Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
In ogni caso non vedo come un default possa risolvere il problema sistemico......

Una relazione di Moodys, basata su dati datati 11 maggio, rileva che le banche greche hanno raccolto 89,4 miliardi utilizzando pronti contro termine dalla Banca centrale europea ( BCE ) . Secondo il rapporto di Moody's, le banche greche si sono rivolte alla BCE a causa della crisi finanziaria nel paese e un accesso limitato ai mercati monetari internazionali.

Moody's sottolinea che l'elevato grado di dipendenza dai finanziamenti dalla BCE non è sostenibile a lungo termine.

Reuters rileva che il prestito alle banche portoghesi da parte della BCE ammonta a 35,8 miliardi , pari al 4 % del finanziamento totale fornito dalla BCE alle banche europee.
 
Molto francamente i politici greci sembrano un disco rotto, se il secondo trimestre confermerà un deficit nella bilancia dei pagamenti come il primo, allora sarà molto difficile sperare in uno scenario ottimistico. Personalmente credo che prima di un eventuale default dovrà necessariamente esserci l'uscita per la Grecia dall'area euro, quindi non lo ritengo uno scenario possibile di breve termine.

Quoto.

Come peraltro ribadito dal responsabile greco IMF ieri ma stranamente non riportato da tutte le agenzie....

Roumeliotis estimated that Greece would need at least two positive reviews of its reform programme by its international backers to restore investor confidence.
"There is no alternative solution to the (EU-IMF) plan," he stressed.
"The (only) alternative would be for Greece to leave the euro zone."
 
G20, Van Rompuy-Barroso: No crescita senza consolidamento bilanci

Toronto, 25 gu. (Apcom) - "Non ci può essere crescita senza il consolidamento dei bilanci, e questa è la strada scelta dall'Europa". Il presidente della Ue Herman Van Rompuy, e il presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, alla vigilia del G8 di Muskoka ribadiscono la propria posizione nel dibattito che vede contrapposti i sostenitori del rigore, i Paesi europei con in testa la Germania, e chi spinge per una politica più orientata alla crescita per non uccidere nella culla i segnali di ripresa, primo fra tutti il presidente Usa Barack Obama. Anzi, sottolineano i due, il "contributo" che l'Europa in questo momento può dare alla crescita globale è proprio "il risanamento" dei bilanci.
In una conferenza stampa nel pomeriggio di giovedì di Toronto, questa notte in Italia, i due leader della Ue hanno riconosciuto che "la crescita in questa fase è la parola chiave - ha detto in particolare Van Rompuy - ma deve essere chiaro a tutti che senza consolidamento dei bilanci non si ripristina la fiducia dei cittadini e dei mercati, e senza la fiducia non si genera crescita economica". Van Rompuy ha sottolineato l'importanza delle scelte "coraggiose" fatte in Europa, soprattutto da Paesi "come Grecia, Spagna e Portogallo", dal punto di vista del risanamento, mentre Barroso ha sottolineato che "il deficit e il debito dell'Eurozona nel loro complesso sono a livelli inferiori di altri partner mondiali": tuttavia ci sono ancora "preoccupazioni sui debiti sovrani di alcuni Paesi della zona euro". E proprio per questo, ha concluso il presidente della Commissione Ue, "serve innanzitutto il consolidamento dei bilanci, senza il quale non può esserci crescita. Questo è il contributo che in questa fase l'Europa dà alla ripresa globale".
 
In Canada leader G8-G20 cercano strada comune tra visioni diverse

Usa-Ue divise su sostegno a Pil o risanamento conti

APCOM


Potrebbe risultare più animata del solito, almeno dietro le quinte, la riunione dei leader globali che sta per aprirsi sotto la presidenza del Canada. Stavolta all'avvicinarsi delle riunioni i vari paesi hanno infatti segnalato divergenze di vedute piuttosto marcate sul da farsi nel versante delle politiche economiche.
E non solo tra stati avanzati e giganti emergenti, ma anche all'intero dello stesso gruppo ristretto di economie industrializzate, il G8 - i sette 'grandi' occidentali, tra cui l'Italia, più la Russia - primo a riunirsi a Huntsville, circa 220 chilometri da Toronto, dove invece si riunirà tutto il G20.
Nel G8 il divario più evidente è tra Usa e Ue: i primi preoccupati di continuare a sostenere la ripresa economica, il Vecchio Continente invece lanciato su drastiche manovre di risanamento dei conti pubblici, dopo lo spauracchio innescato dalla crisi di bilancio in Grecia.
Il dissidio Usa-Ue sul se procedere o meno a manovre di correzione dei deficit si è trascinato anche ieri, dopo che ad aprirlo era stato il presidente Usa Barack Obama, con una lettera al G20 in cui richiamava sulla necessità di continuare a sostsnere l'attività economica e occupazione.

Tutti vi hanno letto una critica alla Germania, ritenuta la maggiore responsabile dell'ondata di austerità nell'Ue, e che secondo alcuni osservatori che hanno fatto eco a Obama, come il finanziere George Soros, rischia di innescare una lunga fase di debolezza dell'economia, se non peggio.

A prendere le difese del risanamento dei conti sono stati sia il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, con una intervista a Repubblica, sia a più riprese la cancelliera tedesca Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze. Rispondono con una tesi diametralmente opposta: semmai è risanando i conti, affermano gli europei, che si può ripristinare la fiducia e in questo modo ritrovare i presupposti della ripresa economica.
Poi tutti a Toronto, assieme ai nuovi giganti globali, Cina, India, Brasile, ma anche player rilevanti di Africa e Medio Oriente, come l'Arabia Saudita. E qui Le questioni oggetto di possibili dispute sono anche più numerose.
A cominciare dagli attriti sempre degli Usa con la Cina sullo spinoso nodo dei cambi.

Da mesi Washington ha ripreso il suo pressing, accusando Pechino di tenere artificiosamente basso lo yuan, chiamato anche renminbi, per favorire il suo export.
Una questione su cui la Cina è insofferente alle critiche, e la scorsa settimana aveva anche cercato di mettere le mani avanti affermando che non se ne sarebbe parlato al G20.

Poi a sopresa, sabato scorso, la Banca centrale cinese ha annunciato "più flessibilità" sui cambi.

Una sparata che inzialmente aveva innescato attese di una fase di apprezzamento della divisa cinese sul dollaro.

Solo che la scatola che Pechino sembrava regalare agli Usa in realtà era una scatola cinese: dentro ci stava un'altra scatola, fatta di successive precisazioni della stessa Banca centrale, che chiariva che eventuali movimento saranno graduali e che lo yuan rimarrà "stabile".
E poi un'altra scatole: alla prova dei fatto lunedì ha effettivamente guadagnato sul dollaro, ma poi martedì è ridisceso, e ieri è rimasto sostanzialmente stabile.

Insomma, per capire cosa sarà questa flessibilità ci vorrà tempo e c'è perfino chi ha ipotizzato che paradossalmente la divisa cinese potrebbe calare sul dollaro, se l'euro dovesse subire altri indebolimenti.
Dopo le nuove critiche dagli Usa ieri ha replicato il ministero degli Esteri cinese: non saranno certo i cambi dello yuan a risolvere i problemi dell'economia Usa.
 
Come peraltro ribadito dal responsabile greco IMF ieri ma stranamente non riportato da tutte le agenzie....

Roumeliotis estimated that Greece would need at least two positive reviews of its reform programme by its international backers to restore investor confidence.
"There is no alternative solution to the (EU-IMF) plan," he stressed.
"The (only) alternative would be for Greece to leave the euro zone."

Guarda, lo credo anch'io.
Una ristrutturazione del debito od un default devono passare attraverso un'uscita dall'area della moneta unica. Al momento, a breve, la ritengo molto improbabile (tecnicamente poi non saprei in che modo).

Le chiavi per risolvere la situazione sono in mano alla politica, noi facciamo tanti discorsi di sostenibilità economica ma è evidente che il filo della matassa vada trovato su altre basi.
In questa chiave ritengo i costi del salvataggio siano sempre inferiori a quelli del fallimento.

Nel dopoguerra è stato approntato il Piano Marshall per risollevare i paesi dell'occidente Europeo, per la Grecia servirebbe una parte infinentesimale...
 
Grecia, Papandreu: non ci terrorizzeranno

Ieri l'attentato al ministro dell'Ordine pubblico, mortoun poliziotto suo aiutante

Annamaria Laricchiuta


ROMA 25/06/10 - 07:21
Atene: occhi puntati sugli anarchico- insurrezionalisti che si pensa siano i responsabili dell'attentato avvenuto ieri sera nella sede del ministero dell'Interno. Un alto funzionario di polizia ha perso la vita in seguito all'esplosione del pacco bomba fatto recapitare nella stanza attigua a quella del ministro Chrysochoidis, che è rimasto illeso. L'attentato di ieri si inserisce nel clima di tensione che c'è nel Paese investito da una grave crisi economcia che ha costretto il governo socialista a adottare provvedimenti impopolari. "Il governo non si lascerà terrorizzare" ha detto il premier Papandreau.


(Giornale Rai)
 
L'apertura degli spread/bund sul decennale, secondo ft.com .
Tra parentesi il precedente.

Grecia 896 pb. (905)
Portogallo 329 pb. (323)
Spagna 193 pb. (197)
Italia 149 pb. (147)
Belgio 88 pb. (84)
UK 77 pb. (78)
 
da corriere del ticino, oggi

pagina economia

..........


Euro sempre sotto pressione
Intanto i tassi sui titoli pubblici della Grecia continuano a salire



I mercati fuggono ancora dal rischio, premiando i titoli di Stato più solidi, come il bund tedesco e il treasury americano, il cui rendimento, sulla scadenza a due anni, è sceso ieri fino allo 0,6329%, minimo di quest'anno


bullet.gif
L'euro è in netto calo contro dollaro, yen e sterlina, segnando i minimi di quasi due anni con­tro la valuta britannica mentre la crisi greca torna a colpire, con nuovi record del rischio default e la Borsa di Atene in picchiata.
La divisa unica ha toccato quota 1,3555 contro franco svizzero, ed è scambiata a 1,2290 dollari sul finale degli scambi europei dopo aver toccato 1,2262, contro una quotazione di 1,2311 dollari in chiusura ieri. Contro lo yen l'eu­ro passa di mano a 109,95 (con un minimo a 109,54) da 110,57 di mercoledì. A segnare una vera e propria volata contro la divisa unica, poi, è la sterlina: l'euro scende sotto gli 82 pence per la prima volta dal novembre 2008, con la divisa britannica che a Londra passa di mano a 81,97 pence per euro da 82,30 di ieri do­po aver raggiunto 81,81, livello massimo (per la sterlina) dal 12 novembre 2008. Intanto i dati del dipartimento del Commercio USA hanno mostrato che gli or­dini di beni durevoli, al netto dei trasporti, hanno segnato a mag­gio il primo rialzo in quattro me­si, mentre le richieste di sussidio di disoccupazione sono scese la scorsa settimana a 457.000 unità dalle precedenti 472.000. Le pre­visioni erano per un calo più con­tenuto a 463.000.
Da segnalare, poi, il rialzo dello yuan, la divisa cinese che da que­sta settimana è scambiata sul mercato in maniera flessibile sia pure all'interno del range presta­bilito ogni giorno dalla Banca po­polare cinese. Lo yuan ha chiuso a 6,7997 per dollaro contro 6,8124 di ieri, mantenendosi in rialzo an­che se non ha raggiunto il massi­mo di due giorni fa, quando ave­va sfiorato quota 6,79.
Se non bastasse la nuova flessio­ne dell'euro (che comunque re­sta al di sopra dei minimi segna­ti all'acme della crisi del debito europeo, quando era sceso sotto 1,19 dollari), il nervosismo dei mercati è evidente anche dal mercato obbligazionario e dai de­rivati sul credito sovrano. Sulla base dei contratti «credit-default swap» che permettono di assicu­rarsi dall'eventualità di un'insol­venza sul debito sovrano greco, il rischio default di Atene è a nuo­vi record: ieri i contratti hanno raggiunto per la prima volta i 970 punti base. I mercati ancora una volta fuggono dal rischio, pre­miando i titoli di Stato più solidi. Come il bund tedesco e il treasu­ry americano, il cui rendimento, sulla scadenza a due anni, è sce­so ieri fino allo 0,6329%, minimo di quest'anno, sulle attese di tas­si Fed inchiodati allo 0% ancora a lungo. Per contro torna a salire il premio di rendimento che i tito­li di Stato greci decennali devo­no pagare rispetto ai bund tede­schi, volato a 772 punti base dai 784 di ieri. Si tratta del livello più elevato dal 7 maggio scorso (al­lora la BCE avviò il suo program­ma di acquisto di titoli di Stato europeo), raggiunto sui timori di una ripresa debole nella UE, che renderebbe più difficile il compi­to di risanare le finanze pubbli­che dei Paesi più indebitati.
Intanto, dopo lo scoppio della bolla immobiliare, in Spagna con­tinua a calare drasticamente il nu­mero di nuove case in costruzio­ne: nel primo trimestre se ne so­no iniziate 31 mila, un numero lontano anni luce dalle circa 900 mila che venivano ultimate ogni anno durante il boom immobi­liare, riferisce l'edizione elettro­nica di El Mundo.
A pesare su questo settore è sicu­ramente lo stock di case inven­dute che si aggirerebbero tra le 700 mila stimate dal Ministero della Casa e il milione di cui par­lano fonti del mercato. In calo an­che i permessi di costruzione, che nel primo trimestre hanno supe­rato di poco i 20 mila, in calo del 32% sull'anno anteriore.
Sulla scia di tutti questi timori, ieri le borse europee hanno per­so di nuovo terreno e anche Wall Street a metà giornata era in ne­gativo di circa l'1%. Dopo le pri­me battute in territorio positivo, la Borsa svizzera è scesa al di sot­to della linea di demarcazione dove poi ha continuato a muo­versi per tutta la giornata per chiudere con l'indice dei valori guida SMI in perdita dello 0,96% a 6320,62 punti e quello com­plessivo SPI dell'1,03% a 5.565,75 punti. Male i bancari: Credit Suisse e Julius Bär perdono ol­tre il 3%, rispettivamente il 3,95% (a 42,55 franchi) e il 3,26% (a 32,89 franchi). UBS scende del 2,05% a 15,26 franchi. Per quan­to riguarda gli assicurativi il mag­gior calo è registrato da Swiss Re con una perdita del 2,28% a 46,75 franchi. Zurich scende dell'1,08% a 246,8.
Tra i pesi massimi difensivi solo Nestlé chiude in positivo, +0,38% a 52,65 franchi.
 
Bond euro, apertura in calo in vista borse, poi lieve recupero

venerdì 25 giugno 2010 09:10

LONDRA (Reuters) - Apertura in calo per i Bund
che hanno ceduto parte dei guadagni registrati nella seduta di
ieri in vista di una pausa nel calo delle borse, per poi
registrare un lieve rialzo nel caso di alcune scadenze. I mercati periferici del debito restano sotto pressione. "I periferici non stanno facendo bene e la Grecia è sotto
osservazione in attesa della fine del mese, nel corso della
giornata i Bund dovrebbero accelerare un po'" dice un trader. Ieri i Bund sono saliti vicino ai massimi delle due
settimane sul montare dei timori relativi al ritmo della
crescita economica e i periferici sono rimasti sotto pressione. Le borse europee sono attese aprire in lieve rialzo, con
gli investitori pronti a tirare il fiato dopo la marcata
flessione delle ultime tre sessioni.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto