@@@ gli amici di ettore_61-e-non-solo

ragno1805 ha scritto:
buongiorno a tutti
:band:

ve lo avevo detto venerdi che ci voleva almeno un -2 per far sfogare Ettore :lol: :lol: :lol:


:V giorgino :eek:

Azzzz......

Ma dove ho messo il RAID!!!! ......... :lol: :lol: :lol: :lol:

:rolleyes: :rolleyes:

Comunque, sono concorde con zietta, con questa mossa McCain si e' assicurato qualche milionata di voti di tutti i clienti delle due banche .....

Se poi ci saranno ricadute sul altre voci economiche .... beh !! .... sistemeranno tutto dopo ... l'importante e' vincere le elezioni......

:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

Il mio sentiment rimane negativo e aspetto che la sbornia si calmi ......in genere dopo si ha un fortissimo mal di testa ......



:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
 
ettore_61 ha scritto:
L'ultimo quote non esiste!

d'accordissimo con te e Dona speriamo che gli americani non si facciano infinocchiare e che i democratici legati a Clinton non facciano il doppio gioco.

un altro mandato a immagine e somiglianza di Bush sarebbe troppo :down:
 
x ettore

Fannie e Freddie avevano già perso più del 90% del loro valore di Borsa in 12 mesi. Ancora più grave era il rischio di insolvenza su una montagna di titoli obbligazionari emessi dalle due istituzioni. E' vero che la stabilità del sistema finanziario mondiale è a repentaglio: quei bond sono stati venduti nel mondo intero, acquistati in grandi quantità perfino dalle banche centrali, inclusa la banca centrale cinese che oggi è il principale creditore degli Stati Uniti. La bancarotta di quelle due istituzioni avrebbe avuto ripercussioni drammatiche in Europa e in Asia.

L'interconnessione dei mercati finanziari ha accelerato la diffusione capillare dei titoli-spazzatura nei bilanci degli istituti di credito e dei fondi d'investimento, perfino nelle casse dei Comuni italiani. Nessuno è al riparo. Fannie e Freddie dunque erano "troppo grandi per lasciarle fallire". Ma proprio questa consapevolezza ha favorito una cultura dell'impunità ai loro vertici. Il disprezzo delle regole che dilaga da tempo in ampie zone dell'establishment finanziario, regnava anche in due istituti che dovevano gestire il credito più tradizionale.
 
Re: x ettore

dona46 ha scritto:
Fannie e Freddie avevano già perso più del 90% del loro valore di Borsa in 12 mesi. Ancora più grave era il rischio di insolvenza su una montagna di titoli obbligazionari emessi dalle due istituzioni. E' vero che la stabilità del sistema finanziario mondiale è a repentaglio: quei bond sono stati venduti nel mondo intero, acquistati in grandi quantità perfino dalle banche centrali, inclusa la banca centrale cinese che oggi è il principale creditore degli Stati Uniti. La bancarotta di quelle due istituzioni avrebbe avuto ripercussioni drammatiche in Europa e in Asia.

L'interconnessione dei mercati finanziari ha accelerato la diffusione capillare dei titoli-spazzatura nei bilanci degli istituti di credito e dei fondi d'investimento, perfino nelle casse dei Comuni italiani. Nessuno è al riparo. Fannie e Freddie dunque erano "troppo grandi per lasciarle fallire". Ma proprio questa consapevolezza ha favorito una cultura dell'impunità ai loro vertici. Il disprezzo delle regole che dilaga da tempo in ampie zone dell'establishment finanziario, regnava anche in due istituti che dovevano gestire il credito più tradizionale.

Grazie zia ...... (da non conforndere con il film cult)

:love: :love: :love:
 
Da un crac all'altro, la costante è la socializzazione delle perdite provocate da manager incompetenti e disonesti. Nei tempi di vacche grasse, il top management incassa stock option e bonus stratosferici. Quando le aziende sono rovinate, il conto passa alla collettività. Si stravolge così tutto il sistema di incentivi e deterrenti che è l'abc dell'economia di mercato. Il principio di responsabilità è ormai un'astrazione. La selezione operata dalla concorrenza viene falsata. La capacità del mercato di allocare le risorse in modo efficiente, punendo le aziende decotte e premiando quelle sane, viene distorta da una perversa garanzia di ultima istanza: la promessa implicita che il governo salverà quelli che sono "troppo grossi per fallire". Quale sarà la prossima banca scaricata sulle spalle del contribuente americano?
 
dona46 ha scritto:
Da un crac all'altro, la costante è la socializzazione delle perdite provocate da manager incompetenti e disonesti. Nei tempi di vacche grasse, il top management incassa stock option e bonus stratosferici. Quando le aziende sono rovinate, il conto passa alla collettività. Si stravolge così tutto il sistema di incentivi e deterrenti che è l'abc dell'economia di mercato. Il principio di responsabilità è ormai un'astrazione. La selezione operata dalla concorrenza viene falsata. La capacità del mercato di allocare le risorse in modo efficiente, punendo le aziende decotte e premiando quelle sane, viene distorta da una perversa garanzia di ultima istanza: la promessa implicita che il governo salverà quelli che sono "troppo grossi per fallire". Quale sarà la prossima banca scaricata sulle spalle del contribuente americano?

Mi piaci da morire ...... :love: :love: :lol: :lol: :p :p
 

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