dondiego49
Forumer storico
Nemmeno la sconfinata, tentacolare istituzione di credito (Pio Istituto per le opere religiose... dicono loro...) che durante la recente storia della finanza italiana e internazionale è stato un protagonista tanto importante quanto discretamente nascosto, potrebbe reggere una spesa simile, forse. L'indagine sul potere temporale del Vaticano, nasce da un'inchiesta di David Leigh sul Guardian, il quotidiano di stampo progressista, non nuovo a situazioni del genere. Ebbene proprio da questa fonte apprendiamo che la proprietà di molti edifici presenti nei dei quartieri più costosi di Londra risale direttamente a lei, Santa Romana Chiesa e per la precisione alla mano dell'unico azionista dello Ior, ovvero sua santità (dice lui...) Benedetto (e vorrei vedere che non lo fosse) XVI. Il quale oltre a discernere su argomenti che in linea di logica non dovrebbero appartenergli (essendo lui un uomo, celibe e che dovrebbe aver fatto voto di castità sembra difficile che possa arrogarsi il diritto di sentenziare su matrimonio, sesso, gravidanze e figli), ha avuto la fortuna di avere dai suoi predecessori (altrettanto "previdenti" nel mettere al sicuro le finanze dell'istituzione che dovrebbe rappresentare Cristo in terra) una notevole fortuna. Nel caso dell'immobiliare si tratterebbe di qualcosa che sfiora i 700 milioni di euro, e solo conteggiando il suo patrimonio estero. Ma la cifra è solamente ipotizzabile visto che la proverbiale discrezione delle istituzioni religiose, che stavolta non dicono nè il peccato nè il peccatore, impedisce di tracciare una storia lunga, con ogni probabilità secoli. Senza voler partire dalla donazione di Sutri che sancì a suo tempo (parliamo del 728) la nascita dello stato Pontificio, Leigh si è limitato a soffermarsi sulle carte che parlano dei rapporti (ovviamente economici) tra l'allora papa Pio XI e Mussolini. Quest'ultimo, infatti, offrì, una notevole somma sotto forma di elargizione al Pontefice in cambio, pare, del riconoscimento pontificio del regime fascista italiano nel 1929, stesso anno in cui i rapporti fra Stato e Chiesa, quando vennero normalizzati con i Patti Lateranensi i rapporti tra Stato e Chiesa e con i quali si chiudeva l'annosa "Questione Romana" che permetteva la nascita dello Stato della Città del Vaticano, di cui il Sommo Pontefice era sovrano assoluto, oggi come ieri. , Evidentemente un investimento ottimo da parte di un'istituzione che nel 2006, ha speso 15 milioni di sterline di tali fondi per acquistare diverse proprietà fra St James Square, New Bond Street e nella città di Coventry, escludendo quelli già acquistati a Parigi e in Svizzera. Una rete interessantissima fatta di società offshore, partecipazioni e controllate (tutto il mondo è Paese) che ha permesso al Vaticano di ramificare la sua presenza non come entità evangelizzatrice, bensì piuttosto come spregiudicata speculatrice, aiutata più da devoti cattolici e - per pura coincidenza - ottimi banchieri (!) che dalla forza dello Spirito Santo il quale, si sa, proprio in virtù della sua natura divina, potrebbe fare di sicuro a meno di tali importanti investimenti. Evidentemente non la pensava così il vicario di Cristo il quale, a suo tempo, acquistò i prestigiosi uffici a St James attraverso una società chiamata British Grolux Investments Ltd che detiene anche le altre proprietà del Regno Unito. Il tutto nella massima discrezione. Secondo quanto riferisce il Guardian la British Grolux Investments Ltd nasce nel 1999 dalla riorganizzazione del patrimonio di altre due compagnie, la British Grolux Ltd e la Cheylesmore Estates, le cui azioni erano detenute da una società con sede registrata allo stesso indirizzo della JP Morgan a New York. L'ultimo controllante è la Profima SA che già dagli archivi di guerra britannici risultava come società di partecipazione propria del Vaticano, accusata di "impegnarsi in attività contrarie agli interessi degli Alleati". Allora, a controllare il tutto c'era Bernardino Nogara, meglio noto come "Il banchiere di Dio". E oggi? A occuparsi dell'eredità di Mussolini, fa sapere il Guardian è un funzionario papale a Roma, Paolo Mennini, che è in effetti banchiere del papa ed è a capo di una unità speciale all'interno del Vaticano, l'APSA - Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica - che gestisce il cosiddetto "patrimonio della Santa Sede". , Nel 1931 i documenti analizzati da Leigh mostrano come la società offshore Groupement Financier Luxembourgeois, alias Grolux, con sede in Lussemburgo (uno dei primi paradisi fiscali della storia) si occupava delle attività immobiliari del sommo pontefice (Pio XI fu lo stesso che osò dire nell'enciclica Divini Redemptoris "I ricchi non devono porre nei beni terreni la loro felicità né indirizzare al conseguimento di quelle i loro sforzi migliori; ma,[...]se ne valgano come di mezzi preziosi che Dio loro porge per fare del bene; distribuiscano ai poveri quello che loro avanza, secondo il precetto evangelico". Appunto.). Allo scoppio della guerra, però, dietro illuminazione della divina provvidenza (la quale è parsa particolarmente benevola con le proprietà ecclesiastiche, un po' meno con i 55 milioni di morti causati dal conflitto) il Vaticano, che a febbraio aveva perso Pio XI e vedeva adesso sullo scranno pontificio l'altrettanto controversa figura (forse anche di più rispetto al suo predecessore) di Pio XII, pensò bene non tanto di sfruttare le proprie ricchezze per aiutare le vittime dei bombardamenti (quelle si, affidate alla divina provvidenza!!) e per le quali si prodigò relativamente poco se si considerano le sue reali forse politiche (l'atteggiamento di Pio XII è ancora oggi oggetto di polemiche e studi) e soprattutto (come sappiamo) economiche, ma le attività della Grolux che vennero spostate negli Usa e nella neutrale Svizzera. Fonte: News Trend Online