Ripartire si riparte, basta avere la consapevolezza che saremo tutti più poveri. Non è che prendono la spugna cancellano i debiti ed è tutto come prima.
Questa è una mezza verità che contiene, quindi, una mezza bugia.
L'equazione, in realtà, va vista sotto diverse angolature.
Ricordiamoci che stiamo parlando di economia finanziaria, non reale, e che, quindi a un creditore che rinuncerebbe, in ipotesi a 100, corrisponde un debitore che avrebbe un beneficio di 100.
E che non è detto che il riflesso sull'economia reale sia necessariamente negativo, in quanto la caduta dei consumi dei soggetti creditori potrebbe, in linea teorica, essere più che compensato dai maggiori consumi dei soggetti debitori una volta che questi si siano liberati, sia pure parzialmente, del fardello del debito.
Il problema, come al solito, dipende da come eventuali ristrutturazioni verranno gestite, se in maniera intelligente (effetto positivo alla lunga per tutti) se in maniera stupida, se in maniera banditesca o in maniera sprovveduta (come è stato gestito il caso Lehman tanto per non fare nomi).
E ognuna di queste soluzioni ha una sua variante, più o meno positiva o negativa per il sistema nel suo complesso, nel famoso quadrante di Cipolla, al quale inevitabilmente torniamo sempre.
Il che ne dimostra la indubbia valenza per interpretare i fenomeni economici, che poi altro non sono che il dipanarsi della storia dell'uomo.

Ed ecco che, inesorabilmente, emerge prepotente la mia versione migliore, quella nella quale sono più ferrato, il Salfilosofo.

Notate come sono poliedrico, pensate che in questo momento stavo scrivendo una Relazione sulla Gestione a un bilancio, quindi quanto di apparentemente più arido ci possa essere.