........................... L’Italia è un grande paese e tutto ciò che la riguarda genera effetti sull’intera Europa e sui suoi equilibri politici ed è quindi più che comprensibile che il direttivo del PPE, zitto zitto quatto quatto, convocasse in occasione di un suo incontro, anche una personalità liberale ed europeista come Mario Monti. Tutto ciò, però, alla luce di quanto è accaduto sull’altro versante, sembra, a ben vedere, solo un’interpretazione minimalista. In questa settimana, infatti, Pierluigi Bersani non andrà presso il partito socialista europeo a chiedere il medesimo sostegno anche perché i leader socialisti sono già venuti a Roma qualche giorno fa. Bersani va, invece, a visitare il presidente del consiglio europeo Van Rompuy e Jean-Claude Juncker il presidente dell’eurogruppo, entrambi popolari e democratici cristiani, per rassicurarli sul valore del proprio programma, sulla vocazione europeista del partito democratico e sulla volontà di proseguire con qualche correzione piccina, piccina, picciò, lungo il percorso indicato da Monti. Questa iniziativa di Bersani getta, allora, un’ombra lunga anche sulla riunione tra il PPE e Monti e testimonia che, dopo essere diventata una sorta di colonia sul terreno economico-finanziario, lo siamo anche sul terreno politico ed in una maniera così lampante da non riscontrare alcun precedente nella vita dell’Europa comunitaria. Qui non si tratta di indignarsi per un sussulto di orgoglio a tutela della nostra sovranità nazionale ma, al contrario, di indignarci prima ancora di deprimerci, per la inconsistenza dell’intero nostro sistema politico........................................