però sull'olandese dexia mi sembra di ricordare che una bad bank l'abbiano già fatta.. non so se ripetono uguale..
http://www.ilsole24ore.com/art/fina.../bank-futuro-dexia-093617.shtml?uuid=AawxY89D
Buonasera e buon week end.
Tutto dipende da come viene gestita l'operazione di salvataggio, oltre che chiaramente dalla situazione specifica della singola banca.
Ma noi dobbiamo necessariamente partire dal presupposto che una banca che necessita di un salvataggio sia insolvente, cioè che non abbia un semplice problema di liquidità.
Allora in questo caso l'operazione di salvataggio dovrebbe seguire i seguenti passaggi:
1) Emersione delle perdite latenti e conseguente abbattimento del patrimonio;
2) Intervento di ricapitalizzazione da parte degli azionisti, o se questo non e' possibile, da parte dello Stato o di altro Ente, ad es. FESF.
Ora tutto si gioca sul punto 1), cioè sull'emersione delle perdite latenti.
Se l'operazione di pulizia viene fatta con rigore e' probabile che le perdite intacchino l'intero patrimonio della Banca e che, quindi, ne risulti un patrimonio netto negativo.
A questo punto il valore delle azioni si azzererà e saranno intaccati anche gli strumenti ibridi di capitale, le obbligazioni subordinate secondo il grado di subordinazione, a partire dalle upper Tier 1, fino alla copertura integrale delle perdite.
Se la perdita supera sia il patrimonio che gli strumenti subordinati allora verranno intaccati anche i debiti senior, tra cui i depositi, anche se per questi ultimi dovrebbero intervenire i vari fondi di garanzia.
Se invece l'operazione di salvataggio viene fatta all'acqua di rose allora si procede come segue:
1) Si prendono per buoni i bilanci e le valutazioni fatte dalla banca;
2) Si immette liquidità attraverso un aumento di capitale o altro strumento ibrido, tipo i Tremonti Bond;
3) Non vengono intaccati gli azionisti e gli obbligazionisti nella speranza che le perdite latenti possano emergere gradualmente, in maniera tale che vengano coperte dagli utili correnti.
Finora in Europa si e' scelto di seguire la seconda strada, con il risultato di avere delle banche zombie (vedi alla voce MPS).
Anche le banche che hanno fatto gli aumenti di capitale, tipo Ubi, Intesa, Ucg ecc. hanno seguito una strada perversa.
Prima hanno fatto gli aumenti di capitale e poi hanno fatto emergere una parte delle perdite.
Dico una parte perché finora le banche si sono limitate a svalutare gli avviamenti, che non intaccano il Core Tier 1, mentre hanno rinviato nel tempo la svalutazione di altri asset, tra cui i crediti verso la clientela, nella speranza che, spalmandole nel tempo, queste perdite possano essere assorbite dagli utili correnti.
Ora e' chiaro che questa politica di falsificare i bilanci puo' funzionare solo se vi e' una ripresa dell'economia.
Ma nel caso in cui la recessione dovesse continuare, come pare debba avvenire, e' chiaro che il tasso di crescita delle sofferenze farà si' che le perdite su crediti saranno tali da non poter essere assorbite dagli utili correnti, con conseguenze sull'operatività della banca stessa che dovrà necessariamente ridurre gli impieghi.
Un'ultima nota.
Che i bilanci delle banche siano fatti all'acqua di rose non lo dico io, ma lo dice il mercato che valuta da tempo le azioni molto al di sotto del valore contabile.
Il vero dubbio, quindi, non e' sull'esistenza di perdite nascoste nei bilanci delle banche, bensì sulla loro effettiva entità.
Infatti si e' visto che i controlli interni non servono a nulla e che le Banche Centrali esercitano la sorveglianza bancaria in modo discutibile, specie in alcune nazioni.
Comunque e' risultato evidente che la sorveglianza bancarie e' stata esercitata con criteri diversi da nazione a nazione.
Da qui l'esigenza, direi la necessita', di trasferire la sorveglianza bancaria a livello centrale, vale a dire attribuendola alla BCE.