Nulla da aggiungere se non un tentativo di resistenza a 0,33.
rsi mi sembra ancora altimo, ma cominica ad andare in zona di ipervenduto.
x SL66: posto il grafichetto un po allargato, giusto per ricordare le ..ehm..venti candeline rosse (pe essere precisi sono 20 su..23).
Tra giugno e luglio ne ha fatte 17 su 18, ora siamo a 15 su 18. Non male, 'nsomma na spremuta de sangue di longhisti..
X Moma : non seguo le correlazioni, tuttavia da qualche parte mi è sembrato di aver letto che tra oil e gas ci fosse una sorta di rapporto più o meno costante e che questo rapporto salta sistematicamentre duranti gli attacchi speculativi sull' una o sull'altra materia prima .
ciao a tutti.
Per tutti , io ho l'etc sul gas natural e se l'emittente salta , addio ai ns soldi tanti o pochi sono i ns, leggete,
Che succede se la società che emette l’ETF fa default?
Gli
EFT sono VERI e PROPRI
fondi comuni d’investimento. Sono quindi
OICR (
organismi di investimento collettivo del risparmio) e quindi,
notate bene, hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne curano le attività di costituzione, gestione, amministrazione e marketing.
Gli
ETF pertanto
non sono esposti al rischio di insolvenza neppure in caso di
fallimento delle società appena menzionate.Quindi non facciamoci prendere dal panico.
Un esempio concreto? Ipotizziamo che fallisca (tocchiamo ferro…)
SocGen, società che gestisce passivamente gli
ETF Lyxor. Che succede?
Assolutamente nulla. I soldi non vengono persi. Cambierà il gestore, ma il sottostante continuerà la sua strada normalmente.
Che succede se fallisce l’emittente di un certificato?
Facciamo molta attenzione. Qui le cose cambiano radicalmente. I
certificati non sono parificabili agli ETF. Molto spesso si fa confusione su questo fondamentale ed importantissimo elemento. I certificati si comportano diversamente non solo dal punto di vista fiscale, ma anche della sicurezza.
Metre gli ETF sono OICR,
i certificati non lo sono assolutamente. Quindi, se ci fosse il default della banca emittente, si potrebbe intercorrere in brutte sorprese. Come mai? Perché, detto in modo molto spiccio,
il certificato rappresentano , per l’emittente, delle vere e proprie
passività. Quindi, in caso di insolvenza, il possessore del certificato non ha tutele o corsie preferenziali. E’ semplicemente un vero e proprio creditore verso la banca e quindi viene comparato ai creditori chirografari, con tutto quello che ne può conseguire.
Non voglio assolutamente fare terrorismo psicologico, ma ritengo importante, visti i chiari di luna e la grande volatilità del settore, far presente ai lettori quali sono rischi che si possono avere su alcuni prodotti che, erroneamente, si pensano privi di rischio.
ETC: anche qui c’è l’inghippo…
Gli
ETC invece, non più assimilabili ai certificati, invece che agli ETF. Infatti non possiamo considerarli degli OICR, in quanto non viene costituito un fondo sottostante con gestione passiva. Il sottostante è , in questo caso una obbligazione che si chiama “
commodity contract“, alla quale è agganciato il derivato che poi dà la correlazione con l’indice delle conmmodity scelto.
Quindi, anche per gli
ETC il sottostante è un’
obbligazione. Perchè non sì è fatto un fondo con un solo prodotto? Pensaimo ad esempio l’oro. Bastava costruire un contenitore e riempirlo d’oro (per assurdo…).
Nossignore, non è possibile. Ed è proprio la normativa europea che lo vieta. Quindi, una tiratina d’orecchie a Borsa Italia che quota gli
ETC nello stesso segmento degli
ETF, dimenticando però il fatto che, tra i due prodotti, co sono delle differenze formali non sottovalutabili.