Probabilmente c'è chi se la passa anche peggio della Grecia, sarà per la vicinanza ad UK che se ne parla poco. Questo sarebbe un paese da rating A..?
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In tre anni, il Pil ha accumulato una contrazione del 12%; la disoccupazione, che si manteneva vicina al 4% nel 2006, supererà nel 2010 il 13% della popolazione attiva ; i prezzi accumulano già due esercizi in caduta e continueranno a scendere (probabilmente dell’1%) durante l’anno in corso. Eurostat ha da poco comunicato che il deficit dei conti pubblici si è attestato al 14,3% del Pil nel 2009 (il livello più elevato tra i 27 paesi che danno vita all’Europa).
Il Governo irlandese ha mostrato polso fermo quando c’è stata la necessità di tagliare le spese e non vuole dare adito a nessun tipo di dubbio sull’efficacia del processo di risanamento. Il reddito dei funzionari pubblici è stato ridotto del 15% in due anni e lo stesso Governo si è ridotto il compenso del 25%. La spesa sociale, fatte salve le pensioni, hanno subito una decurtazione del 5%. Appresa la lezione giapponese, le autorità hanno creato una banca in cui le entità possono depositare tutti i crediti difficilmente esigibili, ma per un controvalore inferiore del 47% rispetto a quello registrato nei libri contabili.
Lo stato di salute non eccelso delle banche irlandesi ha avuto ripercussioni negative sul credito alle imprese e alle famiglie. I contraccolpi di questa situazione si sono fatti sentire in tempi brevi sui consumi. Le notizie non sono rosee neanche sul versante estero: le esportazioni rappresentano il 18% del Pil e questo rende l’Irlanda dipendente dall’andamento delle economie dei suoi principali partners commerciali: Stati Uniti, Regno Unito ed Unione Europea. Senza una vigorosa ripresa di questi ultimi, la crescita irlandese continua ad essere in pericolo.
L’aspetto più preoccupante è che, nonostante i provvedimenti presi, il Governo dovrà fare i conti con un deficit all’11,6% del Pil per il 2010. E nel caso fossero contabilizzati anche gli 8.300 mln di euro iniettati nella Anglo-Irish Bank, il dato si impennerebbe di ben cinque punti.
Il debito pubblico non è la preoccupazione principale del Governo, tuttavia, allarma la sua rapida crescita. Nel 2007 sfiorava solo il 25% del Pil e nel 2010 potrebbe superare l’80% del Pil.