Deludono i dati sulla disoccupazione Usa
di Marco Valsania10 gennaio 2014
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(Afp)
New York - Una doccia fredda. Il dato ufficiale sul mercato del lavoro americano ha mostrato in dicembre la creazione di soltanto 74.000 nuovi occupati, poco piu' di un terzo dei 200.000 previsti dagli analisti. Il tasso di disoccupazione e' scivolato ugualmente al 6,7% dal 7%, facendo meglio di previsioni che lo vedevano invariato ma mostrando anzitutto l'uscita di americani disillusi dalla forza lavoro.
Il dato di dicembre ha chiuso l'intero anno su una nota di imprevista debolezza, erodendo la crescita media dell'occupazione in tutto il 2013, risultata inferiore all'anno precedente. E' stata di 182.000 nuove buste paga mensili contro 183.000 nel 2012. Poco hanno potuto fare revisioni al rialzo di 38.000 posti complessivi tra ottobre e novembre.
I fragili dati potrebbero ora complicare la missione della Federal Reserve: a simili livelli potrebbero non giustificare affatto una rapida continuazione del tapering, la riduzione degli stimoli straordinari di Quantitative Easing decisa in dicembre. La Banca Centrale potrebbe decidere una pausa nel vertice del 28 e 29 gennaio, quello che segna anche il passaggio delle consegne al vertice da Ben Bernanke a Janet Yellen. La Fed aveva infatti dato fiducia proprio ai miglioramenti notati sul mercato del lavoro e indicato che il tapering sarebbe stata o legato all'andamento dell'economia. I dati sollevano tuttavia anche un giallo statistico: alcuni analisti, nelle prime reazioni, hanno ipotizzato che in dicembre i risultati possano essere stati viziati da peculiarita' o errori che abbiano esagerato la frenata.
La delusione e' stata ancora piu' cocente perche' i recenti segnali in arrivo dal mercato del lavoro erano parsi incoraggianti: il sondaggio di ADP sugli impieghi creati dal settore privato in dicembre, reso noto mercoledi', aveva dato conto di 238.000 nuove buste paga, piu' delle 200.000 attese. E le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono calate. La stessa Fed, nella sua decisione di avviare il tapering, aveva citato esplicitamente la probabile "sostenibilita'" dei progressi registrati nell'occupazione.
Il nodo del lavoro, i nuovi dati lo confermano, resta cosi' uno dei piu' difficili da sciogliere. La percentuale di americani con un impiego o che lo cerca il mese scorso e' stata del 62,8%, ai mimimi da 35 anni. E il tasso di disoccupati e sottoccupati e' tuttora del 13,1%, invariato tra novembre e dicembre. L'economia americana si sta lentamente avvicinando all'azzeramento delle perdite di buste paga subite durante la grande recessione del 2008, ma ne mancano ancora oltre un milione. Resta inoltre nettamente al di sotto dei livelli occupazionali che avrebbe raggiunto in assenza di quella crisi: per recuperare una simile mancata crescita potrebbe dover aspettare fino al 2019.
Il Congresso sta discutendo un'estensione di sussidi straordinari di disoccupazione per chi e' senza lavoro da oltre sei mesi, scaduti per 1,3 milioni di americani alle fine dell'anno scorso e che scadranno per altri tre milioni nei prossimi mesi. E il presidente Barack Obama intende fare della lotta nazionale alla diseguaglianza dei redditi e della crisi dei ceti medi un tema centrale del suo Discorso sullo Stato dell'Unione il 28 gennaio. Anche i leader repubblicani stanno intervenendo sul tema della poverta' e della carenza di opportunita', seppur con ricette diverse: meno interventi pubblici e piu' spazio al mercato