Eni...Dogs and Horses, for pussy's lovers only - Cap. 3

Ciao Super, golosone di sta fungia;), non sentirai da parte mia nessuno stridio.
Se avrai ragione tu con le tue teorie fantasiose potrò sempre dire che sono stato abbindolato dal mainstream come la maggioranza dei pecoroni; se avranno ragione gli altri farò parte della massa. Teoria dei giochi Win Win.
Ma che il vaccino abbia effetti aversi, morte inclusa, abbia una durata limitata, abbia un'efficacia inferiore etc. sono cose che già so e che ho già messo in preventivo quando lo hanno sfornato in fretta e furia.
Aspetto invece che si avverino o siano dimostrate le teorie fantasiose.
Con affetto :d:
A me sinceramente non fai cambiare idea pecora sei e pecora rimani, pollo sei e pollo rimani e ormai non fai più parte della massa che stà cambiando velocemente sponda.
rimani tu e pochi altri solo come la particella di sodio nell'acqua Lete
E' pò lungo ma per una volta andrai un pò più tardi a vedere i lavori nel cantiere, penso che ne valga la pena.
Ricambiando l'affetto

 
Segnalo due articoli, uno più corposo dell'altro.
Per chi ha tempo e voglia. Metto giusto un paio di estratti per invogliare...
Il primo


La blockchain del controllo
Il Green Pass entra in vigore il primo luglio, ed è una creazione europea: il Parlamento Ue lo approva e viene presentato come una “facilitazione” per i viaggi tra Paesi all’interno della Ue, perché elimina quarantene e tamponi. Tutti gli Stati europei lo abilitano: alcuni lasciano i cittadini liberi di scaricarlo, altri (per ora Francia, Irlanda, Austria, Olanda, Portogallo, Grecia, Romania, Danimarca, Croazia) lo legano all’accesso a ristoranti, cinema, musei ecc. Tra il 22 luglio e il 16 settembre il governo Draghi approva una serie di decreti legge – convertiti in legge dal Parlamento con una rapidità che raramente si è vista – che lo rende obbligatorio prima per ristoranti al chiuso, cinema, musei ecc., poi per treni a lunga percorrenza e università, infine per i luoghi di lavoro, pubblici e privati.

Il Green Pass si basa su una tecnologia blockchain a crittografia asimmetrica, ossia a doppia chiave, pubblica e privata (14). Senza entrare in eccessivi tecnicismi, permette di collegare determinate ‘condizioni’ a un individuo, il quale, scaricando il Pass, apre la propria identità digitale sulla relativa piattaforma di rete europea (la DGCG, Digital Green Certificate Gateway, anche detta Gateway, gestita direttamente dalla Commissione Ue: permette l’interoperabilità delle reti nazionali Digital Green Certificate-DGC) (15). Oggi la ‘condizione’ implementata è sanitaria: la vaccinazione o il tampone negativo o la guarigione dal Covid-19 abilitano il soggetto a entrare in determinati luoghi, ottenendo il via libera all’accesso dal software VerificaC19 che controlla il QR code del Pass. Le ‘condizioni’, lo abbiamo visto, sono state decise da governo e Parlamento italiani per via legislativa, e allo stesso modo possono mutare. L’eccezionalità del Green Pass è infatti la sua caratteristica tecnica che lo rende uno strumento dinamico, il cui utilizzo potrà estendersi e arricchirsi nelle forme più diverse: potrà abilitare il soggetto in base a condotte di comportamento (oggi la vaccinazione, domani pagamenti…) o a status (residenza, occupazione, dichiarazione dei redditi, fedina penale… qualsiasi cosa).

Non solo. La struttura a blockchain permette una raccolta dei dati (potenzialmente infinita) che non è aggregata: la blockchain individualizza i dati, legandoli all’identità digitale creata, e come tali li conserva. Il Green Pass quindi sta attuando una schedatura di massa. Nella migliore delle ipotesi sta testando la funzionalità dell’infrastruttura – che potrebbe essere la base del futuro euro digitale – nella peggiore sta già creando le identità digitali dei cittadini e implementando il database di una piattaforma che potrà essere utilizzata per gli usi più diversi. Al Green Pass si affianca infatti un cambiamento legislativo sull’utilizzo dei dati.

Con il decreto legge n. 139 dell’8 ottobre, il governo ha messo mano alla legge 196/2003 sulla privacy: con l’articolo 9, il nuovo decreto stabilisce che “il trattamento dei dati personali da parte di un’amministrazione pubblica […] nonché da parte di una società a controllo pubblico statale […] è sempre consentito se necessario per l’adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l’esercizio di pubblici poteri a essa attribuiti. La finalità del trattamento, se non espressamente prevista da una norma di legge o, nei casi previsti dalla legge, di regolamento, è indicata dall’amministrazione, dalla società a controllo pubblico in coerenza al compito svolto o al potere esercitato”. Viene inoltre abrogato l’articolo 2 quinquesdecies del codice della Privacy, che consentiva al Garante di intervenire preventivamente sull’attività della pubblica amministrazione imponendo “misure e accorgimenti a garanzia” dei dati dell’interessato se il trattamento dei dati presentava “rischi elevati”, anche se svolto “per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico”. In altre parole, ora qualsiasi ente pubblico o società a controllo statale potrà decidere autonomamente (“la finalità del trattamento è indicata dall’amministrazione stessa”) di utilizzare tutti i dati personali del cittadino per qualsiasi obiettivo (la vaghezza della dicitura “pubblico interesse”); per di più eludendo il controllo preventivo del Garante della Privacy.

L’accoppiata Gateway/modifica legislativa mette le basi per una nuova realtà. L’incrocio dei dati è infatti sempre stato il principale problema dell’amministrazione pubblica: lo Stato già detiene molte informazioni personali del cittadino, ma su database separati. Il Digital Green Certificate nazionale è la piattaforma nella quale poter trasferire, e poi via via aggiornare, tutti i dati dei cittadini (catasto, motorizzazione, Agenzia Entrate, fascicolo sanitario, dati giudiziari… per non parlare delle informazioni in mano alle diverse società partecipate dallo Stato), collegandoli alle loro identità digitali; il Gatewayeuropeo permetterà l’interoperabilità tra le reti nazionali; la blockchain consentirà l’emissione di Pass ‘condizionati’.

Anche la conservazione dei dati diventa potenzialmente infinita. A oggi, il Green Pass e i dati di contatto forniti (telefono e/o email), così come le informazioni che hanno generato il Pass (vaccino, tampone o guarigione) sono conservate fino alla scadenza del Pass stesso, dopodiché “vengono cancellate”; queste ultime, tuttavia, possono essere conservate nel caso “siano utilizzate per altri trattamenti, disciplinati da apposite disposizioni normative, che prevedono un tempo di conservazione più ampio” (16).

Si aggiunge infine la questione del tracciamento. Oggi la app VerificaC19 lavora offline: la legge raccomanda di connettersi al Gateway almeno una volta nell’arco di 24 ore e aggiornare, in locale, i codici dei Green Pass esistenti. Non potrebbe fare diversamente, la rete non reggerebbe. Ma è facile ipotizzare che quando sarà attivo il 5G il tracciamento diventerà possibile, accanto alla creazione di nuovi Pass, nuove ‘condizionalità’ e nuove app di verifica che lavoreranno online.

Il costante controllo della nostra vita operato da Google, Facebook, Microsoft ecc. a fini economici è divenuto ‘usuale’ e difficilmente aggirabile; anche l’utilizzo dei dati raccolti da Big Tech per obiettivi politici è qualcosa con cui abbiamo già fatto i conti (vedi Cambridge Analytica); ma il controllo da parte dello Stato è un’altra cosa. Non si tratta di scomodare il Grande Fratello di Orwell – anche perché sarebbe piuttosto il “mondo nuovo” di Huxley, vista la remissività con cui il Green Pass è stato accettato dalla popolazione – ma di essere consapevoli che il campo di potere politico è sempre, in potenza, quello dominante: perché detiene il monopolio della violenza e perché emette le leggi, ossia stabilisce cosa è legale e cosa non lo è; a quale condotta corrisponde un reato e quindi una pena, detentiva o meno. Con Gateway, blockchain e Green Pass lo Stato potrà operare un controllo capillare e individualizzato su ogni cittadino, preventivo o a posteriori, e attuare discriminazioni (come già ha fatto). Senza nemmeno la necessità dello smartphone, perché il QR code può essere verificato anche su carta.

Risultava curioso, infatti, il nome scelto per il lasciapassare: Green Pass. Certo oggi tutto si inscrive nella narrazione green perché ciò che è green è cool, ma ora è evidente che non si tratta solo di marketing: il Pass è qui per restare. Il suo nome non poteva richiamare un evento specifico, per di più drammatico, come una pandemia.

È questa la Rivoluzione Tech? La nuova società digitalizzata che ci attende? Non si dovrebbe mai dimenticare che la privacy non è la nostra dimensione privata ma la relazione di potere tra individuo, Stato e mercato.
 
Il secondo (uscito a luglio 2021):

Perché le misure con cui è stata affrontata l’epidemia di Sars-Cov-2 e i programmi con cui si annuncia la Ripresa somigliano sinistramente a quanto il transumanesimo si prefigge? Una risposta la si può trovare nella conferenza – dal titolo Nanotecnologie per l’essere umano – tenuta da Roberto Cingolani nel 2014 all’Università degli Studi di Milano (disponibile su Internet). Ciò che oggi si occupa di finanziare e organizzare come ministro alla “transizione ecologica” sono esattamente quei progetti di ricerca che in modo tanto ispirato promuoveva all’epoca come direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia. La conferenza, un commento di trentacinque minuti ad un video-spot di Microsoft proiettato negli stadi, spiega in modo limpido che l’avvenire (transumano) appartiene allo sviluppo intrecciato di informatica e bio-nano-neuro-tecnologie. All’uditorio di quel caffè delle tecno-scienze, il futuro ministro non nasconde che la strada per una completa interconnessione uomo-macchina è ancora lunga, ma gli ricorda anche che «l’appetito vien mangiando».
[...]

Grazie a cosa il transumanesimo – il cui primo Manifesto viene lanciato da Natascha Vita-More nel 1983, lo stesso anno in cui si realizza il primo stoccaggio di dati informatici – ha smesso di essere un esercizio di futurologia anti-umanista per diventare un vero e proprio centro direzionale? Ancora una volta, grazie alla guerra di potenza tra gli Stati. È dopo l’11 settembre 2001, infatti, che si realizza la fusione tra le start up della Silicon Valley – create dai più brillanti nerds usciti dal MIT –, la CIA e i Dipartimenti di ricerca del Pentagono. Il primo balzo in avanti – in senso finanziario e quindi come infrastruttura (macchine più intelligenti perché nutrite con più dati, server più potenti ecc.) – i fondatori di Google lo fanno rilevando una società controllata dalla CIA, Keyhole, per trasformarla in Google Earth. Realtà aumentata, 5G, Internet delle cose, droni, riconoscimento facciale, software di intrusione, crittografia quantistica, i primi vaccini m-RNA… sono tutte meraviglie nate dalla collaborazione tra le società del digitale, i laboratori bio- e nano-tecnologici e il complesso militar-industriale. Lo stesso vale per il Progetto Genoma Umano, per deCode in Islanda, UmanGenomics in Svezia, UKBiobank in Gran Bretagna o CeleraDiagnostics negli USA. “Socialismo di mercato” invece di “liberal-democrazia”, non diverso è il processo di fusione avvenuto in Cina.

Quando, già nell’aprile dell’anno scorso, qualche professore del MIT – Istituto che è un vero e proprio incubatore di transumanisti – profetizzava che non ci sarebbe stato alcun “post-pandemia” e che avremmo dovuto abituarci ai lasciapassare digitali per aver accesso a certi locali o servizi, cosa faceva se non informarci di ciò intorno a cui erano impegnati i suoi colleghi nel laboratorio di fianco? Lo stesso vale per le “profezie” di Bill Gates, i progetti di Amazon o gli annunci di IBM.

«Se il transumanesimo progredisce senza intoppi, è perché la tecnocrazia lo vende sotto i colori della razionalità economica» (e, potremmo aggiungere, della speranza medica). «Il progetto transumanista è l’altro nome della crescita».

[...]

Perché, oggi, la documentazione sul fatto che i padroni delle principali multinazionali informatiche sono transumanisti dichiarati e attivi ci sembra poco più di un lemma della voce profitto? Perché la notizia che il capo-sviluppatore del vaccino di Oxford-AstraZeneca sia un noto eugenista, fautore della sterilizzazione delle donne in Africa, appare dubbia oppure esagerata? Senz’altro perché il profluvio di informazioni che circolano in rete ci ha reso, oltre che maggiormente passivi, anche più diffidenti. Ma soprattutto per il relativo comfort in cui siamo stati allevati, anestetico di ogni coscienza storica.

Meno anestetizzati per via della loro esperienza diretta, ecco che parole estreme sono riusciti a scrivere nel 1980 due storici non particolarmente estremisti:

«Entro certi limiti fissati da considerazioni di carattere politico o militare, lo Stato moderno può fare qualsiasi cosa voglia di coloro che sono sottoposti al suo controllo. Non esiste nessun limite etico-morale che lo Stato non possa trascendere se desidera farlo, perché non esiste alcun potere etico-morale al di sopra dello Stato. Sul piano dell’etica e della moralità la situazione dell’individuo nello Stato moderno è, in linea di principio, grosso modo equivalente a quella degli internati ad Auschwitz» (George M. Krent, Leon Rappoport, The Holocaust and the Crisis of Human Behavior).

Fine.
Quest'ultimo paragrafo lo possiamo collegare a quello segnalato nel precedente articolo - e nel loro legame direi che rendono bene l'idea della potenza e dell'assoluta novità del green pass - perché il presunto controllo di cui tanti se ne fregano facendo spallucce "perché tanto con i telefoni già ci sorvegliano", nel passare dalle mani delle multinazionali a quelle dello Stato, apre scenari in cui i gulag staliniani saranno in confronto una passeggiata di salute.
 
ho pensato anche ad una cosa circa quanto ho appena letto qui sopra.

pensate ad un popolo che per qualche motivo si vuole aggregare per manifestare contro le politiche di un governo.

penso agli usa, alla cina, a queste potenze che in qualche modo hanno una dimensione europea... pero' di diverso da noi hanno il fatto che hanno una lingua comune.

noi invece in europa abbiamo il muro linguistico.

io non potrei leggere l'articolo di uno svedese o un danese che denuncia qualcosa.
non potrei trovare un punto d'incontro con questo e capire il suo punto di vista e decidere di dargli man forte...

partiamo svantaggiati su una bilancia per gli equilibri di un sistema.
 
" se ti vaccini vivrai al sicuro tra persone messe in sicurezza" (cit)

cronache toscane

funzion.jpg


e siccome "funzionicchia" (cit) parebbe giusto insistere...

buondì
 
e nel mentre quelli che avrebbero dovuti essere messi in sicurezza col magggico preparato salvifico sono punto e a capo(ci dicono che muoiono perchè avevano + patologie pregresse, le stesse che avevano come causa dei decessi nel 2020)

la popolazione attiva che è stata sierata, nn si sa il perchè dato che aveva mediamente lo 0.005% di prob di andare al creatore(molto meno che per un banale incidente domestico), si spenge all'improvviso senza un perchè(sonno? colesterolo fulminante?)...

un giorno come gli altri...tutti uguali...




 

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