Si mercanteggia sul salvataggio della Grecia
 
  
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18.07.2011, 13:25
         
          
                               
           
           
                            Il piano di salvataggio della  Grecia benche’ si trovi nel mirino di telegiornali e dell’opinione  pubblica, non gode dei consensi  nell’area euro e sembra andare a  rotoli.
Secondo diverse fonti vicine alle trattative,  le banche private non vogliono partecipare alla ristrutturazione del  debito ellenico. Il capo della Banca centrale della Germania si e’  espresso categoricamente contro il coinvolgimento delle strutture  bancarie commerciali in quanto in tal modo potrebbero essere messe a  repentaglio.
Il 21 luglio a Bruxelles si riuniranno i  capi di stato e di governo dell’eurozona, per un vertice straordinario  con un un’ordine di giorno ormai tradizionale, cioe’ la Grecia e i  debiti della regione.
In precedenza  pero’ si puntava  al 15 luglio, ma per questa data non e’ stata raggiunta una posizione  congiunta. Anzi, l’unanimita’ manca finanche all’interno di alcuni   singoli governi. Ad approfondire la spaccatura e’ stata la proposta dei  leader della Francia e della Germania sulla partecipazione, nel  salvataggio della Grecia, anche del settore privato. Forti critiche, fra  l’altro, sono venute da Jens Weismann, nuovo presidente della Deutsche  Budesbank, che ha lanciato un monito su una possibile destabilizzazione  nel settore.
E’ d’accordo il professore 
Aleksej Krasavin, consigliere finanziario:
Le  banche in questione sono commerciali, per la struttura e per il loro  essere, cioe’ puntano a guadagnare. Ma guadagnare in una zona di grandi  rischi, questo a loro non lo permettera’ nessuno, anche gli organi di  controllo e di gestione locali.  Credo che la ristrutturazione del  debito greco e la possibilita’ di default abbiano raggiunto ormai la  fase tecnica. Le banche aspetteranno due-tre settimane e, ottenute le  garanzie della Banca Centrale Europa, potranno incominciare la  ristrutturazione con un profitto doppio. Perche’? Questa operazione  rappresentera per loro un profitto aggiuntivo.
Il  punto e’ che  le agenzie di rating da tempo hanno tagliato il rating  della Grecia a livello spazzatura. Per una banca non e’ opportuno avere  tali titoli di stato, in quanto potrebbe portare alla revisione del loro  rating. Il che aumenta i costi del credito e tagli i profitti.
Esiste pero’ una via d’uscita. Dice 
Aleksej Karsavin:
L’anno  scorso, quando sull’orlo di fallimento si trovava il Portogallo, alcune  banche tedesche ed inglesi, che tradizionalmente acquistavano titoli di  stato portoghesi,  dovettero affrontare un problema simile.  E’  probabile che adesso le agenzie rating taglieranno il rating di banche  nel cui attivo ci sono obbligazioni di stato elleniche. Ma se l’intesa  sara’ garantita dalla Deutsche Bundesbank o dalla BCE, il rating non  sara’ abbassato.
Gli esperti si augurano che  al vertice di Bruxelles finalmente sara’ annunciato una road map di  salvataggio, anche se alla vigilia le controversie non mancano.
Ufficialmente,  Parigi e Berlino avrebbero chiuso l’intesa con le banche sulla  partecipazione volontaria, mentre secondo indiscrezioni, i banchieri  continuano a mercanteggiare sulle condizioni. 
Le puntate in questo gioco sono sempre piu’ alte. Anche tenendo conto delle notizie finanziarie dall’Italia.
(italianruvr.ru)
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