Parmalat, l’Opa non muta i rating
L’ipotesi prevalente tra gli analisti è che Lactalis non rilancerà, dando quindi seguito all’offerta iniziale che parte oggi per concludersi l’8 luglio. Dunque, la posizione assunta all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Parmalat, che ha definito il prezzo dell’opa a 2,60 euro non congruo, sembra avere corto respiro. In una nota, gli esperti di Equita sim ribadiscono quanto già dichiarato in passando sottolineando che "le probabilita' di un rialzo del prezzo da parte di Lactalis sono piuttosto remote": da qui, la conferma del giudizio "hold". Quanto al prezzo obiettivo, i giudizi espressi nell’ultima settimana si aggirano intorno al prezzo offerto dal gruppo francese. Secondo Mediobanca la trimestrale non presenta particolari sorprese, se non per quanto concerne l’utile netto, salito del 5,6% a quota 58,7 milioni di euro a fronte di previsioni più contenute. Così il rating resta "neutral", con un target price a 2,57 euro. A 2,60 euro si collocano, invece, le previsioni di Nomura, secondo cui i fondamentali della società di Collecchio non hanno fornito il valore atteso dagli azionisti. Secondo gli esperti, a penalizzare i conti sono stati soprattutto un portfolio di prodotti a basso valore aggiunto, con margini in flessione a causa di misure una tantum, un mercato di consumatori debole e l'aumento dei costi. Infatti, gli esperti hanno limato l'Ebitda 2011 dell'1% per un ammontare di 380 mln euro.
Parmalat ha archiviato i primi tre mesi del 2011 con un utile di gruppo a 50 milioni di euro, in crescita del 3,1% rispetto ai 48,5 milioni di euro dei primi tre mesi del 2010. Migliora il fatturato netto a 1.033,2 milioni di euro (+8,9%), mentre il mol è pari a 75 milioni di euro (4,8% rispetto al primo trimestre 2010) se si esclude l'impatto dei danni (alluvione Australia e incendio Clr). Calano anche le disponibilità finanziarie nette, che si attestano a 1.390,3 milioni di euro contro i 1.435,2 milioni del 31 dicembre scorso. Una contrazione che l’azienda spiega principalmente con l’assorbimento di cassa da attività operative.
Intanto prosegue l’indagine della Procura di Milano per aggiotaggio e insider trading sul titolo del gruppo alimentare emiliano prima che Lactalis salisse al 29% del capitale. Nei giorni scorsi il pm di Milano Eugenio Fusco ha sentito alcuni funzionari di Intesa Sanpaolo e di tre fondi di investimento esteri. Il magistrato sta analizzando la documentazione sequestrata in una serie di perquisizioni effettuate negli uffici milanesi di Credit Agricole, Société Générale, Intesa Sanpaolo, Lazard e delle società di comunicazione Image Building e Brunswick.