EQUITALIA; ma siamo sicuri che sia EQUA?

Equitalia stop: riscossione ai comuni

Mercoledì 25 Aprile 2012, 12:24 in Politica, economia di Paolo della Sala
Equitalia stop. Una raccolta firme per passare la riscossione dei tributi direttamente ai Comuni, come permette la legge 388/2000. Maggior risparmio per i comuni (che pagano Equitalia) e meno vessazioni


Equitalia
ha prodotto una lunga serie di sofferenze, diventando l'immagine di un problema che nel Regno Unito fu risolto già al tempo dello Sceriffo di Nottingham.
Adesso si può chiederne l'allontanamento da ogni comune, passando le sue competenze direttamente alla stessa amministrazione comunale.


Ecco un modulo già pronto da inviare al sindaco per chiedere all'amministrazione di chiudere i rapporti con Equitalia.

La raccolta firme in realtà non è necessaria, dato che una legge prevede già la gestione diretta dei tributi, ma può essere uno strumento utile per sensibilizzare gli amministratori.


Con la scelta della gestione diretta deriverebbero maggiori introiti, dovuti a minori spese per la PA e per i cittadini.
L'iniziativa è stata avviata da Tea Party Italia. Anche chi non si riconosce nelle posizioni di questo movimento può comunque firmare, dato che si tratta di un'iniziativa super partes e legata a un problema concreto, non a una tematica politica.

Tea Party Italia in un comunicato sostiene che "Il pagamento dei tributi fa parte degli obblighi di legge, tuttavia raddoppiarne l'importo dovuto a seguito dell'intervento di Equitalia, per chi non e' riuscito suo malgrado a versarlo, può significare tracollo finanziario delle famiglie e delle imprese coinvolte".
Inoltre -come si diceva- la riscossione dei tributi da parte di Equitalia comporta per il comune una spesa aggiuntiva. Tuttavia la legge dello Stato 388/2000 art. 36 e legge N. 106/2011 prevede che le pubbliche amministrazioni possano utilizzare la riscossione diretta dei crediti senza delegare Equitalia. Un'opzione raccolta da alcuni Comuni di diverso colore politico, come per esempio nella colta Bologna.
Equitalia da ora NON potrà più ipotecare la casa di proprietà per debiti inferori a 8000 euro. Prima lo faceva!



Il maggiore risparmio ottenuto potrebbe servire a un miglioramento dei servizi ai cittadini o alla riduzione delle troppe tassazioni, come la IMU.
 
ma se è IMU perchè lo stato centralista pretende di incassare?

Attualità, Hot News
Imu: i sindaci protestano e la Cancellieri minaccia i “comuni cattivi”

L'Imu non è un'imposta comunale ma una patrimoniale statale

I sindaci scendono in piazza contro l’Imu: alcuni primi cittadini non ci stanno a passare come gli “esecutori” della politica fiscale del Governo Monti. Ma le parole del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, in commento alla notizia della protesta, suonano minatorie nel ricordare che chi indossa la fascia tricolore è un funzionario del governo e deve assumersi le sue responsabilità.

Le lezioni dei professori: ora è il turno della Cancellieri

L’ex prefetto, al Viminale per la firma di un protocollo siglato con l’Enel, ha ammesso di comprendere le difficoltà in cui si trovano i sindaci ma anche aggiunto di confidare sul loro senso civico. E se invece il senso civico fosse proprio quello di difendere le ragioni dei cittadini e di non accettare di essere meri estoltori?
Perché è vero che indossano la fascia tricolore ma è anche vero che sono “primi cittadini” e che sono chiamati proprio a tutelare i propri elettori.

Ma la replica della Cancellieri non ha fatto desistere i sindaci: Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’associazione Anci, non ci sta ad essere considerato dal Governo un funzionario della Repubblica solo quando questo significa fare applicare le tasse e gestire l’ordine pubblico. Durante la presentazione della campagna di comunicazione dei sindaci Delrio ha parlato dell’Imu come di unatassa che è nata male e sta finendo peggio per via dei continui rigonfiamenti verso l’alto delle aliquote. Il presidente dell’Anci smentisce anche il luogo comune che vede nell’Imu una fonte di arricchimento di Stato e Comuni: questi ultimi al contrario subiranno un impoverimento del 30%. Dei 21,4 miliardi di euro stimati dalla raccolta del gettito fiscale infatti più della metà finiranno nelle casse dell’Erario.



Ai comuni spetterebbero circa 3,2 miliardi per l’Imu prima casa ma, a fronte dei tagli di 5,7 miliardi, il risultato finale sarà una perdita di 2,5 miliardi (pari al 27%) rispetto alla vecchia Ici.

Già la definizione Imu quindi appare fuorviante: non si tratta di una imposta municipale ma di una «patrimoniale statale».



La protesta “Imu? No, grazie!” quindi va avanti: l’appuntamento è per il 24 maggio a Venezia.
L’Anci però si dissocia dall’esortazione estrema della Lega all’evasione fiscale. Non servono provocazioni demagogiche ma interventi concreti che portino ad un cambiamento. E anche alcuni sindaci padani si sono tirati fuori dal programma Imu-free. Ma è chiara la volontà di un incontro immediato con l’esecutivo, come ha ribadito anche il primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno.
 
Uomo barricato in Equitalia Bergamo

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Aggiornato alle 16:44

Ci sono ostaggi, spari all'interno

Un uomo, a quanto pare armato, si è barricato nella sede di Equitalia di Romano di Lombardia, nella Bergamasca, prendendo in ostaggio alcune persone presenti nell'ufficio. Ancora non si sa quali siano le intenzioni dell'uomo né quante siano le persone che si trovano nell'ufficio assieme a lui. Dall'interno dell'edificio si sono uditi provenire alcuni spari.
16:44 Liberati tutti gli ostaggi tranne uno

L'uomo ha fatto uscire tutte le persone che erano presenti, una dozzina, tranne una. L'assalitore, che è armato di un fucile, dice di voler parlare con la stampa e che solo dopo libererà l'ostaggio. Ha urlato di essere in difficoltà economiche e di volersi togliere la vita.
16:40 Spari all'interno dell'edificio

Stando ad alcune testimonianze si sarebbero sentiti degli spari nella sede Equitalia in cui un uomo si è barricato prendendo degli ostaggi.
16:31 Uomo si barrica dentro Equitalia

Un uomo è chiuso da alcuni minuti nella sede di Equitalia di Romano di Lombardia (Bergamo) dove avrebbe preso alcuni ostaggi. Ancora non si sa quali siano le sue intenzioni. Sul posto gli agenti della questura di Bergamo.
 
News
Equitalia: uomo armato si barrica in sede Bergamo

Uomo armato prende in ostaggio una persona nella sede Equitalia di Romano di Lombardia

Equitalia: uomo armato si barrica in sede Bergamo - News Finanza & Economia - InvestireOggi.it

ma secondo voi con una pressione fiscale reale del 70% e un fisco pronto a cacciarti di casa queste cose non erano prevedibili? secondo voi un Monti che opera a favore dei ricchi non lo sapeva che alcuni imprenditori sarebbero morti per le troppe tasse?

e poi criticano Grillo perche' ha paragonato lo stato alla Mafia, giornalisti venduti che non hanno mai capito un quazzo nemmeno davanti all'evidenza

Vi dico una cosa, in Italia non ci sara' piu' crescita economica reale nei prossimi 20 anni se lasciate gestire il bene pubblico a individui come Monti e Silvio. Ci sara' un degrado sociale molto piu' evidente perche' il PAESE non sono le BANCHE, non sono quattro ricchi in andropausa, ne le poche multinazionali, e' la gente e' il popolo italiano il valore dell'Italia.
 
La falsa Imu

Nel federalismo italiano sono esistite due Imu, perlomeno dal punto di visto di vista della sequenza cronologica.



La prima è l’Imu dei decreti attuativi del federalismo fiscale (d.lgs. n. 23 del 2011), approvata dal precedente Governo e destinata a entrare in vigore nel 2014.



La seconda è l’Imu in vigore, voluta dal nuovo Governo del Bocconiano MONTI, figlia dell’emergenza e disciplinata dal decreto “Salva Italia”.



La prima sarebbe dovuta appunto entrare in vigore nel 2014, assieme all’imposta municipale secondaria, nell’ottica di semplificare il farraginoso catalogo delle imposte locali (ben 18 diverse forme di entrata: dall’Ici alla “tassa sull’ombra”). Con il combinato operare delle due imposte il quadro si riduceva a 10 tributi, permettendo una nuova tracciabilità.
Se è, infatti, corretto imporre la tracciabilità dei pagamenti dei privati per contrastare l’evasione, è simmetricamente altrettanto fondamentale che anche le istituzioni pubbliche facciano la loro parte, grazie a imposte tracciabili che permettano - come ribadiva spesso Einaudi - al contribuente di conoscere “il perché delle imposte”. Se evadere è un “delitto”, lo è anche sprecare le imposte; l’elettore deve quindi poter verificare e sanzionare con il voto chi commette sprechi.




L’Imu del Governo Berlusconi era più leggera, esentava la prima casa, garantiva la tracciabilità di quanto un Comune veniva a chiedere ai suoi elettori.



L’Imu oggi in vigore nasce invece con il decreto “Salva Italia”, che ha modificato l’assetto della precedente: ne mantiene il nome e la struttura, ma vi inserisce profonde modifiche, che ne alterano almeno in parte la natura. È una sorta di Avatar della “vecchia” Imu. La prima modifica è che si applica, ma con un’aliquota ridotta, anche alla prima casa; questo è positivo e colma un difetto della precedente versione, perché rafforza il legame tra l’elettore residente e la politica locale rendendo maggiormente efficace il controllo democratico. Le altre modifiche sono invece molto meno condivisibili e hanno contribuito a creare il caos denunciato dagli operatori e dai media nei giorni scorsi.
La seconda modifica è, infatti, che la nuova Imu ha una doppia faccia, nascosta. Mantiene, sì, il nome di imposta “municipale”, ma metà del gettito sulle seconde case (9 miliardi) lo prende lo Stato. Non solo:

i Comuni perdono di fatto anche il gettito derivante dall’estensione alle prime case (3,8 miliardi), perché il “Salva Italia” ha ulteriormente tagliato il fondo di riequilibrio destinato ai Comuni per altri 5,65 miliardi.

La terza modica è che il “Salva Italia” ha imposto le rivalutazioni catastali, per cui la base imponibile dell’Imu viene più che raddoppiata raddoppiata.
 
Siamo in uno Stato garantista solo con ladri e mafiosi ma senza pietà con l'imprendit

Siamo in uno Stato garantista solo con ladri e mafiosi ma senza pietà con l'imprenditore

da L?origine del male Equitalia | Analisi | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale
La “cessione in deroga” dei nostri diritti alla grande speculazione
L’origine del male Equitalia



In questo articolo di Fabrizio Fadda (noto esponente dei movimenti AntiEquitalia) divulghiamo al grande pubblico, in parole meno tecniche possibili, i principali trucchi legislativi che i potenti oligarchi del potere finanziario hanno fatto inserire dal centro sinistra, connivente, nel nostro Codice, strangolandoci per generazioni. Inquietante ma affascinante, ci auguriamo che questa lettura generi un dibattito collettivo che, anche noi di Rinascita, riteniamo possa essere di estrema attualità. Ormai, come le tristi cronache evidenziano, la differenza tra il subire supinamente e il rivoltarsi è come quella tra la vita e la morte.
La trasposizione della logica bancaria nella riscossione, attuata statuendo una holding di spa finanziarie (quindi di diritto privato) a partecipazione pubblica, con la legge filo-bancaria del 2005 su Equitalia, di per se stessa non avrebbe vessato nessuno se non fosse che (così appositamente conformata in Spa bancaria, appunto), questo mostro giuridico può utilizzare delle “deroghe” criminogene al nostro codice civile (del ‘36), apportate proprio dal centro-sinistra nel ‘93 col governo Amato e nel ‘99 col governo D’Alema, al punto di stravolgerlo da “umanista” a “a misura di banca”.
Ed ecco com’è andata: i debitori in difficoltà prima erano ben tutelati dalle giuste norme di tutela della Legge Bancaria del ‘36; poi nel ’93 è stata sostituita, per “ammodernarla ”, dal Testo Unico Bancario (D.Lgs 385) e, di riforma in riforma, si sono aggiunte, nel ‘99 le cartolarizzazioni bancarie (D.Lgs 130).
Un’intera legislazione finalizzata a questo scopo : creare e valorizzare anche in Italia, un “mercato finanziario degno di questo nome”, dissero Amato e D’Alema (con ampio consenso).
E lo strumento principale per creare questo mercato finanziario sono stati i “derivati” emessi da società finanziarie di emanazione bancaria, dove “derivato” sta per “credito derivato da altro credito”.
In sostanza vantando un credito (derivante da un prestito, mutuo, finanziamento al consumo o altro) si può cederlo o venderlo (lucrandoci) emettendo titoli (a loro volta vendibili) a investitori per lo più istituzionali (enti pubblici, fondi pensione ecc), replicando una pratica già diffusa nel paesi anglosassoni (o finanziariamente “avanzati “), che sembrava all’epoca, una specie di Bengodi a disposizione di risparmiatori e investitori.
Nell’ansia di approdare a questo paradiso di zucchero e miele, esaltato da celebri guru della finanza, si è pensato di liberare queste nuove opportunità, dai cosiddetti lacci e lacciuoli che tarpavano le ali al dispiegarsi degli “animal spirits” del capitalismo finanziario speculativo.
E questi “lacci “ sono stati individuati in alcune norme di tutela presenti nel codice civile degli anni ‘30 e ancora in vigore, per salvaguardare le persone dall’usura della speculazione.
Perché le cessioni di credito, sulla garanzia del quale si emettono titoli negoziabili (cartolarizzazioni), sono in realtà cessione di diritti (il credito è il diritto di esigere un pagamento), e quindi diritti sulle persone fisiche e giuridiche, debitrici. Ma la lobby delle grandi Spa speculative ha preteso dai ns. parlamentari, in ns. danno, di non rispettarle più ; i quali hanno obbedito con speciali “deroghe” (contenute in questi famigerati Decreti 385 e 130), contrarie agli interessi del singolo cittadino, degli enti pubblici e dello Stato. Il salto a pie’ pari (solo per banche e S.p.A. finanziarie) degli articoli del codice civile a tutela del debitore, è stato concepito in modo da renderlo un soggetto completamente passivo (o schiavo).
Questi i 4 effetti più criminogeni:
1° - Hanno permesso l’emissione del decreto ingiuntivo in suo danno senza “prova scritta” dell’esistenza del debito: basta la dichiarazione “onorevole…” della Spa finanziaria (come Banche o Equitalia) con l’ art. 50 del D.Lgs 385 ‘93!
2° - Hanno evitato di fatto, che il debitore sia informato quando il suo debito venga ceduto a terzi , con l’ art. 58 del D.Lgs 385 ‘93 aggravandolo di altri enormi costi speculativi!
Questo, se da un lato rendeva, per banche e finanziarie, le operazioni di cartolarizzazione molto più “snelle”, di contro ha aperto la strada ad ogni forma di arbitrio e di vessazione nei confronti del debitore, che ora si ritrova peggio che nel Diritto barbarico: Non solo la banca e la finanziaria, possono ottenere un decreto ingiuntivo “certificando” al magistrato l’esistenza di un debito, ma possono certificarselo tra di loro, sia come esistenza che come importo. All’insaputa del debitore!
Ne consegue (oltre ad ev. errori ), l’addebito di interessi e spese completamente al di fuori di qualsiasi controllo. Cifre stratosferiche, che il malcapitato si vede richiedere, pena pignoramenti di casa, stipendio, buona parte di pensione e tutti i risparmi di un’ intera vita!
Forse per il legislatore i comportamenti truffaldini sarebbero stati impediti dalla nota… “eticità ” che pervade il mondo finanziario (sono “onorabili “, recita infatti la 385/93), altrimenti proprio non si spiega perché andare ad eliminare norme a tutela del soggetto debole, che erano state invece inserite proprio per evitare arbitri e vessazioni dei contraenti forti.
Ma, nonostante questo, fino al ‘99 le cartolarizzazioni sono state poca cosa, causa un altro “lacciuolo” che tarpava le ali alla moderna ingegneria finanziaria delle S.p.A. speculative.
Si trattava delle norme del codice civile che vietano l’emissione di titoli negoziabili senza copertura finanziaria: ossia, acquistando il credito ed emettendo sullo stesso titoli negoziabili, questi andavano comunque garantiti da copertura (iscritta a bilancio) dell’emittente. Se vendevi titoli per buoni e, in caso di contestazione, non avevi poi la copertura per rimborsarli, andavi in galera.
Ad eliminare questo “lacciuolo”, provvede l’art. 5 del D.Lgs 130 /‘99, disponendo che alle operazioni di cartolarizzazione non si applicano gli art. dal 2410 al 2420 del codice civile, appunto quelli che vietano l’emissione di titoli senza copertura!
Da questo momento in poi le operazioni di cartolarizzazione letteralmente si “ scatenano “ e ne vengono fatte per decine e decine di miliardi di euro.
3° - I titoli negoziabili emessi e rifilati agli “investitori istituzionali” (cioè ai comuni) vengono “garantiti “ dal flusso di pagamenti dei debitori ceduti, ignari di avere sulle spalle simili responsabilità, ingigantite ad arte rendendo impossibile saldarle del tutto . E se i debitori non pagassero del tutto ? Allora sarebbero titoli-spazzatura e chi li ha potrebbe usarli come carta straccia.
Ma come si può ipotizzare che i debitori, seppure ignari, non paghino tutto? Basta leggersi le gazzette ufficiali dove si pubblicano gli annunci delle “cessioni di diritti giuridici in blocco”: mancano del tutto i nominativi dei debitori “compravenduti “, ma è chiaramente indicato che sono passati di mano “crediti in sofferenza “, quindi inesigibili.
Non c’è tanto da ipotizzare quindi che non paghino, già si sapeva che non pagheranno: è scritto in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana! (Possiamo citare le Gazz. Uff. 161 del 12 lug. ‘99, 300 del 7 dic. ‘05, del 22 gen.’08, ecc…ecc…)
Legifera Luiss Guido Carli, boiardo di Stato e “tecnico” al governo (e della più grande S.p.A. speculativa) nel 2001, in: Cartolarizzazione dei crediti, disegno di legge e iter parlamentare: “La cartolarizzazione è un modello finanziario e contrattuale, che permette dì smobilizzare poste illiquide attive, convertendole in attività negoziabili, attraverso la creazione di titoli destinati a compravendita sul mercato. I titoli,(definiti Asset-Backed Security), sono garantiti dal valore dell’attivo ceduto (asset), dei diritti di mutui ipotecari, crediti al consumo, di imprese verso i propri clienti od altro. Il fulcro dell’intera operazione è l’emissione di titoli garantiti dai crediti che la Spa ha prima acquistato (mediante cessione), dal cosiddetto originator. Il flusso finanziario derivante dai pagamenti dei crediti ceduti, è la sola garanzia degli acquirenti dei titoli e costituisce patrimonio separato da quello dell’originator e da quello della Spa emittente”.
Non c’era da ipotizzare che diventassero “titoli-spazzatura”; sono emessi garantendoli con credito-spazzatura, e quindi non potranno essere altro che titoli-spazzatura... appunto rifilati a 600 comuni e ai fondi pensione, per oltre 50 miliardi di euro, in cambio di carta! Ma pur utilizzando società - veicolo “nostrane”, l’emittente è anglo-americana. Quindi se accusata di truffa, si processerà a Londra, ove (per il diritto anglosassone), verrà assolta!
4° - Depredati i debitori e poi gli investitori, non poteva mancare il fisco, che lo è per primo: le cessioni di credito fra Banca e Società Finanziaria, si fanno “scontate” ad un prezzo che va dal 40 % al 10 % del valore nominale, e quindi registrando in perdita la differenza, con enormi vantaggi fiscali! Infatti il costo della finta svendita, “scaricato” dalle soc. veicolo “nostrane” è fittizio, perché il credito resta invece esigibile (dalle loro spa consociate estere con sede in paradisi fiscali) verso noi, al 100% .
Quando “svendono” in Italia (con tasse al 50%) si scaricano il 90% dello “sconto” come minusvalenza, quando dall’estero (ss: Lussemburgo) vengono a riprendersi tutto il credito, li pagano il 4% della plusvalenza.
E i danni all’erario (pudicamente stimati in solo 300 miliardi di lire l’anno, dallo stesso D.Lgs 130/’99), in oltre un decennio, ammontano ormai a centinaia di miliardi di euro, che dobbiamo rimettere sempre noi, i depredati, con tasse folli, per stare nei “parametri finanziari”!
Se non bastasse, dopo aver evaso il fisco per centinaia di miliardi, rifilato titoli spazzatura agli investitori istituzionali, affidano poi la predazione dell’ignaro debitore (suo malgrado “attore”) ad altre loro Spa di recupero credito, come una nota finanziaria di Milano (con sede anche a Roma) che provvede spietatamente alle esecuzioni e all’esproprio di case, stipendi e risparmi .
Questa S.p.A., che vanta di esecutare spietatamente in Italia molte decine di miliardi di euro, è di proprietà di una Spa finanziaria semifallita di New York (le azioni crollate del 90%) , che investe in ippodromi e giochi d’azzardo, specializzata nella vendita di derivati ed hedge found, inquisita negli USA per illeciti finanziamenti alla politica…
Per cui alla fine il lavoro sporco del boia sembrano farlo (oltre i ns. giudici) i cattivi americani. Ma se vai a reclamare in banca ti dicono che “loro non c’entrano più niente” e poco possono fare. Se vai a tentare l’accordo col killer, ti dice di farti misurare l’aspettativa di vita e intanto paghi con quella. Il resto agli eredi.
Ma il personale di questo “amico” americano è per il 90 % proveniente dalle banche italiane.
Si capisce quindi il motivo fiscale delle “deroghe” al codice civile, per questi titoli bancari gonfiati: se vi è da prendere li usano come iene, se vi è da perdere li spacciano ai comuni e ai fondi pensione. Il debitore inconsapevole, permette di tenere in piedi tutto il business. Se lui esce, crolla tutto, esattamente come è crollato negli USA, quando i famosi mutui sub-prime si rivelarono insolventi (come i “crediti in sofferenza”nostrani).
Concludendo… Così si inietta l’indebitamento negli Italiani. Permettendo alle S.p.A. speculative di lucrare fortune immense sulle spalle della nazione, senza investire un soldo nell’economia reale del lavoro, si genera quindi anche un crimine gravissimo: la schiavitù a vita. Questa “soggezione” in cui viene tenuto il debitore da questo coacervo di interessi usurai, ha un nome preciso: “riduzione in Schiavitù per debiti”, imputazione ex art. 600 CP. punito da 8 a 20 anni. Viene applicata correntemente quando gli extracomunitari, per ripagare il trasporto clandestino in Italia, sono tenuti in schiavitù per debiti per un tempo indefinito. Se vale per loro, varrà anche per gli autoctoni, almeno la Par Condicio!
Le associazioni antiusura, si stanno organizzando per adire a denuncia collettiva contro tutta la filiera, per l’ex art. 600 cp, ricorrendo gli elementi indicati: - Convenzione di Ginevra del 25 sett. 1926 (approvata in Italia con r.d. 26 aprile 1928, n.1723), - Convenzione supplementare firmata a Ginevra il 7 sett. 1956, sentenza della Corte Costituzionale italiana n. 96 del 1981, interessandone la Corte di Giustizia europea del Lussemburgo. Con querela aperta a costituzione in parte civile per le associazioni, le altre vittime e i parenti, come nei processi per strage. Il che ben descrive l’ attuale funzione sociale ed economica di queste “deroghe” e delle S.p.A. che ne approfittano, come le banche ed oggi anche Equitalia.
Intanto chi si trovasse vessato, avesse un parente ammalatosi o suicidatosi per stato d’ansia, si metta in contatto con l’ Ass.ne Vessati Italiani - Solidali, alla mail [email protected], che fa costante riferimento ai forum delle associazioni di tutela, nate spontaneamente dai cittadini vessati (ma irriducibili): la Rete Nazionale Antiusura, attraverso la quale si sono già presentate contro le pseudo istituzioni creditizie nostrane (in realtà vere e proprie banche speculative), migliaia di denunce a tutte le procure. Stiamo cominciando ad ottenere centinaia di sentenze significative e clamorose, che divulgheremo presto.
Seguiteci sui prossimi numeri di Rinascita.

Ed ora tocca anche alle S.p.A. consociate ad Equitalia, contro le cui “deroghe” operative stiamo costruendo un offensiva mediatica senza precedenti ed una mobilitazione generale permanente. Coinvolgendo tutte le rappresentanze politiche, sociali e sindacali possibili. Ed a costo di creare un movimento sociopolitico trasversale, costringeremo tutto il parlamento ad occuparsene, fino ad indurre il governo di turno a ripristinare la legalità delle giuste originarie norme di tutela nel ns. codice civile.
Su questo, all’unanimità, non transigiamo.
Non abbiate paura, noi non ne abbiamo. …Peraltro privati di diritti, casa, lavoro, risparmi, pensione ed avvenire dei figli, cos’altro avremmo da perdere?
 
Monti, non pagare Imu e' evasione fiscale

Comportamento che merita un trattamento molto rigoroso

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ANSA


(ANSA) - ROMA, 2 MAG - E' ''inaccettabile'' l'ipotesi che non si paghi l'Imu perche' si tratta di ''evasione fiscale'' e per questo ''meriterebbe un trattamento molto rigoroso'' da parte dello Stato. Cosi' il premier Mario Monti durante un convegno a Roma.
L'IMU metterà in crisi 6 famiglie su 10
IMU: che cos'è e in cosa è diversa dall'ICI -VIDEO
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IMU: Come si calcola e chi la paga? - VIDEO






NESSUNO DICE COME SI PAGA


AL COMUNE - ALLO STATO - metà metà
 
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