EQUITALIA; ma siamo sicuri che sia EQUA?

Nuovo attacco contro sede Equitalia a Livorno con due molotov

Nuovo attacco contro sede Equitalia a Livorno con due molotov - Il Sole 24 ORE



In Sardegna raccolta di firme contro Equitalia.
Ultimo fine settimana di mobilitazione in Sardegna per la legge di iniziativa popolare per fermare Equitalia. In questi ultimi giorni il Comitato promotore punta a raggiungere e superare la soglia delle 50.000 firme necessarie per avviare l'iter parlamentare in tempi rapidi.

In tutti i capoluoghi dell'isola e in tanti centri oggi e domani saranno allestiti punti di raccolta promossi da amministratori comunali e provinciali. Nelle principali piazze sará possibile firmare la proposta di legge di iniziativa popolare che sosterrá quella giá presentata alla Camera dei Deputati nei mesi scorsi da 90 parlamentari, su idea di Mauro Pili (Pdl) primo firmatario dell'iniziativa.

«La proposta - ha detto Mauro Pili - persegue il buon senso e il senso di responsabilitá per una legge razionale ed equa. I cittadini debitori devono pagare il giusto e non possono essere vessati da aggi, interessi, sanzioni e quant'altro che sconfinano abbondantemente nello strozzinaggio della peggior specie. Sono regole che vanno cambiate perchè irragionevoli e irrazionali, oltre che incostituzionali».
 
Equitalia, governo in campo
«Dovere di tutti pagare le tasse»


Giovedì il premier da Befera: fisco funzione fondamentle dello Stato

Equitalia, governo in campo «Dovere di tutti pagare le tasse» - Il Messaggero




VERO tutti dobbiamo versare allo Stato il dovuto




ma essere multati con interessi del 1400% è VERA USURA DI STATO!
tutti quegli interessi servono solo a pagare lo stipendio di Befera

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tutti quegli interessi servono solo a pagare lo stipendio di Befera

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Un comune dirigente, che guadagna piu' del Presidente dello stato + potente del mondo:eek:......si permette pure di dare consigli controllando gli altri............... ma a lui chi lo controlla?:wall::wall::-o
 
Ultima modifica:
Come difendersi da Equitalia
di Luca Telese | 14 maggio 2012Commenti (117)

Roma, entri nel portone di via Appia 103, e incontri un cliente per le scale: “Anche tu sei venuto per Equitalia?“. Già, perché nella saletta dello studio legale di Romina D’Ambrosio, avvocato, due clienti su tre hanno in tasca l’inconfondibile busta con la stampigliatura nera e il terrificante logo dell’agenzia. Lei ci ride su: “In tempo di crisi, purtroppo, a Equitalia sono rimasti gli unici che ci danno lavoro”. La D’Ambrosio, per gli amici “Equi-Romy”, è anche consulente per l’Associazione Federconsumatori, e riassume tutto con un dato incredibile: “Quest’anno quindici consumatori su venti vengono qui per cartelle esattoriali. Noi siamo per il rispetto assoluto della legge, ma anche per tutelare molte persone che finiscono nel vortice delle multe e delle ammende ingiustificate e lievitate oltre ogni misura. Che spesso non hanno strumenti economici, né legali per difendersi dagli eccessi impositivi”.
Per spiegarmi di cosa parla, la D’Ambrosio mi fa un esempio incredibile di lievitazione ingiustificata della multa: “Ecco la storia, vera, di Michele De Marco Cervino. È un medico, nel 2007 riceve la notifica di una multa e la paga regolarmente, entro i sessanta giorni. Fate attenzione: si trattava di 207 euro“. Pausa, comincia il film horror: “Tutto a posto? Macché: nel 2011, De Marco si vede recapitare, per la stessa multa che ha pagato!, una cartella da 2.225,47 euro!“. La D’Ambrosio tira fuori il ricorso per farmi vedere che non scherza: “Sono andata con il mio cliente a Equitalia per chiedere lo storno della cartella“. Risposta: “Lei ha ragione, ma il credito ci è stato ceduto così dal Comune di Roma. Noi non possiamo entrare nel merito“. E al Comune? “Voi avete ragione, ma noi non possiamo fare nulla. Ormai abbiamo ceduto il credito a Equitalia, non ci riguarda più“.

Ed è qui che entra in campo “Equi-Romy” D’Ambrosio: “Ho studiato la cartella, e ho scoperto che avevano maggiorato il valore della multa del 20% per ogni anno. E che poi erano state aggiunte una miriade di spese inventate: notifica, iscrizione al ruolo, molte incomprensibili, e infine quella paroletta magica: “Maggiorazioni”. Cifre non spiegate. Se la immagina una pensionata alle prese con questo rompicapo?“.

Giudice di Pace. Ed ecco invece che cosa bisognerebbe fare: “Entro 30 giorni dalla notifica, bisogna subito ricorrere al giudice di pace“. Prima fregatura: “Grazie al governo Berlusconi bisogna versare il contributo unificato, da 37 a 200 euro”. Postilla: “Al giudice bisogna subito chiedere una sospensiva per evitare l’iscrizione di ipoteca su un immobile o su una macchina, le cosiddette ‘ganasce amministrative’”. Drammatica subordinata: “Da tre anni a questa parte, molti clienti arrivano qui senza sapere di avere già la casa ipotecata”. Esempio: “Una mia cliente, Anna Aurizzi, una persona già in difficoltà , ha avuto una cartella esattoriale per il mancato pagamento della mensa scolastica. Dopo che con le maggiorazioni era lievitata a 4.000 euro, abbiamo scoperto che le avevano già ipotecato la casa. Il fatto incredibile è che questo provvedimento è illegittimo per una sentenza della Cassazione a sezioni unite, per debiti inferiori a 8.000 euro. Lo avevano fatto lo stesso“. Cancellazione. Morale della favola: “Anna, che non lo sapeva, otterrà ragione. Ma intanto sono passati già quattro anni senza che arrivasse la sentenza. E così quella casa lei non la può vendere“. Istruzioni per l’uso: “Bisogna sapere che si possono sempre contestare le cartelle con sanzioni amministrative per le maggiorazioni. Il più delle volte un avvocato può dimostrare che sono illegittime”.

Notifiche. Altro consiglio decisivo: “In molti casi i comuni sono in torto formale per difetti di notifica. Ecco perché bisogna chiedere al proprio avvocato di controllare la notifica dell’atto da cui ha avuto origine la cartella. In tre casi su quattro non ci sono firme e la notifica non è avvenuta. Il che lede il diritto del cittadino di potersi difendere o scegliere di pagare“. Ultima considerazione: “C’è una legge sulla trasparenza degli atti amministrativi che viene quasi sempre ignorata. Resistere a Equitalia, quindi, non vuol dire combattere la legge, ma chiedere che sia applicata“.

Il Fatto Quotidiano,
 
equiveneto la lega nord delle tasse :lol:

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=bCclgAcvQQs]14-05-2012-ZAIA: "Basta Equitalia, arriva Equiveneto! - YouTube[/ame]
 
Equitalia più umana: aggio di riscossione verso la riduzione

Il governo cerca di rendere più presentabile Equitalia, mentre le regioni premono per la regionalizzazione della riscossione



Dopo i recenti attacchi, sia verbali sia fisici, subiti da Equitalia il Governo vaglia le possibili misure che possono portare ad un fisco più umano ed ad un miglioramento della macchina della riscossione.

Di chi è Equitalia

Ricordiamo che il concessionario della riscossione, Equitalia, è una società per azioni a capitale interamente pubblico, partecipata al 51 per cento dall’Agenzia delle Entrate ed al 49 per cento dall’Inps. La società è nata nel 2005 ed opera su tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Sicilia ( nella regione opera l’Agenzia Riscossione spa, controllata dal Monte dei Paschi di Siena). Equitalia si avvale di 17 agenti di riscossione, operanti sull’intero territorio nazionale, che hanno compiti operativi in relazione alla riscossione dei tributi, alla gestione degli sportelli ed alle relazioni con i contribuenti.

La proposta delle regioni: la regionalizzazione di Equitalia

L’efficacia di tale organizzazione è ora allo studio dei tecnici di Via XX Settembre. Recentemente diversi soggetti, compresi esponenti politici, hanno messo in luce alcune criticità del sistema. Ad esempio, il governatore della regione Veneto, Zaia, ha promosso una riforma con l’obiettivo di regionalizzare a società di riscossione. Lo stesso ha dichiarato che da mesi è pronto il disegno di legge per realizzare tale obiettivo e dare vita ad EquiVeneto, una società carattere regionale che opera tenendo conto delle criticità presenti a livello locale. In piena linea con il federalismo fiscale, Zaia propone quindi la costituzione di diverse società a carattere regionale per svolgere le funzioni di riscossione, ( sistema che tra l’altro già vigeva prima della costituzione di un’agente unico a livello nazionale) in modo tale da poter meglio tenere conto delle specificità e delle esigenze locali. Tra i primi obiettivi di riforma, secondo il governatore veneto, vi è sicuramente quello di ridurre l’aggio del 9 per cento che attualmente viene applicato da Equitalia. Dopo occorrerebbe anche agire in modo da evitare inutili lungaggini che portano solo ad aggravi dei costi per i contribuenti. Infine occorre introdurre dei controlli in modo da evitare le cosiddette cartelle pazze, errori da parte del sistema che generano ansia e cattiva pubblicità.

Riforma Equitalia: governo vorrebbe la riduzione dell’aggio di riscossione

Sul tema della riduzione dell’aggio di riscossione si è anche concentrato il lavoro dei tecnici del ministero dell’Economia, che vorrebbero introdurre un taglio dell’aggio prima della piena attuazione delle norme contenute nel decreto Salva Italia. L’esecutivo pensa ad un taglio di due punti percentuali, che porterebbe l’aggio al 7 per cento dall’attuale 9 per cento. Con ogni probabilità la misura sarà presa entro Giovedì, giorno in cui il premier Monti farà visita ad un ufficio dell’Agenzia delle Entrate, al fine di sostenere tutti i dipendenti, che negli ultimi giorni sono stati bersaglio di contestazione. Insieme ad una riscossione meno onerosa, il Presidente del Consiglio, spera anche di varare altre misure come quella concernente la compensazione dei crediti della P.A. con le somme pretese attraverso cartelle esattoriali.
Le due misure non avranno sicuramente caratteri di riforma o di soluzione del problema, ma rappresentano sicuramente un beneficio per chi è tenuto a pagare dei tributi pregressi. Per quanto riguarda l’aggio, l’importo del 9 per cento sull’importo iscritto a ruolo rappresenta il contributo dovuto ad Equitalia per il servizio di riscossione effettuato. Nei primi 60 giorni il costo dell’aggio è ripartito tra contribuente e debitore ( se questo paga entro il termine il costo per il debitore è del 4,65 per cento mentre per lo Stato è del 4,35 per cento). Tali importi, insieme a quelli dovuti per i rimborsi, saranno comunque rivisti, come disposto dal decreto Salva Italia. Infatti il decreto dispone che l’aggio in futuro sarà calcolato annualmente è sarà fissato ad una percentuale delle somme iscritte a ruolo riscosse e dei relativi interessi di mora ( attualmente pari al 5 per cento). La misura dell’aggio verrà calcolata dai tecnici del ministero in virtù anche di altri specifici parametri ( il numero delle riscossioni coattive azionate, i carichi annui affidati all’agente di riscossione, l’efficienza e la riduzione dei costi di Equitalia).

Rimborso Equitalia: le idee del governo

Per quanto riguarda i rimborsi invece, si prevede di fissare l’importo non in una percentuale generica delle spese delle procedure attuate ( come adesso ), ma bensì sulla base degli specifici oneri connessi allo svolgimento delle singole procedure. La riforma prevista dal decreto Salva Italia dovrà entrare in vigore non dopo il 1° gennaio 2014, data in cui le nuove disposizioni dovrebbero portare maggiore equità all’interno del sistema. Resterà immutata l’agevolazione che prevede costi ridotti per il debitore se il pagamento avviene entro i primi 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale ( in questo caso il contribuente pagherà il 52 per cento dell’aggio totale).





CE LA CANTANO MICA MALE


ma in alcuni casi EquitaGLIa ha applicato il 20% mensile...
peggio dei peggiori taglieggiatori
 
I suicidi per i debiti calano rispetto agli anni precedenti



Nei primi cinque mesi del 2012 hanno avuto una media dello 0,29 al giorno. Nel 2010 era dello 0,51, nel 2009 dello 0,54.







È sempre difficile e rischioso ridurre un dramma umano e sociale ad una mera questione numerica. Ma quello dei suicidi legati alla crisi economica è ormai diventato un tema che, proprio per la sua "contabilità", viene caricato di messaggi e significati. Dall'inizio dell'anno sono state 38 le persone che si sono tolte la vita per motivi economici. Gli ultimi tre casi proprio in questi giorni. Un bilancio che sicuramente impressiona e che ha immediatamente scatenato la polemica tra chi li considera, più che suicidi, degli «omicidi di Stato» (la definizione l'ha coniata, ospite di Oscar Giannino su Radio 24, il deputato Pdl Giorgio Stracquadanio). Eppure dal punto di vista statistico il dato è tutt'altro che eclatante. Anzi, è addirittura in controtendenza rispetto agli ultimi anni. A metterlo in evidenza un articolo pubblicato da Wired Italia che parte da una premessa di metodo intervistando Stefano Marchetti, responsabile dell'ultima indagine dell'Istat su suicidi e tentativi di suicidio in Italia (i dati sono quello dell'anno 2010 ndr). «Ogni anno in Italia - spiega Marchetti - si verificano circa 3.000 casi di suicidio, con punte di quasi quattromila casi nei primi anni Novanta. Ogni gesto estremo, come quelli che le cronache recenti raccontano, nasconde una tragedia umana e impone il massimo rispetto. Ma è difficile affermare, a oggi, che vi sia un aumento statisticamente significativo dei suicidi dovuto alla crisi economica. Temo che si stiamo facendo affermazioni forti, senza robuste evidenze scientifiche». Qualche numero a sostegno di questa tesi. I 38 suicidi per motivi economici registrati dall'inizio del 2012 equivalgono a 0,29 al giorno. Un dato inferiore a quello del 2010 (0,51) e del 2009 (0,54). Anche le variazioni percentuale sono minime. Nel 2008, anno in cui la crisi ha cominciato a mostrare tutta la sua durezza, su un totale di 2.828 persone che si sono tolte la vita, quelle che lo hanno fatto per ragioni economiche, sono state 150 cioè poco più del 5%. Nel 2009 (198 su 2986) il 6,6%. Nel 2010 (187 su 3048) il 6,1%. Insomma un po' poco per sostenere che esista "un'emergenza". Certo, resta il dato preoccupante dei suicidi fra i disoccupati. Che purtroppo crescono. Così, se quattro anni fa si registravano 199 suicidi tra coloro che erano alla ricerca di una nuova occupazione e 61 tra chi, invece, cercava la sua prima occupazione, nel 2009 erano già 272 e 85. Mentre nel 2010 288 e 74. I dati, quindi, non dicono che il problema vada sottovalutato, ma di certo l'eccessiva enfasi non aiuta. Lo spiega il professor Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienza dell'ospedale Fatebenefratelli intervistato dalla newsletter di informazione sanitaria Federanziani-Sic: «Studi clinici epidemiologici internazionali dimostrano con certezza che le notizie dei suicidi da crisi economica, se presentate in modo sensazionalistico, inducono altri suicidi, innescando un pericoloso "effetto domino". I casi drammatici protagonisti ogni giorno delle cronache nazionali rappresentano un grave problema di questa fase storica del nostro Paese, al quale può essere trovata una soluzione solo con l'aiuto dei medici e degli specialisti». Proprio per questo, Mencacci lancia un appello al governo affinché non «tolga risorse» alla rete di assistenza contro un disagio destinato ad aumentare. Anche se subito aggiunge: «Come medico psichiatra, vorrei però dire che le persone che compiono questi gesti estremi sono nella grande maggioranza dei casi già entrate da tempo nel tunnel della patologia psichica prevalentemente depressiva, che toglie la possibilità di trovare soluzioni alternative». Insomma i dati non mostrano picchi allarmanti, ma l'attenzione deve comunque restare alta. Soprattutto nell'evitare fenomeni emulativi e nel cercare di aiutare chi fatica ad andare avanti.

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Nicola Imberti

10/05/2012
 
I suicidi per i debiti calano rispetto agli anni precedenti
a chi credere?
AUMENTANO ANCHE I TENTATIVI DI SUICIDIO: +20%

Cgia: in due anni i suicidi sono aumentati del 25%


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05/04/2012, ore 09:02 -
VENEZIA - Allarmante il rapporto della Cgia di Mestre: tra il 2008 e il 2010 (ultimo anno per cui si hanno i dati completi) i suicidi per motivi economici sono passati da 150 a 187, con un aumento del 24,5%. In aumento anche i tentativi di suicidio, passati da 204 a 245, con un aumento del 20%.
Lo studio parte dai dati degli ultimi mesi, dove stanno aumentando in maniera esponenziale i suicidi di imprenditori sull'orlo del fallimento, o di dipendenti che vengono licenziati, oppure ancora di pensionati che non reggono a vedere laloro pensione diminuire. E la cosa sembra essere peggiorata rispetto al 2010. Infatti, 187 suicidi in un anno significa uno ogni due giorni, un ritmo già molto elevato. Ma adesso siamo arrivati a quasi una notizia del genere al giorno. Certo, alcuni casi hanno particolare rilievo per la modalità (come l'imprenditore che a Bologna si è dato fuoco in macchina), ma sono altrettanto letali dei due casi di ieri, con il 51enne che a Milano si è impiccato perchè aveva perso il lavoro e si era separato dalla moglie e l'imprenditore che si è sparato una fucilata perchè stava fallendo.
Sempre ieri, il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro alla Camera ha accusato il Presidente del Consiglio Mario Monti di avere sulla coscienza questi suicidi, dato che con le sue manovre sta danneggiando i cittadini. Ma, come si vede dalle statistiche, questo è un andamento in crescita sin dall'inizio della crisi.
 

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