Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
sto notando che cova sotto la cenere, anche leggendo altri post, un certo nervosismo quasi isterico di alcuni forumisti. Non so se l'ho notato solo io.
Tommy, tu che sei il nostro comandante, per favore fai un intervento...

My two cents.

è in parte connaturato con questi 3d (in cui il nervosismo nasce in realtà dalle quotazioni...), in parte legato alla nostra "natura".

Prendo in prestito un esempio fatto ad un corso cui ho recentemente partecipato (parlava di borsa, operatività, psicologia, etc.).

L'italiano si divide. politicamente, sportivamente. quello di sinistra lo riconosci perchè legge certi giornali (i suoi), quello di destra, per lo stesso motivo - ha sotto braccio i giornali opposti. Pare sia simile per gazzetta e tuttosport, la cui lettura può spesso rivelare il tifo calcistico...

non sarà così per tutti, ma è spesso così.

io leggo in questo modo ad esempio l'intervento, già stigmatizzato da amorgos, di silverni. Che ricordo: vanno presi a calci nel sedere quelli che hanno esercitato "pressioni psicologiche" convincendo taluni a vendere.

La prima cosa che ho pensato, leggendo, è che sarebbe da denunciare il mercato: vedere dei meno 40% o 50% sul portafoglio esercita forte "pressione psicologica" negativa. (la seconda, che certe affermazioni sarebbe meglio farle quando il valore torna a 100...)

Di questo passo, si rischia il ritorno ai 3d con cori da stadio e lettura univoca - difficile che si litighi sui giornali che pubblicano solo notizie e commenti unidirezionali.

Io sono abbastanza vecchio per ricordare i continui riferimenti alle "pressioni della speculazione internazionale" (brutta e cattiva) sulla lira. Cui seguiva l'inevitabile svalutazione.

Mai che la "speculazione internazionale" prendesse di mira il marco tedesco, chisssà come mai... (brutta e cattiva, ma non scema... :lol:).

Se si vende a 50 quello che ha scritto sopra valgo 100, per me è legittimo dubitare che sia 100 il valore reale (se non altro perchè il mercato, se forzato a vendere oggi per necessità, non riconosce il valore ipotizzato). Se credo in un abbaglio del mercato, non ne faccio un atto di fede, ma cerco di formulare una analisi, che tenga conto dei motivi per cui il mercato "sbaglia".

stigmatizziamo gli interventi fuori le righe, soprattutto se offensivi (inutilmente), ma il bello del 3d, che ha un ottimo direttore d'orchestra, è che si discute, ma soprattutto si analizza. Guai a perdere l'assolo del violinista virtuoso, e la bellezza della lettura opposta. In borsa ogni notizia è vista in modo diverso (anche quella negativa è vista da taluni come occasione d'acquisto, il che la dice lunga sulla capacità dell'investitore di trasformare un problema in opportunità...). ma se ci si trasforma in tifosi, si tende ad incolpare altri (l'arbitro...) della propria sconfitta - non serve a smuovere la classifica, nel caso specifico a cambiare il segno del proprio portafoglio. Il cui valore è quello scritto. Se si perde, si può sperare nella rimonta, anche in zona cesarini, ma non si può negare il risultato scritto sul tabellone. (che poi sia per tutti più bello vincere 4-3 in rimonta da 0-3 che 1-0, è altro discorso. Purtroppo però in borsa sul 3 pari nasce la voglia di fischiare la fine dell'incontro...).

Ligio al primo non prenderle, io apprezzo sempre le critiche (motivate) ai titoli, anche nel caso in cui ho posizione. Non investire resta, in alcuni casi, una ottima scelta (o farlo successivamente a valori più equilibrati nel rapporto rischio/vantaggio economico).

Poi si potrebbe parlare dei sofismi/assiomi che queste storie fanno nascere in tanti partecipanti, ma che finchè la storia non si sviluppa restano tutte ipotesi, non certezze...
 
sono esposto sulla grecia (ma molto poco e a prezzi già stracciati)
quindi credo di potere parlare con certa serenità ...

qualsiasi opzione diversa da un rifinanziamento del debito pubblico greco a tassi ragionevoli da parte della BCE - o chi per essa - comporterebbe una mezza catastrofe pre le banche francesi e tedesche

quindi, bene o male, la crisi sarà superata anche stavolta, a spese di tutti e a precipuo beneficio di francia e germania, nonchè dei greci stessi
(che a me stanno simpatici)

il problema - che riguarda la stessa compatibilità di una moneta come l'euro con realtà economiche assolutamente disomogenee - resta, e non potrà essere superato neppure a seguito di un lungo periodo di crescita prolungata, che provocherebbe una fiammata inflazionistica proprio nei paesi che crescono meno

per gli esperti di economia politica ...
c'è qualche motivo sensato per credere che questa volta non andrà a finire come ai tempi del serpente monetario?
bene, tomcat, appreziamo il tuo intervento, da semi esterno; la tua valutazione della situazione e la soluzione finale è quella che in cui tanti crediamo.
quindi tomcat=ragionevolmente positivo?....
 
IL CATASTO TERESIANO E LA SPINTA AL CAMBIAMENTO

Siamo ad un punto di svolta nella discussione intorno alla Grecia?


Al termine della Guerra di Successione Austriaca (1740/1748), scoppiata per impedire l'ascesa al trono della giovanissima imperatrice ventitreenne Maria Teresa, questa non tardò a rendersi conto dell'inadeguatezza dello Stato su cui si era trovata a governare.
Le casse erano vuote ed il Potere messo in costante discussione da tutta una miriade di interessi particolaristici, avanzati dalle classi dirigenti dell'epoca.
La macchina amministrativa era farraginosa, mastodontica ed inefficiente: l'ancien regime godeva di immensi privilegi e non permetteva che questi venissero intaccati da una qualsiasi azione riformatrice.
Gli Stati, all'inizio del Settecento, avevano visto accrescersi i bisogni per reperire nuove risorse fresche: da un lato per le crescenti spese militari e dall'altro per intervenire in maniera più massiccia verso l'interno per risollevare le proprie economie.
Dunque, per poter continuare a svolgere il proprio ruolo e consolidare il potere era necessario un salto di qualità. Bisognava aprire una nuova stagione di riforme per mettere a disposizione dell'Impero tutte le risorse disponibili.
Era ormai convinzione diffusa che bisognava ridisegnare totalmente il vecchio Stato seicentesco partendo dal Centro per arrivare alla periferia.
Esauritesi presto le possibilità di ricorrere ai classici prestiti dietro concessioni onerose del demanio e dei monopoli, l'obiettivo rimaneva quello di trovare nuovi modi per aumentare il prelievo.
Ma per prima cosa bisognava conoscere esattamente la "qualità" dello Stato e poi iniziare a riorganizzarlo.
Fine ultimo quello di redistribuire il carico fiscale in maniera più equa e redditizia: per fare questo si dette il via ad un primo censimento agrario.
Fu Carlo VI, il padre di Maria Teresa, ad avviare questa stagione: si iniziò così a partire con la notifica da parte dei proprietari per dichiarare il "perticato" posseduto assieme alla tipologia assegnata alla colivazione dei terreni, per passare poi al valore delle rendite date da mulini, case, osterie ecc.
Un complesso sistema di calcolo assegnava un determinato valore per ogni parcella posseduta che andava a formare un registro catastale.
Oggi questi documenti rimangono una manna per qualunque ricerca storiografica locale.
La prima fase dell'operazione ebbe inizio nel 1718 e si concluse nel 1731.
Tutto era pronto per il varo della riforma fiscale quando scoppiò improvvisa la Guerra di Successione Polacca coinvolgendo tutta l'Europa.
Per parte nostra si ebbe l'ingresso nella Lombardia Austriaca delle truppe franco-piemontesi.
La prima preoccupazione di Vienna fu quella di mettere in salvo le preziosissime carte sulle quali, in molti, volevano metterci le mani.
Al termine della Guerra di Successione in Polonia scoppiò poi quella in Austria.
Dovettero passare anni sino al 1750 quando, per volere di Maria Teresa, il Conte Gian Luca Pallavicini riprese in mano il vecchio progetto che era stato messo nel frattempo nel dimenticatoio.
L'opera venne così finalmente completata non senza forti resistenze ed opposizioni.
Vennero approvati ulteriori sgravi alle famiglie numerose ed esentati i beni ecclesiastici pervenuti alla Chiesa prima del 1575 (cioè quasi tutto). Tenete conto che la proprietà ecclesiastica era semplicemente enorme. Su questo punto interverrà poi nel 1784 il figlio di Maria teresa, Giuseppe II che assoggettando a tributo tutti i beni della Chiesa senza distinzione alcuna.
Napoleone Bonaparte poi fece tutto il resto ...
I "maggiorenti" dell'epoca fecero di tutto per ostacolare i piani del Censimento, creando problemi di ogni sorta per ostacolare il lavoro degli agromensori.
Ma finalmente nel 1760 il nuovo sistema di "censo" entrò in vigore. Erano passati quasi 40 anni ...
Gli effetti benefici non tardarono ad arrivare: le casse dello Stato si riempirono, nelle città riprese forza il commercio e l'artigianato con nuove classi disposte a rimboccarsi le maniche, nelle campagne il carico venne ridistribuito più equamente favorendone anche qui la nascita di nuovi soggetti produttivi.
Ed è proprio nella campagna che si ebbero i benefici più concreti: i vecchi proprietari terrieri che godevano da lungo tempo di un'infinità di esenzioni si trovarono a dover pagare le imposte.
Per farvi fronte iniziarono a vendere parte dei terreni dando vita ad un circolo virtuoso che permise il ricambio nella gestione della conduzione terriera per sfruttare al meglio ogni piccolo pezzetto di territorio, generando nuova ricchezza.
Un altro elemento di rottura fu la vendita delle risorse di pertinenza delle Comunità, un retaggio dell'Età Comunale, cui potevano fare ricorso tutti coloro che erano privi dei mezzi di proprietà per raccogliere legna, selvaggina o per il semplice pascolo.
Nel milanese si passò poi alla Riforma dell'importante sistema del prelievo idrico.
Fu così che si assistette al passaggio della conduzione del bene terriero ad una nuova figura di imprenditore/affittuario, capace di offrire una rendita vitalizia al proprietario e dall'altro di migliorare la resa coltivata incrementando sensibilmente il valore del fondo.
Si misero così le basi per un ritorno alla crescita e Milano potè riprendere il ruolo di centralità che aveva perso nell'ultimo secolo.
Si era nella grande stagione dei Lumi.


Partendo dalle campagne milanesi del settecento arriviamo presto nel Peloponneso.
La trasposizione è d'obbligo.
Anche qui ci troviamo alle prese con uno Stato incapace di riscuotere le imposte, evasione altissima e corruzione ai massimi livelli, una classe burocratica/amministrativa patriarcale costruitasi negli anni sul voto di scambio.
Uno Stato che non funziona ed una economia vissuta lungamente sulle spalle della spesa pubblica cresciuta a dismisura alimentata dal debito a basso costo.
Anche qui occorre un grande vento di cambiamento.
Yiorgos Papandreou ha raccolto la sfida, impegnandosi tenacemente su molteplici livelli: riforme amministrative, del lavoro, delle imprese il tutto passando attraverso un netto taglio degli sprechi e delle corruttele.
Un nuovo posizionamento dello scacchiere geostrategico della Grecia con nuove alleanze, rispetto ai paesi vicini.
L'opera è solo all'inizio, ma richiede tempo: non è realisticamente possibile fare tutto nel giro di 12 mesi. Bisogna inoltre garantire la coesione sociale affinchè tutto possa svolgersi nell'ordine.
Ma il tempo, lo sappiamo, è un argomento che difetta ai mercati finanziari che vogliono tutto e subito.
Sarà perciò fondamentale la possibilità di un ulteriore incremento del pacchetto di sostegno per coprire lo sforzo ellenico sino alla prima metà del 2013.
Compito di Atene sarà quello di dimostrare, a quella data, che gli sforzi non sono stati vani e riconsegnare all'Europa una Grecia moderna e competitiva.


Questa settimana ho avuto il piacere di leggere (insieme ai nostri forumer di investireoggi.it) il parere di Alessandro Fugnoli, uno dei pochi analisti ad avere un'opinione divergente rispetto all'appiattimento generale.
E' quello che penso anch'io quando scrive nella sua newsletter settimanale "Il Rosso e il Nero": " Alla fine, scommettiamo, le cose andranno così: la Grecia non uscirà dall'Euro, non ristrutturerà e non riprofilerà. I governi europei le garantiranno la copertura del fabbisogno per i prossimi due anni. La Grecia continuerà ad emettere carta per il mercato in forma simbolica, con emissioni microscopiche destinate alle sue banche (se i tassi vogliono andare al 25, al 40, al 70 per cento non importa, più salgono più lo stato greco ricapitalizzale sue banche). In cambio, verrà chiesto ad Atene di privatizzare molto più aggressivamente e di fornire qualche garanzia reale ai creditori".

Gli ultimi dati che ci giungono dalla Grecia ci informano che il primo trimestre si è chiuso con con un'inaspettata crescita del + 0,8% interrompendo per la prima volta dal 2009 la serie dei dati negativi.
Secondo alcuni rumors "realistici" le privatizzazioni passerebbero poi attraverso la costituzione di una società privata, sotto controllo governativo e fors'anche della Troika, che si occuperebbe della vendita del patrimonio sulla falsariga dello strumento creaco ad hoc nella Germania dell'Est.
Con ogni probabilità verrà integrato il piano di aiuti dietro formali garanzie sugli asset da vendere.
Lunedì e martedì si svolgerà l'Ecofin: nonostante la Grecia non sia in cima all'ordine del giorno, se ne parlerà sicuramente insieme alla questione del bailout lusitano e sulla nomina del prossimo presidente BCE.
Qualcosa si muove.
 
Gaudente ormai lo conosciamo....e non mi esprimo perchè ci ha già pensato Negus ma sto notando che cova sotto la cenere ,anche leggendo altri post, un certo nervosismo quasi isterico di alcuni forumisti. Non so se l'ho notato solo io ma credo che nelle ultime settimane ci sia sul thd questo sentiment....anche qui non mi esprimo perchè non ne ho i titoli ma vorrei sentire anche altre opinioni...
Tommy, tu che sei il nostro comandante, per favore fai un intervento...

Andiamo avanti.
 
ND on inner city violence




(ANA-MPA) -- Main opposition New Democracy (ND) party spokesman Yiannis Mihelakis on Friday referred to proposals unveiled a day earlier by ND leader Antonis Samaras, as well as to the situation inside the government, rampant unemployment and street violence in an Athens inner city district this week.

Mihelakis cited Samaras' speech when he was called to comment on media reports alleging that the ND leader is being pressured from abroad and the EC-ECB-IMF troika to give his consent to the government's austerity policy.

As regards government reactions to the economic programme unveiled by Samaras for leading the country out of the crisis, he said "the government stance is not unified".

"Our proposal suggests a 'creative shock' as the first step for the country to exit recession. There will be other proposals as well that will concern shipping, the farmers, etc. The first reactions are very positive," he said.

Commenting on the situation inside the government, he spoke about "undeclared war with hot incidents".

He characterised the rising unemployment as a "nightmare that becomes more and more scary", adding that the government has adopted the wrong policy mix that has disastrous consequences on the economy and tears down the country's social cohesion.

The ND spokesman characterised the situation in downtown Athens as "desperate", stressing that "crime rules, as well as, violence and vigilante phenomena that kill the economy and paralyse social life."

"Small minorities have turned the inner city districts into a war zone, while the government watches what takes place in a state of paralysis making comments like an observer that has no responsibility," he said.

Mihelakis repeated that ND categorically condemns all forms of violence regardless of its origin and added that Samaras has pledged that as soon as ND is elected in office a PASOK government-sponsored naturalisation law for non-EU foreign nationals -- including many who entered the country as illegal aliens -- will be rescinded and be replaced by a policy similar to that implemented by all European states.

(ana.gr)
 
pensi che arrivino a scadenza? quindi rimani tra gli ottimisti !:D
A parte le battute, anche io porto a scadenza, qualsiasi cosa significhi (default, ristrutturazione...o niente....). Per scadenza ovviamente intendo "fine della vicenda"...ho anche delle 2040.....se me le allungano di 30 anni....avrei delle belle 2070 1% non garantita....:D
Io ho in preventivo anche un o scenario di haircut del 50%, il che vorrebbe dire perdite ma non catastrofe....rischio sapendo di rischiare....

Ho liquidato la 19 6.5 a 58 con un loss del 10% con la cedola. Voglio comunque avere un po' di liquidità, per eventuali switch. La 26 invece non la tocco... la voglio portare a scadenza. Rimango sempre tra i positivi. La peggiore delle ipotesi è un riscandeziamento della 12/13 di 5 anni. Nominale e interessi non si toccano. Che i greci vendessero i loro assets x ripagare i loro debitori. Non hanno alternative ... come dice il mio amico Tricheco.
 
il catasto teresiano e la spinta al cambiamento

siamo ad un punto di svolta nella discussione intorno alla grecia?


Al termine della guerra di successione austriaca (1740/1748), scoppiata per impedire l'ascesa al trono della giovanissima imperatrice ventitreenne maria teresa, questa non tardò a rendersi conto dell'inadeguatezza dello stato su cui si era trovata a governare.
Le casse erano vuote ed il potere messo in costante discussione da tutta una miriade di interessi particolaristici, avanzati dalle classi dirigenti dell'epoca.
La macchina amministrativa era farraginosa, mastodontica ed inefficiente: L'ancien regime godeva di immensi privilegi e non permetteva che questi venissero intaccati da una qualsiasi azione riformatrice.
Gli stati, all'inizio del settecento, avevano visto accrescersi i bisogni per reperire nuove risorse fresche: Da un lato per le crescenti spese militari e dall'altro per intervenire in maniera più massiccia verso l'interno per risollevare le proprie economie.
Dunque, per poter continuare a svolgere il proprio ruolo e consolidare il potere era necessario un salto di qualità. Bisognava aprire una nuova stagione di riforme per mettere a disposizione dell'impero tutte le risorse disponibili.
Era ormai convinzione diffusa che bisognava ridisegnare totalmente il vecchio stato seicentesco partendo dal centro per arrivare alla periferia.
Esauritesi presto le possibilità di ricorrere ai classici prestiti dietro concessioni onerose del demanio e dei monopoli, l'obiettivo rimaneva quello di trovare nuovi modi per aumentare il prelievo.
Ma per prima cosa bisognava conoscere esattamente la "qualità" dello stato e poi iniziare a riorganizzarlo.
Fine ultimo quello di redistribuire il carico fiscale in maniera più equa e redditizia: Per fare questo si dette il via ad un primo censimento agrario.
Fu carlo vi, il padre di maria teresa, ad avviare questa stagione: Si iniziò così a partire con la notifica da parte dei proprietari per dichiarare il "perticato" posseduto assieme alla tipologia assegnata alla colivazione dei terreni, per passare poi al valore delle rendite date da mulini, case, osterie ecc.
Un complesso sistema di calcolo assegnava un determinato valore per ogni parcella posseduta che andava a formare un registro catastale.
Oggi questi documenti rimangono una manna per qualunque ricerca storiografica locale.
La prima fase dell'operazione ebbe inizio nel 1718 e si concluse nel 1731.
Tutto era pronto per il varo della riforma fiscale quando scoppiò improvvisa la guerra di successione polacca coinvolgendo tutta l'europa.
Per parte nostra si ebbe l'ingresso nella lombardia austriaca delle truppe franco-piemontesi.
La prima preoccupazione di vienna fu quella di mettere in salvo le preziosissime carte sulle quali, in molti, volevano metterci le mani.
Al termine della guerra di successione in polonia scoppiò poi quella in austria.
Dovettero passare anni sino al 1750 quando, per volere di maria teresa, il conte gian luca pallavicini riprese in mano il vecchio progetto che era stato messo nel frattempo nel dimenticatoio.
L'opera venne così finalmente completata non senza forti resistenze ed opposizioni.
Vennero approvati ulteriori sgravi alle famiglie numerose ed esentati i beni ecclesiastici pervenuti alla chiesa prima del 1575 (cioè quasi tutto). Tenete conto che la proprietà ecclesiastica era semplicemente enorme. Su questo punto interverrà poi nel 1784 il figlio di maria teresa, giuseppe ii che assoggettando a tributo tutti i beni della chiesa senza distinzione alcuna.
Napoleone bonaparte poi fece tutto il resto ...
I "maggiorenti" dell'epoca fecero di tutto per ostacolare i piani del censimento, creando problemi di ogni sorta per ostacolare il lavoro degli agromensori.
Ma finalmente nel 1760 il nuovo sistema di "censo" entrò in vigore. Erano passati quasi 40 anni ...
Gli effetti benefici non tardarono ad arrivare: Le casse dello stato si riempirono, nelle città riprese forza il commercio e l'artigianato con nuove classi disposte a rimboccarsi le maniche, nelle campagne il carico venne ridistribuito più equamente favorendone anche qui la nascita di nuovi soggetti produttivi.
Ed è proprio nella campagna che si ebbero i benefici più concreti: I vecchi proprietari terrieri che godevano da lungo tempo di un'infinità di esenzioni si trovarono a dover pagare le imposte.
Per farvi fronte iniziarono a vendere parte dei terreni dando vita ad un circolo virtuoso che permise il ricambio nella gestione della conduzione terriera per sfruttare al meglio ogni piccolo pezzetto di territorio, generando nuova ricchezza.
Un altro elemento di rottura fu la vendita delle risorse di pertinenza delle comunità, un retaggio dell'età comunale, cui potevano fare ricorso tutti coloro che erano privi dei mezzi di proprietà per raccogliere legna, selvaggina o per il semplice pascolo.
Nel milanese si passò poi alla riforma dell'importante sistema del prelievo idrico.
Fu così che si assistette al passaggio della conduzione del bene terriero ad una nuova figura di imprenditore/affittuario, capace di offrire una rendita vitalizia al proprietario e dall'altro di migliorare la resa coltivata incrementando sensibilmente il valore del fondo.
Si misero così le basi per un ritorno alla crescita e milano potè riprendere il ruolo di centralità che aveva perso nell'ultimo secolo.
Si era nella grande stagione dei lumi.


Partendo dalle campagne milanesi del settecento arriviamo presto nel peloponneso.
La trasposizione è d'obbligo.
Anche qui ci troviamo alle prese con uno stato incapace di riscuotere le imposte, evasione altissima e corruzione ai massimi livelli, una classe burocratica/amministrativa patriarcale costruitasi negli anni sul voto di scambio.
Uno stato che non funziona ed una economia vissuta lungamente sulle spalle della spesa pubblica cresciuta a dismisura alimentata dal debito a basso costo.
Anche qui occorre un grande vento di cambiamento.
Yiorgos papandreou ha raccolto la sfida, impegnandosi tenacemente su molteplici livelli: Riforme amministrative, del lavoro, delle imprese il tutto passando attraverso un netto taglio degli sprechi e delle corruttele.
Un nuovo posizionamento dello scacchiere geostrategico della grecia con nuove alleanze, rispetto ai paesi vicini.
L'opera è solo all'inizio, ma richiede tempo: Non è realisticamente possibile fare tutto nel giro di 12 mesi. Bisogna inoltre garantire la coesione sociale affinchè tutto possa svolgersi nell'ordine.
Ma il tempo, lo sappiamo, è un argomento che difetta ai mercati finanziari che vogliono tutto e subito.
Sarà perciò fondamentale la possibilità di un ulteriore incremento del pacchetto di sostegno per coprire lo sforzo ellenico sino alla prima metà del 2013.
Compito di atene sarà quello di dimostrare, a quella data, che gli sforzi non sono stati vani e riconsegnare all'europa una grecia moderna e competitiva.


Questa settimana ho avuto il piacere di leggere (insieme ai nostri forumer di investireoggi.it) il parere di alessandro fugnoli, uno dei pochi analisti ad avere un'opinione divergente rispetto all'appiattimento generale.
E' quello che penso anch'io quando scrive nella sua newsletter settimanale "il rosso e il nero": " alla fine, scommettiamo, le cose andranno così: La grecia non uscirà dall'euro, non ristrutturerà e non riprofilerà. I governi europei le garantiranno la copertura del fabbisogno per i prossimi due anni. La grecia continuerà ad emettere carta per il mercato in forma simbolica, con emissioni microscopiche destinate alle sue banche (se i tassi vogliono andare al 25, al 40, al 70 per cento non importa, più salgono più lo stato greco ricapitalizzale sue banche). In cambio, verrà chiesto ad atene di privatizzare molto più aggressivamente e di fornire qualche garanzia reale ai creditori".

Gli ultimi dati che ci giungono dalla grecia ci informano che il primo trimestre si è chiuso con con un'inaspettata crescita del + 0,8% interrompendo per la prima volta dal 2009 la serie dei dati negativi.
Secondo alcuni rumors "realistici" le privatizzazioni passerebbero poi attraverso la costituzione di una società privata, sotto controllo governativo e fors'anche della troika, che si occuperebbe della vendita del patrimonio sulla falsariga dello strumento creaco ad hoc nella germania dell'est.
Con ogni probabilità verrà integrato il piano di aiuti dietro formali garanzie sugli asset da vendere.
Lunedì e martedì si svolgerà l'ecofin: Nonostante la grecia non sia in cima all'ordine del giorno, se ne parlerà sicuramente insieme alla questione del bailout lusitano e sulla nomina del prossimo presidente bce.
Qualcosa si muove.

zeus.jpg


Magnifico :up:

Senti un po Tommy.....
Allora.... all' ecofin la storia non è in agenda.....ma se ne parlerà di sicuro.....

Sai se c' è qualcosa in agenda di specifico?

Ciao
 
Stato
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