Eni...Dogs and Horses, for pussy's lovers only - Cap. 2 (5 lettori)

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snapo

the greater the truth, the greater the libel
mi son giocato uno sputazzo, uora uora, sul rimbalzo del minimo del 4/9...che han bucato...
preso tiburon, un filo, a 57 e spicci...stava a -5 da ieri...se va male chiudo...e dubito di perdere oltre l'1%...sarebbe > 2% di ndx...:)
 

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snapo

the greater the truth, the greater the libel
m'aspetto questo da melinda(un bel doji)...ergo da tutti i cani...:D
a oggi mi pare ripetano identicamente marzo aprile
anche questo mi avvalora l'ipotesi

errata corrige:D candelozza sbagliata...per il grafo guardare abbash(abu?:D)
 
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rubacuori

non mi fate inkazzà
mi costringi al blu...:D

"DETERMINISMO
De Martini afferma che la fisica, dopo l’introduzione della meccanica quantistica, non solo non è meno deterministica di quanto lo fosse prima, ma lo è addirittura di più. Non lo è meno perché, già prima della nascita della meccanica quantistica, la meccanica statistica di Boltzmann (ma non solo, come De Martini osserva a p. 156) aveva scardinato l’idea che si potesse associare una causa precisa al comportamento di ogni singola particella di gas (l’oggetto principale del suo studio), e che bisognava accontentarsi di una misurazione statistica, cioè basata sulla media delle misurazioni di quantità di gas costituite da molte particelle. Il termine “accontentarsi” non è casuale: all’epoca si immaginava che tale limite fosse da imputare essenzialmente agli strumenti di indagine, e che in linea di principio il comportamento di ogni singola particella sarebbe stato, pur di disporre di una strumentazione adeguata allo scopo, inequivocabilmente predicibile.
Gli stessi fondatori della meccanica quantistica erano inizialmente scettici circa gli esiti dei loro esperimenti; Heisenberg continuava a chiedere al suo mentore Bohr: “È possibile che la natura sia così assurda?” Einstein rimase scettico ben più a lungo di Heisenberg (De Martini ne parla a proposito del paradosso EPR), e da scettico morì, dieci anni prima della pubblicazione del teorema di Bell (ci ritornerò a proposito del ruolo della soggettività nella ricerca scientifica). Da quel momento in poi, fu chiaro che, indipendentemente dal progresso tecnologico, non sarebbe mai stato possibile conoscere in anticipo il comportamento di una singola particella. Ma ciò non era più così scandaloso per i fisici del 1965: era infatti già passato quasi un secolo dalle affermazioni di Boltzmann sull’uso della statistica nella meccanica dei gas, e mezzo secolo era passato dai primi esperimenti quantistici. La meccanica quantistica non aveva fatto altro che introdurre, per così dire, “di diritto”, ciò che di fatto era stato già accettato molto tempo prima.
La fisica è inoltre più deterministica di prima, secondo De Martini, perché la non-località dell’entanglement consente previsioni certe a velocità superiori a quelle della luce.
Il discorso del professore è molto lineare. Sia che si parli di causalità (intesa come principio espresso nella forma “ogni evento è l’effetto di qualche causa”), ovvero di determinismo (diciamo che una teoria che descrive l’evoluzione nel tempo di un dato sistema S è deterministica quando, dati un certo stato s(t0) di S all’istante t0 e una certa legge dinamica L, lo stato s(t) ad un certo istante t rimane univocamente determinato da s(t0) ed L), ovvero ancora di predicibilità (intesa come possibilità di predire stati o valori precisi, nell’ambito del margine di errore fissato, relativi ad un certo sistema; per le definizioni utilizzate, cfr. Laudisa [2006]), la fisica ha rinunciato ad esprimersi in termini che non siano probabilistici, e questo ben prima dell’introduzione della meccanica quantistica: la quale non è dunque diretta responsabile di questo cambiamento di rotta (p. 156). Essa tuttavia non è certo neutrale rispetto a questa conclusione, anzi la rinforza: solo al suo interno infatti noi possiamo osservare “effetti privi di causa” (Davies [1983], p. 145; Capra [1982], p. 74), e solo con il principio di indeterminazione si è potuto concludere con l’assoluta imprevedibilità del singolo risultato sperimentale, indipendentemente dalla precisione dei mezzi e dall’accuratezza della prova.
Per concludere in termini filosofici, dirò che la materia possiede un certo grado di libertà che si manifesta nella sua intrinseca non-predicibilità; inoltre, allo stato attuale delle nostre conoscenze (e tale stato attuale deve certamente essere un dato ineliminabile da parte di ogni filosofia che non voglia essere visionaria), la natura sembra presentare un aspetto opaco, impenetrabile al pensiero, ad esso irriducibile. La realtà eccede il pensiero, e la materia attesta la sua oggettività (nel senso della sua originaria eterogeneità rispetto al pensiero) proprio nell’essere “a prova di pensiero”. Nessuna mente può dunque abbracciare l’intero universo.


L'inattuale: Determinismo e verità oggettiva della fisica in una prospettiva filosofica

nel mio infinitesimo piccolo(quark)...l'aver scoperto i neutrini amplia il campo di indagine e approfondimento della relatività Einsteniana...e nn la nega così come si vorrebbe della quantica con la deterministica

la fisica moderna, messasi al pari della filosofia della scienza in termini di approccio oggettivo, mi pare abbia abbandonato la rigidità della meccanica classica sebbene nn ripudi certo le leggi fondamentali scolpite sulla pietra:)D...e ieri nn a caso avevo citato il terzo principio della dinamica Newtoniana)


buon pom...
azzz...
si alza il "livello" :D
;)


si direi che il livello s'è alzato , sono appassionato di fisica s di FICAsi :D

 

dinollo

Forumer storico
mi son giocato uno sputazzo, uora uora, sul rimbalzo del minimo del 4/9...che han bucato...
preso tiburon, un filo, a 57 e spicci...stava a -5 da ieri...se va male chiudo...e dubito di perdere oltre l'1%...sarebbe > 2% di ndx...:)


scusa snà, ho perso il dizionario snapese-italiano....tiburon è il fratello invertito dello squaqqueron???:reading:
giornatina de mierda oggi...tutto il giorno a battere i tasti e ora non ci vedo più dalla faiga:D
 
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