Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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E' pur vero a mio parere che rispetto ad una decina di anni fa non si riescono più ad isolare gli eventi singoli perchè ora maggiormante correlati tra loro e quindi anche la diversificazione aiuta meno a minimizzare i rischi.
Nel caso specifico, la correlazione sembra abbastanza elevata. Io però continuo a ritenere improbabile il default contemporaneo di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna ed anche di qualche altro stato in difficoltà o classificato di scarsissima affidabilità tipo il Venezuela. Detto ciò, diversificando l'investimento su 5/6 stati sovrani (e/o qualche altro emittente HY), a mio avviso, si riduce in modo significativo il rischio a parità di rendimento... non saprei di duration.

Questo per chi è rimasto, suo malgrado, invischiato con grosse somme sui periferici.

In linea di princio, invece, continuo a pensare che non ha alcun senso speculare sui TdS sulla base del fiume di news, opinioni e commenti vari. Per questo genere di attività ad es. c'è l'apposita sezione del forum che fornisce segnali giornalieri; lì vengono utilizzati strumenti adeguati ed il rischio è tenuto sotto controllo con tecniche decisamente più sofisticate.
Buonanotte
 
Con l'aggiunta che il malato di cuore post infarto di gln prende anche il viagra frequentando a tarda notte ragazze di bell'aspetto. :D
Nel caso si investa gran parte del capitale su un singolo paese è così come dici, è teorizzato un poco ovunque e molto bene nei libri di Taleb che un singolo evento negativo ti pone ad alto rischio di uscita dal gioco.

Non sarei così certo se si bilanciasse il piano diciamo al 5% su venti titoli/paesi ad alto rendimento/rischio. La probabilità che falliscano una gran parte di essi resterebbe bassa seppure restando nel campo degli alti rendimenti. Non sarei in ogni caso certo che il rischio valga la candela ma è un modello che si potrebbe studiare su una base storica passata (probabilmente qualcuno lo ha già fatto).

E' pur vero a mio parere che rispetto ad una decina di anni fa non si riescono più ad isolare gli eventi singoli perchè ora maggiormante correlati tra loro e quindi anche la diversificazione aiuta meno a minimizzare i rischi.


:D
 

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Aggiungo un commento al mio precedente messaggio che comunque voleva essere anche scherzoso :D (anche se i dati sono veri :rolleyes:).

E' chiaro che oggi viviamo in un mondo in cui di pari passo alla globalizzazione, nel bene e nel male, dovremmo aspettarci scelte politiche ed economiche internazionali entro certi limiti concertate.
Nella misura in cui, attraverso la mediazione dell'FMI a livello globale e magari in Europa attraverso un Fondo permanente di Emergenza, si può tentare "artificialmente" di limitare i tassi di default con salvataggi di emergenza.
Ma se il mercato è lasciato a se stante, che questi episodi avvengano a cluster in certe annate è invece la cosa più naturale del mondo.
E' il famoso effetto contagio che abbiamo visto già con le banche e i loro asset tossici.
Magari nell'800 era più facile che dipendesse da guerre o carestie che colpivano una macroregione geografica. Oggi lo sciame di locuste biblico è rapresentato dall'effetto contagio finanziario frutto di una finanza superglobalizzata. Ed è un effetto circolare: l'apprensione per l'enorme voragine delle banche irlandesi mette in dubbio la solvibilità dello stato Irlanda che tenta di salvarle. La paura fa nutrire sospetti sull'altro paese debole dell'area Euro, il Portogallo, mentre si teme che a questo punto la Grecia sia praticamente spacciata, già dipendendo per la liquidità dai prestiti ponte ed avendo problemi strutturali di alto debito/Pil, disavanzo cronico e recessione economica. Anche perchè ci si chiede, come si salvano tutti e tre i paesi?
Poi la Merkel fa le sue sparate su far ricadere il rischio sull'investitore e si ritorna alle banche europee chiedendosi che contraccolpo ne subirebbero dalla svalutazione di quelli che dovevano essere considerati tra gli asset più sicuri dei loro portafogli (si ricorderà che un simile scenario non era stato neanche contemplato nello Stress Test Europeo). Più contagio di così....

E infatti la prova l'abbiamo sotto gli occhi. Le "uscite" della Merkel sono un ottimo esempio per vedere il comportamento "naturale" dei mercati.
Il comportamento è invece "artificiale" quando si confida nel prestatore di ultima istanza, come le famose "Greenspan Put" e "Bernanke Put" di Wall Street.
In un mercato in cui si dice a chiare lettere all'investitore che si deve assumere il rischio dell'investimento è il mercato stesso che si cautela preparandosi al peggio. E qui per peggio non intendo il melt down apocalittico dell'area euro che i catastrofisti e millenaristi all'apice dell'enfasi retorica paventano, ma uno scenario, a probabilità magari bassa ma non nulla, in cui venga la tentazione di estendere ai paesi più in difficoltà, manovre di ridiscusisone del debito, riscadenzamenti, revisione degli interessi.
E' chiaro che nell'incertezza il mercato cerca di "prendere le misure", ma non ha in mano nulla per fare stime. E si cautela. E più perdura l'incertezza, più cerca di farsi pagare con alti rendimenti il rischio che ci si accolla.
Se Merkel-Sarko e compagnia bella continuano fino a dicembre a essere criptici e a non dare i chiarimenti che il mercato chiede, chissà a che rendimenti li portano questi bond.

p.s. Certo che 'sti bond Greci fanno venire l'insonnia (notare l'ora) :D
 
Ultima modifica:
Greece's IMF deal marked by pain and loud protest




JOHN PSAROPOULOS


GREECE CAME under International Monetary Fund supervision of its own volition on May 9th. That is when a memorandum of understanding between the government, the IMF, the European Central Bank and the European Commission passed into law, binding the Greeks to reform their economy in return for €110 billion over three years.

Two tranches of the money have so far been released, with a third due next month. With each instalment, the Greeks have to prove that they have taken specified steps to cut the deficit.
At the time, the socialist government of George Papandreou called its restructuring plans the most ambitious fiscal adjustment ever undertaken by a European country. The gambit is to eradicate a €29.2 billion deficit over three years – no small feat for an economy like Greece’s, now over $292 billion in debt. The government twice raised consumer taxes like VAT and twice reduced public sector salaries – above-salary benefits were cut by 10 per cent, then slashed a further 8 per cent.

So far those steps have proven painful – economically, socially and politically. The powerful civil servants’ union, claiming to represent 600,000 people, joined forces with the General Confederation of Labour in Greece, the largest private sector union umbrella organisation, claiming to represent a further two million. Together they have held a series of one-day strikes this year, often immobilising the capital and disrupting travel to and from Greece.

Greece hit the nadir of its press coverage when three bank employees died of smoke inhalation days after the memorandum was first announced, after anarchists lobbed Molotov cocktails through their high street window.
The socialists tried to introduce the reforms deliberatively and diplomatically. Even so, they faced fierce opposition. A major memorandum commitment was the liberalisation of transport. June, July and September were marked by truckers’ strikes that choked off petrol supplies as a few thousand unionised drivers fought the end of an era when they set haulage rates and traded licenses for hundreds of thousands of euro.

October saw the Acropolis itself put out of action when contract workers came to the end of their employment and sought to become open-ended hires. Such practices often led to mass inductions into the public sector in the past. Not this year.
The government’s fatigue was apparent on the eve of the November 7th local elections. Papandreou declared he would interpret a protest vote as a loss of confidence in his government and seek a new popular mandate. He held enough of the status quo, losing half the administrative regions but retaining some of the largest town halls, to declare a stalemate.

Greeks may not have punished his government, but neither are they thrilled with it. At 60 per cent, voter turnout was 12 points lower than four years ago.
In a brief speech on the night of the elections, Papandreou let slip he does not expect growth until 2012. “Let 2011 be the last year of recession,” he said, urging Greeks to bite the reform of painful reforms now rather than later. The economy contracted by 4 per cent last year and is set to repeat the performance in 2010, but the latest Bank of Greece forecast was for modest growth next year. That idea has effectively been denied.

The amount of social and political upheaval Greece has demonstrated it is not necessarily a recipe for Ireland. When Greece was forced to reform its social security system to lower benefits and increase retirement age, the event was marked by street protests.
When Ireland announced it would raise the retirement age from 65 to 68, it passed without notice, as did its early slashing of Civil Service salaries by 20 per cent. That is partly because Ireland does not have a militant left wing (Greece has two communist parties) eager to break the stranglehold on power; and perhaps because it spent less of the past two decades of EU subsidies raising expectations that an uncompetitive economy could last.


Greece's IMF deal marked by pain and loud protest - The Irish Times - Fri, Nov 12, 2010

***
L'attenzione della stampa irlandese ...
 
IL POZZO, SENZA FONDO, DI SAN PATRIZIO

Clima sempre più incandescente attorno ai periferici che continuano a macinare perdite su tutti i fronti.

I nostri ellenici si avviano verso il secondo turno elettorale che porterà, credo, ad un allentamento della tensione. In questo caso attendo una vittoria del Pasok nella maggior parte delle municipalità in grado di dare un nuovo mandato forte e chiaro a Papandreou a favore del "Memorandum".

Ieri, intanto, le dichiarazioni del Ministro delle finanze, dell'ex vice-presidente BCE e dello stesso Papandreou sulla volontà di perseguire il risanamento e modernizzazione del paese contro ogni ipotesi di default o haircut.
Le parole erano supportate da Juergen Stark indicando il percorso greco "in carreggiata".

Ma il focus continua ad essere diretto sull'Irlanda e, a ruota, sul Portogallo.
Ieri le prime ammissioni che le somme occorrenti per mettere in salvo il sistema bancario della Tigre Celtica dovevano lievitare da 50 MLD a 85 MLD mentre la somma occorrente per far fronte alle prossime difficoltà di aggira intorno ai 50 MLD.

Il portavoce del Ministro delle Finanze della Germania ha però smentito una qualsiasi richiesta di aiuto in tal senso: " è del tutto privo di fondamento la richiesta di aiuti, l'Irlanda non ha chiesto il supporto all'EFSF e siamo fiduciosi che Dublino sia in grado di mettere a punto con successo le previste misure di consolidamento dei conti pubblici".
Risposta di prassi di una musica già sentita.

Manuel Barroso è però sempre più generoso rispetto a Schauble: "L'Unione è pronta a sostenere l'Irlanda "se necessario", quel che è importante sapere è che abbiamo tutti gli strumenti necessari per agire".
Generosità latina ...

L'epicentro della crisi della "Tigre" tornano ad essere le banche Irlandesi che si troverebbero a dover affrontare altri rischi (oltre a quelli conosciuti), principalmente sul fattore privato dove, con ogni probabilità, sono viste crescere le famiglie impossibilitate a pagare i ratei dei mutui immobiliari.
I titoli subordinati sono ormai "andati", rimangono i senior ...

Intanto le quotazioni dei Titoli di Stato del Club Med continuano inesorabilmente a ritoccare i massimi del periodo.
Per il momento nessuna novità è all'orizzonte per cercare di invertire la rotta.
Una primo appuntamento di pausa - e di riflessione - è previsto per questo fine settimana.

Sempre ieri un primo "sensibile" calo abbiamo registrato anche sui nostri titoli italici che si avviano verso i minimi dell'anno registrati a giugno.
Si innestano le tensioni interne della politica italiana con quelli molto più pesanti della situazione in cui versano i periferici.
Un barlume di responsabilità all'interno della maggioranza "disfatta" è venuta dalla volontà di approvare "comunque" la Legge di Stabilità.

E' stato, dunque, facile profeta il buon Trichet avvisando la scorsa settimana del formarsi di nuove tensioni se la proposta di Frau Merkel di coinvolgimento dei privati nei processi di ristrutturazione, dovrebbe trovare accoglimento.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, gli Spread sul Bund sono qui sotto a testimoniarlo:

Grecia 926 pb. (915)
Irlanda 683 pb. (647)
Portogallo 496 pb. (478)
Spagna 223 pb. (204)
Italia 177 pb. (162)
 
Rischio Italia
Websim - 12/11/2010 08:26:02
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Il differenziale dei rendimenti tra i titoli di Stato italiano e quelli tedeschi salgono ai massimi dal 1997. (la Repubblica p 1)
 
Stato
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