Stupor mundi e puer Apulie....
Conosciuto con gli appellativi
stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di
Puglia")
[1], Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno,
Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, il figlio
Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello
Corrado IV citava tali parole: "Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace".
Estensione dell'impero di Federico II di Svevia
Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche da
Papa Gregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'
anticristo[2]. Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in
Sicilia e nell'
Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un'amministrazione efficiente.
[3]
Federico II parlava sei lingue (
latino,
siciliano,
tedesco,
francese,
greco e
arabo)
[4] e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della
Scuola siciliana. La sua corte reale siciliana a
Palermo, dal
1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una
lingua romanza (dopo l'esperienza
provenzale), il
siciliano.
La poesia che veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia.
Federico II di Svevia - Wikipedia
Ps.
Ma che è quest'entusiasmo
da giornaloni? Non è ancora Pasqua, c'è tutta la passione prima.