clima rovente davanti al parlamento
Atene, scontri davanti al Parlamento
Molotov davanti al Parlamento, riunito per il piano di austerity. Forse ferito un poliziotto
12 febbraio, 18:03
FOTO: Sciopero generale ad Atene
ROMA - Molotov, bombe carta, lacrimogeni, scontri. Brucia piazza Syntagma ad Atene, dove migliaia di manifestanti stanno assediando il Parlamento greco chiamato in nottata a varare il pacchetto di austerity 'lacrime e sangue' preteso dall'Ue e dal Fmi per dare il via libera al secondo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. Migliaia di persone sono affluite già nel primo pomeriggio davanti la sede del Parlamento con striscioni di protesta contro i tagli e l'Europa che li impone, ma gli scontri sono divampati quando una colonna di black bloc, al grido di 'maiali assassini', ha fatto irruzione nella piazza, tra gli applausi della gente, lanciando molotov e bombe carta.
C'E' ANCHE MIKIS THEODORAKIS IN PIAZZA - Anche il leggendario compositore greco Mikis Theodorakis, 88 anni, autore del sirtaki e storico attivista politico è in piazza Syntagma con i dimostranti. Lo riferiscono media greci.
La polizia, schierata a difesa del Parlamento con maschere antigas e in assetto antisommossa, ha reagito con cariche e lancio di lacrimogeni. L'aria si è riempita di fumo e molti manifestanti sono scappati nelle vie circostanti, lasciando la piazza in balia dei gruppi di anarchici e degli scontri. La situazione al momento è di caos e battaglia, mentre dentro il Parlamento i deputati stanno dibattendo sulle draconiane misure anti-crisi che saranno votate a partire dalla mezzanotte ora locale (le 23 in Italia). Salvo clamorosi colpi di scena, e malgrado alcune defezioni della maggioranza - come il partito di estrema destra Laos e il possibile voto contrario di alcuni deputati dei socialisti del Pasok - il 'pacchetto' dovrebbe riuscire a passare. Il governo del premier Lucas Papademos può infatti contare su un'ampia maggioranza composta dai socialisti e dai conservatori di Nuova Democrazia.
Tra le misure che hanno provocato sdegno e rabbia tra la gente ci sono una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation, una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni. Drastica economia di spesa anche in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali, oltre alla vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas e acqua. In cambio, il progetto di accordo tra la Grecia e la troika (Ue, Bce e Fmi) prevede il via libera al nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro, con la possibilità di usufruire di 35 miliardi di prestiti dal fondo temporaneo salva-Stati Efsf, che andranno ad aggiungersi ai 4,5 miliardi dei ricavi dalle privatizzazioni e ai risparmi. Mercoledì è in programma a Bruxelles il cruciale Eurogruppo chiamato a dare il via libera allo stanziamento dei fondi.