ROMA - Un Paese ancora più "verde" con una pioggia di incentivi sulle rinnovabili. La strategia del governo è stata presentata a Palazzo Chigi da Matteo Renzi: "Oggi siamo qui a presentare il lavoro di squadra che questo Paese intende fare sulle rinnovabili partendo dalle aziende: abbiamo la prima azienda italiana come fatturato e lavoratori, che è l'Eni, e la seconda che è Enel, due grandi multinazionali che rispondono agli azionisti sui mercati, che hanno ingegneria e innovazione tali da essere leader a livello mondiale ma hanno l'opportunità di intervenire a livello territoriale nel nostro Paese". Così, il presidente del Consiglio ha lanciato questa nuova "strategia verde" in un incontro che ha visto presenti anche i vertici di Terna.
"Abbiamo aspettato la fine delle polemiche post referendarie e sulle amministrative", ha precisato Renzi, per presentare "un pacchetto di interventi che parte dalle aziende private e che dimostra che, con l'impegno del governo, c'è una strategia verde in questo paese". Si tratta di "una strategia "alla quale chiamiamo a orientarsi tutti i partner pubblici e privati". Quindi, invitando il comparto delle energie rinnovabili ad abbandonare i "pianti" legati al calo degli incentivi e rivendicando il fatto che l'Italia è all'avanguardia, il premier ha annunciato: "Oggi sarà firmato un decreto del ministro dello Sviluppo economico che vale 9 miliardi per i prossimi 20 anni sulle rinnovabili".
Il ministro Carlo Calenda ha quindi spiegato nel dettaglio che si tratta di 480 milioni l'anno: "Il decreto è diverso dal passato perchè ha un livello di uniformità e non c'è alcun aggravio. Dobbiamo andare verso la neutralità tecnologica - ha spiegato il ministro - e questa era l'ultima occasione per noi per fare un ragionamento industriale e non finanziario". Quanto ai fondi, "sono circa 480 milioni di euro l'anno per 20 anni e saranno ripartiti per un 50% sulle tecnologie quasi in equilibrio come l'eolico, un 25% sulle tecnologie di frontiera come la geotermia e il termodinamico e un altro 25% per l'economia circolare, come le biomasse e le fonti di scarto".
Per quanto compete alle singole aziende, l'ad dell'Eni, Claudio De Scalzi, ha spiegato: "Stiamo parlando con Francesco (Starace, numero uno dell'Enel, ndr) e altri interessati per fare joint venture su questi terreni" destinati allo sviluppo delle rinnovabili. La nuova sfida di Eni in Italia, ha ricordato descalzi, è infatti la trasformazione "di 4mila ettari bonificati e già predisposti, terreno ideale per portare fotovoltaico in prima fase". Di nuovo Renzi ha spiegato il ruolo di Terna: "La produzione di rinnovabili non e' efficiente senza una rete. E allora Terna investirà 4 miliardi nei prossimi quattro anni, uno l'anno". L'ad Matteo del Fante ha quindi dettagliato: "Stiamo valutando i singoli siti Eni per gli allacciamenti e vedere come bilanciare la rete". Lo stesso Starace ha infine aggiunto: "Enel ha in programma investimenti in reti per 2,2 miliardi, parte per i contatori digitali e parte sulle colonnine per la ricarica delle auto e le smart cities. Ci saranno 2,2 miliardi sulle rinnovabili, anche se molto dipenderà dalle normative italiane: trasformiamo 23 siti produttivi in nuove