L’aiuto alla Grecia esalta la solidità dell’Unione monetaria
Giovedì, i paesi della Zona euro hanno trovato l’accordo per un piano d’aiuto urgente alla Grecia. Crediti bilaterali che andranno associati all’aiuto del Fondo monetario internazionale, una decisione che mostra certamente la volontà europea di combattere la crisi restando uniti.
La creazione di un fondo d’urgenza per aiutare gli Stati fortemente indebitati è una base importante per rafforzare il sentimento dell’integrazione europea, scrive oggi il
quotidiano belga De Standaard.
“La crisi della Zona euro ha pericolosamente spinto i suoi paesi membri al bordo del precipizio. Si è addirittura arrivati a considerare la possibilità del disgregamento della moneta unica.
La fragilità dell’Unione monetaria europea, che esiste senza disporre di un’autorità politica comune, era evidente sin dall’inizio della crisi, ma è solamente adesso che ci si rende davvero conto di come un singolo elemento costruito malamente può far crollare l’intero edificio.
Scrive invece il
quotidiano danese Politiken che “Con il possibile stanziamento di crediti e l’implicazione del Fondo monetario internazionale, i paesi della Zona euro tracciano la via per risolvere la crisi della Grecia.
La partecipazione del Fmi è doppiamente importante. Il Fondo ha l’esperienza necessaria per gestire le crisi provocate dall’indebitamento (come è stato il caso con la Lettonia, la Romania e l’Ungheria) e inoltre ha l’autorità per intervenire con le necessarie restrizioni.
E’ molto importante che i paesi della Zona euro abbiano voluto essere coinvolti nel piano di salvataggio della Grecia. La loro partecipazione lancia un segnale forte ai mercati finanziari, il messaggio che questi mercati non riusciranno a distruggere la moneta unica perché i paesi che ne fanno parte restano uniti in ogni frangente.
Unendo i metodi severi e precisi del Fondo monetario internazionale e questo chiaro monito ai mercati, ecco che l’Unione monetaria ha dimostrato che è solida e che è in grado di affrontare le grandi sfide.”
(Ticino Libero.ch)