è fatta: capitalia+unicredito

Borsa/ Unicredito al centro dei rumors, il titolo continua a perdere quota
Giovedí 18.10.2007 16:03

http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/unicreditrumors181007.htm


Il polverone alzato sui derivati venduti in questi anni dal gruppo Unicredit e sulla consistenza del “mark to market” delle perdite potenziali per la clientela non accenna a quietarsi, nonostante il comunicato ufficiale con cui il Cda ha ribadito che a fine settembre le perdite potenziali erano pari a 1 miliardo su circa 30 miliardi di asset. Secondo radio borsa, infatti, il “marcio” in bilancio potrebbe essere ben più ampio, anche se Alessandro Profumo non ha atteso più di tanto per passare al contrattacco ribadendo come sui derivati il gruppo ritenga “di aver operato bene. Laddove abbiamo commesso errori, stiamo vedendo le posizioni con i nostri clienti”

Larga parte dei clienti “aveva una visione chiara di quello che stava comprando. Oggi magari fa anche comodo dire che non aveva una visione chiara” ha commentato il numero uno di Piazza Cordusio, non senza ragione. Ma tant’è, al di là di sapere chi abbia avuto torto in certe “relazioni pericolose” il mercato come sempre è pragmatico e tenta di valutarne gli effetti pratici, ossia in termini di potenziali perdite in bilancio.

Altro giro, altro regalo, c’è chi fa notare che non solo dai derivati possono derivare problemi ad Unicredito ed al suo amministratore delegato, visto che dopo le prime ricognizioni “da dentro” la situazione patrimoniale e reddituale di Capitalia sarebbe apparsa peggiore delle attese. Nulla di irreparabile, ma aggiunto al fatto che Unicredit è subentrato legalmente alla banca capitolina nella causa per danni legata al crack Parmalat non è certo un elemento a favore del titolo in Borsa.

Tanto più, ragionano gli operatori, che le maggiori energie ed attenzioni che l’integrazione con Capitalia sembra richiedere rischia di far perdere di vista eventuali occasioni per nuove operazioni all’estero. Dove dopo i rumors di questi ultimi mesi relativi a Societe Generale o a Commerzbank, si torna ora a parlare della “sintonia” tra Profumo e John Varley, il numero uno di Barclay. Sintonia che potrebbe facilitare un abboccamento tra i due gruppi in vista di una nuova megafusione cross-border che darebbe vita ad un colosso da circa 135 miliardi di euro di capitalizzazione, che ai valori attuali se fatta interamente carta contro carta vedrebbe gli italiani “pesare” per il 57% del nuovo colosso contro il 43% degli inglesi.

L’operazione, in verità, sembrerebbe più congeniale a questi ultimi che non al gruppo italiano, visto che da qualche giorno Barclays è sotto i riflettori dopo aver dovuto gettare la spugna su Abn Amro e dopo che Bank of America sembra aver messo l’istituto britannico nel mirino. Nel frattempo il titolo Unicredito a Piazza Affari continua a perdere quota, scivolando attorno ai 5,8 euro per azione.
 
airone44 ha scritto:
buon giorno.
secondo voi il supporto a 5,7 potrebbe essere una occasione di acquisto per un medio termine? :-?

settimanale proprio bruttino ma un buy ci sta tutto...
stop sotto 5.66

ocio...
 
airone44 ha scritto:
tks- peccato che finora sembra non voglia scendere. Forse meglio così!
il livello di 5.60 dovrebbe essere un bel supporto


Scatta l’allarme per il sistema finanziario
http://intermarketandmore.investireoggi.it/scatta-l’allarme-per-il-sistema-finanziario-1044.html

Più volte in passato ho parlato del fatto che troppo spesso si tende a sottovalutare i gravi danni che la crisi subprime - derivati ha portato sui mercati finanziari. E spesso ho parlato del fatto che (la storia insegna…) la crisi del settore immobiliare non ha effetti immediati, bensì occorre aspettare alcuni mesi prima di poter capire veramente la portata dei danni subiti. Ed è così che, soprattutto negli USA, grosse istituzioni americane iniziano a farsi due conti in tasca e cercano di capire cosa questa crisi ha comportato. E, tanto per cambiare, iniziano a saltare fuori sorpresine a destra e a manca.
Prima la faccenda del Fas 159 (vedi il post http://intermarketandmore.investireoggi.it/un’altra-fregatura-fas-159-933.html ), che di per sé testimoniava il fatto che il mercato rischiava di essere drogato da bilanci assolutamente non realistici.
E poi le stime di earning.
razie alla creazione, negoziazione, trasformazione di derivati, le grandi banche si sono fatte camionate di utili. Ora però la festa sta per finire. I danni procurati lasceranno dei profondi segni nel sistema finanziario, e soprattutto le stesse banche non potranno più vendere i derivati con la leggerezza e la facilità avuta negli ultimi mesi.


Merrill Lynch non è che l’inizio
La prima banca a stilare un “mea culpa” è niente poco di meno che Merrill Lynch, una delle primarie istituzioni finanziarie americane. La perdita trimestrale, la prima da sei anni a questa parte, è stata pari a 2,24 miliardi di dollari, ma la banca è stata costretta a operare una maxi svalutazione da 7,9 miliardi di dollari, che non ha precedenti nella storia delle istituzioni finanziarie statunitensi.

In aggiunta, è arrivata poi appunto la doccia fredda sul tracollo del mercato immobiliare, con le compravendite scese molto più di quanto non si aspettassero gli economisti. La trimestrale di Merrill Lynch e il dato nettamente peggiore delle attese delle compravendite di case a settembre (-8%) mettono a dura prova Wall Street che recupera terreno nell’ultima ora di scambi e spinge il Dow Jones quasi in parità in scia alle voci di imminente intervento della Federal Reserve con un taglio ulteriore del tasso di sconto.
Data dell’evento: 31 ottobre 2007. Previsione: meno 50 basis points (bp), ovvero un taglio di mezzo punto percentuale. E quindi si ripresenta il “problema” Bernanke.

Ricordate il post “La grande cura”?(qui http://intermarketandmore.investireoggi.it/la-grande-cura-898.html)
Siamo poi sicuri che la cura Bernanke sia una cura valida per estirpare il male, oppure è solo un antidolorifico che migliora la situazione nel breve ma che non risolve niente, anzi addirittura peggiora la situazione?
Buttate l’occhio all’area V.I.P. http://intermarketandmore.investireoggi.it/category/vip-very-important-post e date un’occhiata ai vecchi post scritti sull’argomento. Capirete perché c’è da preoccuparsi.
La politica monetaria potrebbe essere quantomeno discutibile.
Intanto pensate un attimo ad una cosa. Se Merrill Lynch è la prima a muoversi, quale sarà la reazione del mercato quando anche le varie Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS, Jp Morgan, Citigroup per fare qualche esempio, diranno: “Ragazzi, effettivamente, finchè Berta filava… Ora però non solo non faremo più utili a manetta, ma avremo anche qualche problemino”. I nodi verranno al pettine. E se siamo coerenti, non potremo dire che era tutto rose e fiori.
 
Fas 159

Fas 159
http://intermarketandmore.investireoggi.it/un’altra-fregatura-fas-159-933.html

Posted by Dream Theater as V.I.P. (Very Important Post), Subprime, Bonds, Argomento generico

Una testata giornalistica ieri ne ha parlato diffusamente, oggi altre testate hanno ripreso il discorso. Ma già qualche giorno fa è stato possibile vedere sul blog dell’autorevole Wall Street Journal alcuni commenti in merito. Ho provato ad approfondire la cosa. E tanto per cambiare ho capito che, per l’ennesima volta, è stata creata una nuova scusa, assolutamente LEGITTIMA perché prevista dalla normativa americana. Si signori, si tratta della cosiddetta Fas 159 (Fair value option), che dà la possibilità ad una banca USA di poter scrivere in bilancio i suoi debiti al valore di mercato.

Quindi cosa comporta questo? Ve lo spiego subito.

Prendiamo ad esempio una grande banca USA, Bear Stearn. E facciamo finta che ad un certo punto della sua storia inizino ad esserci dei problemi legati alle note vicende dei subprime, dei derivati ecc.
Se il mercato all’ìmprovviso decide che i credit default swaps di un’azienda richiedono un maggior premio in rapporto al rischio intrinseco della sua attività, il valore del suo debito cade, e quindi le obbligazioni perdono di valore.
E fin qui mi sembra tutto normale.
Però cosa succede se io posso scrivere in bilancio suddetti debiti non più al valore nominale ma di mercato? Praticamente mi creo …degli utili fittizi.
E automaticamente, con una bacchetta magica, ho la possibilità di trasformare le perdite in ricavi.
Ed è proprio così che la suddetta Bear Stearn è riuscita a non avere il primo bilancio in passivo della sua storia. Grazie ad un’alchimia finanziaria. E sappiate che non è la sola ad aver approfittato di questa chance che, ripeto, è assolutamente permessa e legale.

Le stesse Goldman Sachs, Morgan Stanley, ecc l’hanno utilizzata.
Il risultato che, per l’ennesima volta, sono stati comunicati al mercato dei dati di bilancio truccati. Ma c’è di più… Immaginatevi un’ipotatica nabca che rischia il default. Toericamente le obbligazioni che ha in portafoglio dovrebbero valere 10-20-30 centesimi al massimo… L’assurdo è che grazie a questa svalutazione…. potrebbe succedere l’indicibile. Ovvero una banca che fallisce…scrivendo a bilancio degli UTILI !!! Che splendida finanza creativa…

Ora vi dico: immaginatevi quali alchimie sono state usate dal mercato (più o meno lecite) e non solo da quello (magari anche dai governi?) per farci vedere un mondo tutto rose e fiori mentre invece…la situazione era diversa? E’ vero che tutti i nodi vengono al pettine, però credo proprio che il sistema finanziario sia ormai pieno di questi nodi.
Ed un bel giorno, forse, il pettine non solo non scorrerà più, ma si ritroverà direttamente senza i dentini…
 
A questo proposito oggi il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, si è detto contrario all'ipotesi che la Regione ceda la sua quota azionaria in Unicredit (0,62%). ''Sono contrario al divorzio. Ma se ci costringono a divorziare ci cercheremo un'altra banca'', ha detto, consigliando al presidente Salvatore Cuffaro e ad Alessandro Profumo "di darsi una calmata ed evitare di agire d'impulso, di cercare le condizioni per un dialogo perchè la Regione siciliana è azionista di Unicredit attraverso denaro pubblico e bisogna avere rispetto per i cinque milioni di siciliani''.


WestLB ha tagliato il target price del titolo a 6,30 da 7 euro.

Comunque il giudizio resta positivo: add. "L'offerta sul mercato delle 83,8 milioni di azioni ordinarie derivanti dal concambio delle 74,8 milioni di azioni Capitalia oggetto di recesso possa causare una cerca confusione", si legge nella nota della banca d'affari. "E' infatti poco probabile che il gruppo trovi acquirenti al prezzo fissato di 6,265 euro".

Quindi Unicredit dovrà riacquistarle per conto suo. "Poichè le implicazioni finanziarie dell'acquisizione di Capitalia non sono ancora chiare", precisano gli analuisti di WestLB, "e tenuto conto dell'incertezza generale a cui si aggiunge una certa mancanza di trasparenza, preferiamo applicare uno sconto del 10% al nostro fair value di Unicredit e così abbiamo tagliato il nostro target a 6,30 euro".

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?chkAgenzie=TMFI&id=200801101522349459
 
Il Tribunale di Pescara Condanna Unicredit


Il Tribunale di Pescara condanna Unicredit a restituire a un imprenditore 127mila euro, frutto di anatocismo e interessi indebitamente maggiorati.


La sentenza è quella del Tribunale di Pescara, del 9 novembre, con la quale si condannala la UNICREDIT BANCA D’IMPRESA SPA a restituire alla ditta Fratelli Capriotti (già concessionari della Volkswagen), assistiti dall’Avvocato Emanuele Argento di Pescara, la somma di 127.218 euro a fronte di pretese della stessa Banca di circa 70.000 euro.

Un provvedimento che segue quello del 19 aprile scorso, emesso dalla Corte di Appello dell’Aquila, pubblicato il 6 ottobre 2006, con il quale i giudici hanno confermato la condanna di primo grado inflitta dal tribunale di Chieti alla “CARICHIETI” per una vicenda analoga. Nel caso specifico, quest’ultima banca è stata condannata a restituire tutti gli anatocismi e gli interessi superiori a quelli legali ad un imprenditore Ortonese.

Non solo: la Corte d’Appello ha rincarato la dose annullando qualsiasi capitalizzazione dei soli interessi legali riconosciuti dal giudice di primo grado.
“La sentenza a favore dei fratelli Capriotti, emessa dal giudice pescarese Gianluca Falco - riferisce il dottor Gennaro Baccile, portavoce nazionale della “SOS Utenti” – segue il solco di tutte le altre già emesse dal tribunale di Pescara su fattispecie processuali simili. Essa si caratterizza per chiarezza e completezza nell’argomentazione giuridica, ma soprattutto per l’entità della somma riconosciuta che è passata da poco meno di 70.000,00 euro a debito del correntista a 127.000,000 euro a suo credito. Una causa veloce e tempestiva nel suo svolgimento, considerato che l’atto di citazione in giudizio di UNICREDIT BANCA D’IMPRESA risale al 22/4/2004. Due anni e mezzo per ottenere la sentenza costituiscono un vero record. Ciò conferma – aggiunge il dottor Baccile – il buon funzionamento della giustizia pescarese, uno fra i più solleciti a definire le cause di rivendicazione anatocistiche verso le banche”.
...
http://www.sosutenti.info/index.php?option=com_content&task=view&id=40&Itemid=2
 

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