Se tu avessi un reddito annuale di 20.000 euro ed un debito, diciamo di 30.000, su cui paghi un interesse, diciamo ancora, del 5% ossia di1.500 euro, non credo che tu possa essere dichiarato fallito. Ebbene, dal punto di vista economico-contabile la Grecia è nella stessa situazione. Solo che il vento speculativo ha annullato la fiducia verso la Grecia. Tra l'altro, per adesso, solo per i prestiti a lungo termine, per quelli a breve c'è ancora chi ha finducia sulla solvibilità della Grecia. Caro amico la Grecia non è fallita e non fallirà per motivi economici ma eventualmente solo se la politica sciovinista europea prevarrà.
Nel tuo esercizio di contabilità dimentichi di completare il quadro dicendo che il soggetto in questione ha anche come costi base per vivere...diciamo riducendo le spese all'osso, per mangiare pane e cipolle (austerity che i Greci stanno già facendo), affitto e utenze per la casa (spesa corrente per i servizi della macchina statale e della spesa sociale, per quel po' che ancora stanno riuscendo a tenere in piedi) e non ti ci metto neanche auto e assicurazione RCA

, 22.100 euro (10,5% di disavanzo) e quindi per pagare l'interesse di 1500 euro sui suoi buffi (e sottolineo solo l'interesse, non il capitale) deve ulteriormente indebitarsi.O meglio, già per campare deve ulteriormente indebitarsi, in più pure per pagare gli interessi. Generando nuovi interessi. In più è protestato quindi i soldi glieli prestano o gli usurai (il mercato, nel caso la Grecia dovesse accedervi agli attuali interessi del secondario) o un amico (aiuti degli altri paesi EU che però tanto amici non sembrano e comunque glieli prestano ad interesse, non da usura, ma comunque ad interesse e non proprio simbolico).
A quel punto o aumenta il reddito (ripresa economica, se non fosse che l'austerity certo non la stimola) o ci si vende l'argenteria di famiglia per ripianare almeno parte dei debiti ed estinguere quindi parte dei relativi oneri correnti. Oppure i prestiti degli amici vanno a fondo perduto (o quasi) allungandoli a dismisura nelle scadenze, abbattendo gli interessi applicati a livelli simbolici e se serve espandendo i prestiti alla bisogna in futuro. Oppure ancora, fornendo, i suddetti amici, una fideiussione per far andare il soggetto in questione (Grecia) in banca (mercato) a continuare lo schema ponzi a costi sostenibili con un credito revolving. Questa era la soluzione più logica e meno onerosa secondo me, ma non si è fatto (fino ad ora), non volendo trasferire i costi indiretti del merito di credito da fideiussione e un anno dopo siamo ancora nel pieno della crisi, se possibile anche aggravata.
Ma da qui a dire che il soggetto in questione (o la Grecia se preferisci) non sia fallita ce ne corre.
Diverso è il ragionamento di Bini Smaghi che quando dice che la Grecia "è ricca" e "non è fallita", fa appunto riferimento all'argenteria di famiglia

, non certo alla sostenibilità dell'attuale bilancio.