Grecia, declassamento S&P ampiamente in ritardo
04/05/2010
Dopo il declassamento della Grecia fino a "spazzatura" e del Portogallo fino ad A - di martedì scorso, S&P ha guardato alla conseguente carneficina nel mercato delle obbligazioni sovrane e ha deciso che mercoledì sarebbe stato il turno della Spagna. Il rating sul debito sovrano della Spagna è stato abbassato da AA+ ad AA, solo di un livello, ma abbastanza per far allargare lo spread dei CDS oltre i 200 punti base, e assistere all'ampliamento degli spread del credito sulle banche di 20 punti base, e ancora di più sul debito senior.
"Anche se sappiamo che le posizioni fiscali nei Paesi periferici dell’Europa sono deboli e in via di deterioramento, ci preoccupa che la decisione di declassamento derivi principalmente dall’oscillazione dei prezzi delle obbligazioni", sottolinea Jim Leaviss, Head of Retail Fixed Income in M&G Investments.
In altre parole, i rating sul credito sono stati tagliati perché i prezzi delle obbligazioni sono scesi. "In una certa misura questo è razionale, poiché il costo degli interessi sale all’aumentare dei rendimenti delle obbligazioni governative, e la fiducia sul credito cade", precisa Jim Leaviss.
Le agenzie di rating hanno esplicitamente parlato di questo, per esempio quando Moody’s all’inizio di aprile ha tagliato il rating della Grecia, ha motivato asserendo: "c'è un rischio significativo che il debito possa stabilizzarsi a un livello più alto e più costoso rispetto a quello precedentemente stimato”. Nel mercato high yield la caduta nelle previsioni di default da parte delle agenzie di rating dal 20% del 2009 al di sotto del 5%, è stata ampiamente trainata dagli spread dei junk bond subordinati, e non da un miglioramento degli utili.
"Ma il punto è: abbiamo davvero bisogno delle agenzie, se i loro rating riflettono in gran parte quello che il mercato obbligazionario dice loro? La vera informazione non è semplicemente il prezzo?", si domanda Leaviss, secondo cui il problema è che le agenzie di rating rimangono importanti.
I mandati per i fondi pensione includono clausole che li forzano a vendere al di sotto di determinati livelli di rating, e anche la Bce ha dei limiti all’accettazione di collaterale che accetterà sul proprio mercato monetario in base ai rating ufficiali (attualmente i junk bond sono esclusi, anche se la Grecia continua ad avere i requisiti perché mantiene il rating investment grade da altre agenzie).
Cosa dice adesso il mercato dei CDS sul rischio del credito sovrano se pensiamo che predica il rating sul credito? Il declassamento della Grecia da parte di S&P era ampiamente in ritardo, e alla chiusura di giovedì il costo per assicurare il debito greco era superiore a quello del debito pakistano (B-) e Ucraino (B-) e solo 100 punti base in meno rispetto all’Argentina (B-).
Il Portogallo (A-) ha chiuso a 321 punti base, a metà strada tra la Lettonia (BB) e il Libano (B). Il mercato sta valutando che il rating AA dell’Irlanda sia molto vulnerabile considerato che il CDS a 218 punti base la schiaccia tra la Croazia (BBB), l’Ungheria (BBB-) e l’Egitto (BB+). La Spagna (rating AA, 189 punti base) è tra il Kazakistan (BB-) e la Turchia (BB). Tutti i rating riportati sopra sono di S&P, in genere le altre agenzie sono state ancora più lente nel declassare i Paesi, considerando che Fitch e Moody’s classificano la Spagna rispettivamente AAA e Aaa.
Francesca Gerosa
(MFonline)