Macroeconomia Fine dell'euro: scenari possibili o ipotetici (2 lettori)

tommy271

Forumer storico
Allora: come dice Tommy se l'Italia defaulta sul serio (nel 92 non avvenne e ci salvammo per un pelo) te lo puoi scordare di tenere titoli o valute all'estero col tuo codice fiscale...le vie per salvare qualcosa sarebbero ben altre, note da sempre a chi sa davvero e in anticipo come stanno le cose... conti cifrati, società off-shore, trust, paradisi vari ecc. ecc. Così è successo in Argentina, così in Grecia e così sarà anche qui...quindi...c'è poco da fare.
Ti butto là questa alternativa: ti converti tutto il capitale in oro e terra, ti costruisci anche un'armeria per difendere tutto, assoldi un pò di "brava gente" e te ne stai rintanato nella tua fortezza, ricordandosi però che l'oro non si mangia...:lol::lol:

Mi sembra una buona soluzione .... :lol::lol::lol:.
 

tommy271

Forumer storico
Il futuro dell'euro è incerto, secondo economiesuisse


Gerold Bührer, presidente di economiesuisse, vede nero: il rischio che l'euro cada a pezzi è molto elevato. "Dobbiamo seriamente prendere in considerazione l'eventualità che la moneta unica, nella sua configurazione attuale, è in grado di sopravvivere solo se verranno apportate drastiche correzioni", afferma Bührer in un'intervista al domenicale "SonntagsZeitung".


L'euro continuerà ad esistere anche in futuro, "ma alcuni Paesi molto indebitati come Grecia, Irlanda e Portogallo non parteciperanno forse più all'unione monetaria". Le differenze tra questi Stati, poco concorrenziali, e la Germania sono troppo pronunciate perché tutti i Paesi europei possano rimanere sotto un unico tetto.
Il crollo dell'euro avrebbe per le aziende svizzere di esportazione "conseguenze fatali". "Il franco svizzero si rafforzerebbe ulteriormente, non soltanto nei confronti dell'euro, ma anche del dollaro". I prodotti elvetici, all'estero, diverrebbero ancora più cari e molte imprese svizzere sarebbero costrette a chiudere.

(Bluewin.ch)
 

mago gambamerlo

Xx Phuket xX
Le Alpi limtano un po gl' orizzonti ; Come osservavano i buoni Zii Yanke il crollo del' Euro sarebbe la madre di tutte le crisi finanziarie e le prime conseguenze fatali sarebbero per le banche Ch e arrivederci Hanz ....
Come osservavi in altro articolo nemmeno la big germany ne sarebbe immune e comunque il caos sarebbe di proporzioni beh lasciamo perdere.:D

Il futuro dell'euro è incerto, secondo economiesuisse


Gerold Bührer, presidente di economiesuisse, vede nero: il rischio che l'euro cada a pezzi è molto elevato. "Dobbiamo seriamente prendere in considerazione l'eventualità che la moneta unica, nella sua configurazione attuale, è in grado di sopravvivere solo se verranno apportate drastiche correzioni", afferma Bührer in un'intervista al domenicale "SonntagsZeitung".


L'euro continuerà ad esistere anche in futuro, "ma alcuni Paesi molto indebitati come Grecia, Irlanda e Portogallo non parteciperanno forse più all'unione monetaria". Le differenze tra questi Stati, poco concorrenziali, e la Germania sono troppo pronunciate perché tutti i Paesi europei possano rimanere sotto un unico tetto.
Il crollo dell'euro avrebbe per le aziende svizzere di esportazione "conseguenze fatali". "Il franco svizzero si rafforzerebbe ulteriormente, non soltanto nei confronti dell'euro, ma anche del dollaro". I prodotti elvetici, all'estero, diverrebbero ancora più cari e molte imprese svizzere sarebbero costrette a chiudere.

(Bluewin.ch)
 

Comandante Gerard

Forumer storico
Interessante...

Mette in guardia anche sulle subordinate ahime´...(AIB docet?)
Da qui:
Qual è il futuro dell?Europa e dell?Euro? | IntermarketAndMore

Unione Europea divisa tra default, monetizzazione e back to the past

Mi è capitato nelle ultime settimane di ricevere molte email di amici lettori del blog i quali si domandano quali sono gli scenari possibili per il futuro dell’Euro, dei paesi Euro periferici e dell’Unione Europea. O meglio ancora…cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi per salvare l’Euro e i paesi PIGS (e non solo quelli).
Beh, faccio una premessa. L’economia Europea e le banche Euro e non Euro sono troppo interconnesse tra di loro, tanto che (secondo me) il sistema finanziario non potrebbe sopportatre un default nazionale. Almeno per il momento. Quindi mi sentirei di escludere, tranne in caso di straordinari colpi di scena, soluzioni molto drastiche per il 2010-2011.
Ma all’atto pratico cosa potrebbe avvenire?
Le soluzioni potrebbero essere racchiuse in 3 ipotesi (poi magari ce ne sono altre, ma io inizio a valutare queste).
1) Default
2) Monetizzazione
3) Back to the past

1) Default

Tutti ne parlano ed è lo scenario allo stato attuale più probabile, se non cambia qualcosa di molto radicale. Default significa fallimento, e fondamentalmente significa ristrutturazione del debito. Allo stato attuale, non c’è alternativa alla ristrutturazione per realtà come la Grecia o l’Irlanda. Un bel taglio al valore nominale del debito (30-40%) con un abbattimento del tasso ed un allungamento della scadenza. Prendere o lasciare. Ovvio che questa ristrutturazione potrebbe avere sul mondo bancario (ehm, il problema è sempre lì…) effetti devastanti. Appena possibile cercherà di scrivere un post sulla leva finanziaria delle banche europee così capirete che qui, in Europa, la crisi e il default di Lehman Brothers non hanno insegnato nulla. Viva i derivati, viva la leva finanziaria, viva il too big to fail.
Ma visto che il problema sono le banche, c’è chi dice (Merkel) di far pagare la crisi ai risparmiatori. Non dimentichiamo mai quanto scritto in un post di qualche giorno fa sulle OBBLIGAZIONI SUBORDINATE. E’ uno scenario che continua ad essere plausibile e creerebbe danni massicci proprio ai possessori di questi bonds che, a volte, neanche sanno cosa è una clausola di subordinazione, oppure non sanno della loro presenza.

2) Monetizzazione

forse la soluzione più semplice ed è quella che vedo come più plausibile, ed è quello che ha utilizzato la FED negli anni duri della crisi subprime, con il famoso TARP.
La BCE interviene massicciamente acquistanto, sostenendo e garantendo tutto il debito sovrano dell’area Euro. L’obiettivo sarebbe, oltre quello di garantire, ma anche di dare un segnale fortissimo agli speculatori: signori, non c’è trippa per gatti, garantiamo tutto e il nostro potere è potenzialmente illimitato (oppss… sono parole che ho usato qualche giorno fa proprio per la FED…). Certo, per arrivare a questo “compromesso” è necessaria una “nuova Unione Europea”, un patto molto forte tra i paesi membri e la consapevolezza che la BCE non può più solo difendere l’Euro Area dall’inflazione, ma deve pensare anche a tante altre cose. Una BCE insomma più dinamica ed efficace. E l’inflazione? Certo, questa valanga di liquidità immessa sul mercato (oltre a nuovi titoli BEI o EFSF emessi ad hoc) porteranno inflazione ma anche svalutazione competitiva (proprio come stanno facendo gli USA) che stimolerà le esportazioni. Ma il problema dell’inflazione si dovrà analizzare e risolvere in un secondo tempo. Ora occorre salvare, primaria esigenza. Certo è che…se così dovesse accadere, non oso immaginare che fine faranno i metalli preziosi come platino, oro ed argento… Ok, so che molti di voi contesteranno violentemente questo scenario proprio perché è il solito switch all’americana, ovvero si sposta il problema del debito ma non si risolve. Solo che così facendo, il debito verrebbe accollato alla BCE la quale, se rapportata al PIL prodotto del’area, sarebbe sostenibile. Proprio su questo argomento ho letto ieri un interessante articolo sul SOLE 24 ORE. dove si spiega appunto che negli USA, come in Europa, ci sono tanti problemi che ci permettono un interessante “parallelo”.
USA Unione EuropeaStati a serio rischio default California, New York, Illinois, Alabama Irlanda, Gracia, Spagna, Portogallo Deficit/PIL 9% 6.35% Entrate fiscali/PIL 26.6% 44.6% Debito totale/PIL 389% 325% Debito privato/PIL 92.28% 61.4% Debito pubblico/PIL 90.6% 84.2% Debito Banche/PIL 101% 81.43%


Leggendo questa tabella, nell’ipotesi che l’Unione Europea fosse uno stato federale come gli USA, risulterebbe chairo il fatto che, nel male l’UE batte a livello qualitativo gli USA.
Certo, ipotesi spavalda, Unione Europea di seconda generazione, una UE 2.0. Ma facciamo attenzione. Per arrivare a questo scenario è necessario, come detto, un nuovo grande patto per l’Europa, un’Unione Europea che non è solo di nome, ma lo è anche di fatto. Economica, fiscale, con un Parlamento Europeo che si assuma responsabilità e decisioni. Insomma, l’UE deve iniziare a diventare una grande stato federale come gli USA. Sarà mai possibile tutto ciò e soprattutto in tempi brevi? Le brucianti esigenze riusciranno a rendere effettivi cambiamenti epocali che sono stati impossibili per decenni?

3) Back to the past

Ribadisco, non credo che la soluzione “Back to the past” possa essere possibile. Si tratta di un ritorno al passato e alla fine del progetto Euro così com’è nato. Non vado a puntualizzare su quello che potrebbe succedere (Euro “A” senza PIGS + Euro “B” per i periferici, oppure Euro con uscita di Germania e Francia, oppure Euro che resta con uscita dei PIGS, oppure…chissà…).
Si tratta di fanta finanza che comunque porterebbe ad un’ufficializzazione, appunto della morte dell’Euro e ad una divisione in due dell’area. Un’area di serie A con valute ed economie solide. Ma valute che subirebbero subito fortissime rivalutazioni mandando in crisi l’economia (fine delle esportazioni) e banche che si ritroverebbero con tutti i titoli nella valuta di serie B con violente svalutazioni. E la Germania, credetemi, subirebbe danni inimmaginabili da questo scenario.
E l’area di serie B sarebbe svincolata dall’obblighi di Bruxelles e la svalutazione della moneta sarebbe immediata. Inflazione alle stelle, valuta debole, tutti più poveri ed economie messe a dura prova di credibilità internazionale.
Sono solo ipotesi ed idee buttate giù senza pensarci troppo su. Ma, personalmente, non vedo grosse altre strade. E so che mi tirerò dietro un po’ di critiche ma, dopo meditazione e letture sugli impatti possibili dei vari scenari, ritengo che per il quieto vivere, diventi realistico lo scenario 2. Ma come detto, sono necessari cambiamenti radicali e la volontà di tutti i membri dell’UE di rifare il patto per l’Europa.
E che Dio ce la mandi buona…

STAY TUNED!
DT
 

er_drago

Nuovo forumer
I titoli denominati in euro emessi dalla Germania saranno ri-denominati nella nuova moneta tedesca, mantenendo inalterato il valore reale dei nostri risparmi.

Ipotizziamo pure che la Germania esca dall'Euro e reinserisca il super marco.
Cosa ti rende cosi' sicuro che i titoli sovrani in euro gia' emessi dalla Germania saranno ri-denominati nella nuova moneta?
Non ti sembra che le possibili alternative, tutte quante piu' convenienti per l'emittente della ri-denominazione, siano numerose ?
 

mostromarino

Guest
COMMENTO ■ TITO TETTAMANTI*
L'europasticcio degli apprendisti stregoni

Vien da chiedersi co­sa pensano oggi gli apprendisti stregoni, vale a dire quei po­litici ed eurocrati che hanno forzato la decisione dell'euro e l'adesione di Paesi a rischio.

Ricapitoliamo: durante la di­scussione (anni Novanta) che ha preceduto l'entrata in vigo­re dell'euro, vari economisti avevano avvertito dei rischi ai quali andava incontro una zo­na a moneta unica che non si potesse basare su una realtà economica omogenea.

Ma a chi voleva la moneta uni­ca come un ulteriore passo ver­so l'unificazione politica euro­pea, l'euro era talmente utile da indurre a far orecchio da mercante e chiudere non uno ma due occhi (in modo com­plice, ad esempio quando la Grecia presentò conti falsi per potervi aderire). Gli apprendi­sti stregoni pensavano che una crisi programmata ma gestibi­le avrebbe loro permesso di di­re (come recentemente hanno detto) che la soluzione della crisi stessa consisteva in più Eu­ropa, in una maggiore centra­lizzazione.

Non pensavano pe­rò che il temporale atteso sa­rebbe diventato un uragano quale quello che oggi minac­cia di travolgere l'euro e qual­che Paese europeo.



Non essendo preparati per un simile disastro, ecco che im­provvisazioni, uscite estempo­ranee o contraddittorie, deci­sioni prese in ritardo (nel caso Grecia) non hanno certo con­tribuito a rassicurare i merca­ti. Sì, i mercati, quelli tanto an­tipatici ai politici che sapendo di non poterli sopprimere, cer­cano in tutti i modi di imbri­gliarli per non permettere loro di dare l'impietoso giudizio sul­lo stato di affidabilità finan­ziaria.
Sappiamo che debitori, tanto privati che pubblici, possono trovarsi in situazioni di illiqui­dità (mancanza temporanea di fondi per onorare gli impegni) o di insolvenza, vale a dire incapacità strutturale di far fronte al servizio interessi ed al rimborso dei debiti.

Nel caso di insolvenza la tattica del guadagnare tempo, del procrastinare non fa che peggiorare la situazione.

Sono pochi ad esempio coloro che ritengono che la Grecia non sia praticamente insolvente.

Potrà essere più rigorosa nell'incasso delle imposte, ma incassando imposte non si crea nuova ricchezza, né si rilancia l'economia.

L'Irlanda, che invece si sarebbe potuta riprendere, paga lo scotto di una garanzia concessa dallo Stato in modo precipitoso al sistema bancario.

Oggi, i debiti privati essendo stati trasformati in debiti pubblici, la soffocano.


Ma le cautele degli Stati dell'euro, specie Germania e Francia, sono anche dovute al fatto che dei 2.108 miliardi di dollari di debito delle economie periferiche dell'UE ben i tre quarti sono dovuti a soggetti europei.

Un intreccio nel quale non è facile districarsi. Comunque le due soluzioni all'impasse attuale non sono né indolori né particolarmente esaltanti.

L'una consiste in un'Europa con la Germania in indiscussa funzione di leader, conseguentemente al suo ruolo di agente pagatore. Come si è fatta carico della Germania dell'Est dopo l'unificazione, oggi si deve fare carico dei Paesi deboli dell'euro (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna ed eventualmente Italia e Belgio).

Le conseguenze politiche ed economiche sono traumatizzanti. Parliamo di un'Europa germanizzata.
L'altra è riconoscere l'insolvenza degli Stati che non riusciranno a pagare i loro debiti, evitando di procrastinare all'infinito scadenze ed impedire il rilancio di realtà ormai in stato fallimentare. Come si dice in tedesco, meglio una fine con paura che una paura senza fine. È preferibile che ogni Stato aiuti le proprie banche per le perdite nei Paesi a rischio che tenere in vita una situazione che paralizza le possibilità di ripresa.
Ma non sarà così.

Gli eurozelanti non amano mai ammettere sul piano politico i loro gravi errori e le loro responsabilità (dire: abbiamo sbagliato, vediamo da dove ricominciare, evitando gli errori del passato, trovando soluzioni e strategie diverse). Per cui bisogna tenere in piedi, seppur traballante, l'impalcatura attuale, ma senza voler riconoscere che per far ciò è indispensabile la leadership della Germania.

Quindi cerotto dopo cerotto Bruxelles ed i politici tenteranno di guadagnare tempo, non rendendosi conto che, per pagare i debiti, oltre che il tempo ci vogliono i mezzi finanziari.

A meno di ricorrere all'atteggiamento di quel nostro compaesano che diceva: «A g'o talmént tanti debit che i ma pár crédit».


TITO TETTAMANTI
avvocato, finanziere
opinion maker canton tic.:D

su cdt
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Scusate , ma non potrebbe succedere come negli usa . Cioe' gli stati ricchi pagano per i poveri . Cosi' come per anni il massachussets pagava per la louisiana , per anni germania e olanda pagheranno per grecia e portogallo. Fino a che tra 100 anni , quando in germania non ci saranno quasi piu' tedeschi , e basta camminare per francoforte gia' oggi siamo a 50-50 ; la germania sara' un po' piu' debole e riequilibra tutto.
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Avere il 100-120-140 percento di debito rispetto al pil non mi pare una gran tragedia . E' come se in una famiglia marito e moglie prendono insieme 60 mila euro lordi e hanno 70-80 mila euro di mutuo . Poi pero' se il loro patrimonio , casa piu' depositi bancari è 300 mila euro ad esempio non hanno nessun problema.
 

andersen1

Patrimonio dell'umanitâ
Comunque è incredibile come nella capitale tedesca i prezzi siano bassi per quasi tutto . La meta' , forse un terzo rispetto a milano - parigi - londra.
 

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