Enel (ENEL) Enel: iniziano le dismissioni (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
INCASSI ENERGETICI – L’AD CONTI, IN SCADENZA DI MANDATO, SI TAGLIA LO STIPENDIO DA 3,5 A 2,2 MILIONI. E SPIEGA CHE DALLA VENDITA DELLA QUOTA IN ENEL IL TESORO POTREBBE INCASSARE FINO A 12 MILIARDI…

Se lo Stato vendesse la quota in Enel, che gli rende il 4%, potrebbe incassare circa 10-12 miliardi e rimborsare il Btp trentennale con cedola del 7%, ha spiegato il manager per dare un’idea del valore dell’azienda. «Per noi non cambierebbe niente», ha aggiunto Conti, perché le centrali non si delocalizzano.



Alla polemica sugli «stipendi d'oro» dei manager pubblici, l'amministratore delegato e direttore generale di Enel (al 31,24% in mano al Tesoro), Fulvio Conti, risponde senza polemiche e con l'autoriduzione dei compensi. Che restano cospicui.
Nell'audizione tenuta ieri alla commissione Industria del Senato, il manager, il cui mandato è in scadenza, ha precisato di aver percepito nel 2013 una retribuzione fissa e variabile a breve termine per le due funzioni di circa 2,2 milioni, contro i 3,5 del 2012. La riduzione (-39%), ha sottolineato Conti, è dovuta interamente al taglio volontario del 65% del compenso variabile di breve termine, ratificato ad aprile 2013, «prima ancora che diventasse evidente» il dibattito. In più Conti beneficia di piani di incentivazione di lungo termine subordinati ad obiettivi di performance pluriennali: gli importi maturati nel 2012 e 2013, circa un milione e 400, non sono ancora stati incassati.


Nell'audizione il manager ha ripercorso i nove anni alla guida dell'Enel rivendicando un cambiamento completo della struttura, una «crescita imponente», l'allargamento «sensibile» della presenza all'estero, il ruolo acquisito di «multinazionale dell'energia» e un contributo di 100 miliardi di euro al Paese. Se lo Stato vendesse la propria quota in Enel, che gli rende il 4%, potrebbe incassare circa 10-12 miliardi e rimborsare il Btp trentennale con cedola del 7%, ha spiegato il manager per dare un'idea del valore dell'azienda. «Per noi non cambierebbe niente» perché le centrali non si delocalizzano. La decisione «spetta all'azionista», ha osservato, schierandosi per il mantenimento di Enel Distribuzione nel perimetro di Enel.
 

tontolina

Forumer storico
AAA ITALIA (S)VENDESI - E DOPO GLI AMERICANI DI BLACKROCK, ARRIVANO I CINESI DI PEOPLE'S BANK OF CHINA A FARE INCETTA DI AZIONI ITALIANE, SALENDO SOPRA IL 2% DI ENI ED ENEL – AI POTERI FORTI INTERNAZIONALI STANNO STRETTE LE REGOLE ITALIANE

La banca cinese ha il 2,102% di Eni e il 2,071% di quello di Enel. E proprio oggi "Il Wall Street journal" mette in guarda gli azionisti: «Gli investitori nelle società controllate dallo Stato dovrebbero essere cauti sul fatto che le regole non finiscano per legare le mani dei consigli delle società»…
 

fabiod1971

Forumer attivo
ok i nuovi massimi si son visti..
chi mi può valutare gli effetti di una nuova vendita di azioni da parte del governo...
 

tontolina

Forumer storico
Per ridurre il debito pubblico italiano, il Tesoro starebbe prendendo in considerazione la possibilità di cedere un altro 10% di Eni e di Enel. L’ipotesi, rilanciata da un articolo apparso su La Repubblica, sarebbe sul tavolo del ministro dell’Economia Padoan. I tempi per una eventuale doppia cessione di questo tipo, non sarebbe comunque affatto brevi. Lo stesso quotidiano, del resto, parla apertamente di una operazione che non si dovrebbe realizzare prima del 2016.

Cessione quota Eni e Enel: ecco cosa cambierebbe

Ma cosa succederebbe se lo Stato, attraverso il Tesoro, dovesse cedere un altro 10% dei due colossi pubblici. La questione non è certamente secondaria. Cedendo, infatti, il 10% di Eni e il 10% di Enel, il Tesoro scenderebbe al di sotto del 30% ossia al di sotto della soglia che assicura comunque il controllo dell’Italia sulle due aziende strategiche. Per ovviare a questo inevitabile rischio, Roma starebbe pensando a un complesso sistema di azioni con potere di voto multiplo, in modo tale che anche al 20% del capitale il Tesoro possa mantenere intatto il suo potere sui due colossi. Un meccanismo ad hoc, insomma, per incamerare gli introiti derivanti da una così consistente operazione senza veder intaccato il proprio ruolo. Un’operazione di questo tipo comunque potrebbe non aver un iter di attuazione facile poichè dovrebbe passare al vaglio della Commissione Europea.
I due colossi stanno reagendo in modo decisamente diverso alla pubblicazione di tali indiscrezioni. Mentre Eni, infatti, sta registrando una flessione dello 0,11%, Enel avanza dello 0,53%.



Enel e Eni: il Tesoro pronto a cedere un altro 10% ma ?all?italiana? - Finanza e Borsa - InvestireOggi.it
 

tontolina

Forumer storico
il rischio concreto di perdere oltre 10.000 posti di lavoro

Assorinnovabili sul piede di guerra





Assorinnovabili sul piede di guerra
Le società che operano nella
produzione di energia da fonti rinnovabili sono sul piede di
guerra dopo l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri
di venerdì scorso, del decreto cosiddetto spalma-incentivi.
AssoRinnovabili, l’associazione del settore, ha deciso di
rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, affinché non firmi il provvedimento.
“Forte del parere sulla grave incostituzionalità del
provvedimento formulato da Valerio Onida”, si legge in un
comunicato, l’associazione sostiene che “tali norme potrebbero
portare al fallimento della maggior parte delle iniziative
imprenditoriali avviate nel corso degli ultimi anni, con un
impatto intermini di minori entrate per l’erario,
quantificabile tra 500 e 700 milioni di euro, e il rischio
concreto di perdere oltre 10.000 posti di lavoro
”.
Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili, dice
di rivolgersi al presidente dellaRepubblica “perché valuti la
possibilità di chiedere al governo un riesame del provvedimento
in oggetto, così da scongiurare la condanna di un settore che
non solo sta producendo ricchezza in termini di Pil e
occupazione, ma garantisce ancheall’Italia un futuro più
pulito, sostenibile e, non ultimo, energeticamente
indipendente”.


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tontolina

Forumer storico
FINANZA & MERCATI
Energia. Il nuovo consiglio d'amministrazione ha valutato ieri per la prima volta il progetto di cessioni per ridurre l'indebitamento
Enel uscirà da Slovacchia e Romania
Svolta del nuovo ad Starace sul piano di dismissioni - Mandato alle banche d'affari - POTENZIALI ACQUIRENTI - Su Slovenske Elektrarne, presente nel nucleare, c'è l'interesse di Cez, dei russi di Rosatom e anche di realtà cinesi
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ROMA La nuova Enel di Francesco Starace apre ufficialmente la stagione delle dismissioni, cambiando strategia rispetto al passato e mettendo nero su bianco le attività pronte a essere cedute. Il consiglio di amministrazione si è riunito ieri per ...
Pagina 21
 

tontolina

Forumer storico
Enel conferma cessioni asset Slovacchia e Romania entro anno

martedì 26 agosto 2014 13:14

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RIMINI (Reuters) - Enel conferma che concluderà la cessione degli asset controllati in Slovacchia e Romania entro la fine dell'anno.
Lo ha detto l'amministratore delegato dell'azienda, Francesco Starace, parlando a margine del Meeting dell'amicizia di Rimini.
"Il processo [delle cessioni in Slovacchia e Romania] sta andando avanti in modo molto ordinato e strutturato. Siamo nel periodo in cui si stanno manifestando i possibili acquirenti. Siamo nel periodo in cui le banche stanno mettendo in fila le varie offerte. Penso che trarremo le conclusioni entro la fine dell'anno", ha detto Starace ai cronisti.
Le cessioni sono state annunciate all'inizio di luglio nel quadro del rafforzamento della struttura patrimoniale, secondo quanto previsto dal Piano industriale 2014-2018.
Per quanto riguarda la Slovacchia, il perimetro oggetto di cessione riguarda il 66% del capitale sociale di Slovenske Elektrarne (posseduto da Enel per il tramite di Enel Produzione SpA), che è il principale operatore nazionale nel settore della generazione di energia elettrica con una quota di mercato prossima all'80%.
Per quanto riguarda la Romania, il perimetro oggetto di cessione riguarda il 64,4% del capitale sociale di Enel Distributie Muntenia e di Enel Energie Muntenia, il 51% del capitale sociale di Enel Distributie Banat, di Enel Distributie Dobrogea e di Enel Energie, nonché il 100% del capitale sociale della società di servizi Enel Romania (posseduti da Enel per il tramite di Enel Investment Holding). Le società gestiscono una rete elettrica di circa 91.000 chilometri nelle regioni di rispettiva competenza, dove distribuiscono circa 14 TWh all'anno (con una quota di mercato del 34% su base nazionale) e vendono quasi 9 TWh all'anno a circa 2,6 milioni di clienti, di cui 2,4 milioni residenziali (con una quota di mercato del 20% su base nazionale) e 0,2 milioni business (con una quota di Sul sito Reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia


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