L'europa ora alza le tasse grecia, trattativa sul debito
Governo Italiano - Rassegna stampa
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Interessante articolo sul Corriere di oggi, dove si parla anche di una eventuale "ristrutturazione imperniata sul rinvio delle scadenze"
Da "Il Corriere della Sera" di lunedì 14 giugno 2010
Conti pubblici, Schaúble: possibile ritocco alle aliquote, imposta sugli scambi finanziari Ue
L`Europa ora alza le tasse Grecia, trattativa sul debito Atene, ipotesi ristrutturazione «soft». A Parigi piano da 100 miliardi DAL NOSTRO INVIATO
ATENE - Mentre ad Atene fioriscono leggende sulle nuove dracme stampate in segreto e c`è chi giura di aver udito di notte il rombo delle tipografie della zecca, c`è un uomo che tiene i piedi per terra.
George Papaconstantinou, ministro delle Finanze greco, continua a fare rotta sulla drastica correzione di bilancio già avviata ma non nasconde la sua irritazione: la Germania, accusa, si sta sottoponendo a una pesante terapia di risanamento benché il suo disavanzo non appaia affatto allarmante.
«Se il nuovo Patto di stabilità si riduce a un concorso di bellezza a chi taglia di più il deficit - accusa Papaconstantinou - finiremo con un`altra recessione». E` uno scenario in cui la Grecia è pronta a pensare a una ristrutturazione «morbida» del debito, basata sul rinvio di alcune scadenze di rimborso., Il nervosismo di Papaconstantinou nei confronti del governo tedesco era evidente nel weekend, quando il ministro ne ha parlato nei pressi di Atene in un seminario sull`euro organizzato dai centri studi Eliamep e Bruegel. Nelle stesse ore, nel resto d`Europa hanno continuato a moltiplicarsi gli annunci sulle manovre e i sacrifici dei prossimi anni. Da Berlino il mini- stro delle Finanze Wolfgang Schàuble non esclude più aumenti delle imposte per una correzione di bilancio da 8o miliardi di euro in quattro anni.
Da Parigi, il primo ministro Francois Fillon ha presentato nel weekend una manovra da Zoo miliardi per riportare il deficit dall`8% al 3% del prodotto lordo (pil) entro il 2013: sulla carta, il taglio della spesa dovrà arrivare a 45 miliardi. Probabile che Fillon non avesse scelta: la svolta rigorista della Germania e i primi tremori sui titoli di Stato di Parigi avevano ridotto il suo margine di manovra. Oggi a Berlino ne parleranno Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, dopo che la settimana scorsa l`incontro già previsto fra la cancelliera tedesca e il presidente francese era saltato all`ultimo senza troppe spiegazioni.
Fra Francia e Germania, la mutua sopportazione è ormai ai minimi termini. Ma vista da Atene, l`epicentro da cui si è propagato il sisma europeo, è l`intransigenza tedesca che appare oggi il principale ostacolo nella corsa contro del governo per evitare il crac. A margine del seminario di Eliamep e Bruegel, Papaconstantinou ha messo da parte i convenevoli della diplomazia:
«Dobbiamo stare attenti - è la sua accusa perché una stretta eccessiva e su tutta la linea, anche in Paesi che non ne hanno necessità immediata, può diventare un freno alla crescita in Europa».
I dati che presenta il ministro delle Finanze greco a prima vista non sono scoraggianti.
La caduta del pil, prevista sul 2010 attorno al 4%, per ora sembra in linea per chiudere l`anno a meno 2,5%: male, ma senza catastrofi. Soprattutto, dopo i primi cinque mesi il deficit è in calo dei 4o% rispetto a un anno fa e l`aumento delle entrate supera l`8%. Tutto sembrerebbe rispondere alla tabella di marcia prevista in contropartita al prestito triennale da fio miliardi dell`Unione Europea e del Fondo monetario internazionale.
Ma non sarebbe la prima volta che la Grecia riserva ai mercati qualche sorpresa. Papaconstantinou, un ex economista dell`Ocse, conosce le proiezioni secondo le quali il debito greco supererà comunque il 145% del pil nel 2015.
Se l`economia dovesse sprofondare in una deflazione indotta dai sacrifici, l`onere diventerebbe insostenibile. Ieri ad Atene Papaconstantinou ne ha parlato con Lazard, la banca specialista in ristrutturazioni del debito sovrano, e il piano è ormai piuttosto chiaro. Dopo le prime buone notizie sul calo del deficit nel 2010, un crollo del pil nel 2011 innescherebbe una
ristrutturazione imperniata sul rinvio delle scadenze. Il rimborso dei titoli fra il 2013 e il 2015 slitterebbe di due o tre anni. In parallelo, il governo greco ha già discusso con il capo dell`Fmi Dominique Strauss-Kahn il rinvio anche sul rimborso del pacchetto di aiuti da 110 miliardi. Il piano di ristrutturazione del debito verso i privati verrebbe invece annunciato sotto forma di scambio (swap) frà vecchi e nuovi titoli con scadenze più in là nel tempo. Per evitare che la Grecia scivoli formalmente in stato di insolvenza, l`adesione allo swap da parte dei creditori sarebbe prevista solo su base volontaria e ciò obbligherebbe Atene a offrire cedole attraenti anche sui nuovi titoli. Ma, anche su questo, molto dipenderà dallo stato dell`economia nei prossimi anni.
In pubblico, Papaconstantinou tiene ferma la barra: «Al momento la nostra sola strategia è applicare in pieno il programma di risanamento e riforme strutturali - dice -.
Ogni idea di ristrutturazione è completamente fuori dal tavolo».
Ma è soprattutto su un punto che in realtà è inflessibile:
benché in ritardo, il debito va rimborsato in pieno. Un default anche solo parziale spazzerebbe via il sistema bancario greco e scatenerebbe il contagio in Europa.
Federico Fubini © RIPRODUZIONE RISERVATA