Parmalat, Alleanza Coop difende ricadute marchi su territorio
Reuters - 12/04/2011 18:39:12
MILANO, 12 aprile (Reuters) - Per l'Alleanza delle Cooperative Italiane, che torna sul dibattito in corso relativo a Parmalat (
PLT.MI), la difesa dell'italianità non significa sbarrare il passo a investimenti stranieri nel nostro paese.
"Occorre fare chiarezza sul binomio: difesa dell'italianità e investimenti stranieri in Italia", dice in una nota Luigi Marino, portavoce dell'Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop) e presidente di Confcooperative. "Difendere l'italianità non significa impedire che nel nostro paese si investa dall'estero, anzi sono risorse molto ben accette quando sono generatrici di ricchezza e di occupazione in Italia, ma dannose quando puntano a impossessarsi di marchi italiani per trasformarli in strumenti per commercializzare e per veicolare prodotti stranieri".
Marino esprime nuovamente sostegno alle misure 'antiscalate' messe in campo dal governo. "Non siamo per la difesa sic et simpliciter della proprietà italiana di un marchio, ma siamo convinti difensori della ricaduta economica che quel marchio ha sul territorio, così come nelle caratteristiche dell'impresa cooperativa che vive per lo sviluppo del territorio in cui nasce".
Nel caso di Parmalat, conclude Marino, "l'acquirente straniero danneggerebbe, senza rimedio e senza possibilità di recupero, la filiera dei produttori italiani di latte, una filiera, tra l'altro, che è già fortemente sotto stress".
Infatti, non aggiunge Marino, la grande distribuzione e la crescente diffusione dei prodotti senza marchio (private label) ci danneggia irrimediabilmente.
Impedendoci di fare quello che abbiamo sempre fatto e che abbiamo diritto di continuare a fare perchè noi votiamo la Lega. Altrimenti che andiamo a fare a votare, a che serve la democrazia si chiede Marino visibilmente preoccupato e scosso.
Noi chiediamo una cosa legittima e giusta, vale a dire il diritto di scaricare, senza incontrare ostacoli di sorta, sul prezzo del prodotto finale e, quindi, sui consumatori il peso delle nostre inefficienze e delle nostre sacrosante rendite parassitarie.
Pochi centesimi per consumatore cosa volete che siano, c'è chi fa di peggio vedete le banche, l'energia ecc. ecc.
A questo punto si rende necessario, e già abbiamo inoltrato una richiesta in tal senso al Ministro Romani che si è dichiarato d'accordo, un decreto legge che imponga il consumo del prodotto fatto con il nostro latte, introducendo il reato di frode in commercio per chi commercializza altri prodotti e di ricettazione, o almeno di incauto acquisto, per chi li acquista.
Ma e l'Europa ?
Fore de ball l'Europa aggiunge Marino in preda a una crisi isterica.
E se proprio non possiamo uscire dall'Europa allora chiediamo una sovvenzione a fondo perduto, o dalla Cassa Depositi e Prestiti o mettendo pochi centesimi di sovrattassa sulla benzina, sull'energia o sulla Tassa smaltimento rifiuti, in modo che nessuno se ne accorga.
Se la politica vuole, conclude Marino, la soluzione per noi la trova e, quindi, la deve trovare.