GUERRA NEWS...:(

05 febbraio 2003 09:45
Euro verso massimo 4 anni contro dollaro, attesa discorso Powell


LONDRA, 5 febbraio (Reuters) - L'euro sta avvicinandosi ai
massimi di 4 anni nei confronti del dollaro, in apertura del
mercato europeo, sulla scia di timori di una guerra Iraq-Usa.
A dominare la scena oggi è il rapporto all'Onu del
segretario di Stato Powell, alle ore 16,30 italiane, che ha
annunciato che fornirà le prove della presenza in Iraq di armi
di distruzione di massa.
L'intervento di Powell potrebbe sancire definitivamente
l'imminenza di una guerra contro l'Iraq guidata dagli Usa.
L'euro ha toccato nella seduta asiatica un massimo dal marzo
1999 contro il dollaro a 1,0935, con ordini di acquisto
automatici scattati a 1,0910 dollari.
L'euro è anche ai massimi di 3 anni e mezzo nei confronti
dello yen sopra 130,50 yen, mentre il dollaro ha perso nei
confonti della valuta nipponica un terzo di punto percentuale a
119,35 yen, anche se resta sopra i minimi di sei mesi toccati in
gennaio.
Attesi oggi i dati Pmi Reuters servizi in vari paesi
europei, con quello per l'intera zona euro in calendario alle
ore 10,00 italiane.
Inoltre atteso il dato ufficiale sulla disoccupazione in
Germania, dopo che una fonte ha anticipato a Reuters che in
gennaio il tasso ha raggiunto il massimo di 5 anni con i
disoccupati saliti di 398.000 unità su basi non
destagionalizzate.
((Redazione Milano, Reuters messaging:
[email protected], 0039 02 801284, fax
0039 02 801149, [email protected]))
 
IRAQ: GUERRA SARA' LUNGA E SANGUINOSA, RITTER
#OIC#OIL#JAPAN#EXE#UN#TRN#US
(ANSA) - TOKYO, 5 FEB - L'attacco americano contro l'Iraq
scattera' entro la fine di febbraio ''con massicci
boimbardamente aerei'', seguiti all'inizio di marzo da
''un'invasione con numerose truppe di terra'', ma la guerra
contro Saddam Hussein ''non sara' una passeggiata: sara' lunga e
sanguinosa''.
Lo ha detto oggi a Tokyo in un incontro con la stampa
straniera l'ex ispettore Onu in Iraq, l'americano Scott Ritter,
un ex ufficiale dei servizi di informazione dei marine
trasformatosi di recente in uno dei piu' accesi critici della
politica dell'amministrazione di George W. Bush nei confronti
dell'Iraq. Ritter ha ribadito oggi che l'''ostinazione'' di Bush
nel far cadere ad ogni costo il regime di Saddam ''ha
compromesso fin dall'inizio il lavoro degli ispettori. Oggi c'e'
un ambiente piu' favorevole alle ispezioni di quando io ero
coinvolto in prima persona. Le ispezioni possono funzionare, a
condizione che ne abbiano il tempo e la possibilita'. Il fatto
che gli Stati Uniti non amino il regime di Saddam non ci
autorizza a violare le leggi internazionali''.
L'ex ufficiale dei marine, che si dimise nel 1998 dalla
carica di ispettore Onu in Iraq perche' accusato da Baghdad di
spionaggio a favore degli Usa, ha disegnato scenari catastrofici
di guerra. ''Saranno combattimenti orribili e sanguinosi, della
peggior specie di guerriglia urbana. Baghdad e' una metropoli di
5 milioni di abitanti, difesa da almeno 60.000 soldati di elite
del peggior fanatismo''.
''Sara' un conflitto lungo che finira' per aprire un vaso di
Pandora, con ricadute nell'intera regione mediorientale ben al
di la' dell'Iraq. E c'e' il rischio che la Corea del nord non
resti ad attendere un attacco americano dopo quello contro
l'Iraq e passi all'offensiva contro obiettivi in Giappone'', ha
concluso Ritter. (ANSA).
 
Seashore ha scritto:
fo64 ha scritto:
Seashore ha scritto:
....
ciò che fa ora l'America
è più una difesa che un attacco vero e proprio,
e oltre a difendere sè stessa difende anche gli alleati.
dovremmo solo ringraziare

Ciao Seashore, ti posso chiedere solo una cosa?
OK, Saddam è colpevole, quindi gli facciamo guerra... non ho dubbi sul fatto che venga vinta, viste le forze in campo... quindi cacciamo Saddam (o lo eliminiamo) e liberiamo il paese da questo bastardo.
A guerra conclusa facciamo delle belle elezioni per far scegliere il nuovo governo.
A questo punto pensi davvero che il problema del terrorismo di questi fanatici sarà risolto?
Buona giornata

Fo64

ciao Fo ;)

credo di non poter rispondere a questa domanda,
xkè le variabili in campo sono troppe.

A mio parere non penso assolutamente che il problema terrorismo venga eliminato,
viene però così eliminata una sua parte questo sì.
Preferisci vedere eliminato in parte un problema oppure vedere un problema che si ingigantisce??
Io verosimilmente scelgo la prima,
dove finalmente si tirano fuori le palle

E sono contento della posizione italiana,
ciao ;)

condivido pienamente la psizione di seas...anche se il terrorismo non viene eliminato del tutto lo si tronca alla base...

e poi non accetto che qualcuno dice no alla guerra quando poi non sa trovare alternative per evitarla....una legge di vita dice che contro la violenza ci vuole la forza e non le caramelle...

fin dall' era preistorica il mondo è andato avanti con queste regole sopprimendo i violenti a caccia di potere fermandoli con la forza e il mondo andrà avanti sempre cosi all' infinito finquando non verrà inculcata nella mentalità umana che essere violenti per scopi personali non conviene e si viene soppressi...
 
Seashore ha scritto:
....
A mio parere non penso assolutamente che il problema terrorismo venga eliminato, viene però così eliminata una sua parte questo sì.
Preferisci vedere eliminato in parte un problema oppure vedere un problema che si ingigantisce??
Io verosimilmente scelgo la prima,
dove finalmente si tirano fuori le palle

E sono contento della posizione italiana,
ciao ;)

Vedi Seashore, io invece temo proprio che questa guerra non eliminerà una parte del problema, come ti auguri... per me avrà proprio le conseguenze opposte :( ... farà di Saddam e dei suoi fedelissimi dei veri e propri martiri per migliaia e migliaia di disperati in giro per il mondo, disperati che non hanno nulla o quasi nulla da perdere che finiranno ad ingrossare le file di quelle "armate" che tanto temiamo.
Comunque grazie per la risposta, fra l'altro mi sa che abbiamo "provocato" anche una bella discussione con l'altro thread avviato da Flash... ed è sempre bello potersi confrontare.

Fo64
 
05 febbraio 2003 17:28
Powell a Onu: prove mostrano che Iraq nasconde armi


WASHINGTON 5 febbraio (Reuters) - Il segretario di Stato
Usa, Colin Powell, ha portato oggi al Consiglio di sicurezza
dell'Onu un audiocassetta nella quale un funzionario iracheno
dice ad un altro di assicurarsi che non ci siano veicoli
modificati in caso di una visita degli ispettori Onu.
"Abbiamo evacuato ogni cosa. Non è rimasto niente", gli
risponde il secondo funzionario.
I veicoli a cui si riferisce sono della società Al-Kindi,
che Powell dice essere coinvolta in una "attività di armi
proibite".
"Quello che abbiamo imparato negli anni è molto
preoccupante. Saddam Hussein e il suo regime non hanno fatto
sforzi per un disarmo, come richiesto", ha detto il segretario
di Stato statunitense al Consiglio di Sicurezza, nel tentativo
di convincere il mondo che l'Iraq sta nascondendo armamenti di
distruzione di massa e che la guerra potrebbe essere necessaria
per essere sicuri del disarmo.
Copyright 2000 Reuters Limited.
 
05 febbraio 2003 17:28
Borse Usa passano in positivo mentre Powell parla all'Onu


NEW YORK, 5 febbraio (Reuters) - Wall Street è passata in
positivo mentre è in corso il discorso del segretario di Stato
Usa Colin Powell, che sta illustrando all'Onu le prove che
l'Iraq starebbe nascondendo armi di distruzioni di massa.
"Powell non sta solo sostenendo il punto di vista degli
Stati Uniti, ma sta ricordando anche all'Onu qual è la loro
missione e cosa erano tutti d'accordo di fare in una prima
istanza", dice un analista.
Dopo una iniziale fiammata, alle 17,15 il Dow Jones segna un
rialzo dello 0,46% a 8.048, il Nasdaq guadagna lo 0,82%, lo
Standard & Poor's lo 0,37%.
 
05 febbraio 2003 17:39
WRAPUP 5-Powell plays tape of Iraqi officers discussing arms


(Recasts)
By Arshad Mohammed and Hassan Hafidh
UNITED NATIONS/BAGHDAD, Feb 5 (Reuters) - U.S. Secretary of
State Colin Powell will try to convince a doubting world on
Wednesday that Iraq is hiding weapons of mass destruction and
war may be needed to make sure it disarms, U.S. officials said.
Powell will use satellite photographs and recorded Iraqi
conversations to press home his point before the U.N. Security
Council that Iraq is a danger to the world.
He has acknowledged there will be no "smoking gun" in his
address, scheduled for 10:30 a.m. EST (1530 GMT), but he will,
nevertheless, try to convince key nations France, Russia and
China that Iraq has weeks, not months, to bow to the will of the
United Nations.
Those three countries, with veto powers on the Security
Council, argue that U.N. weapons inspectors, in Iraq for the
past two months, should be given more time to find evidence of
nuclear, chemical or biological weapons.
Iraqi President Saddam Hussein denied on Tuesday that Iraq
had any relationship with al Qaeda or any banned weapons,
prompting a challenge from Powell that he should prove it.
Iraq's state media on Wednesday blasted Powell's address in
advance, saying any evidence would be fabricated, cheap or
vague.
"What Powell is going to present will be cheap satellite
pictures and vague recorded conversations," the government
newspaper al-Jumhouriya said.
A Bush administration official, who declined to be
identified, said Powell's presentation "includes photographs,
transcripts, other information we have from solid sources".
What it will not dwell too much on is any concrete link
between Iraq and al Qaeda which Washington blames for the
September 11, 2001, attacks on the United States.
U.S. Defense Secretary Donald Rumsfeld talked last year of
"credible evidence" that al Qaeda had sought contacts in Iraq to
help them acquire weapons of mass destruction capabilities.
U.S. officials now say intelligence on any links was
fragmentary and would take up only a small part of Powell's
90-minute presentation.
"It's not the centrepiece," one official told Reuters.

LEAKED INTELLIGENCE REPORT
But Britain, Washington's key ally and the other
veto-holding Council member, said on Wednesday it had seen
evidence of links between al Qaeda and "various people in Iraq".
"Certainly we've seen evidence of links between al Qaeda and
various people in Iraq. What we don't know...is the extent of
those links," British Foreign Secretary Jack Straw told BBC
radio.
Straw was reacting to a leaked intelligence report which
appeared to play down connections between Iraq and al Qaeda,
despite recent attempts by politicians in Washington and London
to pinpoint a link.
It said the intelligence document judged that training of al
Qaeda members may have continued in Iraq, but stressed that al
Qaeda leader Osama bin Laden regarded Saddam's government as an
"apostate regime".
Iraqi officials said U.N. arms inspectors, who returned to
Iraq in November after a four-year absence, visited at least
nine more sites in Iraq on Wednesday.
Chief U.N. inspector Hans Blix said Baghdad urgently needed
to show it was cooperating with inspectors when he visits this
weekend, saying it is "five minutes to midnight."
Blix and his colleague, Mohamed ElBaradei, in charge of
nuclear arms teams, will go to Baghdad on Saturday and Sunday at
Iraq's invitation and will report to the Security Council on
February 14, possibly for the last time before a U.S. invasion.

REFUGEE WARNING
International aid agencies said in London on Tuesday a war
would create a massive humanitarian crisis among Iraqi civilians
already suffering malnourishment and disease.
An attack would further disrupt systems supplying water,
electricity and sanitation, already in a bad state of repair
after being hit during the Gulf War 12 years ago, they said.
While the main focus over Iraq is at the United Nations,
political leaders around the world are having to tread carefully
in dealing with the crisis with their own power bases and
domestic opinion.
French President Jacques Chirac appeared in line with the
mood in his country by sticking to his view that all peaceful
avenues had to be exhausted before military action.
NATO ally Turkey's Prime Minister Tayyip Erdogan is bracing
his Justice and Development Party and parliament to open bases
to U.S. forces while public opinion against an attack on a
fellow Muslim nation is running strong.
A majority of Security Council members are still jittery
about a war which might spark additional acts of terrorism and
popular uprisings throughout the Middle East.
The Philippines said on Wednesday it may face retaliatory
attacks by Muslim militants on U.S. and other foreign targets if
the United States launches a war against Iraq.
Political reverberations reached as far as Canberra where
the Senate passed a symbolic vote of no confidence in Prime
Minister John Howard for his handling of Iraq, censuring a
government leader for the first time in parliament's 102-year
history.
((Writing by Steve Pagani; editing by Howard Goller; Reuters
Messaging: [email protected]; +44 20 7542
7925))
Copyright 2000 Reuters Limited.
 

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