EUROPA nazista



UNITI PER L'EUROPA LIBERA DALLA DITTATURA!


Roma (21 aprile 2014): scie chimiche!


Su La Testa!: UNITI PER L'EUROPA LIBERA DALLA DITTATURA!



[FONT=&quot]di Gianni Lannes[/FONT]




[FONT=&quot]Anche nel vecchio continente gli esseri umani non hanno più alcun diritto; perfino il corpo umano è di proprietà dello Stato (date un’occhiata alla legislazione vigente). Certo, nominalmente sono rose e fiori, ma solo sulla carta, perché è in atto l'esproprio della vita.[/FONT]


[FONT=&quot]Prendete ad esempio la rappresentanza politica: gli elettori trattati peggio degli analfabeti, possono soltanto mettere una croce, beninteso una volta ogni tanto, quando si rinnova la farsa elettorale, sui candidati già prescelti dal sistema dominante.[/FONT]


[FONT=&quot]In Italia va anche peggio. Quasi 5 mesi fa la Corte costituzionale ha sentenziato l’incostituzionalità della legge elettorale 270/2005, con cui sono stati nominati onorevoli abusivi, e conseguentemente i presidenti di Camera, Senato e Repubblica.
Sono tutti addirittura illegittimi, già, ma ora chi ci fa più caso?
Nel belpaese va sempre di moda la memoria corta.[/FONT]






[FONT=&quot]I popoli europei non hanno il diritto di eleggere la Commissione europea ed il suo presidente, che sono poi quelli che realmente comandano, ma per conto terzi, ovvero le Corporazioni massoniche, finanziarie, industriali, politiche.
Il cosiddetto parlamento europeo (uno specchietto per le allodole) non ha alcun potere legislativo indipendente.
Gran parte dei trattati europei sono antidemocratici: per esempio il Trattato di Lisbona che ha annichilito le costituzioni delle nazioni europee.
Senza saperlo, o meglio comunicarlo ai rispettivi “popoli sovrani”: i Paesi che compongono la cosiddetta Europa hanno rinunciato alla sovranità.[/FONT]

[FONT=&quot]Il braccio armato del sistema di dominio in atto è costituito dalla NATO, che attraverso Eurogendfor dal 2006 controlla direttamente i subordinati organi di polizia; in Italia soprattutto l'Arma che ha perso la sua autonomia. Eurogendfor vanta licenza di uccidere e non risponde a qualsivoglia autorità giudiziaria, per eventuali reati e crimini.
Non ci credete?
Date un'occhiata ai trattati di Velsen e di Prum, nonché alla legge di ratifica italiana del 2010, addirittura 4 anni dopo l'inaugurazione della sede ufficiale a Vicenza, nella caserma dei carabinieri "generale Chinotto".
Eurogendfor - superfluo sottolineare sotto la direzione United States of America - ha operatività su tutto il globo terrestre. Infatti, questo braccio armato del sistema di potere dominante in occidente, era ad Haiti un istante dopo il terremoto telecomandato, come sempre, dallo zio Sam.[/FONT]


[FONT=&quot]Allora, per quale ragione dopo la fine della guerra fredda, sancita dalla caduta del muro di Berlino nel 1989, gli Stati Uniti d’America detengono illegalmente in ben sei paesi europei (tra cui l’ Italia) nientedimeno 480 bombe atomiche modello b 61? Senza contare il resto dell'arsenale atomico proibito allocato in Sicilia, Toscana e Veneto? Si tratta di atomiche tattiche - cadauna da 30 a 170 chilotoni - che potrebbero disintegrare il nostro continente. E perché mai nessuno ha fiatato quando recentemente il burattino Obama ha dichiarato pubblicamente, che questi ordigni di morte - peraltro, vietati dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) - sono in corso di potenziamento? Vale a dire: ognuna di esse avrà una potenza massima di 250 chilotoni. Giusto per un raffronto: la bomba sganciata su Hiroshima aveva una potenza di appena 13 chilotoni. Perché mai nessun politicante da strapazzo mette in discussione questa gravissima situazione e mette in atto subito la denuclearizzazione militare dell’Europa? [/FONT]


[FONT=&quot]Le forze armate United States of America non solo hanno invaso la nostra terra ma la occupano per massacrare esseri umani e rapinare risorse naturali a popoli tecnologicamente indifesi.
La NATO ha trasformato l’Europa in una gigantesca camera a gas: ogni giorno centinaia di velivoli irrorano l’aria dei centri abitati con le famigerate scie chimiche che contengono sostanze tossiche (alluminio, bario, manganese, torio, polimeri artificiali, eccetera).[/FONT]


[FONT=&quot]In altri termini, comandano alcune società segrete che ormai hanno acquisito potere di vita e di morte su gran parte dell’Europa. E quale migliore strumento di soggiogamento dell’euro? Sia chiaro: il debito pubblico non esiste, è il frutto di una speculazione finanziaria, alla voce signoraggio. L’unico debito è di natura ecologica, è l’abbiamo contratto con madre Natura che reclama soltanto equilibrio.[/FONT]


[FONT=&quot]Che fare? Intanto, riflettere: non c'è riibellione senza una minima consapevolezza critica di ogni singolo individuo. Il cambiamento parte da ognuno di noi e non può essere delegato ad altri. Non abbandonarsi allo sconforto e non affidarsi ai saltimbanchi sulla scena mediatica, che servono a controllare e a portare in un vicolo cieco le sacrosante proteste ed il malcontento popolare.
In Italia, per esempio, imperversa un buffone di corte, padrone di un partito, che nel 2008 ha incontrato l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America, a Roma e si è messo d’accordo sul prezzo della casaloggia. E tanti sono pure contenti e fessi di farsi turlupinare così a buon mercato.
Nulla è perduto, ma attenzione alle società segrete, e rammentiamo che internet e la rete sono soltanto strumenti, non il fine, oppure un’area dove parcheggiarsi per sempre. Lo Stato di diritto è ben altra cosa dalle allucinazioni propagandate sul web. [/FONT]


[FONT=&quot]Per sconfiggere questa tirannia dittatoriale che ha ci ha già tutti schedati con vari pretesti, occorre intelligenza, astuzia, creatività. Dunque non violenza. Seguitare a lamentarsi sul web o nella realtà materiale, non serve a niente, soprattutto alla causa di liberazione dal male che ci affligge.[/FONT]


[FONT=&quot]Prima cosa: uno sciopero fiscale nell’intera Unione europea. Non si pagano più tasse inique che servono prevalentemente a mantenere una casta di parassiti , e soprattutto a fare la guerra per sfruttare i paesi del terzo e quarto mondo, scatenando esodi di masse bibliche, soprattutto in Europa, al fine di sconquassare definitivamente il vecchio continente. Con tale sistema chi tira le fila riesce a scardinare i sistemi sociali europei, soprattutto in Italia, il primo punto di approdo. E qui il razzismo, anche se qualche deficiente soffia sul fuoco, non c'entra niente. Il dito va puntato contro chi sfrutta l'Africa e il Medioriente, e ha trasformato anche l'Europa in una colonia a stelle e strisce.[/FONT]


[FONT=&quot]Seconda cosa: in gran massa non si va a votare. Il 25 maggio si disertano le urne e si va a fare una gita all'aria aperta. Come detto prima, il sistema è palesemente truccato e richiede la nostra ratifica periodica per strangolarci meglio. Non ha senso inviare dei burattini subordinati a Strasburgo, e mantenerli inutilmente a sbafo.[/FONT]


[FONT=&quot]Terza cosa: uno sciopero generale ad oltranza: consumi (in particolare il gioco d'azzardo e le lotterie), trasporti, lavoro (per chi ancora ne vanta qualcuno).[/FONT]


[FONT=&quot]Quarta cosa: costituzione in ogni Paese europeo di un Comitato di liberazione nazionale che raccolga il meglio dell’umanità ancora pensante e non sottomessa al profitto e al dominio di pochi squilibrati.[/FONT]


[FONT=&quot]Queste sono le premesse fondamentali da cui partire per l’autodeterminazione dei popoli, un diritto universale. Niente illusioni: la tirannia si può soltanto abbattere, non riformare. E allora, addio anche all'euro.[/FONT]

[FONT=&quot]E' l'ora di passare dal dire al fare, senza divisioni in tifoserie e consorterie. Gli schemi destra, centro e sinistra sono ormai logori. Basta padroni e sfruttamento. Sveglia dal letargo: la scintilla che risveglia l'Europa può partire dall'Italia, ma staccate la spina alla televisione.[/FONT]




[FONT=&quot]SU LA TESTA![/FONT]







 
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Anche se nessuno ne parla, l'Unione Europea sta iniziando a discutere la cosiddetta "Equal-Treatment Directive", una direttiva comunitaria che, se approvata, avrà valore vincolante per gli Stati membri e sarà quasi impossibile da riformare.
La proposta è stata originariamente elaborata con l'intento lodevole per proteggere le persone con disabilità dalle discriminazioni. Tuttavia, da quel momento il documento è stato strumentalizzato per altri fini: limitare le libertà dei cittadini con modalità che non hanno precedenti. In gioco ci sono la libertà contrattuale, la libertà di coscienza e di autonomia privata, soprattutto in tema di matrimonio e famiglia.
Per fare alcuni esempi, tratti da Paesi in cui sono già in vigore direttive simili, un fiorista è stato citato in giudizio perché non voleva fare composizioni floreali per un matrimonio tra persone dello stesso sesso; oppure, un campo estivo cristiano è stato citato in giudizio perché non voleva affittare la propria sede a un'associazione gay.
La direttiva parte dal principio per il quale non bisogna discriminare le persone in quanto tali (principio ovviamente nobilissimo), per poi finire per costringere le persone a stipulare contratti (e quindi a comportarsi) in modo contrario alle loro convinzioni morali o religiose.
Nel caso concreto del fiorista, un conto è esporre fuori dal proprio negozio un cartello con scritto "Vietato l'ingresso ai gay", il che rappresenterebbe una trovata discriminatoria e odiosa (oltre che stupida, dato che non sarebbe possibile "certificare" l'orientamento sessuale dei singoli clienti), un altro è rifiutarsi di lavorare alla preparazione di un "matrimonio" gay: a nostro avviso, se un fiorista non ritiene (per ragioni personali, morali or religiose che siano) di fornire un servizio, deve avere la libertà di non farlo. Ciò non costituisce affatto una discriminazione: al contrario, costringere a stipulare un contratto e a comportarsi di conseguenza (magari contro le proprie convinzioni etiche o religiose).rappresenta un atto violento e illiberale.
Un altro esempio concreto: un ristorante di Madrid qualche mese fa si è rifiutato di organizzare un banchetto per un matrimonio gay. Il ristorante ha numerosi dipendenti e clienti omosessuali, e nessuno di essi ha mai segnalato di aver subito discriminazioni. Tutt'altra cosa, ancora una volta, è la fornitura di un servizio che può andare contro le convinzioni del proprietario dell'attività: nel caso specifico, se il ristoratore è convinto che il matrimonio sia solo quello tra uomo e donna, a nostro parere nessuno deve obbligarlo ad organizzare un banchetto di nozze di altro tipo.
Ancora una volta, si tenta di far avanzare il fronte dei cosiddetti "diritti LGBT" e del "matrimonio" gay (e di impedire a chi dissente di agire liberamente di conseguenza, nel rispetto di tutti) con l'odioso "cavallo di Troia" della lotta alle discriminazioni contro i disabili. Come a dire "Se non sei d'accordo con il matrimonio gay, sei come quelli che discriminano i disabili". E invece no!
Le due cose non hanno nulla in comune: bisogna contrastare il più possibile le discriminazioni contro i disabili (e contro chiunque altro) senza modificare il concetto di "discriminazione" a fini ideologici.
Gudrun Kugler, consulente di CitizenGO e direttrice dell'Osservatorio contro l'Intolleranza e le Discriminazioni contro i Cristiani in Europa, ha lanciato la seguente petizione (http://www.citizengo.org/it/14345-no-al-progetto-equal-treatment-directive), per chiedere all'Unione Europea di accantonare il progetto "Equal-Treatment Directive".
La proposta di direttiva sulla parità di trattamento può essere adottato o modificato solo da una decisione unanime di tutti gli Stati membri, e non è un caso che, in una Conferenza tra lobby gay dello scorso ottobre al Parlamento Europeo, si sia insistito più volte sulla necessità di far accettare questa direttiva anche ai molti Paesi che non la vogliono adottare.
Ti invito a partecipare alla petizione di Gudrun con la tua firma, come ho fatto io:
http://www.citizengo.org/it/14345-no-al-progetto-equal-treatment-directive
Dopo aver firmato, ti invito come sempre a diffondere l'iniziativa tra i tuoi amici e conoscenti. Puoi usare Gmail, Facebook e Twitter (tramite la pagina che visualizzerai dopo la firma) o il servizio di posta elettronica che preferisci (inoltrando questo mio messaggio, oppure quello che riceverai automaticamente dopo aver firmato).
Varie associazioni pubblicheranno una lettera aperta il 3 dicembre, Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, per affermare con forza che le vere discriminazioni si combattono senza ideologia e senza limitare la libertà di nessuno. Tutte le firme raccolte saranno allegate alla lettera, e sono convinto che non vorrai far mancare la tua.
Grazie per la tua partecipazione.
 
Giulietto Chiesa arrestato in Estonia. Il ministero degli Esteri: “Sarà espulso”

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Cronaca
Il giornalista ed ex eurodeputato è stato fermato in albergo dopo aver partecipato a un convegno. Secondo il legale è stato dichiarato "persona non gradita", ma i motivi non si conoscono


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Giulietto Chiesa e le vesti della libertà

Giulietto di nuovo libero, ma il Cuore Nero dell'Occidente non vuole spiegare l'arresto in Estonia. Un'Europa da rovesciare usando di nuovo i diritti [Pino Cabras]
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Capita anche questo

« Capita a chi, ostinatamente, continua a dichiararsi un uomo libero e un cittadino europeo ma che con questa Europa liberticida e parruccona non vorrebbe averci più niente a che fare. » [Pier Francesco De Iulio]
Redazione

martedì 16 dicembre 2014 07:00
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di Pier Francesco De Iulio


Capita che un cittadino italiano - un cittadino europeo - venga sbattuto in carcere perché non lo si vuole far parlare.
E cosa avrebbe potuto dire di così criminale? Che siamo di fronte a una catastrofe annunciata dalla quale sembra ormai non ci sia più scampo? Che l'avidità delle banche e degli affari finanziari internazionali ci sta portando alla fame? Che la politica di Bruxelles e gran parte di quella che agita le salme degli Stati nazionali è corrotta e complice del disastro che abbiamo sotto gli occhi? Che un impero in declino - qual è quello statunitense - in un disperato tentativo di salvare per sé l'american way of life sta trascinando interi popoli - il suo per primo - alla forca di una sanguinosa guerra planetaria? Che il fascismo e il nazismo hanno dilagato in più parti d'Europa?
Di questo è accusato Giulietto Chiesa?
Ma se fosse così, tutti noi siamo in pericolo d'arresto. Le porte dei penitenziari e delle caserme, non soltanto quelle estone - forse sovvenzionate dai dollari della NATO - dovrebbero essere aperte a una folla di rei confessi.
Dunque, capita anche questo. Capita a chi, ostinatamente, continua a dichiararsi un uomo libero e un cittadino europeo ma che con questa Europa liberticida e parruccona non vorrebbe averci più niente a che fare.

(16 dicembre 2014)


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Ultima modifica:
Europa, la democrazia è finita: Draghi lo ricorda a Tsipras

Scritto il 12/2/15 • nella Categoria: idee

Non chiamatele pressioni, sono ricatti. Non parlate di separazione di poteri, al vertice dell’Unione Europea non esistono. Sto parlando, ovviamente, del trattamento che “l’Europa” sta riservando alla Grecia. Quando la Banca centrale europea annuncia che non accetterà più i titoli pubblici greci a garanzia dei prestiti bancari, compie un gesto politico, dalla forza dirompente, paragonabile a un atto militare. Di fatto priva le banche di liquidità, ed è come se si riducesse l’ossigeno a un paziente reduce da una lunga malattia. Gli spin doctor della Bce hanno presentato la decisione alla stregua di “pressioni” sul governo greco; in realtà è una forma di ricatto, che dimostra, ancora una volta, come in questa Europa la democrazia sia più formale che sostanziale e come la volontà popolare non abbia possibilità di affermazione non appena contrasta con gli interessi e i piani delle élite europee. Fuor di metafora: Draghi ha messo Tsipras con le spalle al muro: se persiste sulla strada della rinegoziazione del debito, le banche greche, nel giro di poche settimane o forse di pochi giorni, si troveranno senza fondi, alcune chiuderanno, la gente assalirà, inutilmente, bancomat e sportelli, l’economia si fermerà.
A quel punto Tsipras avrà di fronte a sé due alternative: rompere definitivamente e uscire dall’euro o chinare la testa. Secondo voi come finirà? L’effetto, se questo scenario dovesse realizzarsi, sarebbe disastroso per la nostra democrazia: dimostrerebbe che i vari Syriza, Podemos, eccetera non hanno alcuna possibilità di realizzare le proprie promesse elettorali e che ai popoli europei non resta in realtà che una scelta: applicare i diktat della Troika con un premier di centrosinistra o applicare i diktat della Troika con un premier di centrodestra. Cambia l’etichetta, non la sostanza. Nell’Europa di oggi, chi controlla la moneta, ovvero l’euro, di fatto rappresenta il potere più forte, condizionante in quanto ostativo, di tutte le istituzioni nazionali ed europee. Un potere che è assoluto. A chi risponde la Bce? A nessuno. Qual è il contropotere della Bce? Non esiste. Chi può giudicare la Bce? Nessun tribunale, la Banca centrale beneficia di fatto di un’immunità assoluta. Ma, vien da pensare, concetti che pensavamo sacri come la tripartizione dei poteri, la sovranità popolare? Spariti in un colpo.
Non contano più, perché con la pretesa di proteggere la banca dalle interferenze dei politici, si è di fatto creato un feudo senza precedenti che ha potere di vita, di sofferenza (tanta sofferenza) e di morte su tutti i cittadini europei. Con la consueta dose di ipocrisia: all’indomani del voto in Grecia il presidente della Bce Mario Draghi, della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, del Consiglio Donald Tusk e dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem si sono riuniti per esaminare la situazione e coordinare la risposta. Scusate, sarò un po’ tonto: ma se la Banca centrale europea deve essere immune dall’influenza dei politici, perché deve coordinarsi con istituzioni politiche? Draghi non dovrebbe immischiarsi di questioni politiche e men che meno partecipare a decisioni che, in una vera democrazia, spetterebbero ai rappresentanti del popolo. E invece l’indipendenza vale solo verso i politici nazionali, non ai vertici dell’Unione Europea e non solo perché essi non hanno piena legittimità popolare. I leader politici, economici, monetari dell’Unione Europea condividono un disegno, un progetto, un metodo di gestione del potere. A quei livelli le barriere non contano. Bisogna mantenere la rotta. E dimostrare a tutti i cittadini europei che il destino è segnato.
(Marcello Foa, “Grecia e Bce, avete capito o no chi governa davvero?”, dal blog di Foa su “Il Giornale” del 7 febbraio 2015).




Non chiamatele pressioni, sono ricatti.

Non parlate di separazione di poteri, al vertice dell’Unione Europea non esistono.

Sto parlando, ovviamente, del trattamento che “l’Europa” sta riservando alla Grecia.

Quando la Banca centrale europea annuncia che non accetterà più i titoli pubblici greci a garanzia dei prestiti bancari, compie un gesto politico, dalla forza dirompente, paragonabile a un atto militare.

Di fatto priva le banche di liquidità, ed è come se si riducesse l’ossigeno a un paziente reduce da una lunga malattia. Gli spin doctor della Bce hanno presentato la decisione alla stregua di “pressioni” sul governo greco; in realtà è una forma di ricatto, che dimostra, ancora una volta, come in questa Europa la democrazia sia più formale che sostanziale e come la volontà popolare non abbia possibilità di affermazione non appena contrasta con gli interessi e i piani delle élite europee. Fuor di metafora: Draghi ha messo Tsipras con le spalle al muro: se persiste sulla strada della rinegoziazione del debito, le banche greche, nel giro di poche settimane o forse di pochi giorni, si troveranno senza fondi, alcune chiuderanno, la gente assalirà, inutilmente, bancomat e sportelli, l’economia si fermerà.
A quel punto Tsipras avrà di fronte a sé due alternative: rompere definitivamente e uscire dall’euro o chinare la testa. Secondo voi come finirà? L’effetto, se questo scenario dovesse realizzarsi, sarebbe disastroso per la nostra democrazia: dimostrerebbe che i vari Syriza, Podemos, eccetera non hanno alcuna possibilità di realizzare le proprie promesse elettorali e che ai popoli europei non resta in realtà che una scelta: applicare i diktat della Troika con un premier di centrosinistra o applicare i diktat della Troika con un premier di centrodestra. Cambia l’etichetta, non la sostanza. Nell’Europa di oggi, chi controlla la moneta, ovvero l’euro, di fatto rappresenta il potere più forte, condizionante in quanto ostativo, di tutte le istituzioni nazionali ed europee. Un potere che è assoluto. A chi risponde la Bce? A nessuno. Qual è il contropotere della Bce? Non esiste. Chi può giudicare la Bce? Nessun tribunale, la Banca centrale beneficia di fatto di un’immunità assoluta. Ma, vien da pensare, concetti che pensavamo sacri come la tripartizione dei poteri, la sovranità popolare? Spariti in un colpo.
Non contano più, perché con la pretesa di proteggere la banca dalle interferenze dei politici, si è di fatto creato un feudo senza precedenti che ha potere di vita, di sofferenza (tanta sofferenza) e di morte su tutti i cittadini europei. Con la consueta dose di ipocrisia: all’indomani del voto in Grecia il presidente della Bce Mario Draghi, della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, del Consiglio Donald Tusk e dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem si sono riuniti per esaminare la situazione e coordinare la risposta. Scusate, sarò un po’ tonto: ma se la Banca centrale europea deve essere immune dall’influenza dei politici, perché deve coordinarsi con istituzioni politiche? Draghi non dovrebbe immischiarsi di questioni politiche e men che meno partecipare a decisioni che, in una vera democrazia, spetterebbero ai rappresentanti del popolo. E invece l’indipendenza vale solo verso i politici nazionali, non ai vertici dell’Unione Europea e non solo perché essi non hanno piena legittimità popolare. I leader politici, economici, monetari dell’Unione Europea condividono un disegno, un progetto, un metodo di gestione del potere. A quei livelli le barriere non contano. Bisogna mantenere la rotta. E dimostrare a tutti i cittadini europei che il destino è segnato.
(Marcello Foa, “Grecia e Bce, avete capito o no chi governa davvero?”, dal blog di Foa su “Il Giornale” del 7 febbraio 2015).
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la domanda e' perche' Tsipras prende tempo?
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forse alla UE potrebbe anche non importare troppo di una Grecia fuori, ma sarebbe un pericolosissimo precedente (per la Merdel) e un succoso invito a seguirla per diversi altri paesi
 

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