Noto, comunque, che la Vandea è popolata.
Non è un'impresa semplice sconfiggere la superstizione e le ataviche paure dell'umanità.
Non credo neppure che sia una questione di "acculturazione", come ha detto
@Jumpy72: tra gli antivaccinisti vi sono stati personaggi di indubbia intelligenza (come, per es., Lord Byron o lo stesso Rudolf Steiner, il quale aveva una sua genialità particolare).
Mia mamma, per esempio, non è acculturata, però è felice di fare il vaccino, perché da bambina ha avuto la difterite e ha visto molte persone morire per le malattie infettive: la generazione di mia madre non sa neppure cosa sia l'antivaccinismo, non lo capisce, non ne comprende le ragioni, le motivazioni, e mi pare ovvio.
I vaccini sono le prime vittime del loro stesso successo.
Più che nell'acculturazione, io credo che le motivazioni dei no-vax siano di carattere psicologico e che affondino le loro radici in una sorta di inconscio collettivo.
Non è un fenomeno semplice da spiegare.
Io, per esempio, credo che il metodo di Burioni di dare dei "somari" agli anti-vax sia sbagliato.
Io sono laureato in Filosofia, quindi non conto giustamente niente.
Sara Cunial, invece, è laureata in Chimica, con il massimo dei voti, ma ciò non l'ha resa immune dall'affondare nelle stupidaggini che lei stessa proferisce.
Il problema è psicologico e, sotto certi punti di vista, pure giuridico: io credo che il legislatore dovrebbe imporre l'obbligo vaccinale come requisito per svolgere le professioni sanitarie.
L'inerzia del legislatore su questo punto è davvero preoccupante.