Patto Ue, ministri Finanze discutono riforme, sanzioni
lunedì 6 settembre 2010 18:29
BRUXELLES (Reuters) - Archiviata la lunga pausa estiva, i ventisette ministri finanziari Ue sono riuniti a Bruxelles secondo la nuova formula chiamata 'task force Van Rompuy' con il compito di ridiscutere e affinare, adattandolo alla lezione della crisi finanziaria, il patto di stabilità e crescita.
Sul tavolo, annuncia il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Junker all'ingresso dei lavori, in particolare il nodo delle sanzioni per i paesi inadempienti in tema di disciplina di conti pubblici.
"Dobbiamo assicurarci che le sanzioni diventino più automatiche, che possano essere accelerate in modo da giocare un ruolo nella parte preventita [del Patto di Stabilità]" spiega il premier lussemburghese.
Prevale invece la cautela sull'effettiva possibilità di creare un meccanismo permanente per la gestione delle crisi in seno alla zona euro dopo l'eclatante caso Grecia.
"Richiederebbe, secondo alcuni di noi, una sostanziale revisione del trattato.
L'idea è comunque che dalla riunione di questa sera, cui seguiranno domani quelle di Ecofin ed Eurogruppo, la 'task force' ideata dal presidente del Consiglio Ue arrivi a produrre almeno un'intesa di massima sulla revisione del patto da sottoporre al vertice dei capi di Stato e di governo del 16 settembre prossimo.
A parere del commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn è necessario che le sanzioni "semi-automatiche" siano innanzi tutto "credibili.
"Sarebbe meglio far slittare il dibattito sul meccanismo permanente di gestione delle crisi... possiamo posticiparne la discussione ma possediamo un meccanismo credibile e possiamo prendere tempo per rifletterci" spiega.
"Le sanzioni dovrebbero rappresentare una normale, quasi-automatica conseguenza, in caso di inadempimento delle regole. E' un po' come una partita di calcio, dunque non funziona se ogni volta che l'arbitro fischia un fallo i giocatori si mettono a ridiscutere".
Nuovamente in discussione anche l'eventualità - punto critico per l'Italia - di allargare le sanzioni, naturalmente ancora non si sa in che forma e quando, in caso di superamento del paletto Ue sul deficit, un 60% del Pil finora di fatto ignorato o quasi.
Nessun commento alla stampa intanto da parte di Giulio Tremonti, tra gli ultimi ministri ad arrivare questa sera.
Per la spagnola Elena Salgado, infine, potrebbero rivelarsi sufficienti già soltanto le sanzioni "morali" - come il richiamo per deficit eccessivo - e ruolo principale del consesso dei ministri europei dovrebbe essere quello di "prevenire" piuttosto che comminare sanzioni "a posteriori".
In base alle regole attuali, un paese che ripetutamente ignori i criteri Ue sulla disciplina di conti pubblici potrebbe essere multato fino allo 0,5% del proprio prodotto interno lordo, ipotesi comunque mai realizzatasi.
La procedura per deficit eccessivo prevede infatti una serie di tappe che potrebbero richiedere fino a due anni per farla scattare.