dividendo 0.44€ approvato
Seduta incolore per Enel in Borsa, mai annunciata opa su Suez
26/05/2006 16.15
http://libero.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=162749&chkAgenzie=TMFI
Seduta incolore per Enel in Borsa (ferma a quota 6,94 euro) nel giorno dell'assemblea degli azionisti del gruppo, chiamata ad approvare
il bilancio 2005, chiuso con un utile netto di 3,895 miliardi di euro (+48% rispetto al 2004) e un dividendo di 0,44 euro per azione (in aggiunta all'acconto di 0,19 euro dello scorso novembre), e il piano di stock option 2006 destinato ai dirigenti.
Non sembrano dunque far presa sul titolo le indicazioni interessanti che stanno arrivando copiose dal management del colosso elettrico nel corso dell'assemblea. La più price sensitive, ma comunque già scontata dal mercato, è legata alla volontà di Enel di crescere all'estero. I vincoli previsti dalle norme che regolano il mercato italiano dell'energia impongono infatti al gruppo di indirizzare verso l'estero gli sforzi per crescere.
Tuttavia "Enel non ha mai annunciato un'opa su Suez", ha affermato l'Ad del gruppo elettrico, Fulvio Conti. Enel ha semplicemente fatto sapere, su richiesta delle autorità, "che aveva e
ha in esame alcuni dossier funzionali al proprio programma di espansione internazionale. Non posso tuttavia commentare specifiche operazioni che saranno finalizzate al perseguimento di tali strategie peraltro supportate dalle risorse disponibili".
Se un'operazione si farà, ha continuato Conti, "vi informeremo in maniera tempestiva". In ogni caso Enel intende far leva sulle proprie competenze e sul proprio posizionamento strategico per crescere e cogliere tutte le opportunità.
Non è stata esclusa l'alternativa del buy-back, che avrà il vantaggio di aumentare il valore azionario e di mantenere risorse in casa, ma solo se risulterà impossibile fare acquisizioni.
Enel continua quindi a nutrire un "interesse strategico" per gli asset spagnoli, mercato dove è
pendente l'opa di Gas Natural su Endesa e quella di E.on sulla stessa Endesa, "ma non vogliamo schierarci né con l'uno né con l'altro", ha precisato Conti che ha nettamente
smentito invece l'ipotesi di una fusione tra Eni ed Enel o di acquisizione di asset di Eni da parte della società elettrica. "Ogni indiscrezione in merito è destituita da ogni fondamento", ha detto l'Ad.
La strategia di crescita all'estero è peraltro da attuare in un contesto in cui "i prezzi dell'energia sono destinati a restare sostenuti", ha sottolineato il presidente Piero Gnudi. Il forte incremento della domanda di fonti primarie da parte dei Paesi emergenti contribuirà infatti a mantenere alta la tensione sui prezzi. Gnudi ha anche ricordato che il costo di produzione dell'energia in Italia è superiore a quello degli altri Paesi europei "perchè la produciamo soprattutto con petrolio e gas" e che "nessuno in Europa e nel mondo produce l'elettricità in modo così irrazionale".
Per questo, ha aggiunto, Enel ha varato un piano di investimenti per migliorare l'efficienza da 13 miliardi nel periodo tra il 2005 e il 2009. Una cifra che porterà gli investimenti totali nello sviluppo delle strutture energetiche del Paese del gruppo elettrico tra il 1999 e il 2009 a 28 miliardi di euro. E' stato aumentato, poi, da 1,7 a 2,3 miliardi di euro ((di cui 1,3 solo in Italia)
l'ammontare degli investimenti che Enel relizzerà fino al 2010 sulle fonti rinnovabili.
Al 31 dicembre Enel contava 17.000 megawatt di capacità rinnovabile installata nel mondo e prevede di rafforzarla ulteriormente. Il precedente piano di investimenti nelle fonti rinnovabili indicava, per il periodo 2005-2009, una cifra di 1,7 miliardi di euro. Dunque più carbone pulito e fonti rinnovabili per tagliare il caro-prezzi e allineare le bollette degli italiani con quelle del resto d'Europa.
E' questa la soluzione indicata da Enel che prevede una riduzione dei costi di generazione per effetto di un mix del 50% di carbone pulito, 30% di rinnovabili e 20% cicli combinati a gas.
Gnudi ha infatti spiegato che grazie all'abbandono dell'olio combustibile e alla riconversione di alcuni impianti a carbone pulito, si arriverà alla riduzione di circa il 20% della produzione di elettricità, portando il prezzo complessivo dell'energia in linea con quello degli altri paesi europei.
[sperem]
In quest'ottica Enel ha avviato la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia nel Lazio e prossimamente sarà completato l'iter per trasformare a carbone anche la centrale di Porto Tolle, in Veneto. Quanto al gas, se vi sarà una pur modesta ripresa, "il fabbisogno di gas da parte delle industrie aumenterà sensibilmente, aggravando la situazione dell'approvvigionamento", ha avvertito il presidente di Enel secondo cui la crisi del gas dello scorso inverno, che ha intaccato pesantemente le scorte strategiche di gas, potrebbe ripetersi il prossimo inverno.
Gnudi ha lanciato quindi l'allarme su quella che chiama "la pericolosa politica del tutto gas", ricordando che, per la produzione di elettricità, negli ultimi anni è stata esclusivamente autorizzata la costruzione di impianti a ciclo combinato a gas (CCGT), senza una sufficiente certezza di come reperire questo combustibile. Allarme gas a parte, gli azionisti possono stare tranquilli:
il primo trimestre dell'anno del gruppo lascia prevedere un utile netto per l'intero 2006 in crescita rispetto a quello del 2005, al netto del contributo di Wind e Terna.
E anche quest'anno, a novembre gli azionisti Enel riceveranno un dividendo a titolo di acconto sui risultati dell'esercizio 2006. "Noi ci siamo impegnati formalmente, vale a dire in modo vincolante con i mercati, a garantire un flusso di dividendi di almeno 42 centesimi per i prossimi due anni", ha detto l'Ad Conti, non soddisfatto dell'andamento del titolo Enel in Borsa. Ma sulla base dei risultati "ci dobbiamo attendere un recupero sostanziale".
Francesca Gerosa
però non dice di quanto sarà l'acconto a novembre