FALCK RENEWABLES – 1° TRIM. 2016 DA DIMENTICARE. BENE SOLO IL DEBITO
16/05/2016
Nel periodo gennaio-marzo dell’anno in corso il gruppo controllato dalla famiglia Falck ha registrato deboli risultati a livello di conto economico a causa della flessione generalizzata dei prezzi dell’energia elettrica e degli incentivi, a cui si è accompagnato anche l’effetto negativo del rafforzamento dell’euro sulla sterlina. I ricavi sono così diminuiti del 16,4% su base annua e il margine operativo lordo del 22,1% su base annua, nonostante il contenimento dei costi operativi. Allo stesso modo, il risultato ante imposte è scivolato del 37,8% su base annua, malgrado la riduzione della voce ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni e degli oneri finanziari netti. L’unica nota positiva di questa trimestrale sembra essere rappresentata dall'indebitamento finanziario netto (senza il fair value dei derivati), che al 31 marzo è stato pari a 518,8 milioni, in riduzione dell’8,4% rispetto alla fine del 2015 anche grazie all'effetto cambio, che ha avuto un impatto positivo di 17,3 milioni. Il management ha fornito una guidance di 130 milioni per l'Ebitda 2016 rispetto ai 152,4 milioni rilevati nel bilancio 2015 e ha annunciato che il prossimo novembre presenterà un nuovo piano industriale.
Lo scorso giovedì (dopo la chiusura dei mercati), il gruppo guidato da Toni Volpe ha presentato i risultati dei primi tre mesi del 2016. Nel dettaglio, i ricavi consolidati sono stati pari a 73,3 milioni di euro, in flessione del 16,4% su base annua soprattutto per lo scivolone dei prezzi medi di cessione dell’energia elettrica in Italia (-8,9% su base annua), Spagna (-41,2% su base annua) e Regno Unito (-10,8% su base annua) provocato sia dai bassi prezzi dei prodotti petroliferi, in mercati con domanda elettrica stagnante, sia da alcuni eventi specifici del settore rinnovabile. In particolare, Oltremanica sono stati aboliti da agosto 2015 i LECs (Levy Exemption Certificates), che rappresentavano una remunerazione addizionale di 5 GBP/MWh per gli impianti eolici, mentre in Italia con riferimento all’impianto biomasse di Ecosesto, da gennaio 2016, al posto del valore medio annuo del prezzo di cessione dell’energia elettrica come definito dalla Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, è stato utilizzato un valore fisso che ha determinato un valore per certificato verde di 80,3 EUR/MWh contro i 101,5 EUR/MWh del primo trimestre 2015. Sempre in Italia, poi, l’Authority ha comunicato inaspettatamente che il valore medio annuo del prezzo di cessione dell’energia elettrica registrato nell’anno 2015 è valido ai fini della definizione del prezzo di collocamento sul mercato dei certificati verdi per il 2016 e ai fini della definizione del valore degli incentivi che sostituiscono i certificati verdi. Appare pertanto probabile che la Tariffa Incentivante per il 2016 possa essere uguale al valore dei certificati verdi dell’anno 2015. A pesare sul fatturato complessivo di Falck Renewables anche la svalutazione della sterlina sull’euro pari al 3,5% e una produzione eolica, che anche se è stata superiore dell’1,7% rispetto alle previsioni aziendali, è diminuita del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2015, che aveva beneficiato di una eccezionale ventosità, in particolare nel Regno Unito.
A livello di risultati operativi, la debolezza dei ricavi ha pesato sull’Ebitda del primo trimestre del 2016, che ha subito una flessione del 22,1% su base annua nonostante l’azione di contenimento dei costi operativi (-7% su base annua). Allo stesso modo, l’Ebit è scivolato di quasi il 30% su base annua, attestandosi a quota 25,7 milioni, malgrado la voce ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni sia diminuita del 6,4% su base annua.
Al di sotto della gestione caratteristica, gli oneri finanziari netti si sono ridotti dell’11% su base annua principalmente per i minori interessi passivi su alcuni finanziamenti grazie alla rinegoziazione delle condizioni economiche effettuata nella seconda parte del 2015, per minori oneri finanziari sul
Corporate Loan rimborsato a maggio 2015, e per minori svalutazioni nette dei crediti finanziari. Sulla base di tutte queste dinamiche, i primi tre mesi dell’anno in corso si sono chiusi con risultato positivo ante imposte di 15,6 milioni, in discesa del 37,8% su base annua.
Sul fronte dello stato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto, senza il
fair value dei derivati, è stato pari a 518,8 milioni al 31 marzo del 2016, in flessione dell’8,4% rispetto alla fine del 2015. Tale riduzione è da attribuire alla cassa generata dagli impianti in esercizio che ammonta a 43,6 milioni, compensata dagli investimenti del periodo per 14,3 milioni, mentre la rivalutazione dell’euro sulla sterlina ha comportato un beneficio di 17,3 milioni.
Sulla base dei risultati del primo trimestre del 2016, i vertici di Falck Renewables hanno poi dichiarato di attendersi per l’intero esercizio in corso un Ebitda di circa 130 milioni che si confronta con i 152,4 milioni registrati nell’intero 2015, quindi con un calo di circa il 14,7% su base annua. La
guidance sul margine operativo lordo del 2016 è stata formulata assumendo per l’Italia un Pun di 40 EUR/MWh, per il Regno Unito un prezzo dell’elettricità sul mercato all’ingrosso di 34 GBP/MWh e un cambio euro/sterlina di 0,78. Il management del gruppo di Sesto San Giovanni ha poi annunciato per il prossimo novembre un nuovo piano industriale.