tommy271
Forumer storico
Il difficile cammino UE della Macedonia
Monday, 27 September 2010 13:30
L´autunno macedone si prospetta particolarmente caldo dal punto di vista politico, con il Governo impegnato a lavorare alle riforme necessarie all´adeguamento dei requisiti europei, in attesa del report nel quale a novembre la Commissione farà il punto della situazione sullo stato dei progressi compiuti.
Tra i settori dove sono ancora necessari miglioramenti vi sono il sistema giudiziario, la pubblica amministrazione, l´introduzione degli accordi di Ohrid, scrive Setimes.
A prescindere dai progressi compiuti in questi settori, a rivestire un ruolo nevralgico continuerà ad essere la disputa sul nome in corso con la Grecia, che appare entrata in una nuova fase di stallo a causa della crisi greca, che ha costretto il Governo ad accantonare per il momento la questione, per dedicarsi a problemi più urgenti.
Sebbene la risoluzione di tale problema non costituisca ufficialmente una pre-condizione per la membership UE, resta il fatto che Atene può far valere le proprie posizioni all´interno del blocco, potendo contare sull´appoggio di altri Stati membri.
In questo senso bisogna ad esempio ricordare la recente presa di posizione dell´Ambasciatore svedese in Macedonia, che ha ricordato come la Grecia sia uno Stato membro UE e la Macedonia ancora no e che le due posizioni non sono uguali: il mondo non è un posto piacevole, soprattutto sotto il profilo della politica internazionale.
L´opinione pubblica macedone è divisa, non solo trai partiti politici, ma anche trai gruppi etnici: l´83 per cento dei cittadini di etnia macedone interpellati nel corso di un recente sondaggio ha affermato che respingerebbe un cambiamento del nome finalizzato all´entrata in UE e NATO se si votasse domani.
Per contro, il 73 per cento dei cittadini di origine albanese consultati nel corso del medesimo sondaggio si è detta favorevole al cambiamento del nome se questo garantisse un più agevole cammino verso l´ammissione.
Nel frattempo, l´allungarsi dei tempi porta a diminuire l´entusiasmo verso l´Europa: secondo un sondaggio condotto da Eurobarometro lo scorso agosto, il numero di coloro che pensano che la membership UE sarebbe un evento positivo per la Macedonia è diminuito del 6 per cento rispetto allo scorso anno.
Il Governo ribadisce la volontà di trovare una soluzione, ma di non essere disposto a mettere in discussione l´identità e gli interessi nazionali macedoni. Il Primo Ministro Gruevski ha recentemente ribadito di ritenere che le richieste elleniche siano esagerate. Tale situazione ha portato a nuove tensioni con l´opposizione social - democratica, che continua a spingere per un compromesso.
A due mesi dalla pubblicazione del report della Commissione Europea, i tempi si stanno facendo stretti per la Macedonia per consolidare la propria immagine riformatrice e, se possibile, per portare la propria posizione più vicina a quella greca sulla questione del nome.
Gli analisti pensano tuttavia che per assistere a reali sviluppi su questo fronte bisognerà aspettare il prossimo anno, quando la Presidenza di turno UE verrà assunta dall´Ungheria: l´attuale Presidenza belga non appare infatti in grado di occuparsi a fondo di problemi come la questione del nome macedone, essendo di espressione di un Governo indebolito dallo stallo politico interno al Belgio.
Marcello Berlich - by Setimes.Com
Monday, 27 September 2010 13:30
L´autunno macedone si prospetta particolarmente caldo dal punto di vista politico, con il Governo impegnato a lavorare alle riforme necessarie all´adeguamento dei requisiti europei, in attesa del report nel quale a novembre la Commissione farà il punto della situazione sullo stato dei progressi compiuti.
Tra i settori dove sono ancora necessari miglioramenti vi sono il sistema giudiziario, la pubblica amministrazione, l´introduzione degli accordi di Ohrid, scrive Setimes.
A prescindere dai progressi compiuti in questi settori, a rivestire un ruolo nevralgico continuerà ad essere la disputa sul nome in corso con la Grecia, che appare entrata in una nuova fase di stallo a causa della crisi greca, che ha costretto il Governo ad accantonare per il momento la questione, per dedicarsi a problemi più urgenti.
Sebbene la risoluzione di tale problema non costituisca ufficialmente una pre-condizione per la membership UE, resta il fatto che Atene può far valere le proprie posizioni all´interno del blocco, potendo contare sull´appoggio di altri Stati membri.
In questo senso bisogna ad esempio ricordare la recente presa di posizione dell´Ambasciatore svedese in Macedonia, che ha ricordato come la Grecia sia uno Stato membro UE e la Macedonia ancora no e che le due posizioni non sono uguali: il mondo non è un posto piacevole, soprattutto sotto il profilo della politica internazionale.
L´opinione pubblica macedone è divisa, non solo trai partiti politici, ma anche trai gruppi etnici: l´83 per cento dei cittadini di etnia macedone interpellati nel corso di un recente sondaggio ha affermato che respingerebbe un cambiamento del nome finalizzato all´entrata in UE e NATO se si votasse domani.
Per contro, il 73 per cento dei cittadini di origine albanese consultati nel corso del medesimo sondaggio si è detta favorevole al cambiamento del nome se questo garantisse un più agevole cammino verso l´ammissione.
Nel frattempo, l´allungarsi dei tempi porta a diminuire l´entusiasmo verso l´Europa: secondo un sondaggio condotto da Eurobarometro lo scorso agosto, il numero di coloro che pensano che la membership UE sarebbe un evento positivo per la Macedonia è diminuito del 6 per cento rispetto allo scorso anno.
Il Governo ribadisce la volontà di trovare una soluzione, ma di non essere disposto a mettere in discussione l´identità e gli interessi nazionali macedoni. Il Primo Ministro Gruevski ha recentemente ribadito di ritenere che le richieste elleniche siano esagerate. Tale situazione ha portato a nuove tensioni con l´opposizione social - democratica, che continua a spingere per un compromesso.
A due mesi dalla pubblicazione del report della Commissione Europea, i tempi si stanno facendo stretti per la Macedonia per consolidare la propria immagine riformatrice e, se possibile, per portare la propria posizione più vicina a quella greca sulla questione del nome.
Gli analisti pensano tuttavia che per assistere a reali sviluppi su questo fronte bisognerà aspettare il prossimo anno, quando la Presidenza di turno UE verrà assunta dall´Ungheria: l´attuale Presidenza belga non appare infatti in grado di occuparsi a fondo di problemi come la questione del nome macedone, essendo di espressione di un Governo indebolito dallo stallo politico interno al Belgio.
Marcello Berlich - by Setimes.Com