Viva la creatività!
A quanto leggo, i fatti sono: statisticamente,
1) Tizio si ammala di tumore, e Caio no
2) Tizio viene sottoposto a chemioterapia, e Caio no
3) Dopo X anni, la probabilità di Tizio di avere un altro tumore (o un'altra malattia) è superiore a quella di Caio.
Fine dei
fatti.
Poi partono le
ipotesi, ovvero possibili interpretazione delle correlazioni tra fatti.
E non c'è una sola interpretazione, ma per lo meno due:
1) la chemioterapia salva una vita ma la rende più vulnerabile, oppure
2) esistono persone (come Tizio) con un sistema immunitario (o stile di vita) intrinsecamente più sfavorevoli, per le quali la chemioterapia può evitare un decesso ma non risolve le debolezze intrinseche del sistema immunitario (e/o gli errori dello stile di vita).
A me, da non laureato in medicina, l'opzione 2 sembra più ragionevole; se questa fosse la verità (ammesso che lo si possa scoprire), l'opzione 1 sarebbe peggio di una "correlazione spuria", ovvero confonderebbe gli effetti con le cause.
La correlazione spuria e la maledizione di Ramsey #LegaNerd
Per avere la controprova, occorrerebbe sottoporre a chemioterapia qualche migliaia di persone (NON ammalate) e confrontarne lo stato di salute dopo X anni con quello di un campione di controllo non sottoposto a chemio.
Ma neanche questo avrebbe senso.
Anche gli oncologi più ortodossi direbbero che la chemio non fa del bene di per sé, ma è semplicemente un male minore, da usare contro malattie pericolose.
Quindi temo che l'unico fatto verificabile in modo oggettivo sia confrontare la sopravvivenza dopo X anni di persone sottoposte a chemio con quella di persone curate con altri farmaci non ortodossi (tè verde, preghiera, meditazione, ecc.), cercando di evitare i database "inquinati" da altri fattori.