Grisù
Forumer attivo
Giuseppe, abbandonandoci all'accademia, credo che tra le ipotesi di un taglio cedolare insieme ad un prolungamento delle scadenze sia da preferirsi, per Atene, un default.
Nel primo caso non risolverebbe nulla e si creerebbe un terremoto per un piatto di lenticchie mentre invece, il secondo caso sarebbe più appetibile (da parte greca) riuscire a pagare il meno possibile: è adeguato un taglio del 30% sul nominale?
E perchè mai.
Nell'eventualità di effettiva insolvibilità sarebbe molto più gestibile negoziare con i creditori (per lo più banche) proprio un approccio ad invarianza di nominale ma riscadenzando durata e cedola.
L'esempio di Dubai potrebbe nel caso essere molto più calzante di quello argentino, poichè nel primo caso non si affonderebbe nemmeno il mercato e le banche potrebbero gestire perdite lievi nei bilanci annuali con un impatto molto moderato.
Siamo comunque nell'ambito dei pareri personali
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