Grecia, Merkel spegne ogni speranza di un accordo subito: un'utopia
     di: WSI-Reuters  Pubblicato il 20 luglio 2011| Ora 10:06 
   
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 "Bisognera'  fare ulteriori passi in avanti e non bastera' certo un unico evento  spettacolare per risolvere tutto", ha detto Angela Merkel.
  
 
  Brlino - Il cancelliere tedesco  Angela Merkel, il leader del paese che sta con riluttanza pagando il  prezzo piu' salato per arginare la crisi del debito sovrano, ha spento  ogni speranza di arrivare un accordo per uscire dall'impasse greco gia'  da domani, quando si terra' un atteso summit tra i leader dell'area euro  sul tema.
"Bisognera' fare ulteriori passi in avanti e non bastera' certo un unico  evento spettacolare per risolvere tutto", ha detto ai giornalisti  Merkel.
Le speranze circa una soluzione unica e concordata per uscire dalla  crisi greca da un giorno all'altro sono irrealistiche. I funzionari  stanno vagliando tante opzioni complesse che vedrebbero il  coinvolgimento dei creditori privati in un secondo pacchetto di aiuti  alla nazione indebitata. I cui rendimenti del bond governativo a due  anni hanno toccato ieri la quota ridicola del 39,09%, record assoluto.
Intanto Stephane Deo, economista di UBS, parla di un "social VAT"  (ovvero un'IVA sociale) per uscire dalla crisi, ovvero una svalutazione  monetaria. Ecco di cosa si tratta e come funzionerebbe.
Inanzitutto bisogna partire dal presupposto che svalutare la propria  moneta favorisce le esportazioni. Gran parte dei costi per finanziare i  servizi sociali vengono dalle tasse imposte al mercato del lavoro. A  seconda del paese, la porzione piu' alta di queste tasse pesa sui  dipendenti o sui datori di lavoro. Il risultato e' chiaramente sempre lo  stesso: il costo del lavoro aumenta.
Questo crea inevitabilmente un effetto collaterale indesiderato: che i  settori piu' esposti a livlello internazionale diventano meno  competitivi se il costo del lavoro complessivo sale in proporzione alle  tasse sul lavoro. L'idea e' pertanto quella di muovere la base fiscale  verso i consumi: ovvero utilizzare l'Iva per finanziare i costi sociali.  Da qui il nome di 
IVA sociale.
Questa imposta ha il vantaggio di ridurre il costo del lavoro, ma anche  quello di tassare le importazioni, che e' un modo intelligente per  alleggerire il fardello fiscale interno, spostando all'esterno. Cosi'  facendo la base fiscale e' molto ampia e solida (dato che i consumi  rappresentano circa due terzi del PIL). Qualsiasi aumento dell'Iva e'  molto efficiente in termini di leva fiscale governativa. 
Una misura che non si discosta molto dalla tecnica di svalutazione della propria moneta per favorire l'export.