salcatal
Come i Panda
Buongiorno.
Iulius,
l'aspetto che voglio sottolineare e' questo.
Se io taglio la spesa improduttiva (es. Cda di improbabili SPA comunali e Regionali e annessi e connessi) per consolidare i conti pubblici, allora la manovra e' recessiva nel breve, ma espansiva nel medio.
Se, invece, i risparmi ottenuti li impiego per diminuire il Cuneo fiscale e contributivo (e qui risorse importanti arriverebbero dall'abolizione delle pensioni di anzianita') sui redditi da lavoro e sulle imprese, allora la manovra e' espansiva anche nel breve.
Infatti tutti i dipendenti si troverebbero qualche centinaio di euro di paga netta in più, a parità di paga lorda.
E questo avrebbe un effetto positivo sui consumi indubitabile.
Allo stesso modo la diminuzione del carico fiscale sulle imprese consentirebbe a queste di essere più competitive.
La ricetta della BCE era questa, che per inciso era anche il programma di Berlusconi, non l'abbiamo voluta applicare e stiamo pagando e pagheremo
dazio.
Come dice giustamente Martino l'Italia non ha bisogno di manovre, ma di riforme.
Bisogna aggredire i capitoli più importanti della spesa pubblica e cioè:
a) sanità;
b) pensioni.
Per la sanità, ad esempio, non ha senso che la fiscalità generale si faccia carico di tutti, in modo quasi indistinto.
In questo modo l'operaio paga anche le cure di Berlusconi.
Il vero problema, che rende impraticabile qualsiasi riforma, e' che chi le dovrebbe fare e' il beneficiario ultimo del sistema (politici e clientela varia).
Quindi temo che senza uno shock esterno o imposizioni esterne vincolanti, non
saranno mai fatte, che la spesa pubblica continuerà a lievitare, distruggendo con la vessazione fiscale il residuo apparato produttivo italiano.
Ecco perché e' necessaria una forte spinta dal basso, cioè che sia l'opinione pubblica (tea party) che le forze sociali (imprenditori, lavoratori e professionisti) spingano in maniera decisa per le riforme strutturali.
Senza riforme che incidano in modo strutturale sul modello di Stato, smantellando in radice questa farsa di welfare, siamo perduti.
Iulius,
l'aspetto che voglio sottolineare e' questo.
Se io taglio la spesa improduttiva (es. Cda di improbabili SPA comunali e Regionali e annessi e connessi) per consolidare i conti pubblici, allora la manovra e' recessiva nel breve, ma espansiva nel medio.
Se, invece, i risparmi ottenuti li impiego per diminuire il Cuneo fiscale e contributivo (e qui risorse importanti arriverebbero dall'abolizione delle pensioni di anzianita') sui redditi da lavoro e sulle imprese, allora la manovra e' espansiva anche nel breve.
Infatti tutti i dipendenti si troverebbero qualche centinaio di euro di paga netta in più, a parità di paga lorda.
E questo avrebbe un effetto positivo sui consumi indubitabile.
Allo stesso modo la diminuzione del carico fiscale sulle imprese consentirebbe a queste di essere più competitive.
La ricetta della BCE era questa, che per inciso era anche il programma di Berlusconi, non l'abbiamo voluta applicare e stiamo pagando e pagheremo
dazio.
Come dice giustamente Martino l'Italia non ha bisogno di manovre, ma di riforme.
Bisogna aggredire i capitoli più importanti della spesa pubblica e cioè:
a) sanità;
b) pensioni.
Per la sanità, ad esempio, non ha senso che la fiscalità generale si faccia carico di tutti, in modo quasi indistinto.
In questo modo l'operaio paga anche le cure di Berlusconi.
Il vero problema, che rende impraticabile qualsiasi riforma, e' che chi le dovrebbe fare e' il beneficiario ultimo del sistema (politici e clientela varia).
Quindi temo che senza uno shock esterno o imposizioni esterne vincolanti, non
saranno mai fatte, che la spesa pubblica continuerà a lievitare, distruggendo con la vessazione fiscale il residuo apparato produttivo italiano.
Ecco perché e' necessaria una forte spinta dal basso, cioè che sia l'opinione pubblica (tea party) che le forze sociali (imprenditori, lavoratori e professionisti) spingano in maniera decisa per le riforme strutturali.
Senza riforme che incidano in modo strutturale sul modello di Stato, smantellando in radice questa farsa di welfare, siamo perduti.