Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1 (37 lettori)

Stato
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capt.harlock

MENA IL CAMMELLO FAN CLUB
ciao a tutti , potrebbe essere interessante , per riuscire a dare il giusto valore ai titoli con scadenza entro il 2019 , simulare uno swap con scambio 15/30 anni con titoli AAA prendendo a paragone titoli con scadenze rating e cedola simile alla proposta emersa ieri
:rolleyes:
 

tommy271

Forumer storico
Greek Debt Is Sustainable Only If Economy Grows - EU's Barnier



PARIS (Dow Jones)--The second euro-zone rescue package for Greece, agreed Thursday, will work only if the economy of the debt-ridden country goes back to a sustainable growth pattern, Michel Barnier, the European commissioner for financial regulation, said Friday.
"What will make Greece's debt reimbursement sustainable is that growth comes back," Barnier said in an interview on French television news channel France24. "We're giving Greece time to gain back its competitiveness."
Barnier addressed doubts that the massive rescue plan devised in Brussels to keep Greece afloat won't be able to prevent the country from running into trouble again in the medium term, as even after the plan, Greece will still have a staggering load of debt.
Euro-zone leaders Thursday agreed on a new EUR109 billion bailout for Greece and new steps to prevent its debt crisis from spreading across the continent.
The EFSF, the bloc's bailout fund, and the International Monetary Fund will lend the country roughly EUR109 billion over the next three years at around 3.5% interest, while private creditors who hold Greek debt maturing in the coming years will voluntarily turn in their bonds for new paper with longer maturity.
Responding to EU calls to lower its bloated public sector, the government in Athens has voted in austerity measures to slash its budget deficit to 1.1% of gross domestic product by 2015, down from 10.5% last year, a plan bound to have a contracting effect on the economy.
While the latest data show Greece's economic recession, now entering its third year, is somewhat easing, the country's gross domestic product is still shrinking. In May, the national statistics service in Athens reported that first-quarter gross domestic product contracted by a less-than-expected 4.8% rate on the year, while on a quarterly basis GDP rose 0.8% in the first quarter.
 

tommy271

Forumer storico
EU Agreement Helped ASE Soar



ASE welcomed with enthusiasm the European agreement on the Greek bailout program, as Greek banks jumped by 11.7% and General Index recorded the highest profits for year, while the turnover exceeded €160 million.

The positive news from Brussels triggered an upward outbreak helped by banks, after a long period of weakness, inactivity and “sterile” fluctuations. Euphoria was spread across the board, and the session closed with just 13 shares in negative territory, while 155 shares rose and 112 remained unchanged.


The General Index, moving on positive grounds throughout the trading meeting, ended at session (1,286.15 units) with profits of 5.91% (the highest percentage increase in 2011), while cumulative profits for week amounted to 9.28%.
Banks moved violently upwards by 11.68% (also the highest percentage increase in 2011) at 986.00 units, with profits of 24.03% for week.

ATEBank topped FTSE20 with profits of 27.42% at €0.79, while Alpha Bank and Marfin Popular Bank gained 18.81% and 13.21% respectively. Hellenic Postbank and Bank of Cyprus recorded profits of 13.11% and 12.09%, while Eurobank rose by 11.70% at €3.15.

Similar trends prevailed in the rest of the board. Ellaktor and MIG moved up by 8.70% and 7.69%, while OPAP and PPC closed with profits of 6.21% and 5.62% at €11.81 and €9.40 respectively.

(capital.gr)
 

tommy271

Forumer storico
GRECIA: PAPANDREOU, ACCORDO CI LIBERA DA INCUBO DEFAULT

(AGI Atene - L'accordo tra i paesi dell'eurozona sul salvataggio della Grecia 'ha liberato il nostro popolo dall'incubo del default'.
Lo ha dichiarato, in un discorso al Parlamento, il primo ministro ellenico George Papandreou.
'Il nostro paese ha preso delle decisioni storiche e l'Europa ha fatto un grande passo avanti - ha affermato il premier - Oggi possiamo essere fieri di non aver lasciato ai nostri figli un problema insormontabile, che invece abbiamo reso gestibile' .


(larepubblica.it)
 

tommy271

Forumer storico
Una tregua costosa

22 luglio 2011 Die Welt Berlino



Alla fine i paesi dell'eurozona riunitisi in emergenza a Bruxelles si sono messi d'accordo su un piano di salvataggio per la Grecia. Il problema di fondo però è tutt'altro che risolto. E nel frattempo il conto si fa sempre più salato.
Olaf Gersemann
In molti potrebbero ragionevolmente vedere il bicchiere mezzo pieno: a quanto pare i capi di stato dei 17 paesi dell'eurozona sono riusciti a fare un passo avanti significativo in occasione del summit d'emergenza a Bruxelles. Al salvataggio della Grecia dovrebbero contribuire anche gli investitori privati – come voleva Angela Merkel, che ha prevalso sull'opinione contraria del governo francese e soprattutto della Banca centrale europea.
Per la cancelliera tedesca si tratta di un successo considerevole. Sembra inoltre che a Bruxelles siano stati fatti significativi passi avanti in altre importanti problematiche. In confronto con le riunioni di qualche mese fa, l'ultimo summit è stato una piacevole sorpresa.
La verità però è che il bicchiere è mezzo vuoto. Lo scopo della riunione era cancellare la paura che la crisi possa diffondersi in un numero sempre maggiore di paesi. Difficile sostenere che l'obiettivo sia stato raggiunto.
Il problema fondamentale alla base della crisi dell'euro – ovvero il fatto che la Grecia non è in grado di ripagare il suo debito pubblico da sola – è ancora lì. L'annunciata ristrutturazione del debito di Atene è di gran lunga troppo esigua, e la Grecia non è in grado di ripagare il debito residuo. Il paese resterà attaccato al tubo degli aiuti dei partner dell'eurozona.
Le garanzie per i nuovi bond greci a lungo termine – assicurati dal fondo di salvataggio europeo – hanno l'aspetto di un sussidio permanente. Visto in quest'ottica il summit di Bruxelles non è altro che un nuovo passo verso un'unione dei transfer. Ieri i tassi d'interesse richiesti dai finanziatori per acquistare i bond tedeschi sono immediatamente schizzati alle stelle.
Chiunque invochi un atto conclusivo in grado di porre fine alla crisi viene accusato di ingenuità. La politica non può essere semplificata fino a questo punto, dicono. Come accade in altre problematiche complesse – come la riforma dello stato sociale – l'unica via percorribile è quella dell'approccio graduale.
Questa teoria però fraintende la natura della crisi dell'euro. Ogni boccata d'ossigeno ottenuta dalla politica europea implica il pagamento di un prezzo molto alto, e el frattempo i problemi diventano sempre più gravi.
Se nella primavera del 2010 i leader europei avessero optato per una soluzione radicale, almeno il Portogallo non avrebbe avuto bisogno di chiedere l'aiuto internazionale. L'approccio pragmatico del "fare soltanto ciò che è strettamente necessario" sta alla base del fatto che oggi la montagna del debito greco è spaventosamente più alta di quanto non fosse un anno fa. Ora anche un paese come l'Italia è diventato un candidato credibile per una crisi del debito.
La frammentaria politica dei piccoli passi è stata portata avanti per un anno e mezzo. L'Europa non può permettersi un altro anno e mezzo di questa vita. (traduzione di Andrea Sparacino)


(presseurop.eu.it)
 

tommy271

Forumer storico
Una boccata d’ossigeno

22 luglio 2011 Presseurop




Il nuovo piano di salvataggio annunciato il 21 luglio al vertice di Bruxelles ha calmato i timori di un fallimento del paese. Ma la stampa greca ha ancora dubbi sul futuro.
Il summit cruciale dell'eurozona si è concluso con "un accordo per la Grecia e l'Europa", scrive Kathimerini. "L'Europa era con le spalle al muro e doveva inviare un messaggio forte di solidarietà, ed è stato fatto", sottolinea il quotidiano di centrodestra. "Il presidente francese ha saputo esercitare la pressione necessaria per costruire un muro europeo contro gli attacchi dei mercati".
Ta Nea parla addirittura di "un piano Marshall per la Grecia". Il pacchetto di aiuti da 158 miliardi di euro "ridarà ossigeno al paese e al governo", sottolinea il quotidiano. "Questo però non vuol dire che si debba smettere di portare avanti le riforme per ridurre le spese e dimostrare solvibilità. Al contrario significa che il secondo piano di rigore sarà accompagnato dall'obbligo di portare a termine le privatizzazioni", che l'Europa si attende possano fruttare almeno 50 miliardi.
"L'accordo è una boccata d'ossigeno", ribadisce To Ethnos, "ma risolverà definitivamente il problema del debito greco? In sostanza abbiamo rinviato le scadenze, ma la paura di un contagio non sparisce".
Eleftherotypia è più schietta: "Altri trent'anni di salasso per il popolo". "Un accordo, certo, ma per chi?", si domanda il quotidiano di sinistra. "La vera domanda è una sola: quale prezzo dovrà pagare il popolo, già messo in ginocchio dall'austerity? Il governo dovrà soddisfare l'Europa, [e il peso ricadrà] sulle spalle dei greci, già soffocati dal rigore".
"Il paese si è infilato in un tunnel di prestiti trentennali", aggiunge Eleftherotypia, secondo cui "il futuro è incerto per quanto riguarda l'uscita della Grecia dalla tutela economica internazionale, e il debito greco ormai sarà definito in default selettivo dalle agenzie di rating". "Possiamo veramente parlare di un piano di salvataggio?", si chiede il quotidiano.


(presseurop.eu.it)
 

C.Bonacieux

Forumer attivo
Le sei incognite sul piano Marshall per la Grecia | Linkiesta.it

Le sei incognite sul piano Marshall per la Grecia

22 luglio 2011 - 17:09
La Grecia è salva. Atene non deve più preoccuparsi. L’eurozona è stata messa al sicuro dal contagio della crisi del debito sovrano ellenico. Sono queste le frasi che i politici europei stanno ripetendo come un mantra da ieri, quando è terminato il Consiglio europeo che ha sancito la nascita del cosiddetto «piano Marshall» greco. Ma cosa succederà ora? Quali sono le domande che investitori e risparmiatori europei si stanno chiedendo? Noi ne abbiamo individuate sei e abbiamo creato questo vademecum del secondo bailout di Atene.

Riuscirà la Grecia a rimettersi in sesto?
Questo è il quesito fondamentale. Il debito pubblico, circa 355 miliardi di euro secondo i dati di Goldman Sachs, nel 2011 sarà ben oltre il 160% del Prodotto interno lordo (Pil). Ma si sa già che aumenterà. Per i primi sei mesi dell’anno il deficit è stato pari a 12,43 miliardi di euro, ovvero 2,37 miliardi in più delle previsioni del ministero delle Finanze e 2,75 in più rispetto al 2010. Per ora il programma di consolidamento fiscale di Atene sta procedendo, ma sia Banca centrale europea (Bce) sia Fondo monetario internazionale (Fmi) hanno chiesto uno sforzo maggiore. A settembre, quando ci sarà il nuovo intervento di verifica degli emissari delle due istituzioni economiche, si capirà a che punto è giunta Atene. Per ora, una cosa è certa: dal maggio dell’anno scorso a oggi, la Grecia ha fallito l’80% degli obiettivi di bilancio che si era posta.

Chi pagherà questi salvataggi?
Per ora, si conoscono solo gli importi. Una serie di linee di credito per circa 110 miliardi di euro è stata approvata nel maggio 2010 da un pool composto da Ue, Bce e Fmi. Ieri Bruxelles ha deciso di dare il via a un programma che prevede un doppio intervento: Ue e privati, cioè le banche esposte su Atene. Il primo prevede un esborso finanziario di 109 miliardi di euro che saranno erogati dagli Stati membri attraverso lo European financial stability facility (Efsf), il fondo europeo di stabilizzazione finanziaria. L’orizzonte temporale è quello trentennale e ci sono quattro diverse possibilità per la rinegoziazione del debito greco: tre swap di bond vecchi con nuovi e una di rollover, ovvero di concambio delle obbligazioni una volta giunte a scadenza. Questo per quanto riguarda l’intervento dell’Ue.
C’è poi quello dei privati, ovvero degli istituti di credito. Il loro impegno, che si basa tutto sul carattere volontario della partecipazione al salvataggio ellenico, sarà diviso in due parti: la prima, dal 2011 al 2014, conterà su 50 miliardi di euro di aiuti; mentre la seconda, dal 2011 al 2019, avrà una dotazione di 105 miliardi.
Nel complesso, considerando tutti i pacchetti finora adottati, sia pubblici sia privati, il costo sale a quota 374 miliardi di euro, 20 miliardi in più dell’attuale debito greco. C’è il rischio che questi soldi possano essere pagati, anche in via implicita, dai contribuenti europei, come ha ricordato Hans-Werner Sinn, presidente dell’Istituto di ricerca economica Ifo, il più autorevole della Germania. Questo perché potrebbe innescarsi «un credit crunch bancario in grado di deprimere la crescita economica dell’eurozona». Ciò significa meno investimenti, meno produzione, meno consumi, meno domanda. In un solo concetto, contrazione dell’economia.

Si sta creando un Fondo monetario europeo?
L’impressione sembra essere quella, ma non è corretta. Il fondo Efsf, che nel 2013 sarà sostituito dallo European stability mechanism (Esm), agisce come un veicolo d’investimento, cartolarizzando il debito greco presente nei portafogli delle banche ed emettendo nuovi bond, garantiti dalla stessa Ue, con rating AAA, il massimo possibile. In altre parole, si assume i rischi per conto di Atene. Diversi analisti e osservatori, come Wolfgang Münchau, hanno paragonato l’Efsf a una mega Collateralized debt obligation (Cdo), un’obbligazione strutturata contenente asset cartolarizzati. In realtà, la struttura è più simile a quella del Troubled asset relief program (Tarp), il programma messo in atto dal segretario del Tesoro Usa, Hank Paulson, dopo il crollo di Lehman Brothers. Una volta garantita la solvibilità del debito ellenico, questo tornerà in mano ai privati. Il problema è capire quando avverrà questo momento.

Il contagio è scongiurato?
Osservando il mercato dei Credit default swap, i derivati che immunizzano dall’insolvenza, sembrerebbe di si. I prezzi dei Cds ellenici, ma in generale di tutti i Paesi periferici quali Irlanda e Portogallo, si stanno contraendo a un ritmo sostenuto. Ma è ancora presto per parlare di emergenza terminata. Da risolvere ci sono ancora le questioni riguardanti Dublino e Lisbona. I piani di consolidamento fiscale e di ristrutturazione del sistema bancario devono ancora essere passati al vaglio di Bruxelles che valuterà l’avanzamento dei lavori. Non è un caso che il primo ministro irlandese Enda Kenny, in vista dell’accordo con Atene, abbia rimarcato che il suo Paese non ha bisogno di un nuovo bailout. Infatti, cresce il timore che un avvitamento delle sofferenze bancarie in seguito al debt swap o al rollover dei bond ellenici possa «essere ben più grave delle previsioni», come ha evidenziato la banca elvetica Ubs. Inoltre, dopo una rilevante contrazione dello spread fra titoli di Stato italiani e tedeschi, il differenziale ha ricominciato ad allargarsi. Lo spread Btp/Bund è tornato sopra quota 255 punti base, dopo una mattinata positiva che lo ha visto in declino fino a 220 punti. Anche il differenziale dei titoli di Madrid ha avuto lo stesso andamento. È il sintomo che, nonostante l’accordo sul debito greco, i problemi e le incertezze rimangono.

Perché sono state Francia e Germania a spingere per questa soluzione?
Il debito greco, abbiamo visto, è pari a 355 miliardi di euro. Di questi, 162,428 miliardi di euro sono detenuti dalle banche europee: 64,777 dalle francesi e 39,923 dalle tedesche. I dati della Banca dei regolamenti internazionali, cristallizzati allo scorso marzo, parlano chiaro. Una volta chiarito che non c’era spazio per un veloce ritorno alla virtuosità di bilancio da parte di Atene, nonostante i programmi di austerity, si è deciso di negoziare la soluzione meno invasiva. Il conto per loro sarà comunque oneroso. Le banche più esposte su Atene sono sei: Bnp Paribas (5 miliardi di euro), Société Générale (2,7 miliardi), Commerzbank (3 miliardi), Deutsche Bank (1,6 miliardi), Dexia (3,5 miliardi) e Ing (2,4 miliardi). Per Bnp le perdite potenziali, secondo i calcoli di Bloomberg, possono arrivare a quota un miliardo di euro, per SocGen circa 500 milioni, per Deutsche Bank 317 milioni, per Commerzbank 600 milioni, per Dexia 630 milioni e per Ing 480 milioni. Nel complesso, il conto dovrebbe aggirarsi intorno ai 20,6 miliardi di euro, soprattutto a carico di Parigi e Berlino. Ecco quindi perché sono stati proprio Nicolas Sarkozy e Angela Merkel i due artefici del piano Marshall in salsa ellenica.

L’Europa è più forte di prima?
Apparentemente sì, in realtà no. Il fondo Efsf agirà come pompiere in caso di nuovi focolai di crisi nell’eurozona. L’aumento della potenza di fuoco e il nuovo mandato permettono all’Efsf di agire sui mercati finanziari come un’entità a sé stante, capace di avere però le spalle coperte dall’Unione europea stessa.
Tuttavia, a far propendere per l’idea di un’Europa indebolita è il meccanismo con cui si è giunti al secondo piano di salvataggio di Atene. La decisione non è stata presa in modo collegiale, ma è arrivata solo dopo che Parigi e Berlino hanno trovato un accordo sulla compartecipazione al default selettivo greco. Fino a pochi giorni fa il presidente della Bce, Trichet, aveva garantito che non ci sarebbero stati scenari avversi. «Non ci sarà un default selettivo, non ci sarà un evento creditizio, non ci sarà una bancarotta», aveva rassicurato. E invece è arrivata l’imposizione franco-tedesca, a cui gli altri Paesi membri hanno dovuto sottostare. Con buona pace di Bruxelles.
 

Andre_Sant

Forumer storico
risposta ad imark e a chi si chiede che ne sarà della grecia... (ne parlavo in una chat..)


[18:26:31] Andrea: è vero che la grecia resta responsabile lei del debito che resta in circolazione
[18:26:36] Andrea: ma d'altra parte questo è ovvio...
[18:26:43] Andrea: ma perchè dovrebbe gettare la spugna
[18:26:52] Andrea: ripeto nn dico che grecia sia diventata AAA
[18:26:56] Andrea: ma nemmeno CCC
[18:27:05] Andrea: cioè gli hanno tagliato via un po' di debiti (dovrà rimborsare a 90 e non piu a 100)
[18:27:10] Andrea: gli abbassano gli interessi
[18:27:16] Andrea: fanno le privatizzazioni
[18:27:20] Andrea: hanno l'ok dei parlamenti
[18:27:30] Andrea: nell'immediato ha il supporto europeo
[18:27:40] Andrea: le possibilità di tornare nel 2014 nei mercati ci sno tutte..

aggiungo che parte del debito sarà anche ricomprato nel mercato, permettendo di fatto di rimborsarlo a moooolto meno di 100 (il chè permetterà alla grecia ulteriori risparmi..)

piu' di così non so davvero cosa potrebbero fare !

io sono ottimista. Nel 2025 vedremo se avro' avuto ragione :)
 
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AAAA47

Forumer storico
risposta ad imark e a chi si chiede che ne sarà della grecia... (ne parlavo in una chat..)


[18:26:31] Andrea: è vero che la grecia resta responsabile lei del debito che resta in circolazione
[18:26:36] Andrea: ma d'altra parte questo è ovvio...
[18:26:43] Andrea: ma perchè dovrebbe gettare la spugna
[18:26:52] Andrea: ripeto nn dico che grecia sia diventata AAA
[18:26:56] Andrea: ma nemmeno CCC
[18:27:05] Andrea: cioè gli hanno tagliato via un po' di debiti (dovrà rimborsare a 90 e non piu a 100)
[18:27:10] Andrea: gli abbassano gli interessi
[18:27:16] Andrea: fanno le privatizzazioni
[18:27:20] Andrea: hanno l'ok dei parlamenti
[18:27:30] Andrea: nell'immediato ha il supporto europeo
[18:27:40] Andrea: le possibilità di tornare nel 2014 nei mercati ci sno tutte..

aggiungo che parte del debito sarà anche ricomprato nel mercato, permettendo di fatto di rimborsarlo a moooolto meno di 100 (il chè permetterà alla grecia ulteriori risparmi..)

piu' di così non so davvero cosa potrebbero fare !

io sono ottimista. Nel 2025 vedremo se avro' avuto ragione :)



e tutti vissero felici e contenti :V

a parte scherzi, sulla carta hai ragione...
ma se la speculazione ha deciso di attaccare l'europa, la grecia e' e rimane sempre la piu' facile da attaccare...
abbiamo visto in 2gg come hanno fatto salire lo spread btp/bund, figurati mercati piccoli e illiquidi come quello greco...
io continuo a dire che per fermare la speculazione dovrebbero fare dei muri in denaro
l' ESFS si mette in denaro a 70 , dico un esempio, sulla 2014
a quel punto, se uno sa che la puoi rivendere in qualsiasi momento a 70 sul denaro, quelle che hai le tieni...se ti va bene arrivi al 2014 con 3 belle cedole e rimborso a 100. se le cose vanno male, sai che comunque sotto i 70 NON si scende
in questo modo
1) i prezzi non scendono piu'. stop alla speculazione short
2) tutte quelle che ricomprano a 70, l'esfs poi se le fa rimborsare a 70. quindi risparmio per la grecia di 30 punti
3) i prezzi salirebbero perche' se sai che sotto 70 non si scende, se vedi lettera a 75 te la compri...rischi 5 per fare 6 volte tanto

insomma...una specie di buyback a prezzo predeterminato e sempre presente sul secondario

perche' comunque alla fine, anche l'italia sta come la grecia. debito pubblico che tra poco arrivera' a 2MILA mld
ma finche' italiani e non continuano a comprare i nostri bot e btp, il problema non si pone
quindi alla fine si tratta di far tornare la fiducia
e sopratutto di bloccare la speculazione
se una grossa banca ha titoli greci e vuole venderseli, benissimo
ma che si possano vendere allo scoperto, senza averli, titoli di stato, secondo me e' una porcheria (e non solo sui titoli di stato)
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

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