Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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Βarroso: task force on Greece





BRUSSELS (ANA-MPA) -- European Commissioner Jose Manuel Barroso on Thursday replied to a letter from Prime Minister George Papandreou on accelerating the disbursement of Community funds to Greece, saying he intends to set up a special task force to provide technical assistance to the EU member-state and to improve absorption of EU structural and cohesion funds.

Barroso also asked Papandreou to name a contact person that will coordinate the efforts of the Commission and Greek authorities to this end, with the Greek prime minister forwarding the name of former top European Commission official Giorgos Glynos.

The first meeting between Glynos and a delegation sent by the European Commission president will take place next week, after the Eurogroup meeting on Monday.

(ana.gr)

***
Dare priorità alla crescita.


Finalmente una cosa sensata, che doveva essere fatta prima, meglio tardi che mai...ora bisogna vedere "l'orgoglio nazionale" come reagisce.
Bisogna metterli sotto tutela, altrimenti si rimangiano tutto in in anno:up:
 
Secondo fonti elleniche sarà un week-end di intensa attività con teleconferenze in vista dell'Eurogruppo di lunedì 11 dove si esamineranno le proposte di partecipazione privata al nuovo piano che dovrebbe essere approvato a settembre.
Sul tavolo oltre alla proposta francese, quella tedesca (di cui conosciamo poco) e quella dell'IIF che prevede - oltre al rollaggio - un buy-back da effettuarsi sul mercato secondario con il sostegno dell'EFSF.
 
Fmi,in agneda oggi apporvazione tranche prestito a Grecia
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Reuters - 08/07/2011 09:11:29
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WASHINGTON, 8 luglio (Reuters) - Il consiglio esecutivo del Fmi dovrebbe approvare oggi l'erogazione di poco più di 3 miliardi di euro per la Grecia, in tempo per aiutare il paese paga i debiti in scadenza questo mese.

Allo stesso tempo, gli europei cercheranno di garantire la partecipazione del settore privato nel secondo piano di salvataggio.

Il pagamento è parte del pacchetto di aiuti da 110 miliardi di euro erogato da Fmi e Unione Europea lo scorso anno.

Il rischio di contagio proveniente da un peggioramento della crisi del debito greco - e la minaccia di un default - probabilmente condizioneranno la decisione del consiglio.

Il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che la crisi in Grecia potrebbe raggiungere paesi come gli Stati Uniti attraverso i fondi del mercato monetario, soprattutto se il contagio si diffondesse alle banche europee fortemente esposte al debito greco.

L'istituto di credito internazionale ha in agenda oggi un meeting per considerare l'erogazione della quinta tranche di prestito per la Grecia dopo che i leader della zona euro hanno dato il loro nulla osta sabato a elargire la loro parte dei 12 miliardi di euro programmati.

Finora, il programma non è riuscito a ripristinare la fiducia circa le finanze della Grecia ed è in preparazione un nuovo pacchetto per coprire le esigenze di finanziamento di Atene fino al 2014, con i funzionari europei che ora stanno cercando di coinvolgere i creditori del settore privato.

Per assicurare l'ultima erogazione, il parlamento greco ha dovuto approvare misure di austerità decisamente impopolari per mettere la nazione in una posizione più adatta a sostenere i propri debiti. Il pacchetto è stato approvato il 29 giugno.

Non è chiaro se Christine Lagarde, nuovo direttore generale del FMI, presiederà la riunione del consiglio. Fino a una settimana fa, partecipava alle discussioni su un nuovo piano di salvataggio come ministro delle Finanze francese.

Lagarde ha detto ai giornalisti mercoledì che la crisi della zona euro del debito è la sua priorità assoluta, anche se ha rifiutato di dare anticipazioni sulla discussione Consiglio di amministrazione dell'FMI e sul suo esito.
 
Tommy.....

Il buy back non si può fare

Il board a parlato chiaro mi sembra.

Stai pur tranquillo che i tedeschi rispetteranno le decisioni di Francoforte.
 
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Sole 24 Ore di venerdì 8 luglio 2011, pagina 16
La strada obbligata di Trichet per evitare il contagio - La strada obbligata di Trichet
di Bastasin Carlo

EFFETTO LISBONA La strada obbligata di Trichet per evitare il contagio di Carlo Bastasin • pagina 16 RIALZO DEI TASSI E RISCHIO DEFAULT La strada obbligata di Trichet Le mosse per evitare il contagio e aspettare tempi più favorevoli di Carlo Bastasin 1 contagio che si sta manifestando in questi giorni sui titoli del debito pubblico nell'area dell'euro è la peggiore delle evoluzioni che potevano accadere in questo preciso momento. Le nuove turbolenze sulla periferia, e in particolare quelle sul Portogallo, infatti colpiscono l'opzione "naturale" di uscita dalla crisi, il miglior scenario rimasto in questa lunga e faticosissima Odissea. La speranza segreta a Bruxelles era infatti che nel giro di pochi mesi, a settembre in particolare, potessero arrivare buone notizie dalle economie irlandese e portoghese. Da Dublino sembrava certo che i bilanci di banche e famiglie tornassero a vedere la luce, mentre da Lisbona i messi del Fondo monetario e quelli europei ritenevano che potessero venire gli attesi segnali di stabilizzazione della bilancia dei pagamenti. Si trattava dunque di superare l'agosto, normalmente quieto sui mercati. A quel punto la crisi dell'euro forse avrebbe potuto cambiar verso definitivamente e in modo relativamente indolore. Il rientro dei tassi d'interesse della periferia avrebbe potuto avvenire rapidamente sull'onda di investitori finanziari desiderosi di guadagnare dalla ritrovata convergenza europea acquistando titoli irlandesi e portoghesi. I due Paesi sarebbero potuti tornare prima del previsto a finanziarsi sui mercati e i segnali che stavano per arrivare dall'inflazione, più moderata del temuto, avrebbero aiutato il finanziamento. La Grecia, certo, sarebbe rimasta isolata nella sua miseria, un malandato 2% di Pil europeo, ma in ragione di ciò sarebbe stata promossa da germe d'infezione contagiosa a regolare "pig", come ha osservato uno scrittore greco. E invece il contagio si è messo di nuovo in atto senza aspettare settembre, le rugginose diplomazie economiche dei governi, né i ritmi necessariamente lenti delle convalescenze delle economie. Le agenzie di rating seminano ipocondria, ma i mercati ragionano come loro e non si può sottovalutare il punto di vista dei creditori quando si vuole finanziare debiti ingenti. Così da un percorso naturale di rientro della crisi, si è passati in pochi giorni all'estensione del contagio. Tassi d'interesse come quelli pagati da Spagna e Italia in questi giorni venivano pagati da Irlanda e Portogallo solo poco più di un anno fa. Gli investitori, non solo quelli più speculativi ma anche i fondi pensione, sono tornati a coprirsi dai rischi. Il fatto che Moody's abbia accomunato Grecia e Portogallo, in ragione dell'incerta risposta politica europea, e S&P abbia classificato come una forma di default la proposta francese di coinvolgimento volontario dei creditori privati nell'allungamento delle scadenze del debito greco ha di nuovo rafforzato una reazione di paura. La proposta tedesca di reintrodurre schemi non volontari di coinvolgimento delle banche creditrici non ha affatto aiutato. Al contrario ha rinnovato l'incertezza negli investitori di fronte alla cacofonia politica dei governi europei. Così, nella conferenza stampa di ieri, il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, mentre comunicava l'aumento previsto dei tassi di riferimento all'1,5%, ha dovuto urgentemente confermare il sostegno della Banca centrale al Portogallo sospendendo i requisiti dei collaterali attraverso i quali le banche portoghesi hanno accesso ai finanziamenti. Trichet non a caso ha spiegato che Lisbona stava facendo molto bene nell'aggiustamen-to dei conti ed era addirittura in anticipo sui programmi dettati dalla troika di Ue-Bce-Fmi. In un certo senso il presidente della Bce ha permesso di "vedere le carte" nel tiro alla fune che i policymaker stanno combattendo con i mercati: arrivare salvi all'autunno è così importante che la Bce si è impegnata a soccorrere Lisbona ammettendone i titoli anche di fronte alla revisione al ribasso del loro rating da parte delle agenzie. Sono ormai tre-quattro anni che la Bce distingue tra misure ordinarie di politica monetaria e concessione straordinaria di liquidità. Così da un lato aumenti dei tassi come quelli di ieri non sono in contrasto con il soccorso all'area euro, ma dall'altro la Bce si trova a ritirare sempre più attività finanziarie dei Paesi in crisi e a sostituire di fatto i creditori privati. Sul Portogallo con la decisione di ieri Trichet ha messo l'intera posta nel piatto. La Bce continuerà a procurare liquidità per evitare che il sistema bancario fallisca. Ci sono dei limiti sia nei confini del contagio arginabile, sia nel bilancio della Bce, sia nella solidità dei sistemi bancari della periferia. Ma non sembra che ci siano alternative.
cbastasin anbrookings.edu O RIPRODUZIONE RISERVATA ***
 
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Stampa di venerdì 8 luglio 2011, pagina 29
Intervista a Paolo Onofri - Onofri: "L'Eurozona paga le incertezze sul debito di Atene"
di Lepri Stefano

Onofri: "lieurozona page le incertezze sul debito di Atene" IL LAVORO «Dopo la crisi del 1S)93 ci vollero quattro o cinque anni per recuperare i posti persi» Intervista 99 STEFANO LEPRI ROMA Rallenta la ripresa in Europa, e secondo Prometeia, forse il più noto centro indipendente di studi economici in Italia, questa è la prova che gli errori compiuti sulla Grecia si riflettono su tutto il continente. «Ormai il danno è fatto - dice il professor Paolo Onofri, che di Prometeia è segretario generale -, si è deteriorata la fiducia nella capacità delle istituzioni europee di mantenere la stabilità dell'area euro. Avremmo avuto una ripresa più solida se avessimo potuto rimandare un po' le restrizioni di bilancio, e avessimo invece controllato meglio la liquidità, dando precedenza alla restrizione monetaria. Così ci insegnava, tra l'altro, l'esperienza della crisi degli anni '30. A questo punto è difficile rimediare. Quando fra 10 o 15 anni si scriverà la storia economica di questo periodo, si concluderà che sottovalutare il caso greco ha allungato i tempi dell'uscita dalla crisi».
Nel vostro rapporto di previsione, presentato ieri, appunto prevedete un rallentamento generale delle economie dei paesi avanzati nei prossimi mesi. «Un rallentamento, non una ricaduta, intendiamoci bene. In Italia sarà più marcato. Attenzione, il dato sul nostro pro- LA FINANZIARIA II rim i(r dei s l('rifi('i ci espone per i prossimi 2 turni alle turbolenze dei mercati» dotto lordo del secondo semestre sarà buono, perché abbiamo reagito con ritardo alla spinta tedesca. Ma tutti gli indicatori ci annunciano che adesso ci stiamo quasi fermando: una doccia fredda, scriviamo. Ci danneggeranno l'euro forte, l'inflazione un po' più alta degli altri paesi, e una stasi dell'immobiliare».
Per i prossimi anni prevedete che l'Italia proceda su "un percorso lento e ad ostacoli", con una crescita sotto I'1% quest'anno e nei due successivi. Continueremo a diventare più poveri, con il reddito disponibile delle famiglie in calo nel 2011 per il quarto anno consecutivo. Anzi, non escludete nuove perdite di posti di lavoro. «Sì. Fino ad oggi la caduta dell'occupazione è rimasta parecchio inferiore alla caduta della produzione. Temiamo che altre ristrutturazioni industriali debbano realizzarsi. D'altra parte l'esperienza ci dice che le conseguenze delle crisi sui posti di lavoro si distribuiscono su molti anni. Ad esempio dopo la recessione del 1993 il mercato del lavoro ha cominciato a riprendersi nel 1997-98, e per gli effetti del "pacchetto Treu"».
Nella vostra analisi, non c'è una soluzione facile ai guai dell'Italia. A una manovra di bilancio severa vanno affiancate riforme per aumentare la crescita, però... «Dalle riforme non è possibile aspettarsi vantaggi a breve termine, ovvero nell'arco di una previsione triennale come quella che fa Prometeia; mentre gli effetti restrittivi della manovra di bilancio si avvertono subito».
E già secondo voi c'è qualche rischio nella scelta del governo di rimandare il grosso dei sacrifici al 2013. «Se si riacutizzassero le tensioni sulla Grecia, questa manovra potrebbe essere giudicata dai mercati troppo aleatoria; specie perché il decreto-legge contiene misure al 2014 solo per 25 miliardi, mentre gli altri 15 sono rinviati a misure da definirsi».
Quanto alla riforma fiscale, sconsigliate lo scambio più !va-meno Irpef, che è la principale ipotesi del governo. «In primo luogo per ottenere sgravi Irpef significativi l'aliquota base dell'Iva dovrebbe essere alzata troppo, con effetti forti sui prezzi. In secondo luogo, il nostro modello econometrico ci fa supporre che lo scambio avrebbe un effetto depressivo. A parità di gettito, l'unica combinazione utile alla crescita sarebbe invece aumentare l'Iva per ridurre i contributi sociali, ossia il costo del lavoro».
La Grecia nei guai «Diciamo no al default selettivo».
Così ieri, il presidente della Bce JeanClaudeTrichet, ha commentato l'ipotesi di coinvolgimento dei privati per la Grecia. «La responsabilità dipende dal Governo e dai membri dell'Eurogruppo, ai quali spetta discutere con gli interessati nelle circostanze attuali» ha sottolineato Trichet, rispondendo ad una domanda in merito all'intervento delle banche private nel caso della Grecia, come suggerito dalla Francia. «Noi prendiamo delle decisioni che implicano 331 milioni di cittadini con prudenza e determinazione. Esortiamo tutti a fare quello che conviene nelle rispetto delle proprie responsabilità».
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Mf di venerdì 8 luglio 2011, pagina 10
La Bce eviti un braccio di ferro con i mercati
di De Mattia Angelo

La Bce eviti un braccio di ferro con i mercati Come era prevedibile, il Consiglio direttivo della Bce ieri ha deciso di aumentare il tasso ufficiale di riferimento dello 0.25%portandolo all'1,5%. Si poteva sperare in una ulteriore riflessione. tuttavia i segnali inviati dal presidente Jean-Claude Trichet nelle scorse settimane erano stati netti. avendo progressivamente accentuato i timori per il risveglio dell'inflazione, legato ai prezzi dell'energia e delle materie prime. al 2.7' nell'area euro, nonché richiamato la missione della Banca centrale. tenuta ad assicurare la stabilità dei prezzi. Del resto era chiaro. avendo l'Istituto interpretato tale mandato come un vincolo a stabilizzare l'inflazione intorno al 2%. che con la risalita dei prezzi al livello indicato non sarebbe stato possibile astenersi dall'attivare la leva dei tassi di riferimento. E ciò anche se. come ha rilevato lo stesso Trichet in conferenza-stampa. si manifestano segni di rallentamento della crescita nel secondo trimestre. La convinzione dell'imminente aumento del costo del denaro era, in ogni caso. abbastanza diffusa. sicché può dirsi che l'aumento fosse già ampiamente scontato. Tuttavia, visto che la Banca centrale ritiene che la politica monetaria sia ancora accomodante e che i rischi sulla stabilità DI ANGELO DE MATTIA dei prezzi siano orientati al rialzo. e visto anche l'impegno a uno stretto monitoraggio dei prezzi. l'aumento di ieri potrebbe essere il segnale dell'inizio di una fase di rialzi, sia pure contenuti. Un percorso che tuttavia bisognerebbe non imboccare, poiché sarebbe da evitare un gioco prolungato di azioni e reazioni tra inflazione e politica dei tassi - una sorta di guardie e ladri - risultando, al limite. preferibile agire con più determinazione senza diluire gli interventi. La decisione dell'Istituto monetario. pur di non eccessiva entità. comunque conferma una politica che esclude che la leva monetaria possa essere direttamente finalizzata a stimolare la crescita. Dunque. questo obiettivo resta affidato alle politiche nazionali. al di là di interventi quasi di emergenza come la conferma dell'accettazione a titolo di collaterale dei titoli pubblici portoghesi. pur non avendo più i requisiti minimi dopo i giudizi delle società di rating. Un modo. questo. anche di ridimensionare la portata di tali giudizi. mentre si infittiscono i buoni propositi a livello europeo - ma per ora solo di questo si tratta - per arrivare finalmente a norme più stringenti su questi organismi. Poiché tutte le istituzioni adesso ne ravvisano la necessità e l'urgenia non si vede quale altro caso di improvvisa instabilità nei mercati debba verificarsi perché finalmente si provveda con un'adeguata normativa comunitaria che regoli con efficacia le società in questione. Sempre a proposito delle responsabilità dei governi Trichet ieri ha sottolineato l'esigenza che essi anticipino le possibili difficoltà nei mercati. Un tale atteggiamento proattivo sarà ricompensato da maggiore crescita e occupazione ecco, dunque. l'accennato impegno dei singoli Paesi in questo campo). Inoltre il presidente ha precisato che il principale problema dell'Eurosistcma non è la situazione debitoria degli Stati membri. non peggiore di quella di altre economie. ma l'eccessiva rigidità dei sistemi economici. Di qui l'urgenza delle riforme di struttura. Quanto all'Italia Trichet ha detto a titolo personale che le misure prese dal governo vanno nella giusta direzione. Soprattutto avendo presenti la giornata di ieri in cui gli spread Btp-Bund hanno raggiunto il picco di 225 punti base e le continue voci di possibile contagio. la manovra varata non va sottovalutata anche se contiene scelte che nell'iter parlamentare occorrerà modificare e anche se essa affronta solo in parte il problema delle riforme strutturali. Dal presidente Bce. insieme all'incoraggiamento espresso. viene indirettamente una sollecitazione, anche all'Italia a prendere di petto gli interventi nella struttura. Comprese le misure sui costi della politica Di qui l'esigenza di quell'ampio confronto in Parlamento al quale si è riferito il Presidente della Repubblica. non impedito dall' apposizione della fiducia sulla conversione del decreto. (riproduzione riservata) ***
 
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