Gli irlandesi adesso sono infuriati con la Germania, l'unico paese forte in Europa, dopo che il cancelliere tedesco Angela Merkel ha provocato un sell-off dei titoli di stato dell'Irlanda con lo spread con il bund arrivato ai massimi assoluti dal lancio dell'euro 11 anni fa (lo stesso e' accaduto per l'Italia, ma qui da noi si fa finta di niente e si parla di tutt'altro) quando la Merkel ha detto che i possessori di bond (sempre per capirci: in Italia gli investitori che hanno in portafoglio Btp e Cct) dovrebbero assumersi anche loro gli oneri dei salvataggi di ciascuna nazione dell'Europa a rischio di crack.
Ma l'amara realta' dei mercati (gran livellatori e perfino ottimi apportatori di "punizioni" assai visibili per i governi non efficaci) e' che il salvataggio da €22 miliardi di euro della Grecia effettuato lo scorso maggio sara' poca cosa, perche salvare l'Irlanda costera' 4 volte di piu', cioe' come minimo 80 miliardi e fino a 100 miliardi di euro.
Qui rinascono le tensioni finanziarie, politiche, sociali e perfino culturali che minano la casa europea alle fondamenta, mettendo a repentaglio la moneta unica (aspettatevi anzi un calo dell'euro la prossima settimana, sucessivamente al bail-out dell'Irlanda). L'altro elemento da considerare e' che il pacchetto di salvatggio per Atene si e' dimostrato altamente impopolare tra i contribuenti tedeschi, in sostanza in Germania la maggioranza (oltre il 75% dei tedeschi) si chiede se valga davvero la pena fare tutti questi sforzi per salvare i paesi periferici dell'Ue (i PIIGS Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) il cui caos delle finanze pubbliche e' responsabilita' esclusiva delle singole classi politiche dei governi nazionali. Cio' potrebbe davvero portare a tensioni molto forti in un futuro.