EQUITALIA; ma siamo sicuri che sia EQUA?

LA ROCHE ITALIA, ACCUSATA DI EVASIONE FISCALE, TRANSA PAGANDO 30 MILIONI SUGLI OLTRE 300 DOVUTI. SÌ, AVETE LETTO BENE: HANNO FATTO UNA TRANSAZIONE CON L’AGENZIA DELLE ENTRATE PAGANDO UN DECIMO. UN PO’ COME CAPITA A TUTTI, NO?



5- DISECONOMY...
"Roche Italia accusata di evasione. Fisco più leggero per 1,1 miliardi. La contestazione dell'Agenzia delle Entrate nata dal fatto che la Svizzera è entrata nella black list. La controllata Diagnostic ha già transato pagando 30 milioni sugli oltre 300 dovuti" (Repubblica, p. 30). Sì, avete letto bene: hanno fatto una transazione con l'Agenzia delle entrate pagando un decimo. Un po' come capita a tutti, no?
1- IL VOTO PDL IN SENATO SALVA DE GREGORIO. IL VOTO DELLA LEGA IN




a noi applicano sanzioni del 1400%
ai grandi evasori perdonano tutto e riducono del 90 il dovuto :sad:


la legalità in italia è davvero disuguale


ci siamo noi ritenuti sudditi finanziatori di guerre che la costituzione vieta
e ci sono loro i grandi evasori che fanno ciò che vogliono
 
Equitalia: divieto di ipoteca su immobili sotto gli 8.000 euro

La Cassazione conferma il divieto di ipoteca sugli immobili sotto gli 8mila euro, ma Equitalia non ascolta. Le associazioni dei consumatori chiedono la cancellazione, anche di quelle sotto i 20.000 euro, nuovo limite introdotto dal decreto fiscale



Equitalia: divieto di ipoteca su immobili sotto gli 8.000 euro - Fisco - Investireoggi.it

anche se fosse cosi' dopo 1 anno di interessi equistrozzini sarebbe a 16.000 :lol:

devono fare una legge che la prima casa non e' ipotecabile per pagare le tasse

e' come se ti tagliano le braccia e poi ti dicono e adesso VAI A LAVORARE !!!

che paese del caz..o che siamo diventati :rolleyes::
 
EQUITALIA S’INCARTA! - AVVISO AI TARTASSATI: RISCHIO ANNULLAMENTO PER GLI AVVISI NOTIFICATI PER POSTA, OVVERO CIRCA IL 50% DEL TOTALE - GIUDICI DI PACE E COMMISSIONI TRIBUTARIE DI TUTTA ITALIA STANNO ANNULLANDO LE CARTELLE ESATTORIALI NON RECAPITATE ATTRAVERSO UFFICIALI GIUDIZIARI E MESSI COMUNALI, MA SOLO PER RACCOMANDATA - IL FISCO SPERA NELLA CASSAZIONE MA LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI GIA’ CANTANO VITTORIA…

Fabio Tonacci per "la Repubblica"
Sedi Equitalia

Milioni di cartelle esattoriali di Equitalia sono appese all'esito di una contesa tra giudici. Da una parte quelli di Cassazione, che considerano valida la notifica per posta con raccomandata e ricevuta di ritorno. Dall'altra decine di giudici di pace e commissioni tributarie che, da Nord a Sud, stanno annullando cartelle di pagamento. La motivazione? Deve obbligatoriamente essere un ufficiale giudiziario o un messo comunale a notificarle al contribuente. Questione cavillosa, da fiscalisti, ma che può fare una enorme differenza.
ATTILIO BEFERALo sa bene una ex impiegata genovese in cassa integrazione. In un anno aveva accumulato 8mila euro di debito con l'Erario per multe non pagate. Equitalia stava per procedere al fermo amministrativo dell'automobile, ma lei ha fatto ricorso sostenendo che gli avvisi fossero irregolari. E il suo appello è stato accolto. A salvarla, per adesso, dalle "ganasce fiscali" è la sentenza 4486 del giudice di pace di Genova pubblicata il 27 giugno. In base a un decreto del 1973, infatti, Equitalia non è considerata soggetto abilitato alla notifica diretta degli atti e deve quindi appoggiarsi agli ufficiali delle riscossioni, alla polizia municipale o ai messi comunali. Quindi la notifica arrivata alla signora è da considerarsi "inesistente". Mai avvenuta.
A Genova è stato solo l'ultimo caso. Alla stessa conclusione sono giunte di recente le commissioni tributarie di Milano (sentenza 349/35 del 2011 a favore di un amministratore che ha dimostrato come l'avviso di Equitalia fosse arrivato a un dipendente di un'altra società), di Catanzaro (sentenza 250/01 del 2010, è stata data ragione a un contribuente che aveva un debito di quasi 300mila euro perché «la notifica dell'atto può sì avvenire mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento, ma sempre attraverso un soggetto abilitato»), di Lecce (sentenza 909/05 del 2009, relativa a un mancato pagamento di imposte Iva, Irpef e Irap).
Su 34 milioni di cartelle Equitalia notificate ai contribuenti italiani negli ultimi due anni la percentuale di quelle inviate via raccomandata si stima essere molto alta, attorno al 40-50 per cento. Potenzialmente, se tutti facessero ricorso, sarebbe una catastrofe fiscale. Ma la realtà giuridica è un'altra, perché le decisioni di giudici di pace e commissioni tributarie raramente resistono ai tre gradi di giudizio. In Cassazione vengono ribaltate.
equitalia marchio «Non bisogna illudere le persone - spiega Paola Conforti, responsabile legale di Equitalia - la Corte di Cassazione negli ultimi anni ha tenuto un orientamento costante e univoco, le notifiche via posta sono valide. Lo ha ribadito ancora una volta la sentenza 11708 dello scorso anno». Un pronunciamento che lascia poco spazio alla fantasia di chi fa ricorso: «La notifica può essere eseguita - si legge - direttamente dal concessionario o mediante raccomandata con invio di ricevimento».
Epperò le decisioni dei giudici tributari di primo grado stanno agitando le acque già molto movimentate dei contenziosi legati alla riscossione a mezzo ruolo. «Solo tesi interpretative personali», le liquida Paola Conforti. Più possibilisti invece gli avvocati delle associazioni dei consumatori. «Si è aperto un varco interessante - spiega il legale Roberto Barbieri del Movimento dei Consumatori - può portare a nuove interpretazioni della giurisprudenza anche ai piani alti della Cassazione».
 
Cartella esattoriale: Equitalia non ci mette più la faccia

Nel nuovo modello di cartella esattoriale, adottato ieri dall'Agenzia delle entrate, si pone in evidenza il nome dell'ente creditore, come il Comune al fine di indirizzare le lamentele dei contribuenti verso gli effettivi destinatari

Cartella esattoriale: Equitalia non ci mette più la faccia - Fisco - Investireoggi.it

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Cambia il modello di cartella esattoriale, in cui il logo Equitalia sparisce per far posto alla denominazione dell’ente creditore (Inps, Provincia, Comune, Agenzia Entrate, ecc).
 
Equitalia condannata per pignoramento illegittimo

10/07/2012 - La vicenda di un avvocato che si vedrà risarcire il danno morale


di Indigo Scarlett


Equitalia nuovamente nel ciclone dopo l’importante e recente sentenza della terza sezione della Cassazione la n. 9445 dell’11.06.2012 che ha visto la condanna dell’agente della riscossione per “Danno da pignoramento illegittimo” che per Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” rappresenta una speranza per molti cittadini vittima di comportamenti anche illegittimi e che di fatto impone maggiore attenzione nelle procedure di riscossione da parte della stessa società.
ESECUZIONE FORZATA - La vicenda nasce dal ricorso di un avvocato che aveva vinto un opposizione ad una cartella di pagamento riferita a sanzioni amministrative, e che nonostante ciò si era visto notificare un avviso di mora da parte dell’ente creditore e dell’agente riscossore. Sebbene avesse provveduto immediatamente a proporre un’istanza in autotutela a seguito dell’indebito avviso di mora, chiedendone il contestuale annullamento con diffida ad astenersi dal compiere atti di esecuzione forzata, trasmettendo al contempo copia della sentenza attestante l’annullamento della cartella, Equitalia procedeva comunque con l’esecuzione forzata nei confronti del professionista che subiva pignoramento mobiliare presso il proprio studio legale.

DANNO MORALE – Per tale grave errore, il malcapitato avvocato citava in giudizio sia l’ente creditore che l’agente della riscossione per il risarcimento del danno non patrimoniale causato in conseguenza della procedura di pignoramento, avvenuto peraltro davanti alla figlia, ad una collega ed alla segretaria. Nella fattispecie il pregiudizio di natura non patrimoniale ai fini della domanda di risarcimento è rappresentato dal danno morale prodotto da un fatto di reato astrattamente configurabile, ai sensi del combinato disposto degli artt. 2059 c.c. e 185 c.p. ossia il danno non patrimoniale derivante da un fatto illecito astrattamente configurabile come reato: in particolare il danno morale prodotto dall’omissione d’atti d’ufficio.
INERZIA – Secondo la tesi posta a fondamento della richiesta danni del ricorrente, invero, la condotta penalmente rilevante, almeno in astratto da parte dei due soggetti convenuti, sarebbe da ricercarsi nell’inerzia tenuta a fronte dell’istanza di annullamento dell’ingiustificato avviso di mora, la quale integrerebbe gli estremi del reato di omissione d’atti d’ufficio stabilito dal secondo comma dell’art. 328 c.p.. Il codice penale, relativamente al reato in questione statuisce, infatti che risponde del reato di omissione d’atti d’ufficio il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo.
RIBALTAMENTO - La Suprema Corte che ha ribaltato le precedenti pronunzie relative al caso in questione da parte delle due corti di merito chiamate a giudicarlo e che avevano escluso la risarcibilità del danno non patrimoniale (sub specie di danno morale) ritenendo non sussistente – alla luce delle prove raccolte – la lesione di un diritto della personalità costituzionalmente rilevante (diritto all’immagine), con conseguente esclusione del danno, ha rilevato come in particolare nel secondo grado di giudizio la corte territoriale non aveva effettuato il doveroso preliminare accertamento circa l’astratta configurabilità della fattispecie di reato nella condotta dell’ente creditore e dell’agente riscossore.
RISARCIMENTO – Al contrario, affermano gli ermellini che “quando il fatto illecito sia astrattamente configurabile come reato, la vittima avrà astrattamente diritto al risarcimento del danno non patrimoniale scaturente dalla lesione di qualsiasi interesse della persona tutelato dall’ordinamento, ancorché privo di rilevanza costituzionale, costituendo la tutela penale sicuro indice di rilevanza dell’interesse leso”.
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http://www.giornalettismo.com/archives/405113/litalia-che-abbandona-litalia/
 
Ultima modifica:
Befera, l’intoccabile di Equitalia protetto da Italpol

di REDAZIONE

Equitalia lo aveva promesso e ha mantenuto la parola data: da nord a sud è un piovere di cartelle esattoriali.

Veneto e Liguria le due regioni flagellate, a seguire il Lazio e la Campania.


A Brescia una famiglia che aveva rateizzato nel 2005 il debito con Equitalia nord e dopo aver finito di pagare senza ritardi sei anni di rate, il suo debito, si è vista chiedere dalla stessa agenzia altre 5 mila e 500 euro di interessi o more. Spesso l’agenzia iscrive a ruolo anche i ritardi di un solo giorno. La famiglia ha richiesto l’aiuto della Federcontribuenti; l’ufficio legale fa sapere che sugli estratti di ruolo della famiglia, Equitalia nord ha evidenziato con la biro la voce, ” oneri ”.

Il vicepresidente della Federcontribuenti, Marco Paccagnella: “Equitalia è una azienda privata quando fa comodo e pubblica quando ne ha la convenienza. Vorremmo vedere le gare d’appalto per cui gli enti pubblici si affidano ad Equitalia, visto che è una Spa di diritto privato, oppure i bandi di assunzione del personale, visto che è controllata dal Tesoro e dall’inps.

In realtà non esistono né i primi né i secondi perché l’ente, che drena miliardi di euro di tasse sulle tasse, tra interessi di mora e aggi vari, si muove in uno spazio grigio tra diritto pubblico e diritto privato”.

Va denunciato che spesso Equitalia vince gare di appalto per la riscossione di debiti prescritti per legge, a Salerno ha vinto l’appalto per occuparsi del recupero coatto della Tarsu mai pagata tra il 1999 ed il 2008 pari ad 11 milioni e mezzo di € ma anche delle morosità idriche pari a 4 milioni di € relative allo stesso periodo. Spiega il responsabile dell’ufficio legale di Federcontribuenti, l’avv Fortunato Forcellino, ” la Tarsu va in prescrizione dopo 5 anni, numerose le sentenze della Cassazione in questo senso, quindi, se vi arriva una cartella Equitalia per la Tarsu del 1999 impugnatela, anche se la cartella ha la data di oggi ”.
Il nodo delle rateizzazioni. “Sempre più spesso – spiega Paccagnella – le persone che si rivolgono ai nostri sportelli per essere tutelate ci rappresentano una situazione che ha del grottesco: i funzionari di Equitalia non ammettono alla rateizzazione le singole cartelle esattoriali. Se il contribuente su una parte delle posizioni chiede chiarimenti o la sospensione per ricorsi legittimi, la Spa fa correre gli interessi senza dare la possibilità di rateizzare le cartelle su cui il contribuente non ha nulla da eccepire, anche su cartelle andate in prescrizione o per cartelle su cui un giudice si è già espresso in favore del contribuente. Inoltre su molte cartelle periziate emerge usura. Una situazione che non è degna di una democrazia”.

Il nodo Equitalia. Attilio Befera, incontrastato imperatore sia in Equitalia Spa, sia in Agenzia delle Entrate, protetto dalla Italpol. Definito un autentico miracolo giudiziario scampato alla lunga indagine condotta a suo carico dal pm della procura partenopea, Valeria Gonzales y Rojero, che per Befera aveva chiesto addirittura l’interdizione dai pubblici uffici. Nel 2009 l’allora Equitalia Polis veniva definitivamente condannata dalla Corte dei Conti al pagamento di un milione e mezzo di euro, “Nessun dubbio – dicono i magistrati contabili- sul fatto che la concessionaria di riscossione non ha affatto curato con la necessaria diligenza l’organizzazione e il funzionamento del servizio, vigilando adeguatamente sull’attività dei dipendenti”.

Compilazioni di verbali attestanti ricerche di contribuenti o di beni pignorabili mai effettuate o effettuate in giorni in cui gli ufficiali preposti agli accertamenti erano assenti.



La pm inizia ad indagare anche sul fenomeno delle cartelle pazze: ipoteche su immobili per somme irrisorie e spese a carico del contribuente per la cancellazione dei pignoramenti illegittimi.

Abbiamo un caso emblematico a Cava dei Tirreni di cui si è occupata anche la televisione francese.
Il reato: abuso d’ufficio nell’attività di riscossione. Quando l’indagine si chiude con la richiesta di rinvio a giudizio per i massimi dirigenti di Equitalia, dove si attendeva solo il pronunciamento del Gip Maria Vittoria De Simone, questa viene promossa e trasferita, sostituita dalla meno esperta Giuliana Polito, che il 26 settembre si pronuncia con l’archiviazione su richiesta dello stesso pm Gonzales y Rojero che aveva in prima istanza chiesto il rinvio a giudizio.

L’ente di riscossione negli ultimi anni ha ipotecato o pignorato oltre 426 mila immobili.
FONTE ORIGINALE: http://www.federcontribuenti.it
 

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