sono da ultima spiaggia. Trichet non manca di ricordare che euro ed Europa sono messi meglio di USA, UK e Giappone. Tutti hanno problemi, e quelli europei sono tra tutti i minori. Ha torto Trichet? A me non sembra proprio.
Se siamo sotto attacco non è per via delle nostre maggiori debolezze finanziarie, ma per via della nostra minor capacità di difenderci. I mercati trovano aperti presso di noi (17 paesi con tutte le loro diversità) i varchi che altri paesi, per quanto in maggior difficoltà sui fondamentali, riescono a chiudere.
A mio avviso il primo dilemma non è “garanzia totale euro oppure break-up”, bensì: “riusciranno i governi spagnolo e italiano a riacquistare la fiducia dei mercati”? E in caso affermativo, in che modo? Come si vede il pallino passa dalla finanza alla politica, il che giustifica anche le nostre apparenti divagazioni su questo thread.
Non so francamente giudicare le prospettive spagnole. Su quelle italiche non sono affatto convinto che la partita sia già persa.
Innanzitutto l’attuale governo sembra essere uscito, con la conferenza stampa Berlusconi-Tremonti di ieri sera, dallo stato comatoso nel quale versava. Se si agirà seriamente anticipando gli interventi sui conti, perché mai i mercati non dovrebbero battere in ritirata?
Secondariamente, se l’attuale governo avesse esaurito il proprio patrimonio di credibilità, perché dovremmo pensare che un governo tecnico (Mario Monti, per intenderci) non riuscirebbe a recuperarla?
In definitiva a mio avviso ci sono ancora queste due carte da giocare e scommetto che le pressioni nazionali (Napolitano) e internazionali (Francia, Germania, Europa, persino USA in questo momento) non lasceranno nulla di intentato.
Come hai ammesso, la tua è una posizione filogovernativa: chiedi alla Germania di togliere le castagne dal fuoco al nostro governo, che potrà evitare di prendere decisioni impopolari. Temo che i tedeschi, se posti di fronte a questa alternativa, la interpreterebbero come un ricatto. Sarebbe la fine dell’euro e l’inizio di una fase tragica, per noi e per l’Europa tutta. E francamente mi lascia molto inquieto chi ha titolato il tuo articolo di oggi, che sembra invocare il ritorno alla liretta. Spero proprio che non vedremo mai i titoloni in prima pagina che ringrazieranno Silvio per averci riportati alla lira…
Rimane il fatto che, nel medio-lungo periodo, l’alternativa sarà quella che indichi: garanzia dell’Europa tutta o break-up. Se nei prossimi anni i singoli stati riusciranno ad acquisire una buona disciplina finanziaria, non vedo perché l’Europa, Germania compresa, dovrebbe tirarsi indietro.
P.S. domanda per Claudio: ma se l’attuale governo non avesse presentato un piano finanziario-burletta, con il risanamento rimandato al 2014, avremmo ridotto l’euro in queste condizioni? Come è stato possibile credere che i mercati potessero bersi le fanfaluche del grande venditore di tappeti taroccati (copyright Montanelli) come la casalinga di Voghera si beve quelle di Emilio Fede?