Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis (2 lettori)

salcatal

Come i Panda
Questo era scontato.

Già detto che le banche italiane, di fatto, senza maquillage di bilancio, sono strutturalmente in perdita.

L'unico che, pero', voleva intervenire per porci rimedio, attraverso le necessarie azioni sul versante dei costi e della qualità del credito, cioè Profumo e' stato mandato via.

Così anche gli altri sanno come comportarsi.
 

dariomilano

novellino
tra l'altro... non so se è positivo per noi o negativo per la tedeschia :D

Sul mercato dei titoli di Stato continua a ridursi lo spread dei rendimenti fra il nostro Btp decennale e il Bund, sceso oggi a 120 punti base.
 

salcatal

Come i Panda
Per quanto riguarda Ubi nello specifico io pensavo, sbagliando, che avrebbe beneficiato di una riduzione del costo del credito più marcata delle altre banche.

E' normale che nell'ultimo quarto gli accantonamenti siano più alti.

Quello che devi vedere, quindi, e' la differenza % tra media dei trimestri precedenti e ultimo quarto.

Questo e' il dato preoccupante per Ubi, a mio modo di vedere.


In sintesi gli aumenti di capitale delle banche servono a coprire le perdite effettive nascoste tra le pieghe dei bilanci (attivi illiquidi) o mascherate dalle plusvalenze straordinarie che più o meno tutte le banche hanno contabilizzato tra il 2009 e 2010.

Plusvalenze che, inevitabilmente, si tradurranno nei prossimi anni in minori ricavi o maggiori costi.

Questo e' il problema delle banche italiane e che le distingue da quelle straniere.

Le straniere hanno il problema degli attivi illiquidi quelle italiane hanno il problema di una situazione economica strutturalmente deficitaria.

Quindi stanno messe relativamente meglio patrimonialmente, ma peggio da un punto di vista economico.
 

salcatal

Come i Panda
tra l'altro... non so se è positivo per noi o negativo per la tedeschia :D

Sul mercato dei titoli di Stato continua a ridursi lo spread dei rendimenti fra il nostro Btp decennale e il Bund, sceso oggi a 120 punti base.

Ingenuo.

Stanno semplicemente preparando uno short alla grande sui TDS italiani.

Che io aspetto con impazienza per comprare.
 

dariomilano

novellino
Ingenuo.

Stanno semplicemente preparando uno short alla grande sui TDS italiani.

Che io aspetto con impazienza per comprare.

oltre che ingenuo sono anche inesperto :D

in caso di crollo dei mercati rende di più stare liquidi o essere investiti in titoli di stato italiani (che con successivi aumenti dei tassi dovrebbero perdere valore o sbaglio)?


cioè io ho poca esperienza pratica già di azioni.. di obbligazioni ancora meno ..

io stavo pensando (però non so se dico cavolate :D) che con l'euro così forte e gli emergenti già costretti ad alzare i tassi per l'inflazione ben più di noi e prima di noi.. fosse conveniente diversificare nelle loro obbligazioni, piuttosto che quelle nostrane..

e un altro punto sul quale mi stavo domandando era appunto come performavano le obbligazioni in caso di crisi del debito usa/europa.. e se magari il nuovo rifugio che per ora è sempre stato il treasury americano non potesse diventare un paniere di obbligazioni emergenti (o sono ancora troppo giganti di argilla?)..
 
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pecora rosa

Forumer attivo
Parmalat, Alleanza Coop difende ricadute marchi su territorio
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Reuters - 12/04/2011 18:39:12
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MILANO, 12 aprile (Reuters) - Per l'Alleanza delle Cooperative Italiane, che torna sul dibattito in corso relativo a Parmalat (PLT.MI), la difesa dell'italianità non significa sbarrare il passo a investimenti stranieri nel nostro paese.

"Occorre fare chiarezza sul binomio: difesa dell'italianità e investimenti stranieri in Italia", dice in una nota Luigi Marino, portavoce dell'Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop) e presidente di Confcooperative. "Difendere l'italianità non significa impedire che nel nostro paese si investa dall'estero, anzi sono risorse molto ben accette quando sono generatrici di ricchezza e di occupazione in Italia, ma dannose quando puntano a impossessarsi di marchi italiani per trasformarli in strumenti per commercializzare e per veicolare prodotti stranieri".

Marino esprime nuovamente sostegno alle misure 'antiscalate' messe in campo dal governo. "Non siamo per la difesa sic et simpliciter della proprietà italiana di un marchio, ma siamo convinti difensori della ricaduta economica che quel marchio ha sul territorio, così come nelle caratteristiche dell'impresa cooperativa che vive per lo sviluppo del territorio in cui nasce".

Nel caso di Parmalat, conclude Marino, "l'acquirente straniero danneggerebbe, senza rimedio e senza possibilità di recupero, la filiera dei produttori italiani di latte, una filiera, tra l'altro, che è già fortemente sotto stress".

Infatti, non aggiunge Marino, la grande distribuzione e la crescente diffusione dei prodotti senza marchio (private label) ci danneggia irrimediabilmente.

Impedendoci di fare quello che abbiamo sempre fatto e che abbiamo diritto di continuare a fare perchè noi votiamo la Lega. Altrimenti che andiamo a fare a votare, a che serve la democrazia si chiede Marino visibilmente preoccupato e scosso.

Noi chiediamo una cosa legittima e giusta, vale a dire il diritto di scaricare, senza incontrare ostacoli di sorta, sul prezzo del prodotto finale e, quindi, sui consumatori il peso delle nostre inefficienze e delle nostre sacrosante rendite parassitarie.

Pochi centesimi per consumatore cosa volete che siano, c'è chi fa di peggio vedete le banche, l'energia ecc. ecc.

A questo punto si rende necessario, e già abbiamo inoltrato una richiesta in tal senso al Ministro Romani che si è dichiarato d'accordo, un decreto legge che imponga il consumo del prodotto fatto con il nostro latte, introducendo il reato di frode in commercio per chi commercializza altri prodotti e di ricettazione, o almeno di incauto acquisto, per chi li acquista.

Ma e l'Europa ?

Fore de ball l'Europa aggiunge Marino in preda a una crisi isterica.

E se proprio non possiamo uscire dall'Europa allora chiediamo una sovvenzione a fondo perduto, o dalla Cassa Depositi e Prestiti o mettendo pochi centesimi di sovrattassa sulla benzina, sull'energia o sulla Tassa smaltimento rifiuti, in modo che nessuno se ne accorga.

Se la politica vuole, conclude Marino, la soluzione per noi la trova e, quindi, la deve trovare.:D:):down::down:


Buon giorno.
Ma chi è sto genio?
 

salcatal

Come i Panda
oltre che ingenuo sono anche inesperto :D

in caso di crollo dei mercati rende di più stare liquidi o essere investiti in titoli di stato italiani (che con successivi aumenti dei tassi dovrebbero perdere valore o sbaglio)?


cioè io ho poca esperienza pratica già di azioni.. di obbligazioni ancora meno ..

io stavo pensando (però non so se dico cavolate :D) che con l'euro così forte e gli emergenti già costretti ad alzare i tassi per l'inflazione ben più di noi e prima di noi.. fosse conveniente diversificare nelle loro obbligazioni, piuttosto che quelle nostrane..

e un altro punto sul quale mi stavo domandando era appunto come performavano le obbligazioni in caso di crisi del debito usa/europa.. e se magari il nuovo rifugio che per ora è sempre stato il treasury americano non potesse diventare un paniere di obbligazioni emergenti (o sono ancora troppo giganti di argilla?)..

Ci ho pensato molto, su questa domanda e ho consultato i sacri testi della finanza.:mmmm::mmmm::mmmm::reading::reading:

Responso:

Conviene stare investiti su quelle attività che saliranno e stare short su quelle che scenderanno, con il 100% del capitale.

Così si massimizza il guadagno.:D:D:D

E adesso non mi chiedere di dirti quali sono.

Mica posso fare tutto io.

E poi non sarebbe giusto, ti toglierei il pathos e, quindi, il gusto dell'investimento.
 
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salcatal

Come i Panda
Buonasera.

Oggi giornata interlocutoria.

Ma questa è bella.

Cosa dire se non che vogliono fare le nozze con i fichi secchi.

Ma come volete Lucia e la sua dote, ma senza sborsare soldi?

E in più con l'impegno in questa fase ad acquistare Granarolo.

I futuri amministratori di Parmalat alla stregua dei passacarte, nell'ipotesi in cui prevalgano gli alpinisti.

Il che la dice lunga sulla fine che farebbe Parmalat in mano a questa gente.:specchio::specchio::help::help::help:



ROMA (MF-DJ)--Lo stop del tribunale di Parma alle richieste di Lactalis mette in vantaggio la cordata italiana radunata in Latco-Cdp, banche, Granarolo ed eventuali partner esteri, che pero' e' ancora alle prese con la definizione della bozza di accordi. Anche se nelle ultime ore, secondo quanto scrive Il Messaggero, sarebbe sorto un intoppo che si aggiunge al mancato scioglimento delle riserve di Unicredit (MDD: UCG.MDD - notizie) e di Mediobanca (Francoforte: 851715 - notizie) a entrare in Latco.

Gran Latte, azionista di maggioranza con l'80% di Granarolo, spinge per confezionare un accordo blindato nel senso che sia prevista la cessione del gruppo bolognese a Parmalat (MDD: PLT.MDD - notizie) per 500 mln: in questo modo le coop avrebbero la liquidita' assicurata (400 mln la quota parte, mente gli altri 100 spettano a Intesa che ha il 20%) da reinvestire nella newco. I legali pero' ritengono che i soci di Latco non possono sic et simpliciter impegnarsi per conto di Parmalat, dopo averla conquistata con l'opa, ad acquistare Granarolo: se l'operazione non andasse a buon fine sarebbero obbligati a restituire i soldi delle coop. D'altra parte Gran Latte si impunta su questa garanzia, perche' altrimenti dovrebbe finanziarsi per 500 mln da versare nella newco, salvo poi eventualmente rientrare dei soldi con la cessione.

Un nodo che in queste ore, prosegue il giornale, e' all'esame di di Intesa, Unicredit, Mediobanca e Cdp. Tutti questi soggetti stanno valutando anche la bozza di governance di Latco riservandosi le osservazioni, di qui lo slittamento a domani del vertice ad alto livello tra i massimi responsabili di tutti i soggetti coinvolti previsto per oggi che devono anche valutare il possibile coinvolgimento di uno dei tre partner esteri: Lacteos sembra quello disposto a versare piu' equity a fronte di un piano industriale.
red/vs

 

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