Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

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MERKEL, DECISIONI SPETTANO Ai PAESI FORTI



(AGI) - Berlino, 15 mag. - Per salvare l'euro e' indispensabile una maggiore armonia dei bilanci e della politica economica in Europa, ma a dettare le regole nell'Ue saranno i Paesi forti, non quelli deboli. Lo mette in chiaro Angela Merkel in un'intervista al quotidiano 'Sueddeutsche Zeitung', spiegando che "affinche' la cosa riesca, a decidere non possono essere i piu' deboli, ma i piu' forti".
Il cancelliere sottolinea che con l'accordo sul pacchetto di aiuto da 750 miliardi a difesa dell'euro, la Germania si e' assicurata in pratica un diritto di veto, poiche' "ogni decisione sulle promesse di aiuti nel pacchetto devono essere prese all'unanimita'. Faremo attenzione al rigido rispetto delle condizioni di accesso (ai prestiti, ndr) ed ai programmi di consolidamento dei bilanci". La Merkel ribadisce che "l'Europa nei prossimi anni deve rimettere in ordine i propri bilanci e ridurre i debiti", poiche' "se fallisce l'euro, fallisce qualcosa di piu'".
In un'intervista al settimanale 'Der Spiegel' l'ex presidente della Bundesbank, Karl Otto Poehl, critica invece il salvataggio della Grecia da parte dell'Ue, poiche' a suo avviso l'obiettivo reale e' stato di "mettere al riparo dalle perdite le banche tedesche, ma soprattutto quelle francesi". Poehl spiega poi che la Commissione europea e la Bce "avrebbero dovuto accorgersi che un paese minuscolo come la Grecia, senza una struttura industriale, non sara' mai in grado di ripagare 300 miliardi di euro di debiti". (AGI) Cle/Fra
 
Grecia: denuncia contro Karamanlis e suoi ministri

Un ex membro di Nuova Democrazia (ND), in precedenza partito di governo in Grecia, ha presentato una denuncia contro l'allora premier Costas Karamanlis e alcuni ministri, quali "istigatori" della falsificazione dei dati forniti all'Ue sul disavanzo degli ospedali pubblici. Lo riferisce stamani la stampa.



L'iniziativa, che coinvolge gli ex ministri delle Finanze, Yannis Papathanassiou, e quello della Sanità Dimitri Avramopoulos, potrebbe aprire la strada a processi contro l'ex leadership politica conservatrice per aver condotto il paese al dissesto finanziario manipolando le cifre sul deficit, passato in pochi mesi dal 6% al 14% del Pil.
Thenis Kazantzidis, un imprenditore di forniture ospedaliere ed ex membro di ND - riferisce la stampa - ha presentato una denuncia al procuratore della Corte suprema sostenendo di avere contattato nel marzo 2009 il Commissario europeo per gli affari monetari Joaquin Almunia per informarlo che esistevano forti discrepanze tra i dati sul deficit degli ospedali statali fornito da Atene (2,2 miliardi di euro) a Eurostat e quello reale (5,5 miliardi).

(Swisscom.ch)

***
... allora già qualcuno sapeva dal marzo 2009. Eurostat cosa faceva? E' vero che i bilanci non erano certificati ma certamente qualcuno ne era a conoscenza.
 
CRISI: ECOFIN, PRIMO ESAME A RIFORMA PATTO. CONTRASTI SU DIRETTIVA HEDGE

(ASCA) - Roma, 15 mag - Al via il primo esame collegiale per la riforma del patto europeo di stabilita' e crescita, che non ha mostrato di essere, nella attuale versione, in grado di mettere i Paesi Ue al riparo dalle crisi. La proposta presentata il 12 maggio dalla Commissione di Bruxelles sara' discussa dall'Eurogruppo e dall'Ecofin che si riuniranno lunedi' e martedi' prossimi nella capitale belga. In agenda anche la nuova direttiva sulla regolamentazione degli hedge fund, resa ancora piu' urgente dagli ultimi episodi di speculazione che si sono abbattuti sui mercati finanziari.

A cinque anni dalla prima riforma, quando il patto fu reso piu' flessibile e ne furono allentati i vincoli, oggi si lavora ad un secondo intervento che, possibilmente senza modificare i trattati, faccia del patto uno strumento piu' rigoroso. La situazione della Grecia, ma anche quella di Irlanda, Portogallo e Spagna, indicano come sia opportuno rendere piu' stringenti i 'paletti' per il deficit e soprattutto quelli sul debito. Non saranno piu' tollerati sforamenti della soglia del 60% per lungo tempo, quindi i Paesi dovranno dimostrare la volonta' di abbatterlo con un percorso preciso, altrimenti si puo' incorrere nell'avvio della procedura per debito eccessivo. E i paesi non virtuosi incorreranno in sanzioni che vanno da un deposito cauzionale' nella casse della Ue, alla sospensione dei fondi strutturali.

Ma l'Europa chiede di piu', un controllo preventivo sulle manovre e sulle riforme dei singoli Stati e inviera' raccomandazioni ai Paesi con le linee guida per le rispettive leggi finanziarie.

Per ora e' una proposta e la discussione non si preannuncia breve. La gran parte dei Paesi, infatti, non vede di buon grado la vigilanza della Commissione sulle decisioni interne e il percorso piu' rigido di abbattimento del debito e' considerato un fattore limitante per le politiche nazionali. Sull'altro fronte e' anche vero che, in assenza di regole chiare, i governi non sentono la pressione di dover tendere in tempi ragionevoli all'obiettivo del 60%.

Il governo italiano per il momento non ha scoperto le carte.

Gli stretti collaboratori del ministro dell'economia, Giulio Tremonti, si limitano a dire che quella della Commissione e' solo una proposta, poi ci sara' un negoziato. Di certo, aggiungono, tutti dovranno accettare misure di maggior rigore.

Non facile si presenta anche la discussione sulla direttiva sugli hedge fund e i private equity fund. Su questo tema si profila un contrasto tra il nuovo governo britannico di David Cameron e gli altri Paesi dell'Unione. Elena Salgado, presidente di turno dell'Ecofin, punta a giungere al voto e ha ricordato che per l'approvazione basta la maggioranza qualificata. Con la direttiva gli investitori con le sedi nei Paesi extra Ue, come avviene generalmente nel caso dei gestori di fondi speculativi (risiedono nei paradisi fiscali), dovranno rispettare le stesse regole delle imprese europee.
 
ZAGABRIA(Reuters) - Il meccanismo di intervento per la crisi da 750 miliardi di euro dell'Unione europea dev'essere reso così poco allettante che nessun Paese vi ricorra volontariamente. Lo ha detto oggi il commissario agli Affari economici e monetari dell'Ue Olli Rehn.
Il commissario ha detto che è importante che il mercato veda l'accordo come un segnale che l'Ue difenderà la zona euro, e che il blocco dev'essere pronto per il peggiore scenario possibile.

"Ma certamente c'è la questione del rischio morale", ha detto Rehn all'incontro annuale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
"Questo meccanismo dev'essere reso così poco allettante che nessun leader di alcun Paese (Ue) sia tentato di ricorrere volontariamente a questo sistema".
 
Grecia/ Atene, partito comunista protesta contro misure austerity

Segretario generale Papariga accusa il governo socialista

Atene, 15 mag. (Ap) - Circa 6mila sostenitori del partito comunista greco (Kke) hanno sfilato per le vie di Atene per protestare contro le misure di austerity imposte dal governo socialista.
"I diritti dei lavoratori sono la legge!", hanno gridato i manifestanti, "armati di bandiere", prima di disperdersi senza incidenti.
Poco prima, durante un comizio in una piazza centrale di Atene, il segretario generale del partito Aleka Papariga ha attaccato il governo. "Mente quando dice che la crisi durerà solo tre o quattro anni e poi tutto si sistemerà", ha accusato.
I sindacati e la maggior parte dei partiti dell'opposizione hanno contestato i tagli ai salari e l'aumento della pressione fiscale recentemente entrati in vigore. La Grecia riceverà fino a 110 miliardi di euro dall'Unione europea e dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per i prossimi tre anni per evitare la bancarotta.
 
Guardati intorno ..... , siamo monopolizzati dalle "etichette..." quali esse siano (le non europee non le cito...) , Mercedes , Audi , VW , Nokia , Ericson , Ikea , H&M , Zara , B&O , Carrefour , Moet , Ferrari , Lamborghini , Gucci , Armani , San Pellegrino , Perrier et et et et et , per fare qualche nome che mi viene in mente e se ti giri intorno in qualsiasi settore merceologico sei accerchiato dal branding , che sia di qualita' bassa , media o alta poco importa ma la gente vuole segni di riconoscimento .
E perche' non Venezia , San Tropez , Ibiza , Capri , Firenze , Parigi , Roma,Mikonos, Atene et et et , che sono icone del Turismo .
O il Prosciutto di Parma , il Parmigiano , Il Brunello ...... :wall:
In somma di prodotti da vendere ce ne sono gia' molti solo a guardare qualche multinazionale europea ( razza che ci sguazza ... ma meglio non aprire questo capitolo ) e nel vendere "fumo griffato" siamo forti e il cliente tonto o non tonto vuole un mercato cosi' e mi sa che questo euro debole dara' una bella spinta a molti comparti .... :D
ps. mi cascano le p.... piuttosto quando vedo marchi storici tipo Volvo venduti ai Cinesi e li mi domando se ci sono tutti di testa o cosa ? gia' ci siamo svenduti tutto il settore produttivo e ora diamogli anche quello distributivo .... ; ma roba da matti !



Insomma finora l'Europa ha campato attaccando etichette e vendendo fumo.
Viene da chiedersi per quanto tempo ancora i clienti saranno tanto tonti da pagare per etichette e fumo.
 
Ultima modifica:
Greece and Turkey Steer Around Defense Cut
The Wall Street Journal -- By MARC CHAMPION in Istanbul and ALKMAN GRANITSAS in Athens
Historic rivals Turkey and Greece pledged to boost relations in a groundbreaking summit Friday, but proposals to jointly trim their defense budgets—alongside austerity measures already pledged by Athens—produced no deal.
Turkish Prime Minister Recep Tayyip Erdogan arrived in Athens Friday with a massive delegation in tow, including 10 cabinet ministers and around 100 businessmen, and pledged to double bilateral trade to $5 billion and to aid Greece as it faces economic turmoil.
The two sides signed 21 agreements, from immigration to tourism, including one to complete the Italy-Turkey-Greece Interconnector natural-gas pipeline. That project is scheduled to start delivering 8 billion cubic meters of natural gas annually from Azerbaijan to Western Europe via Turkey, from 2015.
"The depth and number of agreements we have signed is an indication of the historic nature of this meeting," said Greek Prime Minister George Papandreou at a joint news conference with Mr. Erdogan.
For Turkey's leader, the rapprochement with Athens was the latest initiative in his government's policy of ironing out problems with neighboring countries. But the defense-spending issue offered a reminder of how many hurdles remain to normalizing ties between two nations that have been tussling since the Byzantine Empire.
In the lead-up to the visit, both leaders called for mutual cuts in defense spending. Greece's government has already said it will cut the operating part of its defense budget by 25%, as it struggles to repair busted public finances that prompted a €110 billion ($136 billion) international bailout. Yet analysts say more is needed. At a reduced €6 billion, Greece's defense spending would remain the highest in the European Union as a proportion of gross domestic product.
Mr. Erdogan also would likely benefit from defense cuts, as he struggles to push Turkey's powerful military out of politics, analysts say. Yet no plan emerged Friday, and the two leaders made no mention of defense budgets in the news conference.
Neither side can "afford to appear as if they are capitulating, so it will be difficult," said Theodore "Ted" Couloumbis, an emeritus professor at the University of Athens.
At the top of the list of hurdles are unresolved territorial disputes, from the divided island of Cyprus to disputed territorial waters in the Aegean Sea. Both militaries still base their war-gaming scenarios on an attack by the other, according to military analysts and diplomats.
"You have territorial paranoia, plus constant flashpoints," even if the threat of war for now is minimal, says Carina O'Reilly, European security analyst at IHS Jane's, a defense consultancy.
Greek officials say the causes of tensions need to be resolved before disarmament.
The two countries most recently came to the brink of war in 1996, when Turks pulled down a Greek flag that had been raised on an uninhabited cluster of rocks claimed by both nations, four miles off the Turkish coast. In response, Greece's prime minister at the time, Costas Simitis, launched a 10-year, $17 billion arms-procurement program, even while acknowledging that "that the burden is too heavy for the Greek people."
Military analysts say the high Greek defense budget is just a matter of math. Greece has a military doctrine of "equal retaliation" with Turkey, which requires something close to parity in military punch. Yet Turkey has twice as big an economy as Greece, more than three times as many troops and a population close to seven times as large.
That's one reason any deal may be hard to cut: The Greeks would insist that reductions were asymmetrical, with the Turks cutting more, analysts say.
A further reason is that Mr. Erdogan doesn't have control over Turkey's military or its budget, which is unaudited and notoriously opaque, making any cuts difficult to verify, according to Bill Parker, a specialist on Turkey's military at Kings College in London.
Turkey's relative economic health may be a bigger hurdle still to parallel cuts. The economy is forecast to grow by more than 5% this year, while the government's fiscal position is relatively healthy, creating little pressure for big cuts. Some of Turkey's most expensive defense procurement programs are also politically popular because they provide jobs.
Turkish shipyards are currently building eight corvettes for its navy, to be followed by six larger frigates, as well as four German-designed submarines. Meanwhile the army is developing its own main battle tank, using South Korean technology.
 
Se la Grecia ristrutturasse ora, cadrebbe l'Euro, e si è capito che si preferisce che il cambio si riassesti in qualche mese piuttosto che in qualche giorno (oddio, sempre mercato permettendo, e lì parrebbero andare di corsa .... :D :D)

Ed il rischio contagio lo abbiamo visto manifestarsi nel primo venerdì nero, quello della settimana precedente... l'impatto sarebbe immediato, mentre con la strategia adottata hanno dato qualche mese di tempo a Spagna, Portogallo ed Italia...

La BCE ha ripristinato i repo lunghi in cui ha accolto tutte le richieste ad importo pieno ed ha accettato anche i TdS greci. Il più lungo è a 6 mesi, ergo prima di allora la Grecia non fa default, per come la vedo io... ;)

.... oh capperi ... e poi ? :rolleyes: mi pareva di leggere una media di pareri positivi ( = acque fonde superate) :specchio:
 
Caro Grisù, tutto è in movimento ... non credere che la politica tedesca sia statica.
La Merkel sta perdendo quota, così pure la coalizione ha perso la maggioranza assoluta che godeva nel Parlamento dei Lander.
La Germania dovrà reinverdire il suo europeismo al pari di Francia e Italia.
Dalla melma si esce tutti assieme: sono sempre più convinto che da questa prova ne usciremo tutti più rafforzati.
D'altra parte quanta strada potremmo fare divisi?
Già l'Europa è spinta agli angoli, sia dall'economia che dalla storia, la via di uscita è una sola.

sopratutto quando ai un'alleato come gli stati uniti che prima di essere stato tuo alleato è stato vincitore di una guerra contro di te e alla fine di questa ti ha aiutato a risollevarti e ora ti chiede di fare la tua parte
anche se molti sottovalutono questo aspetto sono fatti che contono pesantemente ancora oggi.
 
sopratutto quando ai un'alleato come gli stati uniti che prima di essere stato tuo alleato è stato vincitore di una guerra contro di te e alla fine di questa ti ha aiutato a risollevarti e ora ti chiede di fare la tua parte
anche se molti sottovalutono questo aspetto sono fatti che contono pesantemente ancora oggi.

E' vero, ma i tedeschi si stanno lentamente liberando dei pesi morali del XX secolo. E' altrettanto vero che si sono presi ogni responsabilità ed hanno compiuto ogni sforzo per cercare di capire ed estirpare le radici del male.
Non altrettanto possiamo dire della nostra Italia e di altre nazioni.

La Merkel, inoltre, viene dall'altra Germania dove il peso della Liberazione è stato più opprimente e con un'analisi della sconfitta ideologicamente classista. Quindi più autoassolutoria.
 
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