tontolina
Forumer storico
PER SALVARE L’EURO SIETE PRONTI A SACRIFICARE I VOSTRI SALARI?
Scritto il 2 dicembre 2014 alle 11:00 da icebergfinanza
![](/proxy.php?image=http%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2Ffiles%2F2014%2F12%2FImmagine3.jpg&hash=7bb268ed1f516d1ec794eecf5a2732e9)
Abbiamo visto in questi ultimi due anni che uno degli obiettivi primari della demenziale ideologia dell’austerity è stato quello di distruggere la domanda interna dei paesi periferici attraverso la persistente e sistematica svalutazione dei salari e distruzione di occupazione, al fine di recuperare competitività.
Affascinante davvero non passa giorno che qualche oca giuliva figlia del sogno europeo non terrorizzi la popolazione suggerendo che uscendo dall’euro i Vostri salari saranno disintegrati e oggi qualcuno ci chiede se siamo disponibili a sacrificare i nostri salari per salvare …l’euro!
Andiamo a dare un’occhiata a quanto scrive il quotidiano Le Matin, testata condivisa da alcuni giornali francofoni a proposito di Draghi e dei salari europei
Draghi : pour sauver l’euro, il va falloir sacrifier vos salaires !! ww.economiematin.fr
Tradotto in sintesi significa che… Per salvare l’euro, Draghi sacrifica gli stipendi
BRUXELLES (WSI) – La Bce vuole abbassare le remunerazioni degli europei pur mantenendo l’obiettivo di una inflazione vicina alla soglia del 2% prestabilita. Draghi ha lanciato un appello nemmeno troppo velato in cui chiede di poter aggiustare gli stipendi per aiutare l’euro. Si tratta in pratica di una svalutazione non monetaria bensì salariale nel blocco a 18.
Abbandonare così come salvare la moneta unica ha un prezzo. “Il prezzo da pagare per voler mantenere a tutti i costi l’euro comporta dei costi economici, ma anche dei costi in termina di perdita di crescita e dei costi sociali”, dice Charles Sannat, giornalista e analista ‘contrarian’, professore di economia in diverse università di business parigine.
(…) Interrogato sui rischi di ritornare al sistema del XIX secoo, in cui i salari e i prezzi potevano abbassarsi e aumentare fortemente, Draghi ha difeso la necessità di adottare una “svalutazione interna” (ovvero abbassare i costi di un paese se non è possibile abbassare i tassi di cambio).
La principale lezione, secondo Draghi, che ci ha fornito la crisi è che “in seno all’Ue dobbiamo stare attenti a non lasciare che i salari e i prezzi deviino”. “Dobbiamo stare molto attenti a mantenere i paesi competitivi”.
Ma senza aggiustamenti monetari, non restano che aggiustamenti dei salari. La sola maniera relativamente rapida per ritrovare la competitività è abbassare gli stipendi, come è successo in Grecia e in Spagna.
In media gli spagnoli sono pagati 675 euro al mese e un greco 480 euro. Ma il vero problema è che la riduzione delle buste paga non è accompagnata da un calo dei prezzi necessari per poter veramente ritrovare la crescita economica o piuttosto dell’attività economica.
(…) Parlando di “aberrazione economica” di proporzioni “storiche”, Sannat scrive che se la Bce ci chiede di abbassare i salari, lo stesso Draghi vuole mantenere l’inflazione vicina al 2%, ovvero un rincaro dei prezzi al consumo rispetto ai valori bassi attuali.
Non credo serva aggiungere altro l’obiettivo è chiaro!
Scritto il 2 dicembre 2014 alle 11:00 da icebergfinanza
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Abbiamo visto in questi ultimi due anni che uno degli obiettivi primari della demenziale ideologia dell’austerity è stato quello di distruggere la domanda interna dei paesi periferici attraverso la persistente e sistematica svalutazione dei salari e distruzione di occupazione, al fine di recuperare competitività.
Affascinante davvero non passa giorno che qualche oca giuliva figlia del sogno europeo non terrorizzi la popolazione suggerendo che uscendo dall’euro i Vostri salari saranno disintegrati e oggi qualcuno ci chiede se siamo disponibili a sacrificare i nostri salari per salvare …l’euro!
Andiamo a dare un’occhiata a quanto scrive il quotidiano Le Matin, testata condivisa da alcuni giornali francofoni a proposito di Draghi e dei salari europei
Draghi : pour sauver l’euro, il va falloir sacrifier vos salaires !! ww.economiematin.fr
Tradotto in sintesi significa che… Per salvare l’euro, Draghi sacrifica gli stipendi
BRUXELLES (WSI) – La Bce vuole abbassare le remunerazioni degli europei pur mantenendo l’obiettivo di una inflazione vicina alla soglia del 2% prestabilita. Draghi ha lanciato un appello nemmeno troppo velato in cui chiede di poter aggiustare gli stipendi per aiutare l’euro. Si tratta in pratica di una svalutazione non monetaria bensì salariale nel blocco a 18.
Abbandonare così come salvare la moneta unica ha un prezzo. “Il prezzo da pagare per voler mantenere a tutti i costi l’euro comporta dei costi economici, ma anche dei costi in termina di perdita di crescita e dei costi sociali”, dice Charles Sannat, giornalista e analista ‘contrarian’, professore di economia in diverse università di business parigine.
(…) Interrogato sui rischi di ritornare al sistema del XIX secoo, in cui i salari e i prezzi potevano abbassarsi e aumentare fortemente, Draghi ha difeso la necessità di adottare una “svalutazione interna” (ovvero abbassare i costi di un paese se non è possibile abbassare i tassi di cambio).
La principale lezione, secondo Draghi, che ci ha fornito la crisi è che “in seno all’Ue dobbiamo stare attenti a non lasciare che i salari e i prezzi deviino”. “Dobbiamo stare molto attenti a mantenere i paesi competitivi”.
Ma senza aggiustamenti monetari, non restano che aggiustamenti dei salari. La sola maniera relativamente rapida per ritrovare la competitività è abbassare gli stipendi, come è successo in Grecia e in Spagna.
In media gli spagnoli sono pagati 675 euro al mese e un greco 480 euro. Ma il vero problema è che la riduzione delle buste paga non è accompagnata da un calo dei prezzi necessari per poter veramente ritrovare la crescita economica o piuttosto dell’attività economica.
(…) Parlando di “aberrazione economica” di proporzioni “storiche”, Sannat scrive che se la Bce ci chiede di abbassare i salari, lo stesso Draghi vuole mantenere l’inflazione vicina al 2%, ovvero un rincaro dei prezzi al consumo rispetto ai valori bassi attuali.
Non credo serva aggiungere altro l’obiettivo è chiaro!