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Economica : Testo articolo
Stampa di venerdì 8 luglio 2011, pagina 29
Intervista a Paolo Onofri - Onofri: "L'Eurozona paga le incertezze sul debito di Atene"
di Lepri Stefano
Onofri: "lieurozona page le incertezze sul debito di Atene" IL LAVORO «Dopo la crisi del 1S)93 ci vollero quattro o cinque anni per recuperare i posti persi» Intervista 99 STEFANO LEPRI ROMA Rallenta la ripresa in Europa, e secondo Prometeia, forse il più noto centro indipendente di studi economici in Italia, questa è la prova che gli errori compiuti sulla Grecia si riflettono su tutto il continente. «Ormai il danno è fatto - dice il professor Paolo Onofri, che di Prometeia è segretario generale -, si è deteriorata la fiducia nella capacità delle istituzioni europee di mantenere la stabilità dell'area euro. Avremmo avuto una ripresa più solida se avessimo potuto rimandare un po' le restrizioni di bilancio, e avessimo invece controllato meglio la liquidità, dando precedenza alla restrizione monetaria. Così ci insegnava, tra l'altro, l'esperienza della crisi degli anni '30. A questo punto è difficile rimediare. Quando fra 10 o 15 anni si scriverà la storia economica di questo periodo, si concluderà che sottovalutare il caso greco ha allungato i tempi dell'uscita dalla crisi».
Nel vostro rapporto di previsione, presentato ieri, appunto prevedete un rallentamento generale delle economie dei paesi avanzati nei prossimi mesi. «Un rallentamento, non una ricaduta, intendiamoci bene. In Italia sarà più marcato. Attenzione, il dato sul nostro pro- LA FINANZIARIA II rim i(r dei s l('rifi('i ci espone per i prossimi 2 turni alle turbolenze dei mercati» dotto lordo del secondo semestre sarà buono, perché abbiamo reagito con ritardo alla spinta tedesca. Ma tutti gli indicatori ci annunciano che adesso ci stiamo quasi fermando: una doccia fredda, scriviamo. Ci danneggeranno l'euro forte, l'inflazione un po' più alta degli altri paesi, e una stasi dell'immobiliare».
Per i prossimi anni prevedete che l'Italia proceda su "un percorso lento e ad ostacoli", con una crescita sotto I'1% quest'anno e nei due successivi. Continueremo a diventare più poveri, con il reddito disponibile delle famiglie in calo nel 2011 per il quarto anno consecutivo. Anzi, non escludete nuove perdite di posti di lavoro. «Sì. Fino ad oggi la caduta dell'occupazione è rimasta parecchio inferiore alla caduta della produzione. Temiamo che altre ristrutturazioni industriali debbano realizzarsi. D'altra parte l'esperienza ci dice che le conseguenze delle crisi sui posti di lavoro si distribuiscono su molti anni. Ad esempio dopo la recessione del 1993 il mercato del lavoro ha cominciato a riprendersi nel 1997-98, e per gli effetti del "pacchetto Treu"».
Nella vostra analisi, non c'è una soluzione facile ai guai dell'Italia. A una manovra di bilancio severa vanno affiancate riforme per aumentare la crescita, però... «Dalle riforme non è possibile aspettarsi vantaggi a breve termine, ovvero nell'arco di una previsione triennale come quella che fa Prometeia; mentre gli effetti restrittivi della manovra di bilancio si avvertono subito».
E già secondo voi c'è qualche rischio nella scelta del governo di rimandare il grosso dei sacrifici al 2013. «Se si riacutizzassero le tensioni sulla Grecia, questa manovra potrebbe essere giudicata dai mercati troppo aleatoria; specie perché il decreto-legge contiene misure al 2014 solo per 25 miliardi, mentre gli altri 15 sono rinviati a misure da definirsi».
Quanto alla riforma fiscale, sconsigliate lo scambio più !va-meno Irpef, che è la principale ipotesi del governo. «In primo luogo per ottenere sgravi Irpef significativi l'aliquota base dell'Iva dovrebbe essere alzata troppo, con effetti forti sui prezzi. In secondo luogo, il nostro modello econometrico ci fa supporre che lo scambio avrebbe un effetto depressivo. A parità di gettito, l'unica combinazione utile alla crescita sarebbe invece aumentare l'Iva per ridurre i contributi sociali, ossia il costo del lavoro».
La Grecia nei guai «Diciamo no al default selettivo».
Così ieri, il presidente della Bce JeanClaudeTrichet, ha commentato l'ipotesi di coinvolgimento dei privati per la Grecia. «La responsabilità dipende dal Governo e dai membri dell'Eurogruppo, ai quali spetta discutere con gli interessati nelle circostanze attuali» ha sottolineato Trichet, rispondendo ad una domanda in merito all'intervento delle banche private nel caso della Grecia, come suggerito dalla Francia. «Noi prendiamo delle decisioni che implicano 331 milioni di cittadini con prudenza e determinazione. Esortiamo tutti a fare quello che conviene nelle rispetto delle proprie responsabilità».
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