PUNTO 1 -Parmalat-Lactalis, perquisite banche, fondi; 4 indagati
mercoledì 11 maggio 2011 13:37
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(aggiorna con quattro indagati, accorpa storie, aggiunge contesto)
MILANO, 11 maggio (Reuters) - La Guardia di Finanza di Milano ha perquisito oggi gli uffici milanesi di banche, fondi di investimento e società di pr nell'ambito dell'inchiesta della procura che ipotizza i reati di aggiotaggio e insider trading a vario titolo a carico di quattro persone sull'andamento del titolo Parmalat (PLT.MI:
Quotazione) prima che i francesi di Lactalis salissero al 29% del gruppo di Collecchio, per poi lanciare l'Opa a fine aprile.
Lo hanno riferito oggi diverse fonti investigative e giudiziarie, precisando che ad essere perquisiti sono stati gli uffici nel capoluogo lombardo di Credit Agricole (CAGR.MI:
Quotazione), Societé Generale (SOGN.PA:
Quotazione), Intesa Sanpaolo (ISP.MI:
Quotazione), Lazard (LAZ.N:
Quotazione), delle società di pubbliche relazioni Image Building e Brunswick, nonché l'abitazione di uno degli indagati.
Fra gli indagati, hanno riferito fonti investigative, ci sono Fabio Canè, responsabile dei Progetti Speciali e del Private Equity della Divisione Corporate ed Investment Banking di Intesa Sanpaolo (con l'ipotesi di reato di insider trading), la moglie Patrizia Micucci, capo dell'Investment Banking in Italia di Societé Generale (aggiotaggio), un funzionario di Lazard (aggiotaggio) e un altro funzionario dui un fondo di investimento (aggiotaggio).
Due fonti investigative avevano dichiarato che fra i perquisiti ci sono "alcuni fondi di investimento" e "i vari attori italiani che hanno partecipato a vario titolo alla scalata, che hanno sede a Milano". Tutte le fonti hanno precisato che le attività di oggi non riguardano alcun ufficio di Lactalis.
Non è stato possibile ottenere dichiarazioni da parte delle banche e delle società di investimento. Image Building, che segue la comunicazione di Lactalis in Italia, non ha rilasciato alcun commento mentre un portavoce di Brunswick Italia, società che ha seguito i tre fondi che cedettero le loro quote ai francesi, ha detto che la Gdf è passata oggi a raccogliere informazioni, senza aggiungere altro.
Lactalis aveva stipulato contratti di equity swap con Societé Generale e Credit Agricole come controparti aventi come oggetto azioni Parmalat. Intesa San Paolo si era fatta promotrice di una ipotetica cordata italiana che avrebbe dovuto opporsi a Lactalis.
L'inchiesta venne avviata dal pm milanese Eugenio Fusco, dopo la presentazione di un esposto da parte dell'AD di Parmalat Enrico Bondi. All'inizio, al centro delle verifiche vi era una serie di comunicati che provocarono l'apprezzamento del titolo Parmalat.
All'origine il reato ipotizzato a carico di ignoti era solo quello di aggiotaggio, cioè l'eventualità di comunicazioni ingannevoli o lacunose al mercato che alterino artatamente l'andamento di un titolo. Oggi le fonti hanno riferito che nell'inchiesta che vede quattro indagati viene ipotizzato anche il reato di insider trading, cioè l'eventuale uso illegittimo di informazioni privilegiate per il proprio profitto.
Lactalis, quando il 25 marzo scorso uscì la notizia dell'indagine milanese, diffuse una breve nota in cui disse di "aver sempre agito correttamente" e di attendere "serenamente" gli sviluppi della vicenda.
Il 22 marzo una nota di Lactalis informava che i francesi avevano raggiunto un accordo a sorpresa con i fondi attivisti Zenit Asset Management, Skagen e Mackenzie Financial Corporation che metteva nella mani dei transalpini il 29% del gruppo di Collecchio, quota appena inferiore a quella rilevante per l'Opa, che Lactalis ha poi lanciato il 26 aprile.
(Emilio Parodi)