Grillo al 24% di media, circa

Parallelismi: in Gran Bretagna il primo ministro può decidere di sciogliere anticipamente la Camera dei Comuni per sfruttare un momento felice di popolarità, e ottenere alle nuove elezioni una maggioranza più solida. Qui in Italia, Beppe Grillo, "Megafono" del Movimento 5 Stelle che ha ottenuto più del 25% dei voti alle ultime elezioni, non accetta di dare la fiducia ad un governo che non si basi sulle sue proposte programmatiche, e -nel caso di fine anticipata della legislatura per l’impossibilità di formare o preservare un governo che goda della fiducia delle due camere- spera di ottenere una percentuale di voti ancora maggiore.
Forse non c'è neanche il bisogno di sottolineare come nessun programma di governo sia accettabile "a scatola chiusa" soltanto perché proviene da un movimento politico nuovo, oppure perché è il frutto di discussioni collettive, dal basso, come nel caso dei Meet-Up che stanno alla base del Movimento 5 Stelle.
A parte il programma del Movimento, è interessante discutere la "lettera agli italiani" pubblicata il 6 febbraio sul blog di Grillo, e contenente 20 punti programmatici il cui fine è quello di far "uscire dal buio" economico e sociale il paese.
A mio parere questi 20 punti programmatici possono essere utilmente raggruppati in 5 aree tematiche più ampie, che sono le seguenti:
1) spesa pubbliche aggiuntive o ripristinate
2) tagli alle imposte
3) tagli ai costi della politica
4) avvicinamento della democrazia rappresentativa ad una democrazia diretta
5) controllo di moralità sull'economia e sulla politica
Esiste naturalmente un collegamento logico abbastanza immediato tra le prime tre aree, che -se non è esplicito nella formulazione di Grillo- è comunque facile da esporre alla luce del sole: i tagli ai costi della politica dovrebbero finanziare spese pubbliche aggiuntive e diminuzioni di introiti fiscali che siano meritevoli dal punto di vista sociale. Dall'altra parte, il messaggio sottostante agli ultime due aree tematiche è che solo tramite forme di democrazia diretta e di controllo sulla moralità dei politici il meccanismo di democrazia rappresentativa è in grado di produrre qualcosa di buono, o perlomeno di non provocare danni eccessivi.
Tra le spese pubbliche aggiuntive inserisco il reddito di cittadinanza (punto 1), il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica (14) e l'accesso gratuito alla Rete per la cittadinanza (16).
L'area dei tagli alle imposte include sicuramente l'abolizione dell'IMU sulla prima casa (17) e probabilmente le "misure immediate per il rilancio della piccola e della media impresa" (2), anche se queste ultime sono lasciate nel vago e potrebbero concretizzarsi anche in aumenti della spesa pubblica. Infine, l'abolizione di Equitalia (punto 20) non riduce in sé l'imposizione fiscale ma dovrebbe ridurre gli oneri addizionali che gravano sul cittadino nella fase della riscossione.
L'area dei tagli ai costi della politica –intesa in senso lato- include l'abolizione dei contributi pubblici ai partiti (5), l'abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali (15) e l'eliminazione delle province (19).
L'area tematica della democrazia diretta include l'introduzione a livello costituzionale del referendum propositivo e senza quorum (7), il referendum sulla permanenza nell'euro (8), la necessità di voto palese per ogni legge di iniziativa popolare (9) e l'informatizzazione e semplificazione dello Stato (4), che molto probabilmente ha anche effetti sul livello della spesa pubblica produttiva e/o "di casta".
L'area del controllo di moralità sulla politica è quella che comprende a mio parere il maggior numero di punti, ovvero la proposta di una legge anticorruzione (3), l'idea di "una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità e indipendente dai partiti (10), la legge sul conflitto di interessi (13), il limite massimo di due mandati parlamentari (12), l'elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato (11) e l'introduzione di un "politometro" per verificare illeciti arricchimenti dei politici negli ultimi 20 anni (6).
Come punto residuale, cioè più difficilmente collocabile nelle 5 aree di cui sopra, metterei infine l'impignorabilità della prima casa (18).
Alcuni commenti generali:

Il primo elemento critico che balza all'occhio è la sproporzione tra le maggiori spese e minori entrate -che il Movimento 5 Stelle vuole proporre in quanto meritevoli- e i tagli al costo della politica che dovrebbero finanziarle. Il divario è sicuramente nell'ordine delle decine di miliardi, anche se è difficile stimarlo esattamente a motivo della vaghezza di alcune delle proposte.
Piuttosto, mi interessa qui indagare le ragioni psicologiche che spingono i membri e gli elettori del Movimento 5 Stelle ad immaginarsi invece un divario inesistente. Senza per forza escludere l'ipotesi della furbizia politica -Grlllo e Casaleggio ben sanno dell'esistenza di un divario, ma per ragioni di strategia elettorale fanno passare sotto silenzio la cosa- un'ipotesi interessante è quella di una percezione delle risorse economiche totali come un ammontare dato su cui si disputa un gioco a somma zero tra loro (i politici cattivi) e noi (i cittadini buoni). Non solo: questa raffigurazione della vita economica e politica come una contesa tra cittadini e casta politica diventa l'unica spiegazione della crisi economica italiana se quanto “manca” ai cittadini è esattamente quanto è stato sottratto dai politici.
Son ben lungi dal negare le ruberie e le inefficienze dei politici italiani, ma questa raffigurazione dimentica colpevolmente altri tipi di contrapposizioni economiche sociali all'interno del paese (ad esempio tra pensionati che hanno beneficiato a lungo del sistema retributivo, e giovani schiacciati dal peso dei contributi previdenziali, a motivo di un'età pensionabile troppo bassa, almeno prima della riforma Fornero), e non pone abbastanza attenzione al fatto che la grandezza della torta di risorse economiche non è data, ma dipende dalla crescita (o decrescita) del reddito complessivo.
Un secondo elemento critico che si riscontra in questi 20 punti è la fiducia a mio parere eccessiva nella democrazia diretta, con punte di sfiducia eccessiva nel personale politico. In un altro pezzo ho sottolineato la totale dissennatezza di un referendum sulla permanenza dell'Italia nell'area dell'euro, il quale rischia di dare l'avvio ad una corsa agli sportelli bancari a prescindere dall'esito stesso. Mi rendo conto di andare contro corrente, ma un limite al numero di mandati parlamentari, se da un lato evita il cristallizzarsi pericoloso di posizioni di potere, dall'altro lato non dà il tempo ai politici di diventare più bravi (mi spiace deludere le anime pie, ma anche la politica è un lavoro) e rischia di creare un clima di irresponsabilità durante il secondo mandato (che cosa ha da perdere un politico al secondo mandato, se in ogni caso non può essere rieletto?)
Infine, un elemento molto positivo del Movimento Cinque Stelle consiste nell'aumento della concorrenza sul mercato politico, di cui per ora vediamo solo le conseguenze negative, ovvero un rischio forte di ingovernabilità. Quali invece le conseguenze positive? Vale la metafora del mercato: in assenza di collusione, una maggiore concorrenza nell'offerta politica dovrebbe tradursi in prezzi più bassi per i consumatori-elettori, ovvero minori rendite -per non dire ruberie- nelle tasche dei politici stessi. La concorrenza è anche dolorosa per quelli che la sottovalutano: chi si ostina a tenere i prezzi alti nella nuova situazione rischia di "fallire", ovvero -fuor di metafora- di ottenere percentuali di voto che condannano all’irrilevanza.
 
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Forse non c'è neanche il bisogno di sottolineare come nessun programma di governo sia accettabile "a scatola chiusa" soltanto perché proviene da un movimento politico nuovo, oppure perché è il frutto di discussioni collettive, dal basso, come nel caso dei Meet-Up che stanno alla base del Movimento 5 Stelle.

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Piuttosto, mi interessa qui indagare le ragioni psicologiche che spingono i membri e gli elettori del Movimento 5 Stelle ad immaginarsi invece un divario inesistente. Senza per forza escludere l'ipotesi della furbizia politica -Grlllo e Casaleggio ben sanno dell'esistenza di un divario, ma per ragioni di strategia elettorale fanno passare sotto silenzio la cosa- un'ipotesi interessante è quella di una percezione delle risorse economiche totali come un ammontare dato su cui si disputa un gioco a somma zero tra loro (i politici cattivi) e noi (i cittadini buoni). Non solo: questa raffigurazione della vita economica e politica come una contesa tra cittadini e casta politica diventa l'unica spiegazione della crisi economica italiana se quanto “manca” ai cittadini è esattamente quanto è stato sottratto dai politici.
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Qualsiasi programma elettore viene, dagli elettori, accettato a scatola chiusa. Forse che ql aveva letto quello di Prodi 2006? Centinaia di pagine. 50 e più persone riunite per stenderlo. E poi è bastato un solo semestre di governo per capire che era aria fritta.
Oppure il "Contratto con gli italiani" di Berlusconi. Aria fritta 2.
Ora si può sostenere questo:
partiti presenti da anni nell'arco costituzionale = affidabili
Questi partiti presantano dei programmi
i loro programmi = sono affidabili

di contro

partito non presente nell'arco costituzionale = inaffidabile
questo partito presente un programma
il suo programma = inaffidabile

Dunque è in base alla "storia" che usiamo il concetto di affidabilità? Si chiamava questo metodo "materialismo storico" (riduco ovviamente). E fu alla base della sinistra italiana. A dire che non è un sillogismo nuovo ma una chiave di lettura politica "antica". Non per questo destituita di fondamento, xò abusata si.
Ma non è questo il punto.
Se devo seguire questo sillogismo allora è proprio nel partito "storico" che si annida l'inaffidabilità. Poiché sono proprio loro che hanno disatteso i programmi elettorali. Rendondoli carta straccia.
Forse qualcuno può negare che in tutti i dibattiti politici pre-elettorali non si siano usate queste tematiche:

- l'Italia ha bisogno di riforme = riforme
- il dibattito sia sui contenuti = programma

il dibattito politico è sempre stato sulle riforme. E dunque sui programmi.
Oggi possiamo cominciare a tirare qualche somma:
- ammettiamo che ci siano state delle riforme. Ed è così. Prendiamo solo la giustizia: chiusure di alcuni tribunali, mancanto rinnovo degli strumenti minimali per lavorare (fotocopiatori-computer ecc..), posti vacanti, sotto organico del personale di ausilio ai giudici ect.. La riforma si fa in due modi: per legge e non rinnovando le strutture. Per legge inoltre si può favorire od ostacolare l'esercizio della giustizia: se aumento i reati perseguibili ma di pari passo non potenzio la struttura avrò un calo prestazionale. Dunque incido sulla efficienza e sulla efficacia della "struttura giustizia".
Da un lato si è sbandierata la necessità della riforma del Codice (in parte cq fatto) e dall'altro la necessità di snellire per migliorare. Potenziare per perseguire.
Tracciamo le somme: fino a 6 anni per una causa civile. Mettiamo che tu sia un'azienda che vende prodotti sul territorio. Un tuo concorrente va dalla tua clientela e la svia in modo truffaldino. Tu ti rivolgi al giudice. Vincerai la causa. Ma solo in due anni il rivale ti ha sotratto la clientela. Lui ha già fatto i conti di quanto gli "costa" l'operazione. E può anche arrivare a dover chiudere l'azienda. Ma siccome si è mosso prima di te ed ha confidato nel mal funzionamento della giustizia è già preparato a gestire i clienti che ti ha sotratto. Chi ha il cliente vince. E tu sei fuori dal mercato. Se poi riesce a sviare le risorse prima della sentenza cq anche l'obolo riparatorio non lo otterrai.
Da un lato riforma. Dall'altro l'effetto: crollo (perché questo è nei fatti) della sistema giustizia.
Prendiamo la sanità. Il sistema permette ad un cittadino siciliano di andare a farsi operare nelle cliniche di eccelenza del nord. Mettiamo un trapianto di fegato. Giusto. Da te in Sicilia non ci sono strutture pubbliche. Private si. Ma non hai i soldi. Vai al nord. Paga il sistema. L'operazione costa sopra i 30.000 euro. Anche di più. Tu hai, giustamente il fegato nuovo. Chi paga. La tua regione, la Sicilia. Che xò non ha i soldi. Dunque alla regione che ti ha effettuato il trapianto i soldi non arrivano. Chi interviene? Lo Stato.
Ok. Giusto. Il punto xò non è che in Sicilia non ci siano ospedali atti al trapianto (in realtà è così, ma stiamo dentro il racconto) è che sono privati e che lavorano in convenzione. Dunque tu malato Siciliano paghi doppio:
- paghi la sanità pubblica, la quale xò non è in grado di gestirti e ti costringe a fare 2000 km per avere salva la vita. E muoversi vuol dire muovere una famiglia anche per un anno se va bene. E i costi aggiuntivi di albergo per famigliari etc.. non te li rimborsa nessuno;
- a paghi anche per la sanità privata.
Allora dobbiamo riformare la sanità. Ok. Risultato? I direttori generali delle usl sono a nomina politica. Da cui ne discende tutta una situazione di ingovernabilità generale. Dei costi e del clientelarismo.
Se riforma c'è stata, anche qui in peggio.
- sempre a titolo esemplificativo facciamo anche questa considerazione. Vengono pubblicizzati in continuazione i falsi invalidi. Ottimo. Bravi. Li avete presi. Ma dietro ad un invalido c'è un certificato medico. Dietro un certificato medico c'è una commissione medica. E dentro una commissione medica ci sono dei medici. Forse che qualcuno ha sentito mai dire che il medico che ha fatto il certificato falso è sotto inchiesta? Io mai.
E sai quanti casi ci sono ancora? Infiniti.
Dunque dici che i programmi dei partiti storici sono attendibili.
Nei fatti io dico di no.
E veniamo alla psicologia.
Vale per tutti.
Forse che l'elettore PDL crede alle promesse di Berlusconi? Certo che no. Sa che no nle mantiene. Ma cosa vota? Bersani? Grillo? Monti? L'Italia è a maggioranza centro dx. Sotto quella percentuale il centro dx ci va solo per astensione. Dunque quei voti sono indipendenti dal programma elettorale e dalle possibilità di realizzarle.
PD. Qui il voto è più complesso. E' molto ideologico. Basato sulla storia. Basato sul senso del "contro", dell'"avversario". Del concetto morale di "migliore". E' un voto fatto così: poiché il centro sx è il portatore della giustizia sociale e della redistribuzione delle ricchezze, di eguaglianza e dunque di benessere in quanto moralmente ineceppibili io votando per esso sono partecipe di questa "morale superiore"; poiché dall'altra parte vi è un dichiarato "nemico" truffaldino ed ingordo che si identifica con la categoria del "male" non posso che votare a sx.
Poco importa se di fatto non è stato così.
Dunque è ancora un voto ideologico.
In entrambi i casi non abbiamo un voto basato sui dati di fatto che sono le azioni politiche fatte i loro risultati.
E non è un caso se tutti a parole dicono riforme e programmi elettorali, e poi di fatto nessuno ne parla mai. Nemmeno la stampa. Se lo fanno sono finiti xè i fatti sono negativi. Non si sveglia il can che dorme.
Ora veniamo al M5S. Dovrebbero essere diversi gli elettori di questo Movimento? Idealmente si. Praticamente sarebbe meglio.
Ma io non posso pretendere dagli elettori quello che la scuola non ha mai formato: l'abc economico finanziario e un minimo di senso civico.
Se potessi scegliere farei il patentino elettorale.
L'elettore del M5S è lo stesso del PD e del PDL. Ed esprime nello stesso modo il suo voto elettorale.
Dici che Grillo ne ha approffitato? E certo. Nel senso che ha fatto campagna e propaganda politica.
Per inciso, quello che Bersani non ha fatto.
Ha promesso più di quello che può mantenere? Se intendiamo per "ripristino in toto dei tagli alla sanità" pre tagli, allora si. Ma cosa possiamo dire ora? Nulla.
Vale per tutto il resto.
Allora.
Gli elettori M5S votano per il Movimento proprio per la mancanza di coerenza sui programmi e per il fallimento delle Riforme fatte dai partiti storici. Sempre se decidiamo che la hanno fatte.
Credono alle promesse elettorali del M5S? No. Ma ci sperano.
E' sempre un voto di speranza e di ideologia.
Puoi cercare finché vuoi le contraddizioni e le mancanze del Grillo del M5S. Ci sono. E sono molte.
Ma così facendo cosa avrai in mano? Che novità avrai portato alla discussione? Che Grillo e il Movimento sono come gli altri?
Ovvio che è così. Diversamente sarebbero con le armi per strada.
Invece sono in Parlamento.
Come avrai intuito l'elettore M5S è prima di tutto arrabbiato. E molto. E di certo non si ritiene moralmente "superiore" agli altri.
E l'inizio di un cambiamento. Se riuscirà.
Sta a te far si che questo cambiamento non esca dai binari.
 
Ultima modifica:
Facciamo chiarezza su alcuni dati di falck renewable,che appena pochi gg fa ha dovuto rimandare l’appravazione del bilancio del 2012 , per chiarire le poste sulla lunga storia per 3 termovalorizzatori,di cui è stata aggiudicataria-
Al mercato non piacque il CONCAMBIO CON ACTELIOS e gia allora la CONSOB richiamo la SOCIETA’ FALCK a fare chiarezza al mercato.Era il 2010.Molti rimasero incastrati dal concambio.e dall aum di capitale.
Ballano decine di milioni di euro per lavori fatti, e un contenzioso di 270 milioni di euro al trib civile di milano che potrebbe rimandare tutto a Palermo.La regione Sicilia gia con Lombardo fece richiesta, pensiamo che Crocetta e il M5S vogliano vederci chiaro.
Anche perché Falck è quotata-

Ad inizio gennaio 2012 la Regione Sicilia aveva comunicato che il Tribunale civile di Milano, accogliendo le tesi dell'amministrazione regionale, aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale a pronunciarsi sul contenzioso avviato contro la Regione siciliana dalle società affidatarie dell'appalto per la realizzazione dei quattro termovalorizzatori.
La tesi dell'amministrazione si baserà sui cospicui profili illegittimità nella procedura di affidamento dell'appalto dei termovalorizzatori.
Anche la Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, aveva espresso, nella sua relazione finale, approvazione per la “meritoria la scelta del governo della Regione siciliana di presentare presso gli uffici della Procura della Repubblica di Palermo un dossier nel quale sono stati evidenziati gli elementi di distorsione della procedura per l'aggiudicazione della gara concernente i termovalorizzatori”.
Documenti alla mano sembra proprio che una vera gara non ci sia mai stata dal momento che sussistevano rilevanti indizi di collegamento fra tutti i partecipanti ammessi alla procedura.
Ad esempio la Falck rientra come mandataria, assieme ad Elettroambiente, nella la prima e la terza Ati collegate dalla presenza in entrambe dell’Amia Spa e dell'Emit Spa. Raffaele Lombardo ha giustamente deciso di chiudere con quella stagione, che effettivamente non si è mai aperta, ma bisognerà liberarsi anche di questa pesante spada di Damocle.
 

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