Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1 (9 lettori)

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belindo

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Oggi quotazioni strane.............................siamo partite in generale crollo con poco denaro, adesso arrivano vampate di denaro alto tipo "calore da menopausa" ................... che sia successo qualcosa di positivo che nn sappiamo ancora???
 

steff

Forumer storico
BERLINO - La Grecia deve fare la sua parte, ma una sua eventuale uscita dall'euro "non è un'opzione". Stretta fra l'incudine delle imminenti elezioni nel Nord Reno-Westfalia e il martello del suo alleato di governo Guido Westerwelle (Fdp), la cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu) ha confermato che non farà sconti al premier Giorgio Papandreou, pur aprendo uno spiraglio di ottimismo sul previsto pacchetto di salvataggio.
"Ho fiducia nelle trattative tra il Fondo monetario internazionale, la Commissione europea e la Grecia" per la definizione di un piano di riduzione del deficit da parte di Atene, ha detto la cancelliera durante un incontro con i media convocato in fretta a furia. Il piano, ha aggiunto, verrà presentato "all'inizio di maggio" e la Germania non si pronuncerà fino ad allora. Fino ad allora, una cosa è certa: "La Germania aiuterà (la Grecia) se le condizioni saranno rispettate" ed è "importante che la Grecia mostri in modo credibile che va verso uno sviluppo durevole per ritrovare la sua forza economica e finanziaria".
Vale a dire: "Noi daremo il nostro contributo, ma serve anche il contributo della Grecia", ha detto la leader conservatrice che, come aveva già fatto in mattinata il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble (Cdu), ha sottolineato: "La Germania si sente immensamente obbligata a mantenere la stabilità dell'euro". Solo qualche ora prima, intervenendo a Lussemburgo, Westerwelle aveva detto che la Grecia deve fare "i suoi compiti a casa" prima di ricevere un aiuto finanziario, mentre l'esperto della Fdp per le finanze, Hermann Otto Solms, era stato molto più critico: "E' stato uno sbaglio mettere sul tavolo il barattolo del miele fin dall'inizio - aveva detto puntando il dito direttamente contro Schaeuble -. Per i greci questo è il segnale che devono solo servirsi".
In Germania, quindi, la tensione sulla partecipazione di Berlino agli aiuti ad Atene è ancora alta. In ballo non c'é solo il contributo di circa 8,4 miliardi di euro che dovrebbe arrivare dall'esecutivo Merkel, ma anche i voti di milioni di elettori, quelli cioé che il prossimo nove maggio verranno chiamati a rinnovare il governo del Nord Reno-Westfalia, attualmente guidato da una coalizione tra conservatori e liberal democratici (Cdu-Fdp). Se dovesse cadere in questo Land, il governo perderebbe la maggioranza al Bundesrat, la Camera alta dei rappresentanti regionali, dove oggi ha 37 seggi, solo due in più del minimo necessario. Anche per questo, la Merkel cerca di prendere tempo, ma soprattutto cerca di mantenere il difficile equilibrio con i liberal democratici che - decisi a mantenere le promesse elettorali - durante il fine settimana hanno proposto tagli fiscali per 16 miliardi di euro all'anno, a partire dal 2012.



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Grecia, Merkel: deve fare sua parte, no fuori euro 26 aprile, 23:05
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tommy271

Forumer storico
Grecia, il subprime dell'Europa

Nuovo appuntamento con "La Cassandra" di Alfonso Tuor. Ogni martedì su Ticinonews



La richiesta del Governo greco di poter accedere al piano di aiuti di 45 miliardi di euro dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale non ha prodotto alcuna reazione positiva da parte dei mercati finanziari. Anche ieri i rendimenti delle obbligazioni statali greche sono aumentati, superando il 10%.

I mercati credono che la Grecia è insolvente e che la crisi potrà essere risolta solo con una ristrutturazione del suo debito. In pratica, la crisi greca è paragonabile a quella dei mutui subprime americani che, come noto, ha acceso una miccia che ha portato al fallimento della Lehman Brothers e al tracollo dell'intero sistema finanziario internazionale. La Grecia pare destinata a far scoppiare la crisi latente dei debiti pubblici. Ciò avverrà dapprima in Europa attraverso la crescita dei timori sulla sostenibilità dei debiti di Portogallo, Spagna, Irlanda ed Italia con una conseguente grave crisi dell'euro che spingerà la Germania ad abbandonare l'Unione Monetaria Europea; e poi a livello internazionale contagiando anche Gran Bretagna e Stati Uniti, che sono i Paesi con un debito pubblico vieppiù insostenibile. L'intervento di emergenza dell'UE e dell'FMI sembra infatti non riuscire nemmeno nell'intento di guadagnare tempo e di evitare che i dubbi sulla solvibilità della Grecia non spingano pericolosamente al rialzo anche i tassi di interesse di Portogallo, Spagna ed Irlanda. Ma ripercorriamo la sequenza degli avvenimenti.

Atene si è arresa venerdì scorso dopo l'annuncio della terza revisione del deficit pubblico greco del 2009. Eurostat, il servizio statistico dell'Unione europea, giovedì scorso lo ha rivisto al rialzo dal 12,9% del PIL al 13,6% ed ha aggiunto di non poter escludere la necessità di ulteriori correzioni. Eurostat prevede anche che il debito pubblico greco, finora valutato al 115% del PIL, debba essere alzato da 5 a 7 punti percentuali. La notizia è stata immediatamente seguita dal declassamento del rating dei titoli statali greci da parte di Moody's e da un'impennata dei rendimenti: i tassi sulle obbligazioni decennali hanno sfiorato il 9% e la differenza con i titoli tedeschi si è ampliata a 600 punti base. Pure i costi per assicurare i titoli del debito pubblico greco dal rischio di insolvenza sono esplosi, superando persino quelli dell'Ucraina. In queste condizioni per Atene sarebbe stato impossibile rifinanziare circa 9 miliardi di euro di obbligazioni che giungono a scadenza il prossimo 19 maggio e raccogliere i capitali per onorare i bisogni di cassa quotidiani.

Già ieri i mercati finanziari hano implicitamente sostenuto che gli aiuti europei e dell'FMI non risolvono il dramma della Grecia. Quest'anno l'economia del Paese mediterranneo si contrarrà, a seconda delle previsioni, tra il 3 e il 5%. L'inflazione scenderà a livelli vicini allo zero quest'anno e anche l'anno prossimo, con la conseguenza che non si contrarrà solo il PIL reale (quello calcolato al netto dell'inflazione), ma anche quello nominale. Il risultato è che le misure di austerità, che secondo il Governo di Atene dovebbero ridurre quest'anno il deficit pubblico greco al 7%, non basteranno, poiché queste previsioni si fondano su stime di crescita troppo ottimistiche: il rapporto tra debito pubblico e PIL continuerà così a salire fino a raggiungere il 150% del PIL. Inoltre nei prossimi cinque anni la Grecia deve raccogliere 250 miliardi di euro (circa il 100% del suo PIL) per rifinanziare i titoli pubblici che giungono a scadenza e per pagare gli interessi. Dunque i 45 miliardi di aiuti non sono sufficienti. Simon Johnson, ex capoeconomista dell'FMI, ritiene che la Grecia ha in realtà bisogno di 200 miliardi di euro per evitare l'insolvenza.

E infatti i mercati stanno indicando che la Grecia è già insolvente e che è inevitabile una ristrutturazione del suo debito pubblico (una forma elegante di insolvenza) attraverso l'allungamento delle scadenze dei titoli in circolazione o attraverso una decurtazione del loro valore facciale. Questa evenienza, che diventa sempre più probabile, avrebbe effetti traumatici sul costo del finanziamento dei debiti pubblici degli altri Paesi europei. Immediatamente si diffonderebbe l'aspettativa di una ristrutturazione del debito anche di Portogallo, Spagna, Irlanda ed Italia, ossia di Paesi le cui finanze pubbliche non sono in condizioni migliori di quelle greche. La concretizzazione di questo scenario avrebbe conseguenze letali per la moneta unica europea. Per una Germania, che già oggi appare riluttante a contribuire al salvataggio della Grecia, diventerebbe attraente l'uscita pura e semplice dall'euro.
Ma questa è musica del futuro prossimo. Oggi si può sostenere che il dramma della Grecia è lungi dall'essere finito e che sono destinati ad aumentare i timori sulla sostenibilità della situazione finanziaria di Portogallo, Spagna, Irlanda ed Italia. Tutto ciò fa planare una grande ombra sul futuro della moneta unica europea: sicuramente l'euro non potrà più contare sulla disponibilità a partecipare a nuovi salvataggi da parte della Germania. E questo sarà un pesantissimo fattore di incertezza per l'intera costruzione europea.

Alfonso Tuor


(Ticino News.ch)
 

tommy271

Forumer storico
Grecia, per sondaggio maggioranza contraria ad aiuti Ue/Fmi

martedì 27 aprile 2010 09:40



ATENE, 27 aprile (Reuters) - La maggioranza dei greci disapprova la decisione del governo di chiedere aiuto finanziario all'Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale: lo indica il primo sodaggio realizzato sull'argomento e presentato oggi.
Delle 1.400 persone interpellate, il 60,9% dicono di essere contrarie alla decisione assunta venerdì scorso al governo di Atene di chiedere il pacchetto di aiuti, dice il sondaggio realizzato per Mega Tv.
Secondo la rilevazione, il 70,2% dei cittadini interpellati sono contrari al coinvolgimento dell'Fmi, che offre alla Grecia 45 miliardi di euro di prestiti di emergenza per evitare il default del debito da 300 miliardi di euro.
 

Tobia

Forumer storico
Grecia, per sondaggio maggioranza contraria ad aiuti Ue/Fmi

martedì 27 aprile 2010 09:40



ATENE, 27 aprile (Reuters) - La maggioranza dei greci disapprova la decisione del governo di chiedere aiuto finanziario all'Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale: lo indica il primo sodaggio realizzato sull'argomento e presentato oggi.
Delle 1.400 persone interpellate, il 60,9% dicono di essere contrarie alla decisione assunta venerdì scorso al governo di Atene di chiedere il pacchetto di aiuti, dice il sondaggio realizzato per Mega Tv.
Secondo la rilevazione, il 70,2% dei cittadini interpellati sono contrari al coinvolgimento dell'Fmi, che offre alla Grecia 45 miliardi di euro di prestiti di emergenza per evitare il default del debito da 300 miliardi di euro.

sarebbe interessante chiedere al campione statistico quale altro asso hanno in mano da giocare....
 

zerocoupon

Forumer attivo
A me Trichet è sempre piaciuto.

Ma qs è un altro discorso.

Non credo che il presidente della BCE parli a sproposito.
Non lo ha mai fatto.
Perchè dovrebbe farlo ora?

:)
Scusa, non per polemica, ma che cosa ti è piaciuto di Trichet?

Il ruolo della BCE sostanzialmente è uno solo "manovrare i tassi" con l'obbiettivo di tenere sotto controllo l'inflazione (tra l'altro in questo momento non è tanto difficile).
Piu' di dire che l'inflazione va contenuta al 2% la BCE non dice nulla di chiaro.

I suoi responsi (come quelli degli oracoli... greci) sono oggetto di minuziose interpretazioni a seconda degli aggettivi utilizzati.

Sinceramente, non vedo nel presidente della BCE un ruolo determinante per risolvere ad esempio crisi come questa della Grecia.
 

Topgun1976

Guest
Un'altra cosa che mi piacerebbe capire è Questa:L'europa Non é La Germania,L'Europa è Unita e Vuole Aiutare i greci come da Patti tranne i Tedeschi.

Ora Mi Chiedo,Non Siamo dipendenti dai Tedeschi,Perchè le Altre non decidono Autonomamente di Aiutare la Grecia?
Ok Decisione Unanime,ma Allora Mandiamo a donne di Facili Costumi tutto perchè i tedeschi non si muovono?Muoviamoci Noi,anche perchè non mi Sembra che Francia-Italia-Spagna -Olanda-Austria ecc siano Staterelli da Nulla
 

Tobia

Forumer storico
Un'altra cosa che mi piacerebbe capire è Questa:L'europa Non é La Germania,L'Europa è Unita e Vuole Aiutare i greci come da Patti tranne i Tedeschi.

Ora Mi Chiedo,Non Siamo dipendenti dai Tedeschi,Perchè le Altre non decidono Autonomamente di Aiutare la Grecia?

ce lo chiediamo in molti.......
 
Stato
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