CRISI: TREMONTI OTTIMISTA SU E-BOND E NON SI SBILANCIA SU MANOVRA
(ASCA) - Bruxelles, 7 dic - Quella degli Eurobond ''e' un'idea che viene da lontano e andra' lontano''. Anche se al primo impatto la proposta rilanciata dal Ministro dell'economia,
Giulio Tremonti, e dal presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker dalle pagine del Financial Times, non e' stata accolta favorevolmente e ha registrato il secco no della Germania, il ministro italiano si dice ''ottimista''. Quello stesso ''sentimento'' gia' manifestato da Juncker, che aveva fatto notare come l'ipotesi del semestre europeo dei conti pubblici, formulata nel 2005 ed allora bocciata, dall'anno prossimo diventa realta'.
''L'articolo - ha aggiunto
Tremonti nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin - non e' passato inosservato''. Se ne discutera' al Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre'? ''Vedremo''. Sul rischio di una nuova manovra sui conti pubblici, per far scendere il deficit sotto il 3% entro il 2012,
Tremonti non si sbilancia e rinvia all'audizione che terra' in Commissione bilancio alla Camera insieme al Commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn. ''In quella sede - assicura - avrete ampie risposte''. Era stato Rehn ad ipotizzare il ricorso a misure aggiuntive dopo le stime della Commisione che prevedono il deficit italiano al 3,5% nel 2012, contro il 2,7% indicato dal governo. Cambieranno le prospettive'?, incalzano i giornalisti. ''Non lo so, vedremo''. Nella due giorni a Bruxelles i ministri finanziari della Ue hanno discusso di come rafforzare le difese dell'euro, dare stabilita' ai mercati e' evitare il rischio contagio da parte dei paesi in difficolta' come l'Irlanda. Emettere E-bond in chiave anticrisi ''e' una risposta essenzialmente politica. Il suo valore politico e' nel rappresentare una ipotesi generale, europea, comune. Tutto il resto, il montaggio, l'utilizzazione, sono aspetti importanti ma tecnici. Quando abbiamo discusso, ieri e nei giorni passati, di questa situazione, tutti hanno detto che la crisi e' generale e globale e puo' essere fronteggiata solo con soluzioni globali. Procedere caso per caso, paese per paese, forse e' necessario ma non sufficiente''.
L'introduzione di titoli europei, dice ancora
Tremonti, ''non richiede la modifica dei Trattati europei'', come invece sostiene il cancelliere tedesco Angela Merkel motivando la sua opposizione. ''Gli E-bond sono 'trattato-compatibili' - aggiunge il ministro - e quella della loro modifica e' un argomento inesistente''.
La Germania si e' dichiarata contraria anche all'aumento del fondo 'salva-Stati' partecipato dalla Ue e dal Fmi e che attualmente ammonta a 750 miliardi. Oggi l'Ecofin ha concluso che non emerge necessita' di ampliarne la portata e che le risorse sono sufficienti a fronteggiare altre situazioni critiche rilevanti dopo quella dell'Irlanda. Ma il tema sara' ripreso al prossimo Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre.
''Quello - spiega Tremonti - e' il foro piu' vicino e piu' importante''. Al vertice dei capi di Stato e di governo si affrontera' anche il nodo della revione del patto di stabilita' nel senso di un maggior rigore nei conti pubblici.
''La nostra posizione e' quella della Commissione euroea - ha precisato Tremonti - che contiene un testo articolato''. Il riferimento e' alla definizione aggregata di debito, che tenga conto non solo di quello pubblico ma anche di quello privato. La proposta della Commissione, ricorda il ministro ''non prevede meccanismi numerici ma estende le valutazioni a tutti i fattori rilevanti di rischio, che non sono solo il debito pubblico''.
L'applicazione parte dal 2014, ''mi spiace deludere chi voleva anticipare''. ''La crisi dell'Irlanda - ha concluso Tremonti - ci ha dato ragione. Aveva un debito bassissimo, credo al 12%, prima della crisi, poi e' cresciuto''.